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Autore: Rossoamore    10/11/2012    0 recensioni
Giorgia ha sedici anni e dopo aver combinato un'altra delle sue, litiga con il padre. Questa volta però deve riparare il danno. Costretta a lavorare in negozietto incontra persone che la cambieranno per sempre.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Stava impazzendo. Forse era sempre stata pazza e proprio adesso se ne stava accorgendo. Girovagava per le strade con i suoi pensieri. All'improvviso iniziò a piovere ma a lei non importava. Camminava, non sapeva dove stava andando di preciso, voleva solo scappare. Scappare da lui, da lei, da tutti. Al pensiero di lui iniziò a correre come se volesse sfuggire anche ai ricordi ma per quelli correre non basta. I ricordi belli o brutti che siano, si radicano nel tuo corpo ed una volta che hanno trovato un bel posto accogliente non se ne vanno  più. In quel momento avrebbe voluto sradicarli tutti volentieri ma i suoi erano peggio della colla. Non volevano proprio staccarsi, si rifiutavano.
Corse fino a quando non si ritrovò davanti a uno dei piccoli negozi  che sopravvivono per miracolo ai grandi supermercati. Entrò, fece un giro per gli scaffali ed arrivò alla sua parte preferita, i ripiani delle "schifezze" come li chiamava sempre  Sara, la sua migliore amica. Amava rimpinzarsi di tutte quelle porcherie fino alla nausea quando stava male. Adocchiò due bustine di patitine e qualche scatola di biscotti, ma proprio quando vide il prezzo si ricordò di non avere soldi con sé. Si guardò attorno. Non c'era nessuno, prese una scatola dei suoi biscotti preferiti e se la mise in borsa. Dopottutto l'aveva fatto mille volte con Sara, anche con oggetti molto più costosi. Tranquilla si avviò verso l'uscita e proprio quando pensò di averla fatta franca anche stavolta, la signora proprietaria le sbarrò la strada. Era una donna di circa cinquant'anni, capelli corti grigiastri. Il suo volto era solcato da rughe e sembrava stanco e stravolto. « Dove pensi di andare ragazzina?! Sono mesi che sopporto le ladrate di te e i tuoi amici ma ora non ne posso proprio più! Chiamerò la polizia... » La signora non fece neanche in tempo a finire la frase che subito Giorgia si girò d'instinto per sfuggirle. Nel suo stomaco senti un vorticoso senso di colpa verso quella signora dal viso stanco ma era stata colta di sorpresa e come ogni volta quando non sapeva cosa fare scappava. Per sua sfortuna però, questa volta non fu una buona idea.
Un cliente riuscì ad acciuffarla e poche ore dopo si ritrovò seduta nel commissariato, aspettando che la signora, suo padre e il poliziotto finissero di parlare. Era ansiosa di sapere quali sarebbero state le consegueze. L'avrebbero arrestata? Maledetti biscotti, maledetto suo padre e la sua stupida fidanzata. Gli avevano annunciato che si sarebbero sposati presto, Giorgia non era molto entusiasta e non si era preoccupata nemmeno di far credere il contrario. Così quel pomeriggio, quel brutto pomeriggio, come ogni volta aveva litigato con il padre. Ma che ci poteva fare se quella proprio non la sopportava? Che cosa il padre ci trovasse in quella donna non l'aveva mai capito e ora non se lo chiedeva neanche più.
Sentì finalmente la porta aprirsi. « Arrivederci signora Matilde e grazie ancora. » Ecco la voce irritante del padre. Doveva essere arrabbiato e non poco. Era sicura che questa volta l'avrebbe rinchiusa in un collegio ma quando lo vide dirigersi verdo di lei con quel mezzo sorrisetto capì che la punizione sarebbe stata peggiore.
« Ecco la mia figlia ladra, complimenti Giorgia, non avresti potuto far cosa peggiore » disse il padre « Hai sedici anni e chissà a cosa pensi. Invece di studiare rubi biscotti, ma cos'hai in quella testa? Non fai mai niente di giusto » continuò a sgridarla. Giorgia non lo guardava, lo seguiva a testa bassa perchè sapeva di averlo deluso. Chissà per quale strano motivo suo padre sapeva sempre come farla sentire meno di zero. Le sue parole avevano uno strano effetto su di lei. Giorgia avrebbe voluto dirgli che le dispiaceva e che si era pentita ma non ci riuscì. Le parole si bloccavano in gola e mentre in macchina il padre continuava la sua ramanzina lei guardava fuori dal finestrino sperando che da un momento all'altro scomparisse. Non scomparve ma in compenso il padre smise di parlare. Rimasero in silenzio me durò per poco. «Mi sono dimenticato di dirti qualche piccolo dettaglio. La proprietaria era convinta che tu facessi parte di un gruppo di ragazzi che da un pò di tempo le rubavano, così voleva sporgere denuncia. Io ho cercato di dirle che tu non c'entravi niente con questa storia ma lei non ne voleva sapere. Alla fine siamo arrivati ad un accordo: tu l'aiuterai al negozio per i prossimi due mesi e lei non farà alcuna denuncia.»
« Ma papà il prossimo mese vado a Londra con Sara! Te ne sei dimenticato?» « Molto semplice: non ci andrai! Così imparerai qualcosa! » « Papà ma è importante! Sai quanto sognavo questo viaggio, quest'anno a scuola ho avuto una bella media me lo merito! » « Senza se e senza ma, tu non ci andrai! » Calò il silenzio. Giorgia pensò cosa dire ma non le venne in mente niente. Era furiosa, come aveva potuto farle questo? Non si era comportata bene ma se lo meritava quel viaggio!  Aveva studiato tanto nella speranza che la lasciasse andare e ora le dice che dovrà passare luglio e agosto in quel buco di negozio. Era troppo! 
Non si rivolsero più la parola per il resto del tragitto e quando arrivarono a casa, Giorgia si chiuse nella sua stanza e si mise nel letto. Prese il cellulare e scrisse un messaggio a Sara :
« Lo odio. Non lo sopporto più! » « Cos'è successo? » le rispose subito l'amica. « Ti spiego domani al solito posto! P.S porta una scatola di biscotti! »
  
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