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Autore: Ichiria Chan    10/11/2012    3 recensioni
Estratto:
Quella notte, quella fatidica notte nella quale gli Uchiha vennero sterminati, Sasuke non fu l'unico ad essere risparmiato da Itachi, non fu l'unico che Itachi salvò perché provava troppo affetto per poterlo uccidere....No. Infatti ci fu un altro superstite alla tragedia degli Uchiha: Kuria, una bellissima ragazza dai capelli neri come la notte che contrastavano con gli occhi di un azzurro chiarissimo e limpido come l'acqua cristallina.
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Itachi, Kisame Hoshigaki, Nuovo Personaggio, Sasuke Uchiha
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto prima serie, Naruto Shippuuden
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Ciao a tutti!! Questo è il primo capitolo della mia prima fan fiction. Quando ho scoperto che Itachi (il mio personaggio preferito di Naruto) aveva una ragazza, e aveva ucciso anche lei ci sono rimasta un pò male... perciò ho pensato di inventare una storia alternativa. ^^  Spero tanto che vi piaccia! 

Disclaimer: Naruto, Masashi Kishimoto.

La fuga di Kuria.


Quella notte, quella fatidica notte nella quale gli Uchiha vennero sterminati, Sasuke non fu l'unico ad essere risparmiato da Itachi, non fu l'unico che Itachi salvò perché provava troppo affetto per poterlo uccidere....No. Infatti ci fu un altro superstite alla tragedia degli Uchiha: Kuria, una bellissima ragazza dai capelli neri come la notte che contrastavano con gli occhi di un azzurro chiarissimo e limpido come l'acqua cristallina. Più esattamente la fidanzata di Itachi. Certo, nessuno se ne accorse, tutti pensavano che il famigerato assassino degli Uchiha avesse ucciso anche lei, una delle più belle ragazze del clan, perché ineffetti il suo cadavere fu ritrovato come quello di tutti gli altri Uchiha, se non fosse per il fatto che quel cadavere non era altro che un trucco astuto di Itachi.

La sera prima dello sterminio, Itachi andò da lei, la salutò come al solito, prendendole il mento con il pollice, l'indice e il medio e dandole un semplice e dolce bacio a stampo sulle labbra morbide e carnose, Itachi non era tipo da appassionati baci francesi, e a lei non dispiaceva. Kuria adorava quel gesto, la dolcezza infinita di quel momento, sentire le labbra calde di lui appoggiarsi delicatamente alle sue, ma in quel bacio c'era qualcosa di diverso, qualcosa di triste, infatti quel bacio fu più lungo del solito e più passionale, come se quello fosse l'ultimo bacio che si sarebbero dati, e di conseguenza lui volesse goderselo fino alla fine, assaporare quel momento che non avrebbe vissuto più...  Quando si staccarono lei lo guardò negli occhi, quei occhi di qui si era innamorata, tristi e pieni di dolore, gli stessi occhi che ora non la guardavano, ma guardavano le loro mani che si stringevano.

-Che cè? Cosa è successo?

Lui non alzò lo sguado subito, rimase ancora un attimo a contemplare le loro mani, mentre  un sorriso dolce e amaro allo stesso tempo si disegnava sul suo volto. Poi lentamente alzò il viso, e la guardò negli occhi.

-Nulla, voglio solo passare un po di tempo con te. Tutto qua...

Kuria non si convinse, sapeva che qualcosa non andava, ma non insistette. Sapeva che se Itachi avesse voluto dirle qualcosa, lo avrebbe fatto da solo, quando se la sentiva, e che per quanto avrebbe insistito, se lui non avesse voluto dirle nulla non lo avrebbe fatto.

Quella sera Itachi era andato da lei per dirle addio, sapeva che il giorno seguente avrebbe dovuto ucciderla, uccidere tutto ciò che avevano provato, fatto e tutti i ricordi che lo legavano a lei. Doveva esserci un solo sopravvissuto al massacro che sarebbe avvenuto da lì a poco, e quello era Sasuke, il suo adorato fratellino, colui che in un futuro ora lontano agli occhi di Itachi, avrebbe vendicato il clan Uchiha, uccidendone l'assassino, e che in seguito avrebbe fatto rinascere il clan, con i suoi discepoli. Non poteva esserci qualcun'altro, gli anziani del villaggio non lo avrebbero permesso. Ma gli doleva, e tanto. Amava profondamente quella ragazza, la sua dolcezza, il suo sorriso, i sui bellissimo occhi cristallini e il modo in cui con un'occhiata capiva se c'era qualcosa che non andava in lui, come aveva fatto quella sera.

Voleva passare con lei una serata bellissima, lontano dal clan, lontano da tutto.

 Salirono sul monte degli Hokage, e lì stettero seduti: lei davanti a lui, mentre le braccia di Itachi la stingevano intensamente, e ancora, in quel abbraccio nel quale si abbandonarono per molto tempo mentre guardavano la grande luna che splendeva nel cielo, lei sentì quel dolore presente nel bacio e nel suo sguardo... Non capiva cosa fosse, e perchè ci fosse, ma era certa che c'era, non era una sua sensazione, no, quel dolore esisteva e le faceva male vederlo così.

Stettero abbracciati per un po', a contemplare il cielo privo di stelle che c'era quella sera. Poi Kuria senti qualcosa di umido bagnarle la guancia destra, quella appoggiata a quella di Itachi. Una lacrima. Itachi aveva perso il controllo su quel dolore che tentava di tenere nascosto. Kuria si girò lentamente e vide gli occhi lucidi di Itachi che guardavano ancora la luna. Era la prima volta che lo vedeva piangere. Appoggiò il pamo della sua mano sulla guancia di lui e gli girò il volto verso il suo. Si guardarono negli occhi. I suoi occhi ora erano dei pozzi neri di dolore, e lei non resistette. Gli diede un bacio. Un bacio dolce, passionale e lungo come quello che lui diede a lei quando la salutò.

-Ti prego, dimmi cosa hai! Non ce la faccio a vederti così, non ce la faccio a fare finta di niente mentre tu soffri... Sfogati con me, dimmi cosa ti deprime, così divideremo questo dolore in due, e tu soffrirai di meno... Ti  scongiuro!

-No ce la faccio, non ci riesco.... troverò una soluzione...

Lo disse piano, quasi sotto voce, come se stesse parlando con se stesso. Poi la guardò fisso negli occhi.

-Ti fidi di me?

Kuria non capiva, ma si fidava di lui, era l'unica certezza che aveva.

-Ciecamente!

Lo sguardo di Itachi allora s'illumino. Sorrise amaramente, e guardò in basso.

-Non dovresti...

Disse ancora più piano, talmente piano che Kuria fece fatica a sentire.

-Allora... ti prego di ascoltarmi, di seguire le mie indicazioni e di fare quello che ti dirò. 

-Va bene...

-Domani sera... prima di cena... scappa, preparati uno zaino con l'indispensabile: cibo per un lungo viaggio, vestiti, armi per proteggerti, e scappa! Lontano da Konoha! E non ci tornare più! Fai tutto di nascosto! Dì a tuo zio che ti devi incontrare con me, o trova un'altra scusa per uscire di casa e di scappare nella foresta! Ti prego, fallo! Corri il più velocemente possibile lontano da Konoha, il più lontano possibile! E non ti girare! Vai sempre avanti, qualsiasi cosa tu senta! Ti prego...

Lo sguaro di Itachi era disperato, pieno di dolore. Kuria era spaventata, non sapeva cosa rispondere, cosa fare... Si fidava di lui, ma non sapeva cosa stesse accadendo, aveva una terribile sensazione. Lo guardava sconvolta, spaventata...

-Itachi, cosa sta succedendo? Cosa succederà? Perchè devo scappare e non tornare più a Konoha?!

-Ti prego, ascoltami, non posso dirti nulla di più.  Fallo, ti prego... abbi fiducia in me! 

-Non lo so! Mi stai spaventando! Non capisco nulla!

-Hai detto che ti fidi ciecamente di me, no?! Allora segui le mie indicazioni! Ti scongiuro!

La guardò negli occhi intensamente, dopo di chè l'abbracciò e strinse forte, come se volesse unirsi a lei per sempre con quel abbraccio. Chiuse gli occhi mentre una lacrima gli scendeva lenta sul viso.

-Ti prego, non ce la farei...

Il viso chiaro di Kuria divenne ancora più pallido.

-Voglio andare a casa.- Disse.

 Itachi allora si staccò da lei. Aveva le guance umide. La guardò triste.

-Va bene.

L'accompagno a casa e sulla soglia le diede una lungo bacio sulla fronte, mentre stingeva con forza gli occhi,

-Scappa, ti prego, scappa!

Detto questo, Itachi si girò e se ne andò lentamente. Kuria rimase sulla soglia per guardarlo scomparire nell'oscurità, dopo di chè entrò in casa confusa.

Quella notte Kuria non dormì quasi per niente, ripensava ossessivamente alle parole di Itachi. Perché doveva scappare lontano da Konoha, abbandonando tutto, e non tornarci più? Cosa sarebbe successo la notte seguente? Perchè Itachi aveva quello sguardo disperato e supplice? Non sapeva che fare! Era tutto così strano, così innaturale, come se si trovasse in un sogno. Continuò a porsi quegli interrogativi  fino allo sfinimento, quando si addormentò.

Intanto Itachi pregava disperatamente che Kuria gli desse ascolto e che la sera seguente lei scappasse lontano da quel villaggio e da quel maledetto clan, che lui avrebbe dovuto sterminare a sangue freddo. Se Kuria non gli avrebbe dato ascolto, sarebbe stato costretto a uccidere anche lei. E non voleva. Nel frattempo aveva trovato una soluzione al problema della scomparsa di Kuria. Dopo il massacro il suo cadavere doveva essere ritrovato, altrimenti gli anziani del villaggio, le avrebbero dato la caccia e uccisa. Kuria non era un ninja potente, il suo sharingan era poco allenato, perchè lei non era entusiasta di quel potere oculare così potente e terribile, sarebbe stata capace di difendersi da squallidi ninja mediocri che avrebbero provato a derubarla o a farle del male, ma non da ninja esperti nell'arte dell'uccidere, che le sarebbero stati messi alle calcagna se si sarebbe scoperto che era ancora viva. 

Il sole spuntò all'orizzonte. L'ultimo giorno degli Uchiha era cominciato. Tutti erano tranquilli, nessuno si aspettava quello che sarebbe successo. Itachi uscì di casa, sperava di poter incontrare Kuria, sperava che lei gli dicesse: va bene! Scapperò! Ma nulla, non la vide. Solo verso sera, all'incirca due orette prima di cena, la vide. Stava andando a comprare il pane, per quel pasto che sperava non consumasse.

Kuria stava camminando piano, era ancora indecisa sul da farsi. A un certo punto lo intravide, fermo nell'ombra che stava crescendo sempre più. La guardava. Nello sguardo ancora quella preghiera: Scappa! Abassò lo sguardo, e fece per affrettare il passo, ma qualcosa la fermò. L'istinto, il suo istinto infallibile le diceva di dare ascolto a l'unico ragazzo che avesse mai amato. Si fermò, lo guardò e fece cenno di sì con la testa. Sul volto di lui si disegnò un sorriso di sollievo appena accennato.

Scese la sera. Itachi era pronto. L'unica cosa che aspettava era vederla uscire di casa e scappare lontano. Non aspettò molto. Kuria uscì di casa poco prima dell' ora di cena, i lunghi capelli neri legati in una coda, indossava una felpa nera col cappuccio, e sulla schiena uno zaino evidentemente pieno di roba. Probabilmente lo zio, il suo ultimo legame di famiglia, quello che lui avrebbe spezzato tra poco, non l'aveva vista quando era uscita. Per strada non c'era nessuno, e non c'era pericolo che qualcuno la vedesse, era una ragazza sveglia e svelta, se la sarebbe cavata. Itachi rimase a guardarla scappare via. Era bellissima. La seguì di nascosto fino al bosco. Dopo qualche minuto che si era addentrata nel bosco Itachi partì alla carica, doveva fare presto, Sasuke sarebbe tornato di lì in un'ora. Inanzi tutto andò all'ospedale e rubò il cadavere di una donna che aveva più o meno la taglia minuta di Kuria, lo portò dietro la casa della ragazza e con lo sharingan ipnotico di cui era dotato, impose una tecnica di camuffamento sul corpo senza vita della donna. Ora quel cadavere aveva il bellissimo viso della sua fidanzata. Poi tirò fuori il kunai e gli shuriken e si addentro dentro la casa dello zio di Kuria. La tragedia degli Uchiha ebbe inizio.

Kuria saltava da un ramo all'altro, il più in fretta possibile, allontanandosi sempre più, da Konoha. Quando a un certo punto cominciò a sentire delle grida. Voleva fermarsi e tornare indietro, per vedere cosa stesse succedendo. Era preoccupata per Itachi. Ma non lo fece. Si ricordò cosa le disse la sera prima: Corri il più velocemente possibile lontano da Konoha, il più lontano possibile! E non ti girare! Vai sempre avanti, qualsiasi cosa tu senta! Ti prego... Strinse gli occhi e andò avanti, come gli aveva chiesto lui. Nel cuore e nella mente un unico nome: Itachi.

  
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