Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Ricorda la storia  |       
Autore: Federico    10/11/2012    2 recensioni
Salve! Dopo molti mesi torno conq uesta AU, la prima storia western che scrivo.
Stati Uniti, 1870: Zoro, un giovane orfano di guerra che desidera diventare il più grande pistolero del West per mantener una vecchia promessa, viene sconfitto dall'enigmatico Drakul Mihawk, che lo incita a perseguire il suo sogno e ad allenarsi per superarlo.
Anni dopo, troviamo un Zoro più esperto e maturo, che vaga per l'America lla ricerca di sfide sempre più difficili, e ne seguiamo le avventure fino allo scontro finale...
Se vi piace il genere, leggete e recensite! Ciao a tutti!
Avvertenze:
1) Questa storia non è un elogio alla diffusione delle armi in America. Tutt'altro.
2) Mihawk e altri personaggi sono un po' OOC.
3) In un capitolo un personaggio pronuncia frasi dal contenuto estremamente razzista. Ovviamente non condivido simili posizioni, non è la mia ideologia.
Genere: Avventura, Azione, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Roronoa Zoro, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Brave New World

Sconfitta
 

 
Contea di Polk, Iowa, 31 dicembre 1870
Aveva perso.
Non c’era dubbio possibile, non c’era ma che tenesse, era lampante: l’avversario lo aveva battuto.
Sonoramente, in modo netto e pulito, senza farlo soffrire e senza fargli pesare eccessivamente la propria superiorità, come un dottore che abbia appena salvato una vita umana grazie alla propria perizia, in quel modo professionale e disincantato di cui solo i grandi sono capaci.
Lui, invece, non era stato capace proprio di nulla.
In quello che nei propri sogni infantili aveva sempre reputato il giorno più bello della propria vita, la possibilità di adempiere a quel voto spezzato tragicamente e di dimostrare finalmente a tutti il proprio valore, erano bastati pochi colpi ben assestati per metterlo fuori gioco.
La delusione che albergava nel petto coraggioso del giovane Zoro, la rabbia e la frustrazione  correvano nelle sue vene come cavalli imbizzarriti, gli facevano gonfiare i muscoli e lo avvolgevano a tal punto che egli non percepiva quasi più il freddo, nonostante fosse inginocchiato nella neve.
Dopo essere rimasto quasi inerte per lunghissimi secondi, preda di tristi pensieri e cupe oppressioni, il ragazzo d’un tratto digrignò i denti e cominciò a sbraitare e a tempestare di pugni la soffice materia bianca, come se essa potesse dimostrarsi un contendente meno temibile di quello che gli stava di fronte, le lacrime che scendevano copiose sulle guance imberbi.
Una voce indecifrabile e tagliente come la lama di una spada, dall’inconfondibile accento francese, fendette l’aria arrivando alle sue orecchie: “Ora basta garçon, piangerti addosso è completamente inutile! Alzati e sii uomo, una buona volta!”.
“STAI ZITTO!!!! TU NON SAI NULLA!!!!!!!” gridò a pieni polmoni Zoro alzando la faccia nella sua direzione.
Ma come si permetteva quello straniero, quell’estraneo, di trattarlo così?
Che diritto aveva, dopo averlo umiliato platealmente, ad aggiungere dolore al dolore, facendosi beffe di una realtà che ignorava? C’era forse, lui, il giorno di quella promessa?
Ma guardarlo nel volto fu sufficiente a fargli mutare avviso.
Di nuovo, fissare quel viso asciutto a pallido, incorniciato da un vezzoso pizzetto e da labbra sottili che forse mai avevano conosciuto il sorriso, e soprattutto i suoi occhi, stretti, dagli angoli aguzzi, di un bruno giallastro che aveva ben poco di umano, inquietanti.
Somigliavano piuttosto a quello di un animale da preda, che con il suo sguardo rapace scrutava vittime piccole ed indifese, in attesa di scegliere la propria preda: quello sguardo non poteva lasciare indifferente nessuno, nemmeno il più coraggioso degli uomini, ed ogni volta che incrociava quelle pupille Zoro si sentiva le gambe intorpidite, lo stomaco ed il cuore paralizzati, la sensazione di essere davanti ad una leggenda in carne ed ossa da trattare con sacra e timorosa reverenza.
Il giovane si ritrovò di nuovo, osservando estasiato il lungo cappotto dell’avversario che ondeggiava lentamente nella brezza gelida, da cui faceva capolino il cinturone con le fondine, e il cappello a larghe tese che faceva risaltare sinistramente quegli occhi, a pensare alla strana combinazione di eventi che aveva portato le loro strade ad incrociarsi.
Per Zoro, che aveva perso in tenerissima età la madre, il padre era sempre stato una figura di riferimento, un gigante stanco che si era fatto carico di tanti dolori e aveva saputo sempre offrire agli altri gentilezza e sorrisi.
Un giorno era partito per la guerra, e non era più tornato: aveva saputo che era morto in un posto assai lontano, chiamato Gettysburg, e che gli avevano conferito una medaglia al valore, che però non glielo avrebbe riportato indietro.
L’unico ricordo tangibile del padre, accanto a tutto un mondo di affetti interiori troppo difficile da dischiudere, era rappresentato da un paio di magnifiche Colt, superbi pezzi d’artigianato: per dimostrarsi all’altezza del loro precedente proprietario aveva deciso di allenarsi notte e giorno, per diventare il migliore e difendere i propri cari, quando quel momento fosse venuto.
Anche un’altra persona aveva condiviso quel sogno, ma nemmeno lei c’era più: Zoro, con un ardimento frutto soprattutto della disperazione, davanti alla sua tomba aveva rinnovato il giuramento di diventare il miglior pistolero d’America, affinché nulla di brutto potesse più succedere ai suoi cari e la volontà di Kuina continuasse a vivere.
Ora, si dava il caso che per raggiungere questo sogno fosse necessario misurarsi con tutta una serie di figure che andavano dal mitico al leggendario, al cui vertice stava Drakul “Occhi di falco” Mihawk , un canadese da molti ritenuto semplicemente il miglior pistolero di tutti i tempi.
Si raccontavano storie incredibile sul suo conto, che avesse viaggiato in tutti i paesi del Nuovo Mondo affrontando centinaia di duelli ed umiliando nell’arte della pistola capitribù, generali, banditi di ogni stirpe e lingua, uscendone sempre imbattuto: si favoleggiava sulla sua velocità nell’estrarre le sue rivoltelle dal calcio nero come la pece, pari a quella del lampo, e sulla sua precisione che gli avrebbe consentito di uccidere una mosca da un centinaio di metri di distanza.
Per anni Zoro e Kuina avevano letto delle sue avventure nei giornali, fantasticando sulla possibilità di incontrarlo e sconfiggere, e così negli ultimi anni il giovane si era posto come chiodo fisso quello di essere pronto ad un eventuale incontro con il canadese dagli occhi di falco.
Alla fine, Mihawk, l’irraggiungibile, si era davvero manifestato: un giorno, nel corso delle sue lunghissime peregrinazioni solitarie che nel corso dei decenni lo avevano condotto attraverso tutte le Americhe, era spuntato a Des Moines nell’Iowa, la città di Zoro, in cerca di un alloggio.
Il ragazzo, fremendo per l’eccitazione e accecato dal ricordo della promessa, era riuscito ad avvicinarlo, e addirittura a sfidarlo a duello; Occhi di falco aveva accettato senza scomporsi troppo, come se la questione non lo avesse riguardato direttamente, e si erano dati appuntamento in quel prato fuori mano, lontano dalla città, presso una quercia secolare.
Ci aveva messo davvero poco, a vincere: Zoro, che era giunto sul luogo così baldanzoso e pieno di speranze, a malapena aveva estratto le pistole che l’altro l’aveva già disarmato.
Occhi di falco era stato così rapido che quasi non aveva sentito i colpi da lui esplosi.
Ora si trovavano ancora lì, sui campi innevati e al di sotto di un cielo scurissimo che minacciava altro gelo, a studiarsi, l’uno prostrato e tremante, l’altro torvo e imperturbabile come una sfinge.
“Davvero pensavi di poter vincere contro di me, figliolo?” lo incalzò il canadese in tono tale che sarebbe stato impossibile comprendere se esprimeva stupore genuino o tagliente sarcasmo.
“Casomai non te lo ricordassi, io ho molta più esperienza di te. Sono più di vent’anni ormai che le mie pistole sono la mia vita, la mia unica compagnia, e che mi seguono e mi aiutano in modo più fedele di tanta gente. Ho combattuto nel Nevada come in Brasile, a Cuba come in Alaska; San Francisco, Città del Messico, Montevideo, Bogotà, Ottawa e mille altre città mi riportano in mente dolci ricordi di vittorie, poiché non ho mai perso”.
Il tono, per quanto non umile, non era quello di un arrogante campione che esibisca sfacciatamente i suoi trofei di caccia, ma piuttosto quello diligente e preciso di un insegnante che elenchi i trionfi di un antico condottiero, nutrendo ammirazione nei suoi confronti.
“Ed io cosa devo fare? Che cosa? Se non ti batto, come potrò essere il migliore? Con che coraggio mi guarderò nello specchio domattina?” domandò Zoro riacquistando il contegno ed asciugandosi le lacrime; quella che voleva non era vittoria vana e fine a se stessa da ostentare, ma piuttosto un chiarimento sulla propria intera esistenza.
Se Mihawk si commosse e prese a cuore le sorti di quel pivello che aveva già dimostrato un coraggio da leone sfidandolo come nessun altro in città aveva osato, non lo diede a vedere: ma nel tono della sua voce si avvertì un leggerissimo mutamento, un abbassamento, quasi intendesse parlare sussurrando, in tono calmo ed affabile.
Emessa una nuvola di vapore biancastro dalla bocca, il franco-canadese gli domandò in modo neutro ed inaspettato: “Sai perché ho deciso di lasciarti vivere?”.
Il ragazzo dapprima non capì, poi ebbe come un’illuminazione che lo portò a considerare lo scontro da una prospettiva completamente nuova fino a poco prima: era vero!
Se l’altro avesse voluto ucciderlo sparandogli, ci avrebbe impiegato il tempo di un amen a farlo: e allora perché si era limitato a disarmarlo?
“Vedi- proseguì Occhi di falco- non è mia abitudine infliggere la morte a chi mi trovo davanti, ma nel tuo caso c’era qualcosa di più. Caro Zoro, tu sei speciale”.
“Speciale?” osservò quello stranito. “Là fuori è pieno di gente che sa sparare meglio di me, e sa fare tante altre cose meglio di me! Che cosa avrei di speciale”.
Un sorrisetto furbo giunse ad increspare le labbra del pistolero: “Come il mio colpo d’occhio non fallisce mai nel trovare il punto debole del mio nemico, così non ha mai errato nel giudicarne la forza. So riconoscere un talento quando me ne trovo uno davanti e, mère de Dieu, tu sei il più cristallino che io abbia ma visto da qualche anno a questa parte! Hai tutto… armi eccellenti, postura ideale, riflessi, capacità di scorgere e valutare i dettagli… Un altro po’e saresti riuscito a sparare, cosa che con me accade di rado. Sì, ti ho risparmiato la vita per aiutarti, se mi darai retta”.
Un rinnovato senso di fiducia cominciò a farsi strada nel cuore di Zoro, e per un solo attimo riuscì a sopraffare la rabbia dovuta all’orgoglio e il timore che quella proposta potesse celare secondo fini: Mihawk infatti gli sembrava un uomo d’onore, del tutto disinteressato alla fama e al denaro e alieno da simili comportamenti; voleva, doveva credergli, perché il suo sogno veniva prima di ogni altra cosa.
“Sono disposto a fare tutto per superarti. I tuoi consigli mi sono oltremodo graditi”.
“Fa’ come me:non trascurare di allenarti, ma soprattutto viaggia, conosci il mondo e i suoi abitanti,
apprendi e matura. Quando sarai pronto torna qui, in questo campo, a quest’ora, dove ogni 31 dicembre ti aspetterò, ma non avere fretta; impiega tutti gli anni che vorrai, sono un tipo paziente. Ah, un’ultima raccomandazione; le pistole per te devono essere solo un mezzo, sei tu che le controlli. Non abusarne, e rispetta sempre la vita altrui, per quanto spregevole e corrotta. Mai, in nessun caso,  devi diventare un bandito o un assassino. Se verrò a sapere che ti sei macchiato di tali colpe, considera annullata questa sfida, e sappi che verrò a fartela pagare di persona il prima possibile. Se ti comporterai come me, inizierai a pensare come me, e questo ti conferirà un grande vantaggio. Buona fortuna”.
Il giovane levò uno sguardo fiero e consapevole: dal cielo intanto piovevano candidi fiocchi.
 
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: Federico