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Autore: Burdock 95    10/11/2012    3 recensioni
Piccolo delirio. Ero particolarmente giù, e così ho espresso i miei pensieri creando la Terra di Onag, dove è ambientata questa piccola fic. Parla di due amanti ... di cui il destino si prenderà gioco.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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RICKY E LISA
L’AMORE & IL SANGUE

Terra di Onag, 4E 234.
Deserto Nero.
Un ragazzo guardava il mondo, appoggiato alla roccia che aveva offerto riparo a lui e alla sua compagna. All’ombra della roccia, il ragazzo stava immobile, le braccia al petto, gli occhi aperti, all’erta.
Era di una bellezza incredibile, con capelli lunghi e mossi, neri come una mezzanotte senza luna, occhi profondi come il mare, del colore della giada ma con sfumature d’ambra. Era un grande guerriero, che vestiva con una corazza di cuoio e portava in cintura una bellissima spada. Un teschio, di un animale non specificato, faceva lui da elmo, ricoprendo parte del suo volto perfetto.
“Vedi qualcosa, Ricky?”
La voce calma e armoniosa della sua compagna lo chiamò. Ricky si voltò verso di lei, guardandola.
Era una ragazza bellissima, alta, dai lunghi capelli lisci e biondi, occhi azzurri come il mare brillavano nel suo viso.
“Niente di sospetto, per ora, Lisa.” le rispose Ricky, dolcemente.
Ricky amava quella donna, la amava con tutto sé stesso, e anche Lisa amava il suo ragazzo, lo amava alla follia.
Non poteva esistere coppia più felice di loro, uniti da amore vero, eterno ed imperituro.
“Il sole sta ormai cominciando a tramontare …” sussurrò Lisa.
“Sei sicura di volerlo fare?” le domandò Ricky, spostando la schiena dalla roccia alla quale era appoggiata.
Lisa non esitò, quando annuì e rispose “Sì, ne sono sicura.”
Ricky le si avvicinò, accarezzandole dolcemente dapprima una guancia, poi i capelli. Le avvicinò le labbra ad un orecchio, sussurrando “Ti amo.”
Lisa lo strinse a sé, e in un sussurro rispose “Anch’io … e non sai quanto.” prima di unire le sue labbra con quelle di lui.

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Erano ormai gli ultimi istanti del crepuscolo: stava iniziando la sera. La luce morente lanciò i suoi ultimi raggi attraverso il cielo.
Ricky e Lisa erano insieme in un sacco a pelo, abbracciati l’uno all’altra.
“Sei la cosa migliore che mi sia mai successa …” sussurrò la bionda, baciando il suo cavaliere.
“E tu sei la cosa migliore che potesse succedermi: il meglio del meglio di tutte le altre non è sufficiente a raggiungere il tuo peggio.” rispose Ricky, in un sussurro.
Sembrava che nulla potesse dividerli: il mondo esterno era alieno e distante, quando erano insieme.
Quello era il sogno … ma come ogni sogno, alla fine finisce, e poi torna la dura realtà.
Udendo l’inconfondibile rumore del metallo che tintinna, insieme al suono di passi leggeri, Ricky balzò in piedi, riallacciandosi la corazza. “Chi va là?” gridò, preparandosi a sguainare la spada.
Una risata sguaiata venne in risposta, seguita poi da un brusio di voci.
Davanti a Ricky, di colpo, comparve un ragazzo. Indossava una corazza a piastre, nera come la notte nella sua ora più buia, e una maestosa spada gli splendeva in cintura. Era di media altezza, con i capelli corti e chiari, gli occhi sottili, le labbra inarcate in un sorriso crudele. Nel suo sguardo risplendeva una bramosia infinita.
“Chi sei?” domandò Ricky all’individuo misterioso.
La stessa risata di prima pervase l’aria, fuoriuscendo dalle labbra dell’uomo vestito nero. Mentre rideva, alle sue spalle comparve altri quattro individui, vestiti come lui ma coi volti coperti da dei cappucci del medesimo colore della corazza.
“Il mio nome è Stefano …” rispose finalmente il ragazzo vestito di nero, una volta che ebbe finito di ridere “… io e i miei seguaci formiamo la Confraternita degli Amanti Lussuriosi. La tua ragazza pare un bocconcino delizioso.”
Lisa gridò, d’istinto, mentre Ricky snudava la spada.
“Dovrai prima passare su di me, furfante!” gridò Ricky, preparandosi allo scontro.
Stefano rise, sguainando la spada a sua volta.
Dopo alcuni istanti, il farabutto si gettò contro Ricky, vibrando un fendente. Ricky lo parò, ma Stefano gli sferrò un calcio di piatto nello stomaco, facendolo finire a terra.
“Nessuno spadaccino è al mio stesso livello, su questa terra!” esclamò trionfante “E i miei allievi, qui, hanno tutti un’abilità che si avvicina alla mia: sei morto!”
Ricky si rialzò, pensando “È dannatamente abile: non posso competere con lui e con altri quattro avversari. Cosa posso fare?”
Mentre ragionava sul da farsi, una moltitudine di ricordi gli si affacciò nella mente. Ricordò ogni singolo istante passato insieme a Lisa, ricordò di quando l’aveva incontrata la prima volta, al mercato dei fiori, ricordò cosa aveva provato quando il suo sguardo si era incrociato con quello di lei, ricordò ogni momento felice insieme a lei. E allora non ebbe più dubbi su cosa fare: lei aveva cambiato la sua vita, lo aveva salvato dalla dannazione … era il momento di restituire il favore.
“Lisa …” disse, con tono serio e deciso “… vattene il più lontano possibile, e non voltarti mai indietro.”
“Stai scherzando? Mi inseguiranno!” replicò lei.
Ma Ricky in risposta asserì “No, ti assicurò che non lo faranno.”
Lisa in quel momento capì cosa il compagno aveva in cuore di fare, e in un sussurro disse “Ricky … no, ti prego … non farlo …”
Ma Ricky non cambiò idea, e la sua voce divenne come un ruggito, che si levò al di sopra dell’ululato furioso del vento, mentre gridava “Vattene, Lisa! Via!” Una lacrima solcò il volto perfetto di Lisa, che senza più ribattere si voltò, correndo via.
Stefano rise, dicendo “Cosa credi di poter fare da solo contro di noi? Non ci priverai della nostra preda!”
Ricky tornò a guardare l’avversario, fissandolo negli occhi, e il suo sguardo cambiò: lo sguardo calmo di Ricky si trasformò in uno sguardo deciso. Una luce nera attorniò il suo corpo, mentre diceva, furioso “Dentro di me vive un Demone. Avevo giurato di non usarlo più … ma ora la necessità supera ogni giuramento.”
Mentre il suo corpo si contraeva, mentre le sue ossa scricchiolavano e i suoi muscoli venivano colti da un dolore atroce, Ricky, attorniato da quel tremendo potere, si gettò contro i nemici a spada tratta.
Stefano smise di sorridere, facendosi serio, e i suoi seguaci sguainarono le spade. Tutti insieme si gettarono contro Ricky, per eliminarlo. Ricky era solo contro molti, e se anche fosse sopravvissuto a loro sarebbe stato il Demone ad ucciderlo: comunque andasse per lui era finita. Ma non poteva arrendersi, perché più importante della pace, più importante dell’ordine e della giustizia, più importante del dolore che provava, più importante del dover morire … era Lisa.

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Il tiepido sole sorse, inondando il Deserto Nero con i suoi raggi.
Lisa, accovacciata contro una roccia, si era permessa di addormentarsi, dopo aver corso quasi tutta la notte.
Il suo viso era fradicio di lacrime, che avevano rigato il suo volto scolpito dagli angeli.
Lisa si destò, con gli occhi ancora umidi. Prendendo il coraggio a due mani, Lisa si alzò, e si incamminò. Percorse a ritroso la strada che aveva fatto al buio.
Non avrebbe voluto farlo, non avrebbe voluto scoprire cose che non avrebbe voluto sapere … ma era più forte di lei. Voleva vederlo ancora, vederlo sorriderle ancora, come in passato. Voleva aggrapparsi con tutte le sue forze ad una speranza, l’ultima … unica, lontana, incerta, effimera. Eppure … ci si aggrappò con tutte le sue forze.
Camminò piano, quasi per paura di ciò che avrebbe scoperto, ma continuò ad avanzare.
Quando giunse dove aveva lasciato Ricky, il silenzio era irreale. Non c’era un sibilo di vento, né altri rumori: tutto era immobile, tutto taceva. Lisa si guardò intorno, alla ricerca del suo amato, ma di lui non vi era più traccia alcuna.
La sua spada era conficcata nel terreno, mentre il teschio che era solito indossare come elmo giaceva lì vicino, nella polvere. Ma del corpo di Ricky non vi era traccia.
Lisa cadde in ginocchio, ed inarcando la testa all’indietro provò a gridare la sua disperazione al mondo. Ma non ci riuscì. Il dolore le aveva portato via anche la voce.
Tutto era immobile: la natura stessa pareva essersi congelata, come a voler piangere con lei.
Lisa, dopo un po’, si asciugò le lacrime e si rialzò. Si avvicinò alla spada di Ricky, afferrandone l’elsa con entrambe le mani, e la divelse dal terreno. La alzò al cielo, gridando “Ricky … amore mio … la tua stessa spada sarà lo strumento della nostra vendetta!”
Si avvicinò poi al teschio che da sempre Ricky aveva usato come elmo, lo raccolse e con gesti lenti e solenni lo indossò, sussurrando “Io ti ho amato dal primo momento in cui ti ho visto, io ti amo tuttora, e ti amerò per sempre: non ti dimenticherò mai.”
Il vento si rimise ad ululare imperioso, mentre Lisa si allontanava da sola, verso il sentiero solitario della propria vendetta.
“Addio, Ricky … ti terrò con me per sempre nel mio cuore.” sussurrò la bionda, con un’ultima lacrima solitaria che solcò il suo viso mentre se ne andava.

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Terra di Onag, 4E 234.
Torre degli Spiriti.
Laceri, sporchi, di consunte vesti ammantati, gli Spiriti gridavano.
Gridavano frasi di oscura vendetta, perché chi muore per morte violenta non avrà pace fino a che il suo assassino non morirà. Ma quelle frasi erano inutili: senza memoria e senza volto gli Spiriti erano, sapevano solo che odiavano qualcuno, colui che li aveva uccisi, ma ignoravano chi fosse.
All’improvviso, però, vider comparire fra mezzo a loro un giovin di armatura corazzato, dai capelli scuri e con occhi profondi che la morte sola non era bastata a placare.
“Chi sei tu, con quel viso e quello sguardo? Che fai qui fra mezzo a noi?” domandò lui uno Spirito irato.
Il ragazzo lo guardò, e dopo aver semplicemente risposto con un laconico “Mi chiamo Ricky.” si perse nei propri pensieri.
In quella fitta oscurità, nella moltitudine indistinta, Ricky guardò verso il cielo.
“Lisa, io ti amo. Non basterà certo la morte a fermarmi. Sarò il tuo angelo custode e ti proteggerò sempre. Io per te ci sarò sempre, tu sei la mia vita. Ti voglio bene.”


FINE

  
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