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Autore: kyuukai    10/11/2012    2 recensioni
Perché la vera bellezza non si trova nelle pose, nell'espressione ingannatrice che a volte assumiamo per sembrare più attraenti ed interessanti, nelle artificialità e nella falsità di una maschera dietro cui ci si vuole nascondere.
Essa è celata nei piccoli gesti spontanei di tutti i giorni, nel sorriso fatto alla persona cara quando meno se l'aspetta, nel momento inaspettato, od in un semplice, sincero dono fatto col cuore.
Ed è quello che rivela il vero viso di una persona. Quello più bello.
[SaiSaku] Tanti auguri, Sakura-chan! (Sakura00)
Genere: Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sai, Sakura Haruno
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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Salve, e benvenuti alla mia nuova, fiammante one-shot! Per i cari abitué sarà un po' uno shock vedermi scrivere qualcosa di non yaoi, ma gente, la verità è che adoro molti pairing in questa serie, tra qui anche etero. Solo perché vado pazza per le Narusasu e reverse non vuol dire che non apprezzi anche altre coppie, come quella formata da Sai e Sakura. Naturalmente la storia parla più di amicizia che di amore, ma forse, chissà, in futuro...

Questa storia diciamo che è nata come un regalo che vorrei fare ad una delle migliori persone che ho avuto il piacere di conoscere in questo sito, i quali commenti e critiche mi hanno sempre aiutata a diventare una scrittrice migliore, e che mi ha tenuto compagnia quando ne avevo bisogno, stabilendo una bella e sana (eh, a volte non tanto per le mie uscite) amicizia. Sakura00

Ok, tesoro, respira, non vorrei che la notizia ti abbia sconcertata tanto da farti venire un colpo! ^^ Se ricordi bene, ci siamo conosciute proprio parlando dei vari pairing che ci piacevano, e subito ci siamo ritrovate a concordate su SaiSaku. Quindi, quale modo migliore per festeggiare il tuo compleanno, se non donarti una storia su di loro?
Tanti auguri, Sakura-chan! ^^

Dopo il piccolo stacco pubblicitario do il benvenuto a tutti gli altri lettori, non mi dimentico di voi! Vi auguro una buona lettura, e per chi la conosce, fatele gli auguri, che oggi è diventata più vecchia di un altro anno! Anche su Tumblr, dato che siamo entrambi lì! Trovate il link sul nostro profilo!
All'età non si scampa, gente! ;)

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Non è straordinario che ogni giorno ci sia il cielo ad aspettarci fuori dalla finestra?

Lo diamo sempre per scontato, poche volte alziamo gli occhi in alto ad esaminare che ci sia ancora, vero?

Bello o brutto che sia il tempo, con nuvole, sole, neve e pioggia, lui rimane sempre lì, quasi ad attendere il momento migliore per sbucare e lasciar riapparire il sereno.

Strano, no, che ci sia qualcuno sempre sopra di noi, capace anche di risollevarci il morale e farci sorridere, magari, con un solitario raggio di sole?

A Sakura quel giorno capitò di alzare lo sguardo al cielo, e bearsi della sua compagnia di prima mattina.

“E' bello davvero” pensò ammirata la ragazza appoggiata al tronco dell'albero, crogiolandosi sotto la luce dolce proveniente dalle fronde. Era ferma al limitare del bosco intenta a fissare Naruto allenarsi per imparare la sua mossa suprema con Kakashi-sensei e Yamato-taicho. Custodiva con cura il cesto del pranzo in attesa della loro pausa, dondolandosi appena sui talloni.

Era diventata una routine, ormai da quasi una settimana, se non anche di più. Da quando erano tornati sconfitti dalla riunione con Sasuke per essere precisi, che Naruto aveva cominciato ad allenarsi così duramente, moltiplicando il suo corpo all'infinito per apprendere prima un nuovo jutsu su cui avevano lavorato. Mettendosi a dura prova giorno dopo giorno, per migliorare le sue tecniche.

Sapeva che sarebbe stata solo d'intralcio lì con loro, anche perché il biondo pareva non concentrarsi abbastanza in sua presenza, abituato a fare lo scemo per poi beccarsi i rimproveri sia da parte sua che da Yamato-taicho.

Per questo attendeva paziente la loro pausa per dargli il pranzo che gli aveva preparato ella stessa. Quello era tutto ciò che poteva fare per lui, ed a dire il vero, la rendeva fiera cucinare per il suo amico. Le dava meno da pensare per un attimo, e al pensiero di fargli un piacere la rendeva contenta. E vederlo quasi piangere per la commozione quando gli portava il bento, si, era divertente.

Accarezzò pensosamente il cesto, pregustando l'espressione euforica del biondo alla vista del cibo. E poi spostò gli occhi smeraldini sulla figura seduta a qualche metro da lei.

L'unica sua compagnia, seppure silenziosa, in quei giorni era quella di Sai, il nuovo componente della squadra sette, subentrato dopo la fuga di Sasuke. Era arrivato poco dopo di lei, e quasi non si era accorta della sua presenza per quanto silenziosamente si era fatto vicino. Dopo averla salutata con un cenno del capo, si era seduto con delicatezza a terra e cominciato a passare il pennello su una pergamena in modo sinuoso usualmente per tutto il pomeriggio.

Andava avanti così da ore, senza spiccicare parola, né fermarsi per riposare le mani.

Sakura lo controllava con la coda dell'occhio, sempre cauta, forse fin troppo.

In fondo il ninja della radice non pareva essere un tipo troppo pericoloso, anche se aveva già provato a tradirli, solo per scoprire che lo stava facendo per il bene di Konoha.

Eppure non le andava molto a genio, soprattutto per il modo con cui si era presentato a loro, come aveva trattato entrambi i compagni di squadra, e di aver parlato male dell'adorato Sasuke.

Un sospiro profondo le sgusciò dalle labbra al pensiero dell'amico fuggito chissà dove per l'ennesima volta, dopo tutto il tempo passato a rincorrerlo, dopo tutto l'impegno che ci avevano messo sia lei che Naruto.

Era scappato senza dire una parola, degnandoli appena di uno sguardo, che con gli anni si era fatto ancora più freddo. Per lui non contavano più gli amici.

E la realizzazione era stata dura da digerire, molto, per entrambi.

Sakura si perse tra le nuvole rincorrersi sulla sua testa, cercando di distrarre la mente da pensieri non molto felici.

Solo allora Sai alzò lo sguardo verso di lei, cercando di capire cosa l'avesse resa così pensosa.

-Sakura-san?- la chiamò di punto in bianco il ragazzo alle sue spalle. Quando si girò vide che come al solito stava schizzando qualcosa su uno dei tanti rotoli di pergamena che si portava dietro. Sai davvero che amava disegnare, oltre che usarli nei combattimenti.

-Dimmi- mormorò sforzandosi di sembrare il più benevola possibile. Gli occhi neri del ragazzo sostarono troppo sul suo corpo per metterla a suo agio.

Già Naruto lo faceva, ed anche Lee. Ma perché doveva sempre attrarre le attenzioni dei ragazzi sbagliati?

-Posso farti un ritratto?- chiese sempre formale, alzando il pennello già imbevuto col nero. La sua richiesta la prese di sorpresa. Era raro che anche solo parlassero senza la presenza mediatrice di Naruto, soprattutto da quando Sakura, nella loro prima missione, gli aveva tirato quel gancio mortale dopo che aveva parlato male della sua cotta.

Non che non avesse voluto in realtà. Quando era con lui sentiva il bisogno di tagliare il silenzio in cui si chiudevano, non spiacevole, ma strano. Da estranei, non compagni di squadra.

Ormai avevano messo da parte le loro discordanze e funzionavano bene come squadra. Quindi perché non provare ad avere un rapporto di cortesia come tutte le persone normali?

-Certo- rispose subito disegnando sopra le sue labbra un sorriso cortese -Dimmi solo cosa devo fare. Come mi devo mettere?-

La ragazza si alzò dal masso quasi su di giri all'idea di fare qualcosa di diverso. Sai le disse che poteva anche rimanere lì mentre tirava fuori rotoli e pennelli vari. Sakura si risedette e sfoderò un sorriso sfolgorante, drizzando la schiena e trattenendo la pancia, in modo da apparire più carina possibile, compensare il suo busto... scarsino e ridurre l'addome ad una piana. Nascose abilmente la fronte spaziosa con la frangetta rosa, e la pettinò con le dita per accertarsi che fosse tutta a posto.

Appena il moro alzò la testa per cominciare a dipingere, col pennello in mano, corrugò la fronte e strinse gli occhi nerissimi.

A quanto pareva non era quello che il pittore voleva.

Si alzò da terra, le girò intorno, cercando qualcosa col pennello davanti al viso. Gli occhi verdi lo seguirono ovunque, incerti sul da farsi.

-Cosa c'è? Qualcosa è finito sulla mia maglia?- chiese impacciata Sakura tirandola appena in avanti per cercare tracce sulla stoffa rossa. Strano, comunque, non vi era nulla di sporco.

Due dita fredde alzarono il suo viso roseo verso il ragazzo, che non si era accorta, in quel momento era chino su di lei.

Il suo cuore mancò un battito per la sorpresa. Sentì perfino il calore salire alle guance quando incrociò il viso del ragazzo, così concentrato.

Quante volte aveva sognato di ritrovarsi così con Sasuke? Che le carezzasse la guancia delicatamente con la mano pallida come la luna, che la facesse sentire così timida e innamorata solo guardandola dritto negli occhi, di sentire il suo respiro tiepido sul viso?

Troppe volte, tante che ne aveva perso il conto. Mai avvenuta una cosa del genere, purtroppo, dato che il giovane Uchiha l'aveva sempre trattata da compagna di squadra e basta.

Sapeva che era Sai quello davanti a lei, il ragazzo bizzarro e dalla scarsa gamma di emozioni, e non il suo amore dei tempi dell'accademia, eppure sentiva una punta di dolcezza in quel semplice gesto. Dallo strano retrogusto amaro sulla lingua, ma sicuramente romantico.

Ancora immobile, Sakura vide le labbra morbide del ragazzo aprirsi, tanto lentamente da farle venire la voglia di farlo affrettare, solo per sentire cosa avrebbe detto. Magari il suo nome sussurrato sensualmente? O una dichiarazione d'amore a sorpresa?

Si sentì andare a fuoco le gote mentre osservandolo venne risucchiata da quegli occhi color inchiostro, piatte ma lucide tutto ad un tratto.

Doveva ammetterlo, seppure a malavoglia, che Sai era davvero, davvero un bel ragazzo. Magari non gli sarebbe dispiaciuto frequentarlo anche come qualcosa di più di un compagno.

-Puoi toglierla?-

Le fantasie da ragazzina di campagna si distrussero come vetri contro cui si era lanciata una pietra miliare.

Aveva davvero distrutto l'atmosfera, accidenti, solo per dire una cazzata del genere?

E la cosa peggiore era vedere la sua espressione mortalmente seria sul volto pallido quasi inespressivo, in attesa che facesse cosa gli aveva chiesto.

Una venuzza paonazza apparve puntuale sulla fronte spaziosa dell'infermiera, le membra scosse dalla rabbia più nera pronte all'uso. Livida, si alzò di scatto dal suo posto e in un battibaleno non solo gli fu addosso, ma caricò anche un potente pugno arricchito di chakra.

-SHANNARO!!-

-�/-

-Quindi?- bofonchiò Naruto a bocca aperta, dopo che la sua amica era giunta livida di rabbia all'accampamento per portargli il pranzo, ed aveva raccontato tra le maledizioni il misfatto del nuovo compagno. Naruto aveva, come sempre, ascoltato pazientemente la faccenda, addentando di tanto tanto uno degli onigiri fatti da Sakura. Era un po' troppo dolce, con un retrogusto stranamente piccante, da farlo soffocare. Naruto dovette combattere all'istinto di sputarla al secondo morso, ma non se la sarebbe mai perdonata. La sua dolce Sakura li aveva cucinati per lui, e doveva essere per forza la cosa più appetitosa che avesse mai mangiato, dopo il ramen dell'ichiraku ovviamente.

Per fortuna non si era ancora accorto che da ore sbocconcellava solo uno. Il cesto era ancora stracolmo, vicino a Yamato-taicho, che nel vedere il colorito del ragazzo diventare leggermente verdognolo aveva evitato di assaggiarli.

-L'ho lanciato in aria con un ceffone, ovvio!- sbottò lei distogliendo lo sguardo, piccata. Il biondo fece una smorfia disgustata approfittando delle spalle date dalla compagna.

-Maa, lo sai che fino ad ora ha vissuto in solitudine, non è abituato a relazionarsi con le persone- le fece osservare il diplomatico Kakashi, immerso nella sua lettura preferita -Sicura di non aver frainteso?-

La ragazza aveva già la risposta pronta, ma all'ultimo minuto decise di tacere. Naruto lo notò subito, combatté contro la nausea al meglio che poté e si affrettò a dire.

-Sai è un tipo a posto, Sakura-chan. Sarà anche strano e un pervertito...-

-Anche Kakashi-senpai lo è- tossì Yamato sottovoce -Ma non per quello lo picchiamo ad ogni occasione-

Il nominato non parve nemmeno accorgersene, preso dalla solita 'lettura costruttiva' del suo immancabile libro arancione preferito.

-... Ma non è male a starci insieme. Se non glielo dici tu cosa ti da fastidio non lo imparerà mai. E non lo trattare come uno straccio ogni volta che ti dice qualcosa di male, non lo fa apposta-

La ragazza perse lo sguardo nei ciuffi d'erba davanti agli occhi, lasciando che le parole del suo amico penetrassero nel suo cervello.

Lo stesso che intanto era corso alla cascata per vomitare.

-�/-

Era quasi il tramonto quando si fermò per riprendere fiato dopo ore di intenso allenamento. Naruto corse felice verso la sua borsa a cercare la sua tovaglietta per asciugarsi dopo l'ennesima doccia tra le cascate, mentre i maestri parlavano non lontano dei suoi miglioramenti.

-Naruto-kun, buon pomeriggio-

Appena si voltò vide venire verso di lui Sai, che a parte il viso pacato e il solito distintivo sorriso tirato e studiato, era ridotto davvero male. Lividi e tagli sulle braccia, qualche fasciatura azzardata qua e là. Un colabrodo.

Naruto lo salutò con uno vero, sincero sorriso, talmente ampio da far chiedere al ninja della radice come potesse farlo senza rompersi la mascella.

-Ehi, Sai. Bello vederti ancora reggerti sulle tue gambe dopo un pugno come quello. C'è andata parecchio pesante!-

La notizia non stupì di certo il moro, che continuò a fissarlo indecifrabile in attesa che continuasse.

Con ogni fortuna possibile forse in Sunagakure no Sato non l'avevano sentito lo schianto del suo atterraggio violento.

Il biondo alzò contento il dito in aria.

-Ma! Per tua fortuna so io come tirarle su di morale e farti perdonare!-

Era strano che Naruto si intendesse di donne, pensò leggermente accigliato, dato che da quanto sapeva lui non aveva mai avuto relazioni. Però di certo sapeva di più riguardo a legami e sentimenti, magari in quello lo avrebbe potuto aiutare. Le orecchie di Sai aspettarono con trepidanza le sue parole.

Il biondo si avvicinò al suo fianco e sussurrò piano, come se gli dovesse rivelare un gran segreto.

-Se c'è qualcosa che distrae le donne dalle loro arrabbiature, è un regalo! Qualcosa che gli piacerebbe avere!- sussurrò tutto esaltato -Vedrai che appena glielo darai, sarà talmente contenta che si scorderà il motivo del suo broncio. Fidati!-

Due occhi neri si aprirono sorpresi ancora una volta dalla genuinità dei sentimenti che trasparivano dalle parole del biondo compagno di squadra. Lo stava aiutando, sapendo che lui non era pratico con i rapporti umani e gli stava dando una mano a rammendare il legame traballante tra lui e Sakura. Non ai fini delle missioni, solo al livello di relazione.

Gli aveva appena dato un buon consiglio da amico. Forse il primo della sua intera vita.

Non sapeva perché, ma si sentiva un po' più contento tutto ad un tratto. Perfino le ferite sul viso non si lamentarono quando tirò in su le labbra carnose.

-Lo sai che essere cortese con me non ti farà allungare quella miseria che ti ritrovi nei pantaloni, vero?-

L'altro ridacchiò a disagio alla sua battuta, perché si, sapeva che quello era l'unico modo che conosceva per farlo. Non ci dava neanche tanto spessore ormai. Ci aveva fatto il callo.
Peccato non fosse lo stesso anche con la cucina velenosa di Sakura.

-Si, grazie di avermelo ricordato- commentò sarcastico alzandosi in un attimo da terra e sorridergli.

-Tranquillo, Naruto-kun, temo che ormai Sasuke-kun ci abbia fatto l'abitu...-

Occhi fino ad un attimo prima sereni si spalancarono a dismisura, fissi su di lui intento a ridere della sua reazione. Il giovane si strozzò con la propria saliva prima di riuscire a parlare.

-Sai, porca miseria!!!- starnazzò quello balzando in piedi in un attimo, come se volesse scappare perfino dall'imbarazzo. Ripresosi dal colpo brandì il pugno davanti al viso con fare minaccioso, ma l'espressione da sciocco e il rossore in viso davvero non incuteva paura all'altro.

Era facile far scaldare il biondo, bastava nominare il compagno scappato e il gioco era fatto. Sai rise di nuovo e lo seguì pronto allo scontro. Il biondo però fu puntualmente richiamato da Kakashi e Yamato alle sue spalle.

-Basta giocare, Naruto! Torna qui, abbiamo un sacco di lavoro da fare!-

Il ninja si girò verso di loro annuendo, poi gonfiò le guanciotte come se conservasse un cruccio e tornò a sorridere. Sai proprio non capiva come faceva a passare da un umore all'altro in un secondo.

-Ci vediamo domani! Vado allenarmi! Mi raccomando, non fare altre cazzate mentre non ci sono!-

Mentre il biondo tornava euforico verso il campo di allenamento, la mente dell'altro galoppava veloce come un kunai scagliato nel bosco, riflettendo sulle nuove informazioni ricevute.

“Cosa potrebbe desiderare mai Sakura-san?”

-�/-

Al tramonto Sai si rialzò dal ramo su cui aveva disegnato fino a quell'ora. Il cielo era ancora sereno su di lui, ma striato di tanti incredibili colori che neppure il suo pennello esperto sarebbe riuscito a mettere.

La notte sarebbe presto calata, realizzò, perfino Naruto e i suoi maestri si stavano adoperando per montare le loro tende per la notte.

Nonostante le ore passate a pensare a cosa donare alla ragazza, non era riuscito a trovare una cosa, una singola, che potesse piacerle. A dire il vero non conosceva molto bene la giovane, senza contare poi la sua scarsa dimestichezza con gesti gentili come regali in generale. Per lui era davvero difficile comprendere non solo la mente femminile, ma quella degli altri in generale.

Una linea di frustrazione si disegnò sulla sua fronte altrimenti rilassata mentre si alzava dal ramo su cui era rimasto seduto.

“Magari prima di tornare a casa potrei passare per la biblioteca e cercare qualche libro che mi possa aiutare” decise infine riponendo i suoi strumenti dentro lo zaino Veloce sui piedi allenati scese dall'albero e corse verso Konoha, il vento sferzava gentile tra i capelli accompagnando ogni passo. Tra il folto verde del bosco i suoi occhi da falco colsero un cambio di colore: un debole rosa appena visibile tra la folta vegetazione catturò la sua attenzione.

Era Sakura, rimasta a controllare Naruto da dietro i tronchi aveva aspettato tanto a lungo da cadere addormentata contro il fusto di una magnolia in fiore.

Sai trattenne il respiro di fronte alla scena inusuale, si fermò di scatto e rapito si avvicinò alla ragazza addormentata. Poteva cogliere l'occasione per scusarsi, o almeno provarci.

Non voleva di certo che la ragazza reagisse violentemente come Naruto prima, al sagace commento riguardo le sue dimensioni. Avrebbe tenuto per sé le sue constatazioni riguardo il volume del seno della giovane.

-Sakura-san?- la chiamò gentile toccando appena la spalla. Ma non ottenne nessuna reazione. Lei continuò a dormire come se non avesse pronunciato una parola. Il ragazzo continuò a provare, ma effettivamente la ragazza sembrava essere caduta in un sonno profondo.

Si rassegnò poco dopo. La osservò ancora per un secondo, indeciso sul da farsi. Avrebbe gradito forse che la riaccompagnasse a casa in braccio, o si sarebbe guadagnato l'ennesimo schiaffone?

“Quando non tenta di uccidermi è perfino gradevole da osservare” realizzò quasi intenerito dalla scena. Qualche petalo dei fiori vicini le era addirittura caduto sul capo. Sai si avvicinò per toglierle e riprovare a darle qualche scossone, ma si fermò quando la vide muoversi. La giovane mugolò piano, sempre addormentata, accucciandosi meglio contro il tronco per stare più comoda, lasciando le piante alle sue spalle posarsi vicino alle guance leggermente rosate e rilassate.

Come ad immergersi nella natura.

Il ninja sentì le guance scottargli per l'emozione che invadeva le sue membra alla vista di qualcosa di così speciale, ed aveva appena trovato un'idea che di certo l'avrebbe resa felice.

Le mani tremavano incontrollabili per la voglia...

Doveva cogliere l'attimo al balzo.

Lesto come non mai si sedette ai suoi piedi e sfoderando una pergamena cominciò a disegnarla, tra l'odore dolcissimo dei fiori di magnolia che al calare delle tenebre dissipavano la loro fragranza tenera.

Dopo aver tracciato le linee guida del suo disegno, Sai tornò di volata a casa, e per tutta la notte dedicò anima e corpo per riprodurre la scena tatuata nella sua memoria, affidandosi ad essa per riportarla fedelmente sulla pergamena. Sconfisse perfino il sonno che indeboliva le sue membra pur di finire almeno la prima fase della realizzazione e riprodurre quell'istante meraviglioso probabilmente già svanito.

Questo era il potere che l'ispirazione aveva su di lui.

-�/-

Il giorno seguente Sakura trovò il moro già in postazione, alle prese con l'ennesimo dipinto.

“Possibile pensi solo a quello?” pensò con una venuzza irritata.

Si era quasi aspettata di ricevere le sue scuse per lo 'scherzo' del giorno prima, ma evidentemente lui non ne aveva intenzione. Sakura lo superò per prendere la solita postazione al limitare dello spiazzo in cui Naruto si allenava, ma non si era degnato neppure di salutarla.

Il che ovviamente l'aveva fatta infuriare ancora di più.

Non lo aveva ancora perdonato per l'affronto del giorno prima. Impettita si sedette sulla solita roccia e ascoltò disinteressata gli innumerevoli schiamazzi del ninja biondo mentre provava ad affrontare i sensei, ma presto la noia la fece prigioniera.

Con la coda dell'occhio gli gettò uno sguardo di nascosto, ed eccolo ancora lì con pennello e pergamena in mano, gli occhi aperti ed attentissimi focalizzati sulla stoffa.

Sakura sbuffò impettita. Le stava facendo venire voglia di vedere cosa stesse disegnando.

Così fece finta di andarsene per poi sbucare alle sue spalle e sbirciare la sua opera. Appena i suoi occhi si poggiarono sulla tela si spalancarono a dismisura, e non poté fare a meno di trattenere il respiro.

Cos'era quella meraviglia?

Il moro naturalmente la colse in flagrante e saltò in piedi, ritirando l'opera dietro di sé. Ma Sakura non si diede per vinta, lo seguì e lottò caparbiamente contro le sue braccia forti finché non vide un'apertura e fece scivolare la pergamena via dalla sua presa. Sai esclamò qualcosa, e la cosa era strana dato che era raro vederlo così infervorato ed agitato per un semplice disegno.

Non era astratto, come il primo ed unico a cui lo aveva visto lavorare. Di primo acchitto pareva abbastanza realistico, un paesaggio naturalistico. Ma si accorse che era solo una sua sensazione. Era un trionfo di colori, pennellate delicate e leggere erano state vergate quasi affettuosamente sulla tela, lo capiva dalle forme sinuose ed eleganti che costituivano il corpo dell'opera. Davano la sensazione di stare osservando un qualche tipo di sogno ad occhi aperti.

Il fattore più impressionante era che per la prima volta da quando si ricordava, Sai aveva usato gli acquerelli, stesi molto leggeri sulla tela, e non il solito inchiostro nero pece.

Era di una bellezza unica, non poteva non ammetterlo.

Il ragazzo indubbiamente era un artista nato, glielo doveva proprio concedere.

-Sakura-san, non è...- cominciò a dire il moro allungando una mano per riprendersi il dipinto non ancora finito, ma la ragazza schivò lesta e continuò a fissarlo incantata.

La prima cosa che registrò Sakura furono le piante, tante, rigogliose, appassionate, invadevano ogni nicchia ed angolo del dipinto. Alcune parevano esplodere ad un tratto, facendo apparire fiori e corolle dai colori più teneri del rosa e lilla, sembrava un motivo su cui il pittore si era voluto focalizzare.

Eppure il motivo principale dell'opera non era tutta lì.

Sakura se ne accorse solo dopo un po', ma tra quelle piante tenere c'era una forma, che però non pareva vivere di sé. Sembrava facesse parte integrante della vegetazione tutt'intorno, costituisse un unico con essa, fondendosi alla perfezione. Ma d'altra parte spiccava percettibilmente, nella sua imperfezione, per la sua bellezza troppa anche per essere contenuta nella vegetazione. Era da togliere il fiato.

Sembrava una musa, una ninfa dei boschi colta in un attimo intimo mentre, dopo aver passato la giornata a sfiorare corolle e foglie per aprirle e farle godere della luce solare, schiacciava un pisolino appoggiata ad un tronco di una magnolia.

Eppure nei tratti rilassati le ricordava qualcosa, le pareva di aver già visto quella bellissima donna da qualche parte...

Trattenne il respiro quando notò che la ninfa aveva i capelli di rosa legati da un fiocco rosso. Una hitai-ate.

Era un ninja, una kunoichi.

Sakura seguì con attenzione le piante che abbracciavano la donna, la stringevano dolcemente per i polsi e caviglie, quasi ad assorbirla. Aveva dei guanti alle mani elegantemente posate sulle gambe, degli stivali alti fino a sotto il ginocchio dello stesso colore, ed una gonna corta.

Occhi di giada, lo stesso esatto colore dei germogli primaverili si spalancarono in stupore. Quasi sobbalzò nel momento in cui si riconobbe nel dipinto.

Lo spirito dei boschi era lei.

Il colore delle sue vesti era stato cambiati per non stonare con la visione immaginaria in cui l'aveva calata, ma la fisionomia del suo viso e corpo era stata mantenuta. Nei minimi dettagli.
La ragazza si posò una mano sulla bocca aperta in sorpresa. Era senza parole.

I suoi difetti, la piccola fossetta sotto il mento, la fronte spaziosa in prospettiva sembrava ancora più grande, la rughetta provocata dalla torsione del collo erano tutti lì in bella mostra, ma non toglievano certo la bellezza al dipinto, anzi lo rendevano singolare. La testa con i capelli leggermente scomposti era piena di fiori e petali delle piante vicine sembrava un nido di allodole.

Sakura non si sarebbe mai immaginata di essere così carina senza essersi messa prima in posa perfetta come modello.

Sai aveva fatto delle sue piccole pecche un vanto, e il disegno era bellissimo così, Sakura non a breve mai osato farne una critica negativa o dirgli che mancava in qualcosa. Era stupendo della sua naturalezza, che traspariva da ogni poro della ragazza appisolata sulla pergamena, al calare della notte, anche i ciuffi di capelli color fiore di ciliegio che coprivano parte del viso sembravano sposarsi bene con tutto. Sai aveva colorato il tutto con gli acquerelli, rendendo la scena quasi fatata, nei colori confetto usati, eppure così giusti.

Pareva fosse un ritratto di una ninfa addormentata tra le braccia della natura. E Sakura non s'era mai vista così bella in vita sua.

-Sai- disse in un filo di voce, ammirata -Questo è...-

-... Non ancora ultimato. Avrei voluto che lo vedessi appena lo...-

Ma Sai non finì la frase, stordito dal sorriso tenero che era appena nato sulle labbra della ragazza. Petali di pesco ricoprivano le sue guance rosee, la bocca di lillà tese all'insù a scoprire le piccole perle celate.

Di nuovo quell'espressione vera, sincera, come la sera prima. La sorpresa aveva lasciato senza difese la compagna, e sciolto il suo cuore troppo rigido.

Anche Sai si ritrovò ad arrossire, seppur debolmente, a quella vista meravigliosa, ma ahimè sfuggevole. Sakura si riprese velocemente dal momento topico e tornò ad avere il solito atteggiamento ostico, seppur ammirato.

-Sono senza parole. Sono davvero io questa?- chiese in un filo di voce, sfiorando appena la pittura secca sulla tela. Il ninja la raggiunse e sbirciò da sopra la spalla.

-Non lo so davvero- sussurrò fissando la sua opera -E' difficile poterla vedere sotto quella maschera di concisione e severità che indossi sempre, ma sono riuscito a coglierla mentre dormivi-

Un paio di occhioni smeraldini lo fissarono contriti. Era la prima volta che si sentiva così emozionata nel ricevere un regalo, e la prima ad essere sopraffatta nel vedere un'opera d'arte così bella.

-E'... è...-

-Stupenda- la aiutò l'uomo riprendendo la tela e facendola scomparire all'interno di un rotolo di pergamena, sfiorando appena così il braccio della ragazza. Lei arrossì per l'ennesima volta, fino alla punta dei capelli, indecisa sul prenderlo come un complimento rivolto a lei o all'opera.

-E tu sei bravissimo- concesse stringendosi nelle spalle piccole, a disagio dall'improvvisa vicinanza -Gli hai già dato un nome?-

Sai rificcò il rotolo nello zaino, poi la fissò con espressione indecifrabile.

-'Nuda beltà'- scandì lentamente. Sakura lo guardò incredula.

Che nome inusuale. A sentirlo ci si sarebbe aspettati di posare gli occhi su un nudo, artistico e non. Invece sul rotolo non c'era nessuna forma scoperta, anzi, la natura faceva quasi da abito a Sakura.

Notando la sua espressione confusa, il moro passò alle spiegazioni.

-Volevo donartelo per farmi perdonare il misfatto di ieri- rivelò prontamente -Non volevo offenderti, mi dispiace davvero. Devo aver fatto o detto qualcosa che ti ha fatto surriscaldare, ma non era mia intenzione-

Per la seconda volta in quella mattinata la ragazza si ritrovò ad essere presa di contropiede.

Solo in quel momento la kunoichi capì che il ragazzo non aveva avuto intenzione di farle un nudo, ma semplicemente ritrarla nella sua naturale bellezza, senza artificiosità. Era per quello che aveva atteso, cercato qualcosa nel suo viso, ed era sembrato insoddisfatto da ciò che vedeva, dato che si era caricata in una posa studiata.

Ma alla fine c'era riuscito, cogliendola nel momento in cui infatti sarebbe stata indifesa. Nel sonno.

Sentì un altro sorriso tenero alle labbra. Sotto la facciata fredda e bizzarra, Sai era un ragazzo davvero d'oro, di una sensibilità unica, ma seppellita sotto anni ed anni di privazioni di contatto umano.

Come si spiegava altrimenti l'emozione, il semi-realismo dettato dalle sue pennellate su tela? Solo un maestro dei sentimenti sarebbe riuscito non solo a creare un disegno così bello, ma anche capace di suscitare qualcosa nell'animo dello spettatore.

Sperò con tutta sé stessa di cogliere anche lei la sua 'naturale bellezza' proprio come lui aveva colto la sua.

In un attimo, non resistendo all'impulso, si alzò sulle punte delle scarpe e baciò la guancia del compagno di squadra, e vi sostò per qualche secondo, sperando di riuscire a sciogliere anche il suo di cuore.

Sai si toccò il punto stupito, piacevolmente, pareva che il calore delle sue labbra si stesse diffondendo sul resto del viso da lì. Ed incontrò i suoi occhi verdi.

-Grazie- sussurrarono all'unisono i due ragazzi imbarazzati. Poi risero come bambini della loro stupidità. Sakura giurò da quel giorno in poi che non si sarebbe più fermata alle apparenze, con nessuno. Naruto l'aveva aiutata a superare il primo ostacolo, Sai ora gli stava dando la possibilità di farne uno ulteriore, in avanti.

-Posso vederti disegnare d'ora in avanti?- chiese quasi timorosa la ragazza tendendogli la mano. Sai lo associò subito ad un segno di amicizia e svelto la afferrò delicatamente, scaldando i suoi palmi freddi con quelli morbidi e tiepidi della ragazza.
-Certamente, Sakura-san-
La ragazza si sentì salire alle labbra un sorriso sincero.
-Anche solo Sakura va benissimo- mormorò addolcita. In risposta un sorriso tirato apparì sul volto pallido del ninja.

-Chiamare una persona per nome proprio senza usare onorifici è segno di intimità tra i due, per non parlare dei baci- osservò con voce leggermente meno piatta del solito, tirando leggermente il palmo della mano della ragazza verso di sé -Devo forse dedurre che ora tu sia la mia fidanzata, Sakura?-

Rose scarlatte fiorirono sulle guance della kunoichi che si ritrasse quasi bruciata dalla sua presa. La sorpresa fu così tanta che non riuscì neppure a rispondere a tono alla domanda spassionata.

Non con lui così vicino poi...

-E quindi presto faremo sesso?-

Appena le parole uscirono dalle labbra piene, Sakura si sentì montare una rabbia furente in corpo che scalzò l'imbarazzo ci due secondi prima. Si raddrizzò all'istante e squadrò con occhi assassini la forma del suo compagno di squadra. Inutile dire che mollò all'istante le sue mani, disgustata.

-... Devo forse prenderlo per un no, bruttona?-

Il cazzotto potente assestato sulla sua testa rieccheggiò per tutta la foresta. Tanto che perfino Naruto, alle prese con tagliare la cascata riuscì a sentirlo sopra il rumore dell'acqua scrosciante.

-Stupido Sai!!-

-�/-

Quella sera a cena, quando Naruto terminò l'allenamento intensivo per cenare tutti insieme vicino al fuoco, li vide avvicinarsi insieme. Sakura brillante e gioiosa, con a debita distanza un malridotto Sai con un bernoccolo alto un paio di centimetri che sbucava da sotto i capelli neri.

Nonostante tutto però passarono una piacevole serata mangiando i manicaretti portati da Yamato (che per il bene che voleva a Naruto, aveva avvisato in previsione la giovane di non portare nulla. Naruto non sarebbe mai riuscito a finire il suo allenamento se l'amica lo avesse ucciso prima).

Sazi, si sedettero intorno al falò per riposare e scambiare qualche chiacchiera spensierata. Il biondo notò le occhiate subdole che Sakura mandava all'altro quando si prendeva troppa confidenza e provava a parlare con lei. Provò a mediare come sempre tra i due, ma la ragazza era davvero troppo testarda per lasciar correre.

Appariva chiaro come il sole che era ancora arrabbiata con lui.

Eppure, con l'andare delle ore e la stanchezza che li faceva prigionieri, soprattutto di Naruto addormentatosi a terra, come quasi per magia le dita rosee della compagna cercarono da dietro il fuoco quelle pallide del ragazzo, che sorrise appena e le strinse alle sue poggiate di fianco.

Qualcosa era sbocciato in loro quel pomeriggio, e non era solo riferito al bernoccolo vertiginoso sulla testa di Sai.
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