Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: __EleKtra__    10/11/2012    0 recensioni
Cosa può rappresentare una giacca? cosa può significare candida e calda lana grigia per una solitaria e sognatrice giovane donna? Basta un debole "click", il Jack è inserito, e inizia il viaggio. é raggiungibile la libertà?.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Era soffice. Era soffice quel suo spolverino di lana intrecciata che le pesava sulle spalle e la riscaldava. Il pelo di un grigio tenue con spruzzate di bianco le teneva caldo il collo, avvolgendola in un lanoso abbraccio .
Una sua spalla era scoperta, già, la sua giacca non voleva stare ferma.
Le piaceva molto quel suo indumento grigio come le nuvole tempestose e caldo come un raggio di sole mattutino estivo.
Continuava ad aggiustarsi la borsa nera di pelle lucida che scivolava sopra alla liscia lana lungo la sua spalla. Alla fine si arrese e la lasciò penzolare sbadatamente sul polso, con le mani dentro alle tasche.
Le all star blu un po’ larghe provocavano uno strano squittio fastidioso e intanto si aggiustava la giacca ricaduta dalla spalla.
I suoi occhi erano opachi e la sua espressione impassibile.
La testa era come invasa di bianco cotone e gli occhi sembravano vedere uno spettacolo lontano ed estraneo a lei. Gli alberi mezzi spogli rimanevano immobili al suo passaggio, indifferenti, indifferenti come tutti.
Per strada la gente si affrettava distrattamente a raggiungere la propria meta fissando l’asfalto dissestato e pestando le foglie secche di colori caldi e appariscenti, benché a lei così morti.
Il cielo era di un colore indefinito: un grigio azzurrognolo che faceva da sfondo alle nubi cotonate e elettriche che non smettevano mai di muoversi. L’aria era instabile e portava con sè un profumo indefinito, un odore dolciastro come di marmellata alle albicocche spalmata su dorato pane tostato.
Le montagne in lontananza erano mistificate dalla foschia del tardo pomeriggio umido che penetrava nelle ossa.
Il suo passo era svelto. Sembrava stesse quasi correndo, stesse fuggendo, ma il suo respiro non era affannato, anzi, sembrava essere rilassato, quasi impercettibile. Il suo sguardo era assente, come se i suoi occhi stessero osservando uno scenario differente, rispecchiandolo in quelle due grandi gocce acquitrinose e languide, impalpabili.
Portò una mano alla ricerca delle sue grandi cuffie nella borsa e se le infilò repentinamente. Agganciò il jack.
La sua mente cominciava a rilasciare i pensieri e il suo respiro rallentava ancor più, mentre il suo cuore accelerava con il ritmo della batteria.
I muscoli del suo volto si rilassarono e le fini sopracciglia scure si distesero, sollevandosi verso l’alto, formando due piccoli gabbiani in volo.
I suoi occhi cominciarono a guardare:
 Le foglie marroni e rosse si alzavano verso l’alto e i rami degli alberi prendevano a scuotersi con forza, melodiosi, seguendo l’armonia della musica.
 Percepiva un vortice che sconquassava ogni cosa attorno a lei e si accorse che anche lei stessa si stava sollevando, levitando nell’aria,acquiescente alla potente e inarrestabile euritmia della Natura .
La musica la possedeva, la musica la dominava e la controllava; lei era musica.
Con l’aumentare del ritmo volteggia e girava vorticosamente, urlando quelle parole, urlandole forte.
Le piaceva così tanto quella giacca calda, era come un morbido abbraccio, come toccare le nuvole.
Si sistemò la spalla scoperta, senza farci più caso, conquistata completamente dal tutto dentro di sè.
Oh, lei amava tanto quella sua giacca grigia lanosa ma, nonostante ciò, era a disagio a portarla.
“ Troppo grande e troppo comoda, troppo ‘solo sua’” le ripeteva una vocina nella testa.
 Nessun’altro la indossava. Tutte le ragazze della sua età erano strizzate in quelle belle giacche di finta pelle, così fredde, così apatiche.
Graffiò con le sue unghie tinte di viola metallico un po’ rovinato il morbido tessuto.
Le sue labbra rosso sangue di drago si corrucciarono.
 
“Stay with me, stay with me…” continuava a urlare volteggiando senza sosta nel cielo freddo e insensibile, passivo a tutto, a lei.
Riusciva a toccare quelle nuvole. Erano umide e al contatto con la sua pelle svanivano.
La luce trapassava con deboli raggi tra le particelle acquose.
Era pura essenza, pura musica e vento, qualcosa di impalpabile e irraggiungibile, ma meraviglioso.
I suoi capelli mogano le percuotevano il volto leggeri: era un dolce dolore, quel dolore che poteva dare la libertà.
Cos’era la libertà? Se lo chiedeva tante volte. Da piccola pensava fosse il semplice “non avere regole”, ma con il passare degli anni aveva compreso che era di più.
“Ogni uomo cerca la libertà” aveva poi scritto una sera, appollaiata sul suo letto una notte. Amava scrivere e perdersi tra quelle righe bianche. Sognava di scivolare sopra la rotondità di quelle lettere scure e nascondersi dietro la loro ombra, ma sapeva che non ci si poteva nascondere dietro le parole. Scrivere era il suo sfogo e soltanto quella fredda carta era il suo interlocutore che ascoltava senza mai giudicare.
“Molte persone vivono senza sapere cosa sia la libertà: molti vivono sotto dittature spietate, mangiano pane e censure; altre persone, invece, credono di vivere in un mondo ‘libero’, benedicendo la democrazia, ma non si rendono conto che anche loro non sono libere. Nessuno è libero.”
 
Continuava a correre in prati verdeggianti e soffici tra gli animali più disparati. Un fiume scorreva placido tra gli alberi, non si distingueva la sua fine.
 
“Io lo so cos’è essere liberi” aveva scritto a caratteri cubitali sul foglio candido dopo lunghe riflessioni fissando la parete vuota di fronte a lei. “è poter essere sé stessi”.
 
La luce gialla intensa e lampeggiante del cancello la riscosse.
Fece scivolare le cuffie lungo il cranio e le ricaddero sul collo.
Le piaceva così tanto quella giacca grigia, era così calda, proprio come quell’abbraccio che non aveva mai ricevuto.

  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: __EleKtra__