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Autore: MaCk_a    10/11/2012    4 recensioni
Raccolta di momenti più o meno intimi della famiglia Brief :)
Hope you like it!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bra, Bulma, Trunks, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Piangeva, disperatamente. Lui non l’aveva mai vista in quelle condizioni. Pensò che sarebbe stato…gentile? Si, gentile…rivolgerle parola, almeno.
‘su, non è il caso di fare tante scene!’ esclamò, cercando di controllare il tono della voce.
Forse avrebbe dovuto scegliere meglio le parole. Ricevette in cambio uno sguardo assatanato e pieno di rancore.
‘tu dici così’, a stento riusciva a parlare, ‘perché non t’importa niente, di lui, di me, di nessuno!’, tornò a piangere.
‘io dico così’ ribatté, indispettito, ‘perché so bene che non corre alcun pericolo e che se non sento la sua aura è perché starà dormendo, non è certo in grado di azzerarla!’
‘Smettila di piangere, mi fai venire la nausea! Si sarà addormentato da qualche parte in questa casa immensa, che vuoi che sia!’
Era di certo così. Non poteva essere altrimenti. Ma lei non si calmava.
‘Non dorme mai il pomeriggio, lui’, si asciugò una lacrima, ‘sono passate quattro ore e nessuno l’ha visto’, strinse forte il peluche a forma di dinosauro che tanto piaceva al suo piccolo.
‘TUTTI i bambini di tre anni sono indifesi…ANCHE TUO FIGLIO!’, sottolineò.
L’aveva cercato in lungo e in largo, lei. Lui non aveva mosso un muscolo. Be’, a dir la verità, lui l’aveva appena scoperto; nessuno aveva pensato ad avvisarlo e, uscito dalla gravity room, si era trovato davanti uno scenario apocalittico. Aveva provato a captare l’aura ma niente, non ci era riuscito.
In tutta la città si cercava il figlio di Bulma Brief e, chi l’avrebbe riportato a casa sano e salvo, avrebbe ricevuto una lauta ricompensa.
 
Sebbene fossero solo le sette di sera la donna, debole e affranta, andò a stendersi sul suo letto matrimoniale, distrutta, lasciando che gli occhi riprendessero a lacrimare. Quel bambino era tutta la sua vita.
La seguì e si stese accanto a lei. Le si fece sempre più vicino e, dopo una breve lotta con se stesso, la abbracciò, da dietro. Avrebbe dovuto dire qualcosa, qualcosa di davvero gentile stavolta, qualcosa di dolce, magari. Era così assorto nei suoi pensieri…per un attimo aveva dimenticato tutto, persino il figlio, forse, quando…un lievissimo, impercettibile rumore, lo riportò alla realtà. Aprì gli occhi: Bulma era lì, che gli dava le spalle. Ma allora cosa diamine…
 
‘BUUUUUHHHHHH!!!!!’
Si misero a sedere, di scatto.
Eccolo, quel bastardo! Sbucato fuori dall’armadio del padre, che men che raramente veniva aperto.
La donna gattonò fino a lui, non riuscendo a stare in piedi, piangendo, felice. Lo abbracciò e baciò a lungo, stava per soffocarlo.
‘Ti sei PAVENTATA eh, mamma?’
Rideva, lui.
‘ti ho fatto tanta paura?’, continuava. ‘come i mostri delle favole! Buuuhhhh!!!’
E agitava le braccine in maniera secondo lui spaventosa. Poi, un rumore inequivocabile provenne dal pancino.
‘Hai fame, amore mio?’, continuava ad accarezzarlo.
‘si mamma, ho APPETTATO tanto per fare lo scherzetto!’
‘TRUNKS!’, tuonò. Quel moccioso era riuscito ad abbassare la sua aura sul serio e a prendere tutti per i fondelli, compreso lui.
‘ti rendi conto di quello che hai fatto, Trunks?!’, urlava.
Il bimbo lo guardava incuriosito.
‘Piantala, Vegeta!’, intervenne la madre, ‘ha solo tre anni, cosa vuoi che capisca!’
Questa fu l’ultima frase pronunciata in maniera semi-pacata, dopodiché scoppiò una vera e propria lite in cui lui accusava lei di essere troppo permissiva, mentre la donna ‘un alieno rozzo e animalesco come te non può venirmi a parlare di educazione!’, sentenziò.
Il bimbo li interruppe. ‘papà!’
Lo guardò, severo.
‘No fa niente che hai PESSO, poi mi fai uno scherzetto pure tu!’ , gli prese la mano e lui non ebbe il coraggio di ritrarla.
‘Andiamo a mangiare!’, continuò, trascinandolo per il corridoio; la mamma li seguiva.
‘non ti devi BARBABIARE tu’, imitava il tono della madre quando gli faceva dei rimproveri.
‘arrabbiare’ lo corresse a bassa voce, per non farsi sentire dalla compagna.
‘non ti devi a..arb…non ti devi BARBABIARE! Perché io sono troppo forte con gli scherzi’
Alzò gli occhi al cielo. D’altro canto, con due genitori megalomani, era impossibile che venisse fuori modesto. 
  
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