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Autore: gemini    27/06/2004    4 recensioni
Benji abbandona la Germania dopo che una misteriosa ragazza gli ha spezzato il cuore, Mark e Maki entrano in crisi a causa di un affascinante allenatore di softball, Holly sembra preso da un'altra ragazza e Patty si innamora di un altro...storie e personaggi che si intrecciano, sullo sfondo della romantica Parigi...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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DESTINI CHE SI UNISCONO

 

CAPITOLO OTTAVO: EQUIVOCI E GELOSIE

 

Mark e Rachel si erano incontrati, come d’accordo, davanti all’entrata dell’albergo. Il giovane aveva eluso con grande imbarazzo le domande di Danny, suo compagno di stanza, che era rimasto molto stupito nel vedere l’amico vestirsi di tutto punto, con jeans e maglietta, dopo giorni che se ne stava chiuso nella sua stanza di pessimo umore, uscendo a malapena per gli allenamenti e per mangiare.

-Dove vai così elegante?-, aveva domandato incuriosito, mentre Mark si pettinava la lunga chioma ribelle davanti allo specchio del bagno.

-A fare un giro-, aveva risposto laconico il giovane attaccante, affrettandosi poi ad uscire dalla stanza prima che l’amico si facesse ancora più indiscreto. Neanche sotto tortura avrebbe rivelato di avere appuntamento con una ragazza, soprattutto a quel pettegolo di Danny…come se non sapesse che sarebbe corso subito a dirlo a tutti gli altri compagni di squadra!

Per “sfuggire” a Danny, era arrivato dieci minuti in anticipo e si era seduto ad aspettare Rachel su uno dei divanetti, sperando di non imbattersi in nessuno dei suoi compagni di squadra. Sperava vivamente che la ragazza fosse puntuale, visto che alle nove e mezza gli altri sarebbero scesi per la cena, anche se non ci contava troppo…le donne non brillavano mai per puntualità, pensò, mentre gli appariva un’immagine di Maki che lo raggiungeva trafelata, stringendosi subito a lui per farsi perdonare del ritardo, gli occhi che le brillavano…Quel pensiero gli provocò per un istante una fitta al cuore, e lo scacciò con un profondo senso di fastidio.

Ma Rachel fortunatamente fu perfettamente puntuale. Alle nove in punto infatti Mark vide una ragazza bionda entrare nell’albergo con passo sicuro, e rimase per qualche istante senza fiato…era davvero bellissima quella sera. Indossava un paio di jeans bianchi attillati che mettevano in risalto il suo fisico perfetto e un top azzurro che si intonava perfettamente con il colore dei suoi occhi. Portava un paio di scarpe da tennis bianche e un maglioncino bianco sulle spalle, mentre i lunghi capelli biondi erano raccolti in una coda di cavallo che le dava un’aria sbarazzina.

La ragazza si guardò intorno però un istante, poi localizzò Mark sul divanetto e lo raggiunse con un sorriso radioso. Il giovane si alzò in piedi, leggermente imbambolato.

-Ciao Mark-, disse in tono allegro la giovane tedesca.

-Ciao-, farfugliò la tigre della nazionale giapponese, visibilmente imbarazzata. –Sei..cioè…stai bene stasera-, disse precipitosamente, abbassando lo sguardo per non farle notare che era diventato rosso come un pomodoro.

-Grazie-, rispose Rachel, intenerita dall’imbarazzo del giovane. Sembrava un'altra persona rispetto al “duro” che quel pomeriggio aveva preso a pugni quel pallone gonfiato di Marcus Friedman.

-Beh…andiamo?-, domandò Mark. La ragazza annuì, e i due si diressero insieme verso l’uscita.

Andarono in un locale poco distante dall’albergo, un piano bar dall’atmosfera intima e discreta. Si sedettero a un tavolino e ordinarono da bere. Rachel, da buona tedesca, ordinò una birra piccola, mentre Mark preferì scegliere whisky e soda.

-Sai, sono rimasta un po’ meravigliata dal tuo invito-, ammise sinceramente la ragazza mentre aspettavano le loro bibite.

-Se..se non ti andava non eri costretta ad accettare-, farfugliò Mark intimidito, maledicendo la sua goffaggine. Ma perché diavolo con le ragazze non riusciva ad essere sicuro di sé e disinvolto come sul campo da calcio?

Rachel sorrise. Mark era davvero una sorpresa continua…tutto avrebbe pensato su di lui, tranne che in realtà fosse così timido e imbranato con le donne. Era completamente diverso da Marcus…per fortuna, si disse. Se si fosse rivelato un arrogante pieno di sé come il suo ex ragazzo, non avrebbe esitato un istante a piantarlo lì da solo e tornarsene in albergo. –Se ho accettato è proprio perché mi andava, Mark. E poi ti dovevo un ringraziamento, dopo quello che hai fatto oggi per me. So che ti ho ripetuto questo discorso fino allo sfinimento, però…sei stato davvero grande oggi, con Marcus. Gli hai dato proprio la lezione che si meritava-, disse, regalandogli un ampio e sincero sorriso.

-Te l’ho già detto…Non sopporto di vedere un tipo che fa il prepotente con una donna. L’avrei fatto per chiunque altra, te lo assicuro-, si schermì Mark, sorseggiando il suo whisky per evitare che la giovane si accorgesse del suo imbarazzo.

-Questo ti fa ancora più onore, credimi…ma parliamo d’altro. Sono stanca di sprecare il mio tempo parlando di Marcus Friedman-, sentenziò Rachel, terminando la sua birra e domandandosi se fosse il caso di ordinarne un’altra.

-Benone! Purché non mi domandi di spifferarti tutti i segreti della nazionale giapponese, per andare poi a riferirli a tuo cugino!-, rise Lenders, terminando anch’egli la sua bevanda.

La ragazza rise anch’ella di gusto. –Sai che mi hai dato una buona idea?-, ribatté stando allo scherzo.

-Ah! Ma sei pericolosa allora!-, Mark cominciava a sentirsi proprio a suo agio con la giovane tedesca. Era da quando aveva rotto con Maki che non si trovava così bene con qualcuno, anche perché doveva riconoscere che il suo umore nell’ultimo periodo non era stato dei migliori…e il fatto che questo qualcuno che aveva compiuto l’impresa di farlo ridere nuovamente dopo secoli fosse una ragazza era ancora più sorprendente. Ma Lenders aveva capito fin dalla prima occhiata che Rachel non era una ragazza come tutte le altre, e il suo intuito aveva visto giusto anche stavolta.

Una volta rotto il ghiaccio, la serata proseguì piacevolissima, e il tempo volò letteralmente tra una birra, una battuta scherzosa e una confidenza più intima. Dopo aver chiacchierato del calcio, sport adorato da entrambi, il discorso era scivolato con estrema naturalezza su cose più serie…Rachel si era confidata a cuore aperto con lui sulla sua relazione con Marcus Friedman, e Mark aveva nuovamente meravigliato se stesso raccontando alla ragazza di Maki, della sua gelosia ossessionante e della fine della loro relazione…Aveva cercato di palesare indifferenza, ma Rachel, con un’acutezza tutta femminile, non aveva fatto fatica a leggere tra le righe il dolore che il giovane provava per la fine della sua storia d’amore con Maki, e questo le aveva ulteriormente confermato la buona impressione che le aveva fatto Mark: un ragazzo forse un po’ rozzo, ma sincero e pieno di buoni sentimenti. Era davvero contenta di aver accettato il suo invito ad uscire quella sera, e lui era ancora più contento di averla invitata.

Fu con grande rammarico che i due scoprirono che era passata la mezzanotte e che quindi era giunto il momento di porre fine alla bella serata e tornare in albergo.

-Sarei rimasto qui a parlare con te ore…ma domattina ho l’allenamento, e se tardo chi lo sente il mister?-, disse Mark in tono dispiaciuto, alzandosi dal tavolino e dirigendosi verso la cassa.

Dopo aver pagato, i due si diressero verso l’albergo.

-Beh…ecco…-, balbettò il giovane centravanti giapponese imbarazzato, non riuscendo a trovare le parole giuste per congedarsi dalla ragazza.

-Sono stata benissimo con te stasera, Mark-, lo tolse dagli impicci Rachel, accompagnando queste parole con uno dei suoi bellissimi sorrisi.

-Anch’io Rachel…davvero bene…spero che ci saranno altre serate come questa-, ribatté Mark, impegnandosi a fondo per superare l’odiatissima timidezza.

-Lo spero anch’io…buonanotte-

-Buonanotte, Rachel-, disse Mark, e rimase a guardare l’esile figurina bionda della giovane che si allontanava con passo leggero, prima di entrare in albergo.

Ma Lenders non era l’unico in quel momento a osservare Rachel…Quella notte Benji non era proprio riuscito a prendere sonno. Era tornato nella sua stanza prestissimo, per timore di incontrare Samantha in giro per l’albergo, ma i soliti pensieri lo tormentavano impedendogli di addormentarsi. Al pensiero di Rachel e del suo amore non corrisposto si era aggiunto anche quello di Samantha, della sua visita inaspettata, dei mille dubbi sul suo atteggiamento…così, dopo essersi girato e rigirato insonne nel suo letto, il portiere aveva pensato che forse una boccata d’aria fresca gli avrebbe fatto bene, così si era affacciato sul balcone della sua stanza e si era acceso una sigaretta. Mentre gettava il fumo dai suoi polmoni alle stelle, aveva visto una figura familiare camminare in direzione dell’albergo…una ragazza esile dai capelli biondi, vestita di bianco. Rachel. Aveva sentito un tuffo al cuore e si era soffermato con lo sguardo sull’oggetto dei suoi desideri, ma poi il suo interesse era caduto sul ragazzo che l’accompagnava…e si era accorto con stupore che non si trattava di Marcus Friedman.

Cosa ci faceva Rachel a quell’ora di notte in giro con un uomo che non era Friedman?, si era domandato, e aveva aguzzato la vista per identificare il misterioso compagno della sua amata. Ma solo quando i due si erano fermati proprio di fronte all’albergo per salutarsi l’aveva riconosciuto…rabbia e meraviglia si erano fuse nel suo animo in un miscuglio a dir poco esplosivo.

Lenders? Mark Lenders?!? Non era possibile…non poteva assolutamente essere vero…cosa ci faceva Lenders insieme a Rachel? Neanche si conoscevano quei due! Ma aveva guardato nuovamente nella loro direzione e si era convinto che non si trattava di un’allucinazione, quello era veramente Mark Lenders.

Non riusciva a capire…ma la rabbia che provò fu tale che richiuse violentemente la portafinestra e tornò a sdraiarsi sul letto, in uno stato d’animo peggiore di quello col quale si era alzato…Il sonno ormai se ne era andato definitivamente, ed egli dubitava fortemente che sarebbe tornato. Quello che aveva visto sarebbe stato sufficiente per non farlo dormire almeno una settimana…Rachel…insieme a Mark Lenders….insieme a Mark Lenders…

 

Mentre Benji si tormentava dopo aver visto Rachel in compagnia di Mark, in una delle camere accanto si stava tenendo un fitto conciliabolo. Amy e Jenny infatti, approfittando dell’assenza di Patty, avevano invitato Philip e Julian a raggiungerle nella loro stanza per discutere della questione di Tom e Azumi. Senza troppi giri di parole, Amy aveva spiegato ai due ragazzi del loro incontro con Azumi e della richiesta di aiuto della ragazza, che voleva a tutti i costi riuscire a parlare con Tom, anche se quest’ultimo continuava ad evitarla in tutti i modi.

-Era davvero disperata poverina…mi ha fatto una pena…dobbiamo assolutamente aiutarla-, concluse la ragazza, ripensando con tenerezza alle lacrime di Azumi.

-Ecco perché Tom era così strano e di malumore in questi giorni-, borbottò pensieroso Philip, trovando finalmente una spiegazione allo strano comportamento dell’amico, che tutti avevano notato fin dal loro arrivo a Parigi.

-Ma vi ha spiegato per quale motivo si sono lasciati?-, chiese Julian.

Jenny scosse il capo. –No…lei non ha detto nulla, solo che si è trattato di un equivoco, e a noi è sembrato indelicato chiederlo-, spiegò.

-Però se non sappiamo cos’è successo, sarà dura studiare un modo per farli riconciliare, non credi?-, le fece notare Philip.

-Proprio per questo abbiamo bisogno di voi-, intervenne Amy.

-Sarebbe a dire?-, domandò Julian.

La giovane manager sorrise al fidanzato e si dispose a spiegargli cosa si attendeva da loro. –Vedete…voi avete molte più occasioni di parlare con Tom e certamente lui si sentirà più a suo agio a confidarsi con voi che con una di noi due…oltretutto, sono sicura che se io o Jenny lo avvicinassimo per pensare di Azumi, lui penserebbe che è stata lei a mandarci e non ci direbbe un bel nulla...Uno di voi deve affrontare l’argomento con Tom e farsi spiegare per quale motivo ha deciso di lasciare Azumi e non vuole ascoltarla…solo così potremo pensare a studiare un modo per aiutarli a fare pace!-

-Ammesso che la situazione sia rimediabile, visto che non sappiamo cos’è successo-, obiettò Philip.

-Finché non lo sapremo, sarà del tutto inutile stare qui a discuterne, Philip caro…è essenziale sapere da Tom qual è stato il motivo della loro rottura-, insistette anche Jenny.

-Ma non fareste prima a chiederlo direttamente ad Azumi?-, propose Julian, un po’ infastidito all’idea di dover invadere la privacy del suo amico e compagno di squadra.

Amy scosse il capo dolcemente. –Si potrebbe, hai ragione, ma il punto di vista di Tom è quello più importante, visto che è lui a non voler una riconciliazione-, spiegò.

-Questo è vero-, ammise anche Philip.

-D’accordo, allora. Domani stesso cercherò di parlare con Tom e di farmi spiegare per quale motivo ha deciso di lasciare Azumi, così potremo studiare un modo per aiutarli-, si arrese Julian, sorridendo affabilmente alle due ragazze.

Amy e Jenny stavano per festeggiare, quando la porta della stanza si aprì con un rumore secco ed entrò Patty con espressione terribilmente imbronciata. Le due amiche si scambiarono una rapida occhiata, attraversate entrambe dallo stesso fulmineo pensiero: la serata con Pierre doveva essere andata male…

-Ciao Patty-, la salutarono Philip e Julian con naturalezza, evitando accuratamente di fare alcun tipo di commento, visto che avevano saputo dalle loro ragazze che quella sera Patty era a cena fuori con Pierre…non che la cosa li avesse stupiti più di tanto, dato che era chiaro come il sole che tra Holly e Rosemarie c’era qualcosa che andava ben oltre la semplice amicizia e che sicuramente la loro amica era molto triste e delusa dalla situazione.

-Ciao-, borbottò Patty laconicamente, prima di dirigersi verso il bagno senza degnare gli amici neppure di uno sguardo.

Anche i due ragazzi si scambiarono un’occhiata eloquente, dopo di che si alzarono praticamente in contemporanea. –Noi ce ne andiamo a dormire, ragazze…per quella cosa allora siamo d’accordo-, disse Julian, scambiandosi un’occhiata d’intesa con le due manager.

Le due ragazze annuirono, diedero loro la buonanotte e aprirono la porta della stanza, mentre dal bagno si udiva lo scrosciare della doccia.

-La serata non dev’essere andata troppo bene-, commentò Jenny.

Amy stava per rispondere, ma proprio in quel momento si aprì la porta del bagno e Patty apparve alla ricerca del suo accappatoio. Ancora scura in volto, non disse una parola e dopo aver recuperato l’indumento scomparve nuovamente.

Le due amiche, per timore che ascoltasse i loro discorsi e si incupisse ancora di più, rimasero in silenzio e cominciarono a prepararsi per la notte…Patty sapeva che poteva contare su di loro se aveva bisogno di confidarsi, ed erano certe che sarebbe stata lei stessa a parlare loro della serata non appena se la fosse sentita…era inutile e sbagliato fare supposizioni alle sue spalle.

Patty cercava di rilassarsi sotto il getto caldo e tonificante della doccia, ma lo stress sembrava non voler andare via. La serata con Pierre si era rivelata un completo disastro…non si era mai sentita così a disagio in vita sua, fin dal momento in cui si erano imbattuti in Holly davanti alla porta dell’albergo. L’atteggiamento del capitano francese poi l’aveva piuttosto infastidita, anche se doveva aspettarselo che ci avrebbe provato…l’interesse che nutriva per lei era evidente, e Pierre non ne aveva mai fatto mistero. La colpa era stata solo sua, inutile che rigirasse la faccenda. Aveva accettato di uscire con lui come rivalsa nei confronti di Holly e della sua storia con Rosemarie, ma aveva fatto del male solamente a se stessa, comportandosi come una stupida. Irritata dai pensieri che stavano riprendendo a tormentarla, spense il getto d’acqua e uscì fuori dalla doccia, avvolgendosi nell’accappatoio e cominciando a frizionarsi i lunghi capelli scuri. Si guardò allo specchio e sospirò. Com’era stanca…era davvero stanca di stare male per Holly. Doveva riuscire a dimenticarlo, a qualunque costo, e stavolta non c’era davvero altra via d’uscita. Si era fatta fin troppo male a causa sua, aveva sprecato i suoi anni migliori illudendosi che lui l’avrebbe notata, e invece…invece era rimasta fregata nel peggiore dei modi! Lui si era innamorato di un’altra e a lei non restava che raccogliere i cocci del suo cuore infranto. Forse però era una scossa benefica, cercò di convincersi. Forse finalmente sarebbe riuscita a cancellare una volta per tutte Oliver Hutton dal suo cuore e dai suoi pensieri…o perlomeno ci avrebbe provato.

 

La mattina dopo, la colazione si svolse in un clima di profonda tensione. Benji, scuro in volto e di malumore dopo una notte trascorsa pressoché insonne, guardava con espressione corrucciata Mark Lenders che si imburrava una fetta di pane biscottato, con un viso disteso che nessuno gli aveva più visto da parecchio tempo. Era evidente che doveva essergli accaduto qualcosa di bello…a quel pensiero, il portiere giapponese sentì lo stomaco rovesciarsi per la rabbia e per la gelosia. Era sicuro, era Mark l’uomo che aveva visto la sera prima in compagnia di Rachel, anche se la cosa continuava a sembrargli impossibile…l’ultima cosa al mondo che avrebbe potuto sopportare sarebbe stata vedere Rachel insieme all’odiato Lenders…ci mancava solamente lui, dopo quel pallone gonfiato di Friedman!

Il giovane attaccante invece pareva non avvedersi minimamente degli sguardi carichi d’odio che gli rivolgeva il compagno di squadra. Il suo animo era sereno e rilassato, come non era più stato dal giorno della rottura con Maki. La serata trascorsa con Rachel, oltre ad essere stata estremamente piacevole, gli aveva donato quel sollievo che desiderava oltre ogni misura e che dubitava sarebbe riuscito nuovamente a trovare…sentiva ancora un lieve morso di dolore al petto quando il pensiero della sua ex fidanzata lo sfiorava, ma ora riusciva ad allontanarlo con più facilità e anche la nostalgia si era indebolita. Era davvero contento, perché aveva sofferto molto negli ultimi tempi, non avrebbe mai pensato di poter soffrire così tanto, e sentire che stava meglio risollevava infinitamente il suo spirito, e gli faceva intravedere la speranza di ricominciare.

Non era sicuramente dello stesso stato d’animo Tom, invece. Il giovane piluccava svogliatamente la sua colazione, con gli occhi bassi e un’espressione talmente afflitta che faceva stringere il cuore a chiunque lo guardava. Il pensiero di Azumi non aveva cessato un attimo di tormentarlo, anche se la ragazza non si era più fatta viva, evidentemente rassegnata alla sua decisione. Tom aveva sperato che il torneo di calcio e l’arrivo dei suoi compagni l’avrebbero aiutato a distrarsi e a cancellare la giovane dalla sua mente, ma nei momenti in cui si ritrovava da solo non riusciva a evitare di pensare a lei, e ogni volta il suo cuore riprendeva a sanguinare senza tregua. Non era pentito di averla lasciata, e se anche Azumi avesse continuato a cercarlo lui si sarebbe rifiutato di ascoltarla, tuttavia la nostalgia delle volte lo prendeva fortissima, e il ricordo di tutti i momenti belli che avevano trascorso assieme era come una lama arroventata in una ferita ancora aperta.

Julian, che si era seduto proprio di fronte a lui, lo osservava attentamente, e intanto studiava un modo per attaccare discorso con l’amico e chiedergli di Azumi. Si trovava un po’ a disagio, soprattutto perché aveva paura di mostrarsi indelicato, visto che era palese che Tom stava ancora soffrendo per la sua rottura con la ragazza…ma, come avevano detto Amy e Jenny la sera prima, era l’unico modo per studiare una possibile riconciliazione. Non avrebbero potuto fare niente, pur con tutta la buona volontà del mondo, finché non avessero saputo con certezza cos’era sopraggiunto ad allontanare i due ragazzi.

L’occasione arrivò pochi minuti dopo. Tom infatti si alzò da tavola e si avviò verso la veranda, desiderando disperatamente di allontanarsi dal resto dei compagni. Si sentiva soffocare da un’ondata di rimpianto e di nostalgia e non voleva darlo a vedere, voleva continuare ad apparire forte e soprattutto non angosciare gli altri con i suoi problemi personali.

Dopo pochi istanti, Julian lo seguì e lo raggiunse in veranda, mettendogli amichevolmente una mano sulla spalla.

-Ehi…ti ho visto un po’ giù di morale e volevo chiederti se andava tutto bene-, gli disse in tono affabile, sedendosi ad uno dei tavolinetti.

Tom fu inizialmente infastidito dalla comparsa dell’amico, poiché avrebbe preferito rimanere solo finché non si fosse sentito meglio. Ma poi pensò che forse gli avrebbe fatto bene parlare un po’ con qualcuno, lo avrebbe aiutato a liberarsi dal peso che portava nel cuore…e sapeva di potersi fidare di Julian. Julian era un ragazzo molto sensibile, dall’animo d’oro, aveva conosciuto la sofferenza forse meglio di chiunque altro, ed era sicuro che sarebbe stato in grado di ascoltarlo e comprenderlo.

-Sì…cioè no, non va affatto bene-, ammise sinceramente Tom, passandosi nervosamente una mano tra i capelli castani e sedendosi accanto all’amico.

-Non ci vuole molto a capirlo…hai una faccia…è successo qualcosa?-, chiese Julian sinceramente preoccupato, perché non aveva mai visto Tom in uno stato simile.

Il giovane tirò un profondo sospiro. –No…è sempre il solito motivo che mi fa stare male, e per quanti sforzi faccia non riesco a buttarmi il passato alle spalle e trovare la forza, e la voglia, di andare avanti…-, rispose con voce profondamente triste.

-Ti va di parlarne?-, domandò l’amico con delicatezza.

Tom rimase in silenzio per qualche istante, come se cercasse di riordinare le idee. –Si tratta di Azumi…l’ho lasciata, questo sicuramente l’avrai saputo…ed è a causa sua che sto male-, disse infine.

Julian annuì. –Sì, l’ho saputo. Sei pentito di averla lasciata?-

L’amico scosse il capo. –No, pentito no. Solo…non avrei mai desiderato che andasse a finire così, credimi. Io le volevo veramente bene, era molto importante per me…so che le cose non durano per sempre, vista l’esperienza dei miei genitori…però con lei mi ero illuso che…-, il volto del giovane si contorse in una maschera di profonda tristezza, - e invece mi ha deluso anche lei…mi ha ferito come mai mi sarei aspettato da lei, mai…-

Ora Julian era veramente incuriosito dall’amarezza che permeava completamente la voce di Tom. Doveva essere accaduto qualcosa di veramente serio. –Ti va di raccontarmi cos’è successo?-, chiese in tono delicato dopo una breve esitazione.

L’amico rimase qualche istante senza parlare. Julian stava per dire che non importava, che non era costretto a dirgli nulla se non gli andava, quando Tom invece cominciò a raccontare.

-La cosa più sciocca e banale del mondo…-, disse, con una lieve nota di sarcasmo nella voce, -mi ha tradito con un altro, tutto qua-.

Julian rimase a bocca aperta. L’aveva tradito con un altro? Impossibile. No, doveva esserci un errore senza dubbio. Conosceva poco Azumi, ma non la riteneva assolutamente capace di un comportamento così meschino. –Ti ha tradito con un altro?-, domandò incredulo.

Tom annuì. –Ci sei rimasto, eh? Figurati io!-, disse con una nota di amarezza nella voce.

-Ma…ma sei sicuro?-, chiese l’amico, che ancora non riusciva a realizzare quello che gli era stato appena detto. Ora sarebbe stata veramente dura farli riappacificare…probabilmente lui stesso si sarebbe comportato come Tom, rifiutandosi di ascoltare una ragazza che lo aveva tradito, ferendo in modo del tutto inaspettato i suoi sentimenti.

-Li ho visti…non erano in atteggiamento diciamo palese, però…si capiva benissimo che tra loro c’era qualcosa oltre l’amicizia…-, Tom sospirò e si passò nuovamente una mano tra i capelli. Sul suo viso si leggeva tutta la sofferenza passata mentre rievocava quei momenti. –Vedi, Azumi è rimasta la manager della squadra di calcio della nostra scuola, anche dopo che io sono passato al professionismo. Pensare che sono stato io a suggerirglielo! Ero convinto che fosse giusto che avesse qualcosa da coltivare nel tempo libero, visto che io ero costretto a trascurarla per via dei miei impegni sportivi. Questo ragazzo è il capitano, e io mi sono accorto da subito che le faceva gli occhi dolci, ma Azumi ha sempre detto di non aver alcun interesse nei suoi confronti e io mi sono fidato…non avevo alcun motivo per non fidarmi. Poi le cose sono cambiate-

-In che senso sono cambiate?-, indagò cautamente l’amico, desiderando ora più che mai di andare a fondo della questione.

-Io e Azumi ci vedevamo sempre più di rado, a causa dei nostri impegni. Sono dovuto andare in tournee con la squadra per un mese, e al mio ritorno lei mi è sembrata molto strana. Era fredda, distaccata…a volte avevo addirittura l’impressione che cercasse di evitarmi. Sulle prime ho pensato che fosse arrabbiata perché l’avevo lasciata sola per così tanto tempo, poi mi sono accorto che usciva sempre più spesso con la squadra e mi sono insospettito. La mia gelosia cresceva giorno dopo giorno, era un pensiero che non mi dava più tregua, e così una sera mi sono recato di nascosto nel ristorante in cui aveva detto di essere a cena con la squadra. E cosa mi sono visto davanti? Non era affatto uscita con la squadra…si trovava lì da sola col bel capitano, Michel. Occhi negli occhi, sguardi languidi…lei gli sorrideva come non sorrideva più a me da tanto tempo. Poi quando si sono alzati lui gli ha messo un braccio attorno alla spalla e sono usciti praticamente abbracciati…sembravano due fidanzatini, credimi…L’istinto mi suggeriva di avvicinarmi e fare una scenata, ma poi ho capito che in quel modo mi sarei solo umiliato, invece volevo conservare la mia dignità a tutti i costi. Il giorno dopo ho telefonato ad Azumi e l’ho lasciata, con poche parole e senza tante spiegazioni. Non servivano. Poteva trovare nella sua coscienza le risposte alle sue domande. L’unica cosa che non mi spiego è perché ha continuato a cercarmi chiedendomi di parlare, di spiegarle…non mi spiego che cosa vuole ancora da me-, disse in tono rattristato, alzandosi e appoggiandosi alla balaustra della veranda.

-Sei sicuro che tra lei e quel Michel ci fosse una relazione? Magari si è trattato solo di un malinteso…-, provò a buttare lì Julian.

L’amico scosse il capo con convinzione. –Mi ha mentito…non avrebbe avuto motivo di farlo…è uscita da sola con lui…e il loro atteggiamento, così affettuoso, così intimo…non potevano essere solo buoni amici, non potrei mai crederlo…Lei mi ha deluso, Julian. Inutile che ora cerchi di parlarmi, di spiegarmi, non c’è niente da spiegare. Tra me e lei è finita per sempre, ora devo solo dimenticarla-, affermò Tom in tono perentorio, prima di rientrare seguito da uno sconcertato Julian, il cui cervello lavorava già alacremente chiedendosi cosa avrebbe mai potuto fare per aiutare i suoi due amici in una situazione così ingarbugliata e, almeno in apparenza, senza speranza alcuna.

 

-Mark!-, disse una voce squillante, mentre il giovane attaccante giapponese si stava riposando sul campo di gioco dopo l’allenamento mattutino. Mark si voltò, e vide Rachel, in tuta e con i capelli raccolti in una treccia, che si stava avvicinando a lui sorridendo.

-Ehilà, Rachel!-, esclamò, ricambiando il sorriso della ragazza e alzandosi in piedi per raggiungerla.

Benji, seduto di fronte alla porta non molto distante, drizzò le orecchie quando udì Mark pronunciare quel nome e seguì Lenders con lo sguardo, vedendo Rachel arrivare e salutare il compagno di squadra con un abbraccio caloroso e un veloce bacio sulla guancia.

Lo stomaco gli si rovesciò per la gelosia e per la rabbia. Strinse un ciuffo d’erba in mano, mentre il suo volto diventava livido. Non si era sbagliato, dunque…era proprio Mark Lenders l’uomo che aveva visto la sera prima insieme a Rachel, si disse, domandandosi come avevano fatto quei due a conoscersi e perché avevano l’aria di essere così intimi.

-Sono venuta a spiarvi come avevo detto-, disse la ragazza in tono scherzoso.

-Peccato, sei arrivata tardi! L’allenamento è già finito!-, ribatté Mark stando allo scherzo. Era davvero contento di vedere Rachel e non poteva negare che gli facesse proprio piacere che la giovane tedesca fosse andata a cercarlo.

-Sono sempre in tempo per vedere te, no?-, aggiunse la giovane, facendo lievemente arrossire l’attaccante.

-Allora sei qui per me, dì la verità!-, la provocò Mark, cercando di dissimulare l’imbarazzo con una battuta spiritosa, consapevole che tutti i compagni lo stavano guardando con interesse, ma provando un fastidio decisamente minore rispetto a ciò che si sarebbe aspettato.

Rachel scoppiò in un’allegra risata, gettando la testa bionda all’indietro.

Tutto questo era troppo per Benji…la situazione era diventata veramente pesante. Il portiere continuava a ripetere a se stesso che doveva controllarsi, che qualunque cosa avesse detto o fatto sarebbe stata controproducente per lui e per la squadra e che Freddy sarebbe andato su tutte le furie se lo avesse visto attaccare briga con Lenders…soprattutto continuava a ripetere a se stesso che non valeva la pena di fare una figuraccia davanti a tutti i suoi compagni per una ragazza che non lo aveva mai degnato di uno sguardo. Ma l’istinto molte volte è più forte della ragione, soprattutto quando si tratta di questioni di cuore, e così, prima ancora di aver realizzato esattamente cosa stava facendo, Benji si era alzato e si era avvicinato a grandi passi a Mark e Rachel.

-Questo non mi sembra il posto adatto per le vostre smancerie, se permettete…e poi lei è la manager di una pericolosa squadra rivale, te lo sei scordato?-, disse in tono irritato, guardando Mark in cagnesco.

Gli occhi di Lenders si restrinsero a due fessure per la rabbia. –Che vuoi, Price? Sto parlando con una mia amica, tu non hai nessun diritto di intrometterti nella mia vita privata. Non stiamo affatto parlando di calcio, quindi non ti devi interessare-, sibilò in tono freddo.

La furia di Benji montò ancora di più. Come si permetteva quell’idiota di dire che non lo riguardava? Lo riguardava eccome, visto quello che provava per Rachel…si trattenne dal mollargli un pugno in pieno viso e sospirò per riguadagnare la calma. –Se porti le tue amichette nel campo di allenamento della nostra nazionale mi riguarda eccome, Lenders- ribatté piccato, sottolineando con una nota di disgusto la parola amichette. Poi rivolse il suo sguardo a Rachel, fissandola con tutta la rabbia del suo amore non corrisposto. –Complimenti, Rachel. Vedo che sei passata da un pallone gonfiato all’altro…hai fatto bene a liberarti di Friedman, ma devo dirti che purtroppo non sei finita in mani molto migliori-, disse in tono crudele.

La giovane divenne livida in volto. I suoi occhi celesti mandavano intensi bagliori di rabbia in direzione del portiere nipponico. –Come ti permetti di parlare della mia vita privata con questo tono, Price?-, sibilò in tono furente.

-Lasciala stare, Price-, intervenne Mark, dando uno spintone a Benji.

-Oh, ecco il cavaliere senza macchia e senza paura che difende la sua bella…Sei una donna fortunata, mia cara Rachel-, disse Benji in tono sarcastico, fronteggiando impavido l’infuriato rivale.

Rachel non rispose alla provocazione, limitandosi a fissare Benji con evidente rabbia.

-Si può sapere che vuoi? Chi ti ha chiesto di metterti in mezzo?-, esclamò Lenders esasperato.

-Volevo mettere in guardia Rachel nei tuoi confronti, visto che la conosco da tanto tempo e che sono amico di suo cugino…ma forse non è necessario, in fondo stai già mostrando da solo chi sei-, fu la risposta del portiere. Si meravigliava lui stesso di quel che stava dicendo, ma era la gelosia verso Mark a mettergli in bocca quelle parole.

Mark, accecato dalla rabbia, afferrò il compagno di squadra per il colletto della maglia. –Che diavolo vorresti dire, brutto idiota?-, ringhiò furiosamente.

-Ecco, basta vederti ora-, ribatté Benji con calma imperturbabile, fissando Lenders dritto negli occhi.

Mark gli diede un violento scrollone, guardandolo poi con una furia cieca negli occhi. –Te la smetti? Sei il solito arrogante presuntuoso-, tuonò con voce rabbiosa.

-No…sei tu l’arrogante presuntuoso, che è buono a ragionare solo con le maniere forti-, rispose Benji in tono provocatorio.

Aveva passato il limite. Il giovane attaccante sentiva le mani che ormai gli prudevano, e dimentico dei compagni e di Rachel che lo stavano osservando, sferrò un pugno dritto sulla mascella del compagno di squadra. Benji barcollò per un istante, ma rimase in piedi, fissando Mark con aria di sfida. La sua risposta non si fece attendere, e dopo pochi secondi un altro micidiale cazzotto si abbatté sull’attaccante nipponico.

Rachel li fissava sbigottita, vedendo replicarsi davanti a lei esattamente la scena del giorno prima…solo che stavolta c’era Benji al posto di Marcus.

-Smettetela!-, gridò la ragazza, bloccando il pugno di Mark a mezz’aria. I due rimasero immobili uno di fronte all’altro, fissandosi con odio ma senza più muovere un solo dito.

La giovane tedesca si mise in mezzo ai due avversari e rivolse a Benji un’occhiata così colma di rancore che lo tramortì più di qualunque pugno o ceffone.

-Non cambi proprio mai, Price…sei sempre il solito pallone gonfiato, presuntuoso, arrogante e convinto di avere il diritto di sparare sentenze su tutto e tutti. Hai giudicato me, hai giudicato Mark…ti sei permesso di giudicare persone e situazioni che nemmeno conosci, e che oltretutto non ti riguardano. Non sai nemmeno che cosa significa la parola rispetto. Non riesci a vedere più in là del tuo naso e tieni in considerazione solamente te stesso, te ne sbatti dei sentimenti degli altri. Non sopporto più la tua prepotenza. Stammi lontano da adesso in poi, non voglio aver più niente a che fare con te!-, gli gridò in faccia scaricandogli addosso tutta la rabbia che aveva provato per via del suo atteggiamento astioso e prepotente. Quando ebbe finito di parlare, Rachel si rese conto che forse aveva esagerato. Non avrebbe voluto essere così dura, ma le parole le erano uscite di bocca prima ancora che si rendesse conto di pronunciarle.

Benji rimase a guardarla immobile, senza osare neanche fiatare, sempre più livido in volto…rabbia e umiliazione continuavano a mescolarsi nel suo animo, e non osava neanche guardarsi attorno, consapevole del fatto che tutti avevano assistito alla scena. Si sentiva un perfetto idiota…avrebbe voluto sprofondare mille metri sotto terra, o anche di più. Avrebbe desiderato che il terreno di gioco si aprisse sotto i suoi piedi per inghiottirlo. Le parole di Rachel poi penetravano nel suo cuore come lame acuminate, provocandogli un dolore infinitamente più forte dei pugni che aveva preso da Mark. Era consapevole di essersi comportato in modo assurdo…non solo aveva insultato Mark, e di questo non era affatto pentito, considerati i non troppo idilliaci rapporti che esistevano tra di loro, ma aveva insultato Rachel, e ora si meritava tutto il suo disprezzo. La gelosia lo aveva fatto comportare come un vero e proprio cretino. Si vergognava tantissimo, provava un male terribile al cuore al pensiero di essersi fatto odiare ormai completamente dalla donna che invece tanto amava, si sentiva profondamente umiliato per la figura meschina che aveva fatto.

Avrebbe voluto domandare scusa a Rachel, dirle che non intendeva rivolgerle quelle parole così offensive, ma il suo maledetto orgoglio gli impediva di riconoscere le sue colpe, e poi per nulla al mondo le avrebbe fatto capire di essere ancora disperatamente innamorato di lei…aveva ricevuto già abbastanza disprezzo da lei, non voleva essere detestato ancora di più, non voleva vedersi ancora una volta sbattuto in faccia il fatto che il suo era un amore impossibile e che Rachel non avrebbe mai voluto saperne di lui.

Senza dire una parola, con i pugni stretti e il volto scuro, Benji voltò le spalle a Mark e a Rachel e si avviò verso l’albergo, sotto gli occhi attoniti di tutti i suoi compagni di squadra.

Mark era ancora tremante di collera, e dovette far ricorso a tutta la sua forza di volontà per non inseguire Price e dargli un’altra razione di pugni. La rabbia di Rachel invece era completamente sbollita, lasciando il posto ad una sensazione indefinibile, a cui la ragazza stessa non era in grado di dare un nome. Provava una profonda tristezza, una morsa di dispiacere che le serrava il cuore, anche se lei non ne conosceva il motivo. Mentre guardava Benji allontanarsi a capo chino, si sentiva quasi in colpa per le dure parole che gli aveva rivolto. D’accordo, lui aveva esagerato…si era intromesso in questioni che non lo riguardavano, l’aveva insultata…La sua mente ritornò ad una lontana serata ad Amburgo, quando lui, ubriaco e completamente fuori di sé, aveva tentato di baciarla gridandole di amarla…un attimo di follia, certamente…e lei aveva reagito schiaffeggiandolo e insultandolo. Anche stavolta Benji si era comportato in un modo assolutamente fuori dal normale, e Rachel non riusciva a capire. Non capiva, ma si sentiva triste e amareggiata, come se avesse commesso un errore, un tremendo errore di valutazione. Più ripensava alla discussione appena terminata, più si convinceva di aver esagerato. Era stata davvero troppo dura e crudele con Benji, aveva lasciato che la rabbia la sopraffacesse facendole dire cose che non pensava fino in fondo…Ma come? Non pensava che Benjamin Price fosse un pallone gonfiato arrogante, egoista e presuntuoso? Era quello che aveva pensato di lui sempre, fin da quando Karl glielo aveva presentato. Eppure, una vocina in fondo al suo cuore le diceva che il ragazzo non era affatto così, e che era stata cattiva a dirgli tutte quelle cose…e Rachel non riusciva ad ignorare quella vocina, che continuava a scavare nel suo animo facendola sentire meschina.

Dopo qualche istante di riflessione, la ragazza decise di agire d’istinto. Si avviò nella stessa direzione in cui si era avviato Benji, decisa a raggiungerlo e a chiedergli scusa…forse era giunto il momento che riuscissero ad affrontarsi faccia a faccia e in modo civile, e a capire per quale motivo ogni volta che si incontravano non riuscivano a fare a meno di insultarsi.

 

Patty aveva assistito sbigottita alla lite tra Mark e Benji. Soprattutto l’aveva meravigliata che il motivo della lite fosse quella ragazza, Rachel Schneider…che, a quanto sapeva lei, era poco più che una sconosciuta per i due giovani. Mentre guardava meravigliata Benji allontanarsi a capo chino, cosa tutt’altro che da lui, e Mark fare uno sforzo per non seguirlo e proseguire così la rissa, la giovane manager non si accorse che Holly le si era avvicinato, dopo che per alcuni minuti l’aveva fissata intensamente, preso più da lei che dalla lite tra i suoi due compagni di squadra.

Era rimasto davvero meravigliato quando la sera prima l’aveva vista uscire insieme a Pierre. Aveva sempre pensato che trovasse cordialmente antipatico il giovane capitano francese, invece era uscita a cena tranquilla e beata insieme a lui, e si era anche messa tutta in ghingheri…in tanti anni che la conosceva, Holly non l’aveva mai vista così carina e affascinante. Non sembrava affatto la solita Patty di sempre, il tranquillo maschiaccio che sorvegliava in tuta i loro allenamenti ogni giorno. Quel giorno, quando l’aveva vista scendere a colazione con lo sguardo severo e corrucciato, si era domandato come fosse andata la sua serata con Pierre. Dalla faccia che aveva la ragazza, non si poteva dire che fosse andata bene…e Holly si meravigliò nel notare che a questo pensiero provava un impercettibile sollievo. Aveva provato una punta di fastidio nel vedere Patty uscire a cena insieme a Pierre…aveva pensato inizialmente che fosse solo per la cordiale antipatia che nutriva per il capitano francese, ma poi si era detto e ripetuto che spettava solo a Patty scegliere chi frequentare…ma il pensiero che in quel momento lei e Pierre fossero insieme lo aveva urtato, anche se non capiva il motivo. Solo la telefonata di Rosemarie, poco dopo, lo aveva distratto…l’espressione di Holly si addolcì, pensando alla bella francesina. Si trovava davvero bene con lei, non si era mai sentito così a suo agio con una ragazza. Anzi, non aveva mai neanche guardato una ragazza, preso com’era stato dal calcio, l’unico grande amore della sua vita. Eppure qualcosa di Rosemarie lo aveva colpito subito, e ora gli bastava pensare a lei per sentirsi sereno e tranquillo. Tuttavia…si ritrovò a fissare di nuovo Patty, chiedendosi che tipo di rapporto avesse con Pierre. Holly non riusciva a capire come mai gli interessasse così tanto saperlo, però avrebbe voluto chiederlo alla giovane manager, se non avesse avuto paura di sembrare inopportuno.

Si avvicinò lentamente alla giovane. –Ehilà Patty!-, esclamò con il consueto tono allegro.

Patty, profondamente immersa nei suoi pensieri, sobbalzò. –Ciao-, rispose laconica, senza nemmeno voltarsi a guardarlo. Holly era proprio l’ultima persona con cui aveva voglia di parlare quel mattino…soprattutto dopo aver preso la decisione di dimenticarlo una volta per tutte, per rifarsi finalmente una vita e cercare una persona che potesse amarla come si meritava. Aveva deciso di evitarlo il più possibile, per dare modo ai suoi sentimenti di affievolirsi con il trascorrere del tempo.

Il giovane capitano rimase turbato dalla freddezza della voce della manager. Di solito Patty si rivolgeva a lui in tono dolce, amichevole, invece…anche l’espressione del suo viso era dura, inoltre si accorse che la ragazza evitava ostinatamente di guardarlo in faccia. Decise che non era proprio il caso di chiederle come fosse andata la serata con Pierre. –Hai visto che scena? Quei due non cambieranno mai!-, esclamò in tono tranquillo, cercando di intavolare una conversazione per rompere il ghiaccio che pareva inaspettatamente essersi creato tra di loro.

Patty scrollò lievemente le spalle. –Certe cose non cambiano mai-, disse con un tono vagamente sarcastico, che meravigliò ancora di più il già attonito capitano giapponese.

-Non sapevo neanche che Mark conoscesse Rachel Schneider-, proseguì Holly, senza darsi per vinto davanti al muro di impenetrabile freddezza eretto dalla giovane.

-Se proprio vuoi saperlo, non mi interessa granché-, ribatté Patty con malcelata indifferenza, il volto ancora fisso sulla strada per la quale si era avviato Benji.

Holly non riusciva a capacitarsi dell’atteggiamento dell’amica. Patty non si era mai comportata in quel modo, era assolutamente irriconoscibile. Si convinse che era accaduto qualcosa con Pierre, e non riuscì più a trattenere la sua curiosità. –Sei un po’ strana oggi, Patty…scusa se te lo chiedo, ma è successo qualcosa ieri sera?-, indagò, tentando di utilizzare la massima cautela.

La ragazza si irrigidì e si girò per rivolgergli un’occhiata gelida. Holly rimase sbalordito dalla rabbia inespressa che lesse nei suoi occhi scuri. –Queste cose non ti riguardano, mi sembra…ora scusami, ma devo proprio andare-, rispose Patty in tono acido. Poi, senza aggiungere né una parola né uno sguardo, girò i tacchi e si allontanò con passo rapido.

Il capitano rimase a guardarla meravigliato, accorgendosi di provare una strana fitta al cuore, come un dolore provocato da un qualcosa che non si sapeva spiegare. L’atteggiamento di Patty l’aveva stupito molto…ma anche ferito. Non era questo il modo in cui era abituato ad essere trattato dalla giovane manager, che era sempre stata affettuosissima con lui, forse anche più che con il resto della squadra, come spesso gli avevano fatto notare maliziosamente i suoi compagni. Quel giorno invece si era comportata in modo completamente freddo e scostante, lasciandolo nel più vivo stupore…ed era rimasto davvero male nel vedere una sorta di rabbia malcelata negli occhi della ragazza e nel sentire la freddezza della sua voce…lo aveva allontanato da sé senza dargli alcuna possibilità di replica, e Holly provava davvero un forte dispiacere. Si domandò come mai l’atteggiamento scostante della sua manager lo avesse turbato così tanto, ma non riuscì a darsi una risposta. Stanco di riflettere senza trovare una spiegazione, si avviò anch’egli mestamente in direzione dell’albergo, dicendo a se stesso che avrebbe trovato il modo di parlare nuovamente con Patty e di capire per quale motivo si era comportata così.

 

Fine ottavo capitolo

 

Cosa accadrà ora? Benji e Rachel riusciranno a parlarsi e a chiarire la loro complicata situazione? Il chiarimento sarà reso ancora più difficile dalla presenza di Samantha, che non ha affatto intenzione di mollare la presa su Benji, anche se non è apparsa in questo capitolo! Julian e gli altri troveranno un modo per riunire Tom e Azumi, o il loro amore è finito per sempre? E cosa succederà tra Holly e Patty? Che sia la volta buona perché il capitano comprenda finalmente che la sua manager è da sempre innamorata di lui? O stavolta Patty ha deciso di toglierselo dalla testa e dal cuore una volta per tutte? Avrete queste ed altre risposte solo se continuerete a seguire “Destini che si uniscono”! A presto, un bacione a tutti!

 

 

 

 

 

  
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