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Autore: belongtoziam    10/11/2012    4 recensioni
Aveva paura, ma era quello che doveva fare. Era quello che si meritava dopo averla lasciata sola davanti a una difficoltà troppo grande, così grande. O almeno è quello che pensava.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Incompiuta
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Fece pressione contro l'incavo delle costole con parecchia forza, ma il diaframma non smetteva di vibrare.
Le candide lenzuola si impregnavano poco a poco di sudore gelido e il profumo d'incenso che circondava spesso quella camera si intrappolava nei polmoni.
Le lacrime colme si fermavano poco sopra gli zigomi pungenti e rosati, e brillavano, anche senza l'aiuto dei raggi del sole.
Non doveva fare nient'altro che respirare. Era sicura che si sarebbe calmata, lo faceva tutte le volte. Ma ora era più difficile, già da parecchio tempo.
I suoi giorni non erano altro che pugni nello stomaco nascosti nel buio del cielo nero.


Aprì gli occhi così velocemente che la pupilla si rinchiuse nel blu dei suoi occhi, e che la fece sedere spezzandole qualche legamento poco importante sottostante alla colonna vertebrale.
Spostò la testa prima a destra e poi a sinistra, nel vano tentativo di sciogliere i nodi dei nervi del collo che erano rimasti immobilizzati da qualche mese a questa parte.
Provò a far arrivare le mani al capo, per legare i capelli ricci e ambrati che li cadevano perfettamente sulla spalla in un codino rosa, ma le mani non smettevano di tremare. Arrivò al capolinea della nuca con fatica. 
Dopo essersi liberata delle ciocche filanti, spostò le gambe in direzione del pavimento. La punta del piede si irrigidì come se dovesse annegare in una vasca d'acqua fredda, ma in realtà doveva solo toccare terra.
Notò le piaghe rossicce sulla coscia destra e le sfiorò con un tocco lieve. Si era consumata, in quel letto.
Quando riuscì a portare i palmi dei piedi saldi sul pavimento si alzò facendo colare qualche goccia di sudore sulla felpa nera di lana. Barcollò, ma trattenendo la spalliera grigia congelata del letto riuscì a spostarsi verso il borsone pieno di vestiti non ancora usati.
Non si controllava più.  Frugava senza pensare con le lacrime e il sudore, che oramai erano una cosa sola. E trovare quello che cercava avrebbe reso tutto ancora più sicuro, e quindi, peggiore.
Aveva paura, ma era quello che doveva fare. Era quello che si meritava dopo averla lasciata sola davanti a una difficoltà troppo grande, così grande. O almeno è quello che pensava.


L'arma era lucida e carica.
La afferrò dal basso, con disprezzo, o forse con inquietudine di non sapere come manovrarla.
Finse un sorriso improvvisato e la gettò nella ampia tasca dei jeans sbiaditi che si era messa due secondi prima, accompagnati da degli stivaletti che le coprivano giusto le caviglie, e buttò le spalle all'indietro facendo scrocchiare ancora qualche ossa. Era stata in coma per quasi metà anno, certe cose doveva pur farle rinascere. Come il sentimento che sentiva per Harry, che però si era tramutato, che da amore, era diventato odio. Odio profondo.


Il giovedì sera, Canterbury era morta.
Non c'era ombra nemmeno delle prostitute che spopolavano la via principale.
Heater si imbucò in un vicolo stretto dopo essere uscita dalla finestra passando da armadio ad armadio, per nascondersi.
Salì le scale antincendio del caseggiato fino al secondo piano, dove abitava Harry, e entrò dalla finestra. Non aveva avuto alcuna difficoltà, forse perché si ricordava ogni piccolo particolare di quella casa dove aveva vissuto accanto al suo amore per quattro anni, o forse perché non badava tanto a non farsi male.
Il blocco per aprire la finestra da fuori era nascosto dietro alcuni rami cadenti del salice sempreverde che arrivavano a metà parete.
Tirò la cordicella verso di se con estrema fatica e spalancò la finestra senza fare troppo rumore. Si sentì giusto il click dello sblocco.


Harry era stato con qualcuna quella notte.Bastava osservare la montagna di alcolici che sormontava il tavolino di vetro e la sua felpa rossa della Jack Wills buttata a casaccio sul divano insieme a dei jeans.
Heater svoltò lo sguardo su i ricci del ragazzo. Ricordò tutte le volte che ci giocava, con quei ricci.
Harry notò la presenza della ex anche se era imbottito di alcol e chissà cos'altro. Intrappolò il suo magnifico sorriso con un 'cosa ci fai qui?' soffocato.
Non ebbe il tempo di alzarsi dal letto. Bastò un colpo. Uno solo.
Heater si avvicinò a lui, così da vedere che la sofferenza prendeva il sopravvento nei suoi occhi. Gli aveva amati già dal primo momento, erano bellissimi, belli da far star male.
Ora reggevano con fatica. Ora volevano semplicemente chiudersi e finirla lì.
Non avrebbero mai più potuto brillare alla luce del sole.
  

 
  
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