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Autore: Deirbhile    10/11/2012    1 recensioni
Marcella, introversa e sensibile artista liceale, e Ginevra, solare e spiccata aspirante attrice. Un amore a senso unico che non riesce a rassegnarsi.
Dalla storia: "Si era ritrovata a ritrarla ovunque, dietro il suo libro di biologia, nel suo diario scolastico. Erano passati quattro anni, quasi cinque, da quella volta. Eppure Marcella non si era mai innamorata di qualcuno così incondizionatamente, così violentemente e senza riserve."
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Il vociare, a tratti quasi violento, degli studenti coprì il tonfo provocato dalla caduta del pesante dizionario di latino di Marcella, ai piedi dell’ultima rampa di scale, e le sue successive imprecazioni

Il vociare, a tratti quasi violento, degli studenti coprì il tonfo provocato dalla caduta del pesante dizionario di latino di Marcella, ai piedi dell’ultima rampa di scale, e le sue successive imprecazioni. Era stata davvero una giornata orribile. Era sabato, un sabato stranamente soleggiato di novembre, e Marcella aveva dovuto sostenere il compito di latino, probabilmente andato rovinosamente male, e l’interrogazione di fisica, almeno quella finita con un bell’otto. Quella sera poi non aveva assolutamente nulla da fare visto che Viviana era a casa con un brutto raffreddore e che Marco, suo compagno di banco e migliore amico, aveva un appuntamento con una ragazza. Non è che avesse molte persone con cui uscire, comunque. La sua vita piatta e monotona la stava davvero portando al limite della sopportazione, anche perché non si addiceva per nulla ad uno spirito frenetico come il suo.

Ciliegina sulla torta, le era appena cascato il dizionario dalle mani. E non senza motivo. Ginevra della quinta C se ne stava ai piedi delle scale, in tutto il suo splendido fascino.  

 

“Sta più attenta a dove metti i piedi, artista da quattro soldi” la riprese rudemente Giovanna, una di quelle stereotipate ragazze popolari che frequentavano come lei il quinto anno, che lì al liceo scientifico avevano praticamente il controllo di tutto, usando l’appellativo con cui oramai Marcella era conosciuta. Artista da quattro soldi. Ovviamente anche la sua passione per la pittura le era stata ritorta contro.  

“Già, che svitata” si aggiunse Donata ridacchiando come un’ochetta, sempre al seguito di Giovanna e della sua banda di potenti figli di papà.

Marcella, in condizioni normali, avrebbe risposto con una sonora parolaccia e le avrebbe riso in faccia, perché era così che era fatta. Schietta e decisa, sapeva come farsi rispettare da quella mandria di pecore con le scarpe lucide e i capelli pieni di lacca. Ma no. Non era in condizioni normali. Un’altra cosa che era propria di lei era la tendenza ad essere scoordinata quando c’era una certa persona nelle vicinanze.

“Quant’è bella” pensò, non curandosi del fatto che al gruppetto si fosse aggiunto Giorgio, fidanzato storico di Giovanna.

“Vieni Giò, andiamocene prima che ci faccia cadere sui piedi la sua calcolatrice… potrebbe pensare che le interessi, è così sfigata che probabilmente un ragazzo bello come te non le è mai stato così vicino” risero tutti. Ma ancora Marcella restò impassibile.Anzi girò la testa per seguire la sua traiettoria fra lo sciame studentesco. Assottigliò lo sguardo, restando in contatto visivo con la sua chioma castana. La vide ridere da lontano. Per un istante provò l’istinto irrefrenabile di sorridere, ogni volta che la vedeva, avrebbe voluto prendere il suo taccuino e ritrarre quel sorriso meraviglioso. Marco le tirò una manica del cardigan, nel tentativo di distoglierla da quell’intontimento.

“Dovresti smetterla di morirle dietro, lo sai che non ti considera nemmeno” sospirò rassegnato. Gli spezzava il cuore vedere la sua migliore amica così persa, così innamorata, guardare colei che dal primo anno occupava i suoi pensieri e a cui aveva dedicato la maggior parte dei suoi schizzi. La bella e dannata Ginevra, l’attrice del liceo, quella sempre in prima fila per le rappresentazioni teatrali,con un sorriso di denti dritti e bianchi, capelli fluenti e chiari occhi magnetici. Carisma da vendere. Carisma che aveva stregato Marcella fin dal primo momento, quando nascosta dietro le quinte l’aveva osservata recitare il ruolo di Porzia nel “Mercante di Venezia” messo in scena nel lontano 2001, quando lei aveva appena tredici anni e aveva appena cominciato a frequentare il “Manzoni”. Allora Ginevra portava l’apparecchio ed aveva i capelli leggermente più corti, ma Marcella l’aveva subito trovata di una bellezza mozzafiato. Si era ritrovata a ritrarla ovunque, dietro il suo libro di biologia, nel suo diario scolastico. Erano passati quattro anni, quasi cinque, da quella volta. Eppure Marcella non si era mai innamorata di qualcuno così incondizionatamente, così violentemente e senza riserve. Aveva speso notti e notti a piangere, dannandosi perché non aveva il coraggio di dichiararsi. Si diceva che c’era tempo, che in fondo non avrebbe avuto senso distruggersi la perfetta immagine che aveva di Ginevra con un suo rifiuto. Un giorno in più non avrebbe fatto differenza.

“Lo so” mormorò lei con voce spezzata, nel vedere come il collo di Ginevra si piegava nel baciare il suo ragazzo. Le passò accanto. Ginevra le fece un cenno. Il cuore le si bloccò in gola come ogni volta.

“Ciao, Marcella” la salutò vivacemente, con quel sorriso solare sempre sulle labbra.

“Ciao” sussurrò lei in risposta, abbassando gli occhi.

Erano passati quattro anni, quasi cinque. Eppure l’amava. Un giorno in più non avrebbe fatto differenza. 

 

  
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