Un anno di melma
Capitolo 1
Tom
Gli abitanti di
Little Brain sono stupidi! Era una considerazione molto diffusa nelle città
vicine, ma Tom Riddle non condivideva lo stesso pensiero, visto che era nato li.
Ormai Tom era diventato un adulto e ora si faceva chiamare Lord Voldemort, “un
nome da deficiente” era stato il commento della madre un attimo prima di morire
per cause inspiegabili.
Ormai Voldemort aveva di nuovo un corpo, visto che fino a pochi anni prima era
costretto a essere ospitato nei corpi altrui; alcuni si chiederanno perché, ma
lui non si sbilanciava quando qualcuno glielo chiedeva, forse anche per il fatto
che non glielo chiedeva nessuno. Ma di questo non c’è ne frega niente. Quello
che ci interessa invece è che in quel momento Voldemort stava camminando per la
strada, col suo solito abito nero col cappuccio che copriva il viso. Inutile
dire che non passava inosservato, dato il fatto che era piena estate e tutti
vestivano con colori vivaci e abiti corti. L’uomo si avvicinò ad una casa,
doveva riposarsi perché era stanco e aveva molto caldo. Proprio in quel momento
una tenera vecchietta uscì dalla casa col suo bassotto. Tom notò subito
l’animale perché era di un color viola a righe vede fluorescente, il tenero
cagnolino si avvicinò al Mago(si perché Voldemort era un mago) e lo abbaiò. Tom
si sentì percosso da una strana sensazione che non riconobbe subito, visto che
non la provava ormai da parecchio tempo, era paura. Il cane abbaiò ancora una
volta avvicinandosi a Voldemort che iniziò a fuggire. Il cane non si perse
d’animo e iniziò a rincorrerlo. Tom correva disperatamente per la salvezza e il
cane continuava a stargli dietro, finché non arrivò in un vicolo cieco, ormai
era spacciato, si coprì il viso con le mani affrontando la morte da vero
uomo....
Dopo diciassette minuti, diciassette secondi e diciassette decimi, Voldemort si
voltò era stanco di aspettare che il cane arrivasse a ucciderlo, così percorse
il vicolo all’indietro svoltando prima della casa della signora. Entrò in un bar
dove prese un cappuccino. Non stava molto bene, forse era lo spavento, o era
qualche cosa che aveva mangiato il giorno prima. Sta di fatto che mentre beveva
il suo cappuccino lo stomaco gli si contrasse in modo oltraggioso e gliene
scappo una terribilmente forte. La stanza si riempì di risate e Voldemort si
vergognò come mai nella sua vita. Dopo un ora e mezza di risate si stancò di
essere preso per il sedere, così si alzò dalla sedia in quella maniera che solo
lui sapeva fare. La stanza tacque e lui annunciò: “me ne vado!”. La voce che
fuoriuscì dalla sua bocca era stridula sottile, quasi come se gliele stessero
pestando. Tutti ricominciarono a ridere e lui se ne andò molto offeso col mondo,
ma mentre se ne andava inciampò sullo scalino...