I've got no shame
Please don’t ever let me out of you…
I’ve got
no shame, oh no, oh no…
Window in the skies – U2
-Sev! Scendi subito a riordinare i pastelli,
birbante!-
Si tolse dalla sua esplorazione sotto il letto, sentendosi
richiamare. Accidenti, dei pastelli si era proprio dimenticato!
Scese le
scale saltando sui gradini, che erano ancora troppo alti, tenendo una manina
sulle sbarre della ringhiera.
Quando saltava dall’ultimo gradino al
pavimento, nel momento in cui il tonfo allegro riempiva il corridoio, la porta
si aprì.
Alzò gli occhi, in alto alto.
Guardò giù e il sorriso che gli premeva contro le
labbra da quel mattino esplose sul suo viso.
Il suo bimbo lo guardava con la
bocca socchiusa, stranito.
S’inginocchiò per terra, di scatto, anche se gli
dolevano tutte le giunture, avendo lavorato dalle cinque di mattina.
Ma
allargò le braccia, sorridendo quasi al riso. Allungò le mani verso di lui, che
sembrava confuso, indeciso su dove andare.
Ricambiò il suo sguardo,
implorandolo con gli occhi.
Ricordati di me. Ricorda che sono tuo
padre.
Si mosse esitante a piccoli passi, ed allungò anche
lui le braccia, automaticamente, perché quelli erano gli occhi di papà, quelli
buoni, non quelli arrabbiati; quelli saldi, non quelli vacillanti. Erano gli
occhi di papà.
-Papà…-
Le loro dita si toccarono e le manine piccole di
Sev sparirono strette dolcemente in quelle di suo padre.
Se lo tirò contro. Lo abbracciò, premendoselo contro
il petto, dove il cuore gli batteva a mille.
Gli baciò la guancia,
solleticandolo con i peli del volto.
-Scusa. Scusami, piccolo. Mi perdoni?-
sussurrò con un filo di voce appena dietro al suo
orecchio.
-Papà.-
Chiamami ancora così.
Ti prego, fa che sia sempre il tuo papà.
Arrivavano dei passi svelti dalla cucina.
Alzò gli
occhi senza lasciare il suo bambino.
Eileen aveva quello sguardo duro come
onice che lo feriva, ma lo sostenne.
Lo
so. Posso solo implorarti. Non mi vergogno a farlo, voi valete di più di
qualsiasi orgoglio.
Sì, lei capì.
Non perdonò. Non poteva. Non subito.
Non per Sev.
Bastava.
Good morning, folks!
Allora.
Window in the skies .
È la canzone di Tobias Snape, siori, ne sono convinta. Se un giorno scriverò
l'apocalittica storia su come Tobias e Eileen si sono conosciuti, avrà quel
titolo.
Con questa Ff chiudo
il discorso che ho iniziato con Pasta di Sale ed ho continuato con
Si guardò le mani.
Chiedo perdono. Non riesco a scrivere di
padri cattivi.
Le persone non sono cattive. Lo diventano. Oppure hanno dei motivi, in alcuni momenti,
per dare fuori di matto. Non dico siano da scusare, eh, sia chiaro, ma
si possono capire.