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Autore: MusicDanceRomance    11/11/2012    8 recensioni
Piccola favoletta su pensieri, idee e una prima ispirazione.
Scritta unicamente per festeggiare... i miei due anni su Efp!
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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I pensieri rispettano un proprio flusso di vita.
Hanno origine il più delle volte da scintille isolate, non vantano legami con le altre idee, superiori o subordinate che siano, e si intrattengono, chi in un tempo limitato, chi in uno oltremodo illimitato, alla ricerca di uno sfogo esterno nelle coscienze del loro abitatore.
Alcuni pensieri crescono timidi e discreti, nuotano nel silenzio delle parole non pronunciate e si estinguono soffocati dopo aver emesso poca luce. La persona che le conserva ne distingue a malapena la fiamma spenta e a stento avverte la loro nascita e morte.
Altri ancora turbinano impetuosi intorno alla mente del loro possessore, pesano, sussultano, strepitano, e si perdono nel rumore di una fretta esplosa, buttati via a voce alta dall’essere umano che le dimentica in un baleno.
Altri pensieri ancora infine non riescono a sopravvivere e morire nell’assenza, né intendono martellare eccessivamente un cervello indaffarato. Chiedono ausilio al sentimento, non discutono, non stuzzicano, non strillano, ma scorrono e bussano delicatamente all’istinto della meraviglia che ogni essere umano custodisce inconsapevolmente dentro di sé. Sanno attendere, questi pensieri. Attendere  il momento opportuno e lo sfogo giusto per crearsi e rinnovarsi. Per farsi sentire davvero.
 
Fu così che un giorno uno di questi pensieri pazienti incontrò un foglio bianco. La ragazza che serbava questo concetto in sé e non ne percepiva ancora la vicinanza si era messa in testa di disegnare un paesaggio marino. Aveva afferrato una matita e cercava il modo migliore per esordire con lo schizzo iniziale. Fu in quell’istante che si sentì ticchettare in testa da una certa voce sconosciuta: “Il mare? Perché disegnare il mare? Il mare non si può disegnare, è troppo grande. Prova a parlare del mare”.
Parlare. Perché si doveva parlare del mare? Cosa c’era da dire sul mare?
Ecco, era il momento opportuno perché subentrasse il pensiero ardito e docile:
“Due innamorati. Il loro primo bacio sott’acqua”.
Non male come idea, ma da dove le era venuta fuori? Non ci aveva mai pensato, ma non era tanto abile per saper disegnare tutto ciò. Come poteva, una dilettante, raffigurare un primo bacio sott’acqua?
-Proviamo prima a scrivere la scena, magari alcune frasi mi aiuteranno a trovare la concentrazione per il disegno!- si disse, e, divertita, mosse la matita nel foglio bianco non per disegnare, ma semplicemente per scrivere.
Con gli occhi non si mettevano a fuoco le immagini invisibili, ma con la fantasia sì.
La luce cristallina del sole giocava sulle ombre delle onde infrante. Il mare era una distesa piatta di azzurro pallido, mossa da un leggiadro vento estivo. Il cielo accoglieva nel suo colore chiaro morbide vele di nuvole. I gabbiani volteggiavano bassi sfiorando l’acqua, creando così schizzi birichini. Dalla spiaggia si contemplava solo lo spettacolo della natura estesa. E nessuno avrebbe notato che, sott’acqua, qualcosa di estremamente più intenso e accecante di un cielo d’estate stava sorgendo.
-Sì, ma a questo punto...- pensò la ragazza -Dovrei dare un nome a questi due tipi che si baciano. Metterò loro i nomi che piacciono tanto a me! Antonio e Viola!
Antonio amava nuotare nel fondo, a stretto contatto con la natura segreta, con l’acqua, il suo elemento. Viola era una campionessa di nuoto, e aveva conosciuto Antonio in piscina poche settimane addietro, e sapeva che vivere a stretto contatto con l’acqua era per entrambi un diritto più che un piacere. Erano diventati molto amici, andavano d’accordo su tutto. Non si resero nemmeno conto che, accompagnati dalla corrente marina, stavano andando l’uno incontro all’altra. Non sapevano cosa volevano, non sapevano cosa sarebbe accaduto, ma sapevano già che quel momento lo avrebbero dovuto ricordare per tutta la vita. Fu un attimo, un incontro di labbra, un tocco leggero e sfuggente, un’accoglienza inaspettata e piena di bruciore sconosciuto...
-Sì!- pronunciò la ragazza, ancora -Così mi piace. Però questi due... come continuerà adesso la storia su questi due??? Chissà chi sono, a questo punto mi sono incuriosita, sembrano già così innamorati! E se invento che lei è molto ricca e lui povero e dovranno fare i conti con i parenti presuntuosi e altolocati di lei?
La ragazza aprì un quaderno nuovo, che avrebbe dovuto sfruttare per i compiti di latino.
-Ma sì, usiamo questo quaderno per qualcosa di più divertente!- declamò -Finché ne avrò voglia, almeno...
Lei non lo sapeva ancora, ma con quella prima idea, scaturita così innocentemente, che chiedeva solo di immaginare nei dettagli un primo bacio sott’acqua, si sarebbero susseguite molte altre, come in un effetto a catena, come in una tempesta senza fine.
Le altre idee che sarebbero venute alla luce anche negli anni successivi non erano più silenziose e pazienti come quella del primo bacio sott’acqua, anzi, per la maggior parte esse fischiavano prepotenti ed esigevano subito di essere partorite per trovare consistenza nuova ed eterna, ma non la infastidivano più: lei sapeva quello che voleva fare. Lei sapeva che quelle idee sarebbero rimaste le sue migliori amiche, e che le avrebbero fatto compagnia sempre, nei momenti lieti e tristi della sua vita, e che, se spesso alcune, come i pensieri timidi, preferivano rimanere nascoste nel buio, spettava a lei ridestarle e riportarle al giusto splendore, dentro un foglio bianco che magari nessuno avrebbe mai letto ma che, ugualmente, avrebbe permesso loro linfa vitale.
Così, foglio dopo foglio, idea dopo idea, pensiero dopo pensiero, sorse ciò che riposava da tempo nel suo cuore, la scintilla primigenia che si era impressa nell’anima con discrezione e serenità, in attesa dello sfogo giusto in cui manifestarsi.
A lei piaceva scrivere, inventare, distruggere, dominare, creare, far innamorare, far soffrire, far sognare, far trionfare, e non avrebbe mai dovuto smettere di farlo.
 
 
Oggi faccio il compleanno su Efp, da due anni sono iscritta e due anni fa ho pubblicato la mia primissima storia, proprio un’originale, dal titolo “I sogni degli altri”. Quindi volevo festeggiare la ricorrenza e ho buttato giù questa favoletta, di come una ragazza scopre che la sua passione sarà la scrittura, e mi sono divertita a personalizzare e caratterizzare i pensieri interiori.
La storia non è assolutamente autobiografica, il mio approccio alla scrittura è avvenuto in tutt’altro modo, e, santo cielo, in modo molto molto più complesso e contorto!  ^_^
Io spero che vi sia piaciuta, intanto festeggio i miei due anni su questo splendido sito che mi ha dato tanto! Kiss!!!
  

   
 
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