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Autore: HORANgotango_1Directioner    11/11/2012    0 recensioni
Questa storia parla di una ragazza di 17 anni, lei si chiama Rebecca.
E’ una ragazza alta, magra, occhi verdi e i capelli che buttano sul biondo. Caratterialmente è una ragazza dolce e gentile, ma se toccano la sua famiglia esce fuori di se.
Vive a Treviso insieme ai suoi genitori e a suo fratello Enrico Nadai.
Esatto, un membro della band “I gimme five”.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 11.

Si staccò dolcemente dalle mie labbra e mi abbracciò forte.
-Cristo, quanto mi sei mancata Rebecca- mi sussurrò all’orecchio
-Ti voglio bene Ale- sussurrai a sua volta.
-Anche io, vieni qui- disse mettendosi seduto sotto il ciliegio.
Mi misi vicina a lui e continuò ad abbracciarmi, quanto mi era mancato sentimi parte di lui.
-Che dici di telefonare a tuo fratello? È davvero in pensiero- disse accarezzandomi i capelli.
Annuii con la testa, presi il telefono.
-Pronto?- rispose Enrico con una voce che mi faceva paura, sembrava terrorizzato.
-Enrrico- dissi a bassa voce
-Rebeccaaa! grazie a dio, dove sei? Stai bene?- iniziò a farmi domane su domande.
-Si tranquillo sto bene, sono con Alessandro- dissi guardandolo, lui mi sorrise.
-Per favore torna a casa, siamo tutti in pensiero- stava piangendo
-Enry per favore non piangere, mi dispiace avervi fatto preoccupare- dissi abbassando la testa e a questo mio gesto Ale mi stinse forte a se e mi baciò la guancia.
-Adesso non importa, ma per favore torna- non l’avevo mai sentito così, mi sentivo terribilmente in colpa.
-Sto arrivando, tranquillizza tutti a dopo - riattaccai e guardai Alessssandro preoccupata.
-Stai tranquilla si sistemerà tutto..hai me adesso- mi diede un leggero bacio e poi iniziammo a camminare verso casa. Lui mi stringeva la mano e qualche volta ci guardavamo e sorridevamo.
-Alessandro mi dispiace- dissi 
-Ancora? Rebby te l’ho già detto, dimentichiamoci di tutto- mi sorrise.
Lo fermai e lo abbracciai, avevo bisogno di sentirmi protetta e solo lui riusciva a darmi quella sensazione. 
-E questo abbraccio?- mi chiese lui, mettendo la sua fronte sulla mia.
-Mi sei mancato tanto- dissi strofinando il mio naso al suo.
Mi strinse a se e mi baciò dolcemente.
-Anche a me- disse.
Continuammo a camminare e poco dopo arrivammo, iniziai ad avere paura.
-Ho paura- dissi fermandomi.
-Dai tranquilla ci sono io- 
-Ale no, nessuno deve sapere di..- 
-Noi?- finì la frase
-Già o almeno non adesso-
-Aspetteremo, non ti preoccupare- mi baciò l’ultima volta poi bussammo.
Si aprì la porta e le mie gambe iniziarono a tremare come foglie. Mi ritrovai di fronte Enrico che si gettò letteralmente su di me, quasi mi fece cadere.
-Finalmente!! Rebecca ma cosa ti è preso?- disse raggiungendoci mia madre
Enrico non mi faceva parlare, mi teneva talmente stretta a lui che quasi mi soffocava.
-Enry mi stringi troppo forte- gli dissi ridendo.
Si staccò, mi guardò negli occhi e poi mi riabbracciò.
-Cristo Enrico e lasciami- rise anche lui questa volta.
Entrammo tutti in casa, presi un asciugamano e mi strofinai i capelli che ancora erano bagnati a causa della pioggia. Ci mettemmo tutti seduti in cucina, mi guardavano.
-Mi dispiace- in quel momento mi uscirono solo quelle parole.
-Perchè sei scappata così? Cosa è successo?- chiese mio fratello stringendomi la mano.
-Ho avuto un momento di confusione. Non ci ho visto più,..avevo bisogno di stare un po’ da sola-
-Sai che non si scappa dai problemi?- disse mio padre
-Si lo so papà, ho preso una decisione affrettata lo ammetto-
-Va bene basta. Rebecca è qui, ed è questo l’importante- disse mia madre sorridendo.
Restammo lì a parlare, mangiai anche qualcosa.
Guardai l’ora, segnavano le dieci, ero davvero distrutta.
-Scusate ma ho sonno, vado a dormire-
Abbracciai tutti e mi diressi in camera, misi il pigiama per poi infilarmi sotto le calde coperte.
Ripensai a tutta la giornata, un sorriso si fece largo sul mio volto al solo pensiero che Alessandro mi aveva baciata. Stavo quasi per addormentarmi, quando sentii bussare alla porta.
Vidi fare capolino Ale che entrò chiudendo la porta alle sue spalle.
-Cosa ci fai qui? E se entra qualcuno?...- mi zittì posando le sue labbra sulle mie.
Si staccò e mi guardò negli occhi, sorrise.
-Perchè sorridi?- gli chiesi mettendomi seduta sul letto.
-Perché mi rendi così felice- disse baciandomi una mano.
Arrossii, era così perfetto, la sua dolcezza era infinita.
-Quanto sei bella quando arrossisci- 
-Smettila Casillo!- risi.
Mi accarezzò la guancia e poi si avvicinò alle mie labbra, finimmo nuovamente in un bacio che sapeva di noi.
-Adesso dormi che hai passato una giornata davvero pesante-
Mi rimisi sotto le coperte e lo guardi andare via dalla stanza sorridendo.
CONTINUA

SCUSATE, SCUSATE, SCUSATE! E' da secoli che non continuo questa storia, ma non ho avuto tempo.
Vi ricordo che la trovate anche nella mia pagina FACEBOOK che si chiama: Alessandro ed Enrico: i nostri angeli.
Troverete tante altre storie. Alla prossima! :D
  
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