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Autore: Road_sama    11/11/2012    2 recensioni
“Tu…” sollevò la katana e la puntò verso Allen che si irrigidì all’istante. Vi fu qualche istante di silenzio tombale. “Tsk, tu sei troppo mammoletta per fare un tiro del genere.” disse voltandosi a fissare uno ad uno nella stanza.
Genere: Comico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Allen Walker, Nuovo personaggio, Rabi/Lavi, Un po' tutti, Yu Kanda | Coppie: Kanda/Allen
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ed eccomi di nuovo con il penultimo capitolo! Si parlerà poco di Allen e Kanda e solo nel prossimo potrete avere la risposta ai vostri dubbi. (la risposta che aspettate tutte immagino xD) Questo capitolo sarà invece decisivo per Lavi e Kitty che… non vi faccio spoiler, quindi buona lettura :)
 


Summer Party!
 


Tutti si stavano dando un bel da fare per la festa. Ero veramente contenta che Bookman mi avesse lasciato fare. In fondo non era così bacchettone! Sorrisi tra me e me.
“Allen, usiamo le casse che abbiamo usato ieri sera?” chiesi all’amico poco lontano da me. Lui si riscosse dopo un po’ e annui stancamente. Mi dispiaceva un sacco per lui. Kanda era stato veramente idiota a mollarlo così, a guardarlo schifato! Appena l’avrei visto gli avrei fatto io un bel discorsetto.
Fortunatamente i ragazzi erano fuori altrimenti non so come avrebbe fatto Allen.
“Bene, dobbiamo creare una specie di sala d ballo, quindi dobbiamo togliere tutti e tavoli e lasciarne un po’ ai lati.” Urlai agli altri con decisione. Sarebbe stato tutto perfetto entro sta sera!
“Voi, li!” puntai il dito contro quattro ragazzetti addetti alle valige. Erano seduti ad un tavolino e stavano giocando a carte con Tiky. Loro si voltarono con un’espressione del tipo – aspetta che arriva questa a romperci le palle…-
“Muovete i vostri fondoschiena principeschi e datevi da fare come gli altri!” gli sbraitai dietro indicandogli un punto della stanza.
“Preparate il palco scenico!” loro sbuffarono ma, si mossero dalle sedie. Mi avvicinai a Tiky che stava contando quanti soldi aveva fatto. Lui adorava il poker e vinceva qualsiasi partita, a parte quelle contro Allen…lui era più bravo di Tiky a barare.
“Scansa fatiche che non sei altro!” lui inclinò leggermente la testa a fissarmi.
“Ti metto anche a te a…” si sporse verso di me e mi appoggiò le dita dietro alla nuca.
“Diventi ogni giorno sempre più bella…” Quello sguardo di ghiaccio ma anche di fuoco, quegli occhi ambrati, quell’espressione… maledetto donnaiolo! Mi allontanai di scatto.
“Brutto donnaiolo! Se non vuoi aiutare sparisci!” lui fece spallucce e uscì dalla sala da pranzo. Certo che li portava bene i suoi anni…
“Kitty! Che tovaglie usiamo per i tavolini?” chiese Miranda sull’orlo di una crisi.
“Io opterei per colori diversi. La sala sarà illuminata da una luce come quelle discoteche, quindi ogni tavolino con un colore diverso.” Affermai convinta. A momenti lei si metteva a piangere per la gratitudine.
“Grazie!!”
Oserei dire che stia andando tutto alla perfezione. La festa di sta sera sarà una vera festa e quest’albergo vedrà finalmente una degna pubblicità. Guardai fuori e osservai attentamente il cielo. Era grigio opaco e piovigginava. Avrei fatto una festa in piscina se non ci fosse questo clima autunnale! Ritornai ad osservare l’interno e tutti che si davano da fare. Ora che ci penso, era la prima volta che tutti quelli dell’albergo collaboravano. Mi sentii veramente gratificata. L’unico lato negativo era che non ci avrei partecipato… ma, riuscirà lo stesso, me lo sento.
 
“Alla vostra destra, potete notare una copia del quadro di…”
“Ma che palle sta roba! Siamo o non siamo un’Accademia di combattimento?!” brontolai annoiato. Fissai Kanda in cerca di approvazione ma, lui non sembrava neanche avermi sentito. Strano per uno come Yuu-chan.
“Hei Yuu…tutto bene?” chiesi preoccupato, ma l’altro non rispose. Gli appoggiai una mano sulla spalla e lui sobbalzò. Mi ritrovai con una katana puntata al collo.
“Eh…ehm…Yuu…non volevo…farti arrabbiare…” quasi non respiravo per paura di essere ferito. Lui fece uno sguardo stupito e osservò la posizione che aveva assunto.
“Ragazzi…tutto bene la in fondo?” la guida ci stava fissando inquietato. Kanda con un gesto fulmineo rinfoderò Mugen.
Quel comportamento da parte di Yuu era veramente strano. Che gli fosse successo qualcosa?
“Yuu cosa c’è che non va?” chiesi molto diretto. Lui mi fissò con quei suoi sguardi di ghiaccio. Se mi avesse fatto la stessa faccia due settimane fa mi sarei ritirato dietro Lena Lee o qualcun altro ma, ora no. Ora, dopo averlo visto in quella –vacanza- comportarsi in modo così umano, quello sguardo non mi faceva più paura. Lui ricominciò a fissarsi i piedi e a nascondere gli occhi sotto la frangia scura. Lo presi per un braccio e lo costrinsi a guardarmi.
“Tsk…che vuoi?!” sibilò lui.
“Smettila di fare come al solito l’asociale e dimmi che hai!” gli urlai quasi, infatti si voltarono tutti a guardarci.  Ma, Kanda prontamente fece uno dei suoi sguardi –ti faccio a fette se continui a guardarmi- e li fece rigirare tutti. Gli puntai di nuovo lo sguardo addosso. Lui con un gesto secco si riprese il braccio che ancora tenevo stretto in mano.
“Cosa ti fa pensare che abbia qualcosa?” sibilò di nuovo lui.
“Perché sei più irritabile del solito, visto la scenata che hai fatto prima con Mugen.” Affermai con tono quasi provocatorio.
“Tsk…non capisco perché dovrei venire a dire a te quello che mi gira per la testa…” borbottò Kanda.
“Perché sono io l’unico pazzo che ti sta vicino  e anche se per una volta togli quelle fottute barriere che ti girano intorno, fidati, non muori, no!” Ma perché deve avere sempre da ridire su tutto quello che gli chiedo? Deve smetterla di fare così, non ci guadagna a tenersi tutto dentro come è successo con Alma.
Non insistetti, se voleva farsi del male, allora che faccia pure. Passò qualche secondo prima di sentirlo di nuovo parlare.
“Ho fatto un casino…con…Allen e…non so come rimediare…” Cazzo ha parlato! Miracolo! Si è confidato! Finalmente! Sorrisi tra me e me.
Ora però bisogna capire che tipo di casino e perché con Allen?
“Che tipo di casino?” gli chiesi esultando tra me e me e ripetendomi un –chi è il migliore?!-
Lui non rispose.
“Allora…è un casino veramente irrimediabile o che parlandogli puoi sistemare?” forse messa così mi avrebbe risposto. Tacque per qualche istante.
“Non lo so…non sono bravo a parlare. Soprattutto con il moyashi.” Ovvio che non sapeva parlare, non ci ha mai provato!
“Prova…che ne so preparati un discorso, se gli parli non penso che peggiorerai ulteriormente la tua situazione.” Kanda mi guardò. Poi annui quasi impercettibilmente. Gli sorrisi contento che lui si fosse aperto. Stavo per dirgli –non vedi che se parli stai meglio?- ma lui mi anticipò.
“Che hai da guardare coniglio?!” sospirai. Ed ecco che ritorna la barriera!
 
La mattinata e l’intero pomeriggio passò in un batter d’occhio. Senza che me ne accorgessi erano già le sette di sera, ovvero l’inizio della festa. Erano tutti stanchi, se lo meritavano un po’ di riposo.
“Bene ragazzi…sono le sette meno cinque, quindi tra pochi minuti inizierà l’evento per cui abbiamo sudato tutto il pomeriggio. Come ultimo ordine vi dico questo: Divertitevi e per una volta comportatevi da ospiti non da personale dell’albergo! Buon Summer Party!”
I ragazzi all’interno della stanza esultarono e tutta la stanchezza che avevano fino a quel momento scomparve improvvisamente. In un secondo la sala fu completamente sgombra. Sospirai, se quella forza l’avessero scatenata prima avremmo finito tre ore fa!
“Pare che siano incredibilmente rinati…” osservò Allen, era la prima frase completa che gli sentivo fare oggi.
 Tra qualche istante sarebbe rientrato Kanda e se incontra Allen?
“Senti io vado ad avvisare nelle cucine tu vai pure in camera a prepararti, tra un po’ ti raggiungo.” Gli sorrisi, almeno così avrei ritardato l’incontro fatale. Lui annui e uscì dalla stanza.
 
Nonostante fuori avesse ricominciato a piovere la Hall dell’albergo brulicava di sconosciuti. Ero ritornato in camera e avevo perso di vista Kanda.
“Spero di non avergli fatto venire strane idee…” pensai a voce alta. Lo cercai dappertutto ma, sembrava si fosse polverizzato. La folla di gente cominciò a muoversi e fui trascinato con forza dentro la sala da pranzo. Possibile che ci siano tutte quelle persone in questo alberghetto?
Quello che mi stupì però non fu la gente, ma il luogo. A quanto pare Bookman si era fatto da parte, perché la stanza era decorata con colori shocking molto giovanili. Al centro del soffitto c’era un enorme palla da discoteca. Sorrisi. Ci sarebbe stato da divertirsi! Non vedevo nessun membro dello staff, quindi sperai che anche Kitty fosse libera. Iniziai a cercarla ma la mia attenzione fu attirata da uno strano movimento dietro di me. (Da qui ascoltate “Don’t stop believin” interpretato dal Glee Club)
“Buonasera a tutti gente!” Mi voltai e, sopra al palco posizionato sul fondo della stanza c’era Kitty. Un’incantevole Kitty. Rimasi immobile a fissarla e se non fosse stato per tutta quella gente avrei continuato a tenere la bocca semi aperta. Il viso leggermente abbronzato era incorniciato da capelli corvini leggermente mossi che ricadevano sulle spalle nude. Le due ciocche più esterne erano raccolte in una piccola coda dietro la nuca a richiamare la tipica pettinatura elfica che hanno gli attori nei film fantasy.  Sulle palpebre c’era un leggero accenno di trucco e alle orecchie portava degli orecchini non troppo vistosi. Il vestito era senza maniche, composto solo da un corpetto e da una folta gonna. Era blu ed erano sparsi qua e la merletti di pizzo bianco e azzurro chiarissimo. Il mio occhio seguì attentamente i contorni di quel corpo così affusolato e perfetto. Mi persi tutto il discorso di introduzione per lei. Perché in quel momento esisteva solo lei.
Con fatica, notai anche Allen appostato dietro a Kitty e vicino ad un pianoforte. Era vestito molto elegante: uno smoking nero e un papion attorno al collo.
“…Dunque buona serata!” A quanto pare loro due facevano da intrattenimento al pubblico. Aprirono la serata con Allen che imitava il vecchio panda e che raccontava varie gaf su di lui. Poi verso le nove di sera cominciarono con le canzoni. Con mio grande stupore, Kitty cantava e Allen l’accompagnava con il piano. Le canzoni erano intervallate con un intervento del pubblico. Venivano fatte domande, sondaggi o giochi di magia a cui la gente partecipava attivamente.
“Bene, ora principi prendete per mano le vostre principesse e accompagnatele in questo ballo da sala!” Le persone all’interno della stanza si divisero in coppie mentre Kitty cominciava a cantare “Innocence” di Avril Lavigne.
Io osservavo la scena sorseggiando un po’ di vino. L’ultima serata che avrei trascorso con lei stava andando a rotoli. Ma, non volevo lasciarla domani mattina…
Mi persi in pensieri sul mio futuro che non avevo mai fatto o almeno non ritenevo così importanti. L’Accademia non sarebbe durata per sempre. Che avrei fatto dopo?
Persi lo sguardo nel vuoto e non mi accorsi nemmeno della fine della canzone.
 
“Hey, che fai qua con quell’espressione triste in feccia?” Kitty mi era davanti e sorseggiava un po’ di acqua. Da vicino sembrava ancora più bella…
“Non dovresti intrattenere il pubblicò?” Chiesi io, mi ero perso un passaggio.
“L’ho appena detto! Ora c’è pausa fino alle undici.” Esclamò lei tra lo stupito e l’irritato. Io le sorrisi tristemente.
“Ho visto che durante il ballo di prima non avevi una principessa…come mai? Tu non sei uno di quei pervertiti sempre alla ricerca di qualche ragazza abbordabile?” Domandò lei con tono quasi provocatorio.
Io mi alzai e mi parai davanti a lei. Lei fece mezzo passo indietro.
“Perché la mia principessa era sul palco, impegnata a rubarmi il cuore.” Dissi tutto d’un fiato. Lei rimase immobile per qualche secondo poi, sorrise e quel sorriso mi colpì dritto al petto. Mi prese per lo smoking e mi costrinse ad abbassarmi.
“Sei un pervertito idiota che mi fa sembrare un mostro.” Sussurrò lentamente incredibilmente vicino alle mie labbra. Poi si avventò sulla mia bocca e finalmente quel bacio che aspettavo da una settimana mi arrivò. Dolce e impaziente allo stesso tempo. La attirai a me per la vita per approfondire quel bacio.
No, decisamente non l’avrei mai lasciata domani mattina. Ora sapevo che il mio posto sarebbe stato sempre li a fianco a lei.

 
To Be Continued…
  
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