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Autore: youmovemekurt    11/11/2012    2 recensioni
E si era alzata, si era seduta affianco a lui e aveva lentamente detto con un sorriso stampato sul volto - Sono tornata a Dicembre non appena ti ho visto, Louis- mentre Louis non perdeva un minuto di più e si limitava ad infrangere il suo dolce sapore con quello della ragazza mentre si ritrovava a pensare che poi, in fondo, Dicembre non era poi tanto male.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Back to December.

Un anno, era passato esattamente un anno da quel Dicembre che ha segnato la sua vita, Louis, quel ragazzo che tanto amava se n'era andato subito dopo la loro prima volta. E lei lo amava, Erika amava quel sorriso che si apriva sul suo viso perfetto ogni volta che i loro sguardi si incrociavano.
Ed era passato un anno, un anno pieno di lacrime, cicatrici impresse sulla pelle e paure. Paura del suo ritorno, perché sicuramente lei ci sarebbe stata, l'avrebbe accolto a braccia aperte perché era una ragazza che tendeva a dare troppo a chi non meritava nemmeno un quinto di quel suo carattere così acido ma che rimaneva impresso nelle persone. Sia nel bene. Sia nel male.
E, infatti, così accadde.

**

Era un Mercoledì freddo e piovoso, come sempre d'altronde. Erika se ne stava dietro il solito bancone della pasticceria di suo zio intenta a preparare vassoi per coppie felici che festeggiavano il loro anniversario. Una cosa dannatamente dolce.
Quando una voce la fece sobbalzare, - Erika, ti vogliono, passa dal retro- aveva detto suo zio, con quella voce estremamente gelida, i capelli che sparivano poco a poco e il pollice puntato verso la piccola porta di vetro presente dietro di lei. Si tolse letamente il grembiule porpora, lo appese e aprì lentamente la porta. La peggiore decisione della sua vita.
Davanti a lei se ne stava Louis, le solite toms marroni ai piedi, jeans stretti che gli mettevano in risalto le gambe magre e muscolose -probabilmente per via del calcio- e la camicia a quadretti che lei gli aveva regalato gli fasciava perfettamente il busto. I capelli arruffati, sciarpa intorno al collo e guance arrossate per via del freddo.
Non era cambiato di una virgola e improvvisamente una gioia che mai era stata presente in lei la pervase, era davvero felice di vederlo dopo tutto quello che le aveva fatto?
-Erika, non sei cambiata per niente- e quella voce acuta le perforava i timpani mentre un senso di protezione e casa si impossessava di lei. Ed effettivamente era vero, stessi occhi marroni che al sole risultavano dorati, stessi capelli mossi, stessa lei. -Già- riuscì solamente a dire mentre cercava di ricacciare dentro le lacrime, che sicuramente sarebbero uscite, alla vista della persona che ancora amava.
-Possiamo parlare?- aveva chiesto gentilmente Louis indicando un tavolo dietro di lui all'interno di una rustica tavernetta malandata, lei scosse la testa. -Ti prego, Erika- aveva ripetuto afferrandole delicatamente la spalla, mentre i suoi occhi azzurri penetravano nella sua pupilla, e tutto improvvisamente iniziava ad avere un senso. E si sa, Erika è troppo buona con le persone che la hanno fatta soffrire, glielo diceva anche sua madre, ed è per questo che annuì mentre veniva lentamente trascinata dentro quel cubicolo e si sedeva davanti a Louis, che aveva iniziato a giocherellare col bordo del tavolo.
-Allora, come va la vita? Come sta tua madre?- aveva detto mentre si spostava il ciuffo con una mano, Erika restò impassibile, il cuore che le batteva come non mai nel petto, la delusione nel sentirsi domandare della sua famiglia mentre in realtà era lei ad essere stata ferita. Doveva chiederle di lei, di come è stata in un anno senza di lui, non di sua madre. Ma si limitò solamente a rispondergli, come suo solito fare, dolcemente. -Mamma sta bene, ha sentito la tua mancanza, e non solo lei- aveva detto mentre si portava una mano alla bocca, coprendosela non appena si rese conto di ciò che effettivamente aveva detto. Louis accennò una risata. Quella risata che Erika poteva solamente sognare la notte. -Senti, mi dispiace- le aveva detto poi serio, guardandola dritta negli occhi che diventavano leggermente a mandorla ogni volta che sorrideva, lei in tutta risposta li chiuse di scatto, mentre una piccola lacrima iniziava a rigarle il volto. - Ti dispiace? E di cosa esattamente? Il fatto che dopo la mia prima volta tu te ne sei andato o ti dispiace solamente di avermi usato? Di non esserti fatto sentire per un anno intero?-
E lei non era la tipica ragazza che amava urlare o litigare, ed ecco perché aveva pronunciato quella voce con voce tremante. E Louis si sentì morire per un secondo mentre il senso di colpa iniziava a corroderlo. Sapeva di aver sbagliato, sapeva di essersene andato dopo la loro prima volta, sapeva di aver sbagliato a sparire per un anno intero. Perché Louis lo amava, l'aveva sempre fatto ma si sa, esternare i suoi sentimenti non è mai stato il suo forte.
E allora aveva preso la mano della ragazza tra le sue, mentre col pollice le accarezzava il dorso. Ma lei la ritrasse, e lui non se ne stupì.
-Mi dispiace, Erika. Lo so, so di essere stato una persona orribile- aveva ammesso mentre si toglieva la sciarpa lentamente, lei smosse la testa. - Louis, il ricordo di te che esci da quella porta è nella mia mente ogni singolo giorno. Tu che raccogli i vestiti e che esci sussurrando solamente uno 'scusa' mi sta uccidendo. Non mi hai nemmeno dato l'ultimo bacio, e io ti amavo Louis, ed ora non faccio altro che pensare a quel Dicembre che consideravo perfetto, perché c'eri tu- ed era sbottata, ma non se ne pentiva, non si era mai sfogata con nessuno. Nemmeno con sua madre. L'unica persona che voleva al suo fianco era Louis, ma ora che era lì davanti a lei non sapva come comportarsi, cosa dire.
E i ricordi iniziarono ad invadere la mente del castano che fino ad ora aveva cercato di reprimere i sentimenti, o per lo meno il suo orgoglio. - Mi dispiace, sul serio. E il fatto che io sia qui a dirtelo dovrebbe davvero fartti capire che non sto mentendo. Mi conosci più di chiunque altro, Erika. Sai che sono una persona orgogliosa, che non so esprimermi. Ma ora sono qui, ci ho messo un anno, mi dispiace, ma sono qui a ricordarti quanto siamo stati bene, noi due - aveva detto mentre le corde vocali vibravano, mentre la voce si abbassava poco a poco e una fitta al cuore arrivava. E lo sapeva Erika, sapeva che Louis stava dicendo la verità. Lo leggeva nei suoi occhi che diventavano lucidi ad ogni parola. Lo leggeva nella sua bocca che si inclinava verso il basso. Lo leggeva nelle sue mani che stavano torturando la pelle intorno alle unghie. Lo leggeva in Louis Tomlinson che non stava mentendo.
- Un anno Louis, è passato un anno- aveva ammesso mentre altre lacrime le rigavano il viso, tanto che alcuni passanti si fermavano fuori dalla vetrina ad osservare la scena, incuriositi da quella strana coppia di giovani di fronte a loro. - Volevo chiamarti il giorno del tuo compleanno, ma ho avuto paura. Io, Louis, ho avuto paura, ti rendi conto?- aveva detto sbottando in una risata isterica, e Erika sapeva che da lì a poco l'avrebbe perdonato perché per la prima volta lo stava facendo aprire. Gli stava facendo confessare i suoi sentimenti.
- Ho pensato a te ogni giorno di quest'anno. Non ho dormito e quelle poche volte in cui l'ho fatto ti ho sognato. Ho sognato i tuoi baci, quelli che sanno di te. Quelli che mi fanno impazzire. Ho sognato le nostre giornate in spiaggia, quelle in cui facevo finta di avere un crampo solo per farti entrare in acqua e poterti baciare, proprio come nei film. Ho sognato i tuoi capelli mossi che quella sera, la nostra prima sera che stavano sparsi sul cuscino, quelli che dopo sapevano di me.
E ho capito di amarti questo autunno. Quando le foglie se ne stavano pigramente sulla strada, ho capito di amarti perché in quelle foglie ho visto il tuo riflesso, mi sono sdraiato su quel prato che tanto ami e mi sono lasciato andare. Ho capito di amarti questa estate quando nei volti sorridenti delle persone vedevo te. Ho capito di amarti questa primavera, quando i fiori sbocciavano e davanti a casa mia e l'aiuola si riempiva di un rosso acceso, e so che ami il rosso. Ho capito di amarti quest'anno, ogni giorno, ogni minuto. Vedevo te, Erika, ti vedo ovunque.
Ed ora è inverno e esattamente un anno fa uscivo dalla tua vita, da quella stupida porta che ha rovinato tutto, e dopo un anno passato ad imparare ad amarti sono qui, davanti a te, a chiederti di tornare a Dicembre, ti prego, torniamo a Dicembre-

Aveva detto tutto d'un fiato e Erika sarebbe sicuramente svenuta da un momento all'altro.
Un sorriso le apparve sul volto e immediatamente gli occhi di Louis si fecero lucidi, gli era mancato così tanto il sorriso della ragazza che amava.
E si era alzata, si era seduta affianco a lui e aveva lentamente detto con un sorriso stampato sul volto - Sono tornata a Dicembre non appena ti ho visto, Louis- mentre Louis non perdeva un minuto di più e si limitava ad infrangere il suo dolce sapore con quello della ragazza mentre si ritrovava a pensare che poi, in fondo, Dicembre non era poi tanto male.
  
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