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Autore: FragileGuerriera    11/11/2012    7 recensioni
Trent'anni dopo la battaglia con Galaxia Haruka e Michiru non sopportano la presenza l'una dell'altra, al punto da mettere in crisi il sogno della loro pricnipessa Usagi: tornare felicemente tutti quanti al Silver Millenium. Ma come può un amore, più volte sopravvissuto alla morte stessa, cessare da un giorno all'altro? Ma soprattutto è davvero finito l'amore che ha legato le due guerriere dai tempi del liceo per tanti anni?
AVVISO: se dovesse capitare di vedere questa storia tra le aggiornate o nuove, in realtà sto solo correggendo alcuni errori di battitura o carattere.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri | Personaggi: Haruka/Heles, Michiru/Milena, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna serie, Dopo la fine
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Un capitolo omaggio per chi mi ha seguito fin qui :-)
E' la prima volta in assoluto che scrivo qualcosa di questo genere, però... anche se il capitolo di base l'ho scritto all'inizio della pubblicazione di questa long, è stato più forte di me! XD Spero di aver fatto un lavoro almeno decente e di non deludere nessuno.
Ho letto solo in settimana che basta anche un capitolo da rating rosso per mettere questo rating all'intera storia. Ma, a meno che non siano gli amministratori stessi del forum a riprendermi, seguo la logica precedente e lascio quello arancione. Suvvia, un capitolo finale come può influenzare il contenuto di tutti i precedenti, al massimo da rating giallo?
L'immagine... Lasciamo perdere. Intendiamoci: mi piace moltissimo, però le ho provate tutte per ingrandirla senza che venisse sgranata, ma è stato impossibile purtroppo. Perciò mi arrendo e la lascio a dimensioni naturali, anche se sono davvero ridotte :-| L'unica cosa che posso provare a fare (tempo a disposizione permettendo) è centrarla.
Come sempre tengo a ringraziare: maxiex5453; skullrose; meiousetsuna; MATT BIANCO; Yas Venice, senpai di scrittura.
Ringrazio quelli che hanno seguito la storia, l'hanno messa tra le seguite, preferite, o ricordate e chi ha recensito e chi recensirà quest'ultimo (finalmente) capitolo.
Saluti speciali a Wiky91.
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Capitolo extra.


Marzo. Haruka spense la moto, si tolse il casco e s'infilò in tasca il portachiavi che le aveva regalato Michiru l'anno prima. Ancora due settimane ed il campionato sarebbe iniziato nuovamente, in Australia. Amava il suo mestiere e si considerava fortunata ad aver avuto l'opportunità di lavorare ancora direttamente con le monoposto. Chiamò l'ascensore. Il lavoro di team manager non le dispiaceva; non era come fare il pilota, ma andava bene anche coordinare gli altri: meccanici, ingegneri e piloti. Era il quarto anno che ricopriva la carica di team manager e non si trovava male. "Piuttosto che essere il secondo pilota!".
Ricordava ancora quel giorno di sole in cui il suo team manager le propose di lasciare la Ferrari  per passare il testimone ad  un giovincello di vent'anni. -Sai, Tenoh, ormai hai quarantadue anni... Dobbiamo far spazio anche ai giovani.
-Ho quarantadue anni, ma l'energia non mi manca. Anche tu fino all'anno scorso me lo dicevi. E' come se avessi trent'anni!
-Appunto "è come se", ma non li hai più! Alla Red Bull hanno bisogno però del secondo pilota e ci hanno detto che a loro non spiacerebbe averti in squadra.
-Mi vuoi passare ad un'altra casa automobilistica?- domandò non credendo alle sue orecchie.
-Se è per il ruolo che copri sappi che è solo una questione formale, non è che al secondo pilota è proibito vincere i campionati- finse l'altro di non capire quali fossero le sue vere preoccupazioni.
Inutile negare il fatto che tale discorso la prese alla sprovvista, così come inutile sarebbe stato negare che aveva meditato alla proposta del suo team manager, non era la Ferrari, ma almeno avrebbe corso ancora per un po'di anni. Alla fine però credette che per una questione di orgoglio e dignità sarebbe stato meglio chiudere la sua carriera in F1 quello stesso anno, a quasi quarantatre anni, come primo pilota e per la Ferrari. Altro che in una scuderia dal passato infelice e dal futuro ancora incerto.
Riuscì a stare a casa solo tre mesi prima di proporsi come team manager, prima di scoprirsi quindi ottima stratega anche dietro le quinte.
Non era come gareggiare in prima linea, ma era emozionante lo stesso. "In particolare è emozionante vincere contro chi mi ha spinto nelle mani del nemico per via della mia età anagrafica". Sorrise mentre scese dall'ascensore e aprì la porta di casa. "Un altro mesetto da dedicare alla mia famiglia però non mi sarebbe dispiaciuto". Riflettè su quell'ultima considerazione e pensò ad alta voce: -Aahhh, sto davvero diventando vecchia.

-Chi è che sta diventando vecchia?- si sentì domandare dalla violinista alle sue spalle. Si girò dalla sua parte e la trovò in un vestito turchese che ricalcava perfettamente le sue forme. -Come mai sei così elegante?
-Sono appena tornata dalle prove di presentazione dell'album e conseguente intrattenimento con il mio manager. Non ti ricordi più?
-Certo, non hai nemmeno voluto che ti accompagnassi, ora capisco perchè... Così ben vestita e così scollata dietro, da sola con il tuo manager...- alludendo a qualcosa di poco professionale nella relazione tra i due appoggiò una mano a palmo aperto sulla sua schiena.
-Non cominciare con la tua gelosia.
-Non sono mica gelosa!
-Fai bene, tanto lo sai che tra i due sei tu il mio manager preferito. Quanto meno perchè dirigi un team intero.
-Un amore sincero per me, completamente disinteressato dalla mia professione.
-Avevi dei dubbi?
La bionda sorridente con un cenno della testa negò. Non sapeva se adorava o non sopportava Michiru quando faceva così: tanto brava nel fingere di stare con lei per interessi personali, così poco incline a dirle a voce i suoi reali sentimenti. Di certo però la detestava nei momenti in cui faceva di tutto per aumentare la sua gelosia, quando sapeva che s'ingelosiva con niente, per poi cercare di farlielo ammettere a tutti i costi.
Intuendo i pensieri della compagna, Michiru ritornò all'argomento di prima: -Comunque ti saresti annoiata. Erano esercitazioni noiose anche per me seguite dagli accordi tra me e lui sui concerti di quest'anno. Non ne voglio fare tanti in realtà, andrò solo nei posti di più richiamo per continente. Tipo... Vabbeh, qui in Giappone darò due anteprime. In Europa invece andrò a Londra e Mosca o Roma; in America abbiamo già stabilito a Washington, molto probabilmente due tappe; in Australia a Sidney...- nominò ancora due continenti e tre o quattro città prima di essere praticamente assalita dalla voglia dell'altra decisamente un po' prima di quanto avesse immaginato. -Beh, la prima tappa la fai però adesso sulla luna, con me...- la interruppe Haruka stringendola a se', facendo aderire i loro corpi. Non le diede tempo per replicare, poichè si avventò subito sulla sua bocca che bramava tanto quanto tutto il resto del suo corpo imprigionato in quell'abito molto bello eppure tanto insopportabile. La spinse verso la camera docilmente. -Vedi la praticità di un abito?- le disse scherzando Michiru rimasta in biancheria quando Haruka, maglione a parte, era ancora tutta da svestire. -Non dire cose sciocche e impiega meglio il tuo tempo- provò a suggerirle l'altra. E più si accorciavano le distanze più la sua frenesia si fece incontrollabile in un rapporto direttamente proporzionale alla voglia dell'altra di liberarla totalmente da quegli indumenti di troppo.
Giunte nella stanza Haruka si sedette sul letto e con la bocca ricoprì di baci la pancia e i fianchi di Michiru, con le mani armeggiava con i ganci del suo reggiseno, impresa che si rivelò semplice. Era assurdo, avevano fatto l'amore tante di quelle volte che nemmeno lei avrebbe saputo tenere il conto, eppure rimase a fissarla come se fosse la prima volta che la vedeva completamente nuda. -Haruka? Tutto bene?- tentò di riportarla alla realtà Michiru vedendo che non era intenzionata a smettere di fissarla.
Si schiarì la voce: -Sei semplicemente bellissima- le rispose ammirandola. I suoi bei capelli mossi, gli occhi blu che potevano penetrare l'anima di chiunque; il suo corpo esile e chiaro; le sue gambe lunghe e magre. Quanto le piacevano le sue gambe!
Michiru sorrise, le piaceva essere oggetto degli sguardi casti o libidinosi che fossero della compagna, ma non in momenti come quello. Perciò provò a risvegliarla con un bacio per invitarla poi a coricarsi completamente sul letto.
Si mise in ginocchio sul materasso, di fronte ad Haruka a guardare almeno brevemente il suo corpo seminudo. Non era poi così cambiato da quando si lasciarono ed era ancora lo stesso incantevole corpo della notte prima. Per non parlare del viso e delle mani. Haruka era seplicemente perfetta. Con sguardo ancora sognante si chinò su di lei e avvicinandosi al suo orecchio, avvicinò il lobo alla bocca con la lingua e lo morse delicatamente, l'altra rise divertita; spostò allora l'attenzione al mento. Le sue dolci labbra da una parte e una sua mano calda ad accarezzarle il mento dall'altra, prima di scendere, con tatto leggero, dalla spalla ad un suo seno; qui, trovando già il suo capezzolo turgido, si divertì a stuzzicare ulteriormente la sensibilità della sua amata. Haruka si fece sfuggire qualche forte sospiro. Le piaceva farle perdere parte dell'autocontrollo e sentire i suoi sospiri e la sua voce in quei frangenti. Scese con le labbra all'altezza dei seni, poi dell'ombelico, fino all'elastico delle boyshort nere. La guerriera caratterizzata dalla grazia non si smentì nemmeno in quella situazione in cui difficilmente altri avrebbero saputo contenere la passione travolgente del momento: con tocco gentile la privò dell'ultimo indumento rimastole addosso e lo lasciò cadere ai piedi del letto. Con il suo reggiseno ultime cose di una lunga serie di vestiti sparsi praticamente fino a lì dalla sala. Haruka chiuse gli occhi e aprì le gambe. Sentì prima il respiro caldo, poi la lingua di Michiru muoversi sulla sua intimità. Non c'era da dire, sapeva muoversi sapientemente nei punti più sensibili aumentando la sua voglia, ma non troppo in fretta: con un pizzico di cinismo anzi. Eppure fu lei a richiamare la sua attenzione riuscendo così ad interromperla finchè era ancora in tempo per farlo: -Mi... Michiru,no... Aspetta...
La donna tornò a guardarla in viso con i suoi occhi blu: -Cosa c'è?
-Voglio farlo insieme- le rispose Haruka prima di baciarla con trasporto. L'attirò per un braccio facendola sdraiare di fianco e stavolta fu lei a cavalcioni sulla violinista. Le due si sorrisero, poi la baciò sul collo. Sapeva bene che quei baci facevano impazzire Michiru e quasi a conferma di ciò quest'ultima deglutì, un gesto involontario che ciò nonostante Haruka non potè non sentire sotto le sue labbra. Sorrise compiaciuta dell'effetto che stava avendo sulla sua donna.
Le mani di Haruka scivolavano sulle forme del corpo nudo di Michiru come se stesse modellando una statua di burro. Ovunque le mani precedevano i baci e la lingua. Sotto ogni bacio a fior di labbra, sotto ogni suo tocco... ogni centimentro di pelle estendeva forti sensazioni che si diffondevano in Michiru come una piacevole scarica elettrica. Si fissarono negli occhi leggendovi la medesima cosa: ormai non potevano resistere oltre. Si diedero un bacio appassionato estremamente intenso e mentre le loro lingue ancora si rincorrevano nella bocca di una e dell'altra le loro mani percorsero febbrilmente il tratto che scendeva dalle spalle al bassoventre. Entrarono con sincronismo perfetto. Il movimento delle loro dita venne accompagnato dal movimento dei loro bacini che si muovevano in perfetta sintonia. Soffocarono entrambe le voci più a lungo che poterono, liberando qualche gemito di piacere solo al momento dell'orgasmo.
Haruka, come spesso era abituata a fare, tirò su le lenzuola coprendo così i loro corpi; ancora un bacio e poi si abbandonò con la testa sul petto della compagna, che prese ad accarezzarle amorevolmente i capelli biondi.
-Michiru, posso dirti una cosa?- chiese Haruka poco dopo senza aprire gli occhi.
-Certo.
Tentennò un attimo solo.
-Non parli per non perderti nemmeno un battito del mio cuore? - chiese divertita Michiru.
-Anche. Ora sono più regolari di prima- rispose invece lei seria -Però non è questo che ti volevo dire- e detto ciò si alzò sulle braccia per darle un bacio sul naso
-E allora che mi volevi dire?
Sul volto di Haruka si disegnò un sorriso semplice eppure il più bello che potesse regalarle: -Ti amo
  
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