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Autore: fanniex    11/11/2012    1 recensioni
Una star, amata e desiderata in tutto il mondo, allaccia un insolito rapporto con una persona del tutto comune, che vive delle sue piccole certezze! Lo spunto è tratto da un film talmente famoso che non c'è neanche bisogno di specificarlo. Ma ho pensato di decorarlo a modo mio, con citazioni ed episodi a cui sono molto legata.
Questa è la mia prima FF, perciò siate clementi!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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[Per oggi, pubblico solo questo capitoletto. Grazie a tutti per i commenti. Bye]


10.
 
Ieri sera è stata davvero … insolita. Sì! Forse potrei trovare ben altri aggettivi, ma è realmente la cosa più fuori da ogni logica che mi potesse capitare.                                                                            
Io, una ragazza ordinaria, fisicamente piuttosto insignificante e decisamente troppo maldestra, e lui, uno degli uomini più belli del pianeta, famoso, brillante e incantatore, che trascorriamo una serata con la mia famiglia del pub.                                                                                                         E lui non è sembrato nemmeno annoiarsi troppo. E poi, quel bacio a casa mia? Stamattina non sono riuscita a guardarmi allo specchio senza arrossire, ripensando a quel bacio! Cazzo, quanto ho odiato Emma, ieri sera! Ancora non riesco a perdonarla.

Dopo averci interrotti sul più bello, quella stronza ha trascinato il povero Jared in salotto, costringendolo ad autografare i pochi dvd dei suoi film, che tra l’altro ha comprato la sottoscritta, e il mio cd di A Beautiful Lie. Non contenta l’ha poi sottoposto ad un fuoco di fila di domande, da interrogatorio di polizia. E quell’angelo di pazienza ha sopportato tutto stoicamente. Alla fine però se ne andato stravolto. Si era fatto davvero tardi.                                    

Forse è una mia vana speranza, ma aveva un che di delusione in quegli occhi magnetici. Chissà come sarebbe andata a finire? Avremmo potuto … oh, Francesca! … smettila di pensarci! Ora sembri davvero una ragazzina e non lo sei! Tienilo a mente! Non hai mai amato le favole, nemmeno da bimba. Non vorrai certo cominciare a crederci ora?

“Ehi! Sei sveglia o stai ancora dormendo?” La voce di Martin mi riporta di colpo alla realtà. A vedere la sua faccia devo avere proprio un’espressione inebetita. E che a farmelo notare sia proprio Martin è tutto dire.

“Mi vuoi raccontare che cosa è successo ieri sera … o devo rimanere qui sulle spine, a rosicare dall’invidia?”

“Non hai alcun motivo per rosicare! Non è successo niente!” Lo zittisco, prima di farmi trascinare in una delle sue solite, interminabili discussioni sul fascino glam dello star system.

“Niente?” Ripete lui, stupito.

“Niente!” Ribadisco io, scocciata.

“Però hai il suo numero di telefono, vero?”

In effetti, sì! Ce l’ho! Me lo ha memorizzato sul cellulare lui stesso, ieri sera.

Anzi, a dirla tutta, mentre camminavamo, me lo ha sfilato dalla tasca, irridendolo perché è un semplice telefonino di vecchia generazione e non uno di questi super mega smartphone senza i quali sembra non si possa più vivere. Oh, ragazzi, ma stiamo scherzando! Siamo andati avanti benissimo per decenni con i telefoni pubblici!
 

“Ma quanti anni ha questo coso?” Mi ha chiesto Jared, ridendomi spudoratamente in faccia. “… Guarda, non fa neanche le foto!”

Io glielo ho strappato di mano con poca grazia. Non me ne è mai importato un granché di tutte queste trovate hi-tech, ma che lo umiliasse così era … perlomeno irriguardoso nei confronti di quell’aggeggio che, dopotutto, aveva sempre svolto il suo compito più che egregiamente.

“Di certo ha meno anni di te, bello! Scusa tanto se non siamo tutti dei fissati, che piangiamo come agnellini se ci fregano il blackberry … aspetta, come l’avevi chiamato … ah, sì, il tuo piccolino.”

Avevo mirato dritto al cuore, ma Jared aveva accusato il colpo ridendo. Possono semplicemente due occhi e un sorriso illuminare a giorno un’intera metropoli? In quell’istante mi era sembrato di sì! Lui mi aveva sfilato nuovamente il cellulare di mano e aveva cominciato a digitare. La sua tasca si è messa a trillare ed eccolo lì! Il suo nuovo piccolino, nero e scintillante. Dopo aver memorizzato entrambi i numeri, mi ha reso il telefono.

“Io sono Bart!” Mi ha detto, strizzandomi l’occhietto malizioso.

“Scusa, e io sotto che nome sono?” Gli ho chiesto incuriosita.

“Bambi! È ovvio!”

Perché sia così ovvio, poi? Ma in quel momento ho preferito non indagare.

“E comunque, il mio cellulare le fa le foto!”
 

“Fran! Sei ancora tra noi? Ce l’hai o no il suo numero?” È sempre Martin a risvegliarmi.

Frugo nella borsa e scorro la rubrica del mio telefonino. – BART – Eccolo qui! L’ha memorizzato davvero! Faccio per chiamarlo ma mi sento addosso gli occhi morbosamente indiscreti di Martin. Allora mi allontano verso l’ufficio.

“Certo, vai pure, tesoro! … Grazie, e non preoccuparti per me!” Mugugna lui.

“Tranquillo, Martin! Non lo faccio.”

“Almeno, penserai a me per un momento, mentre te lo starai facendo … così mi sembrerà di esserci anch’io!”

Gli chiudo la porta quasi in faccia e l’immagine repellente di me e Jared insieme, con Martin a tenerci compagnia mi fa rabbrividire.

“Pronto, Bart!”

“Bambi?”

“No! Sono il Cacciatore!” Lo sento ridere di gusto. E anche a distanza, la sua risata ha lo stesso meraviglioso suono. “Ti ho chiamato per scusarmi … per ieri sera … sono mortificata per Emma.”

“È un vero mastino, la tua amica! Credevo che mi avrebbe inchiodato per ore. … Cioè, non che non mi avrebbe fatto piacere restare … in altre circostanze.” Oddio! Ma ci sta provando? Non sono allucinazioni!

“Potremmo fare un altro tentativo! Che ne dici?” Continua lui, mentre gli oggetti presenti nella stanza cominciano a danzare allegramente intorno a me. “Io e te soli, stavolta! Ti va?”

“Scusa, cara!” Martin è affacciato alla porta. “Detesto disturbare le tue telefonate bollenti, ma ci sarebbe un problemino di là!”

Istintivamente copro il microfono del telefono, forse troppo tardi, e lancio al mio socio un’occhiata assassina. “Arrivo subito!” Gli ringhio contro, e torno a Jared.

“Perdonami per l’interruzione! Dicevamo?”

“Telefonate bollenti? Ah, allora è così! E di’ un po’, quante ne fai di queste telefonate bollenti?”

Ora vorrei proprio sprofondare! Prima uccido Martin e poi mi sotterro!

“Non te l’avevo detto che tutti i miei amici sono ex pazienti psichiatrici, vero?” Ancora la sua risata nelle mie orecchie.

“Allora! La tua risposta? Ti va di vederci, stasera?” Le graffette sul mio tavolo stanno improvvisando una ola.

“Sì! … Si potrebbe provare!” Gli rispondo, fingendo un’indifferenza a cui non crede nessuno dei due.

“Che ti va di fare?”

Come posso rispondere a una domanda così? Che cosa pensi mi vada di fare, Jay? All’improvviso ho un lampo di genio.

“A Leicester Square danno uno dei miei film preferiti, stasera! Che ne pensi?”

“Cinema? … Ok! … Che film è?”

“A Qualcuno Piace Caldo! Rimasterizzato e digitalizzato!” Rispondo soddisfatta.

 Altra risata. “Proprio no ci riesci a vivere nel ventunesimo secolo! … A stasera, Bambi!”

Ora è lampante che mi sta prendendo in giro. Mi sento un po’ stupida! E poi perché cazzo continua con questa storia di Bambi?
E quale cazzo sarà il problemino di Martin?
   
 
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