Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |       
Autore: _Miwako_    27/06/2004    11 recensioni
'Qualcuno ha detto che il punto in cui il giorno e la notte si incontrano, quando vi sono sia il sole che la luna, si chiama ultima metà del cielo. Perché è come se un cielo se ne andasse per lasciare posto ad un altro. E quando ci si innamora, è proprio come essere lì, a metà tra la luce e le tenebre'.
Il sesto anno. Una nuova studentessa, un nuovo professore. L'amore, l'amicizia, l'odio, la solitudine, il coraggio, la paura. Ragazzi che crescono e provano sentimenti incontrollabili. L'adolescenza.
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Nuovo personaggio, Ron Weasley, Tom Riddle/Voldermort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
PERCHE’ QUALCUNO MI HA DETTO…

 

.L’ULTIMA META’ DEL CIELO.

 

.PROLOGO.

 

Il treno correva. Dritto, silenzioso, imperturbabile, come ogni anno.

Il lieve rumore delle rotaie su cui passava era coperto dal chiacchiericcio e dalle risate che giungevano dagli altri scompartimenti.

Fissò il riflesso verde scuro dei suoi occhi nel vetro. La sua espressione non tradiva alcuna emozione, se non freddezza. Aveva la mascella contratta e le sopracciglia castane e sottili aggrottate in un broncio pericoloso. Durante l’estate, era dovuto rimanere dai Dursley più del previsto: si era annoiato talmente tanto che aveva pensato di scappare da solo e non farsi ritrovare più. La cicatrice gli aveva bruciato tanto che gli sembrava di essersela inflitta una seconda volta, o che potesse cominciare a sanguinare da un momento all’altro.

Anche se ormai aveva imparato a convivere con il dolore.

Aveva passato la fine di Agosto dall’amico Ron Weasley: eppure, era come se fosse stato fatto prigioniero una seconda volta. Ricordava come, un anno prima, si era sentito sollevato, insieme a tutte quelle persone, in quella vecchia casa di Grimmauld Place: ma ora, non aveva più senso, per lui, andare in quel luogo. Non sapeva nemmeno se i membri dell’Ordine della Fenice, che a volte venivano a fargli visita alla Tana, si riunissero ancora lì.

Ma neanche questo gli importava.

Dalla morte di Sirius Black, tutto gli era sembrato stupido, piatto, inutile. Non aveva più provato entusiasmo per nulla e diventava ogni giorno più scontroso e silenzioso. Si lasciava trascinare dagli eventi come se naufragasse: tanto, niente aveva più entusiasmo.

-         Finalmente non siamo più prefetti. Cominciava davvero ad esaurirmi, questa cosa delle responsabilità. –

Fu la voce di Ron ad interrompere l’imbarazzante silenzio che era calato nello scompartimento. Aveva i capelli rossi che gli ricadevano dolcemente sulle sopracciglia e le lentiggini erano meno accentuate di quanto non fossero mai state, forse segno della sua crescita: aveva superato ormai da tempo anche Harry, in altezza.

Hermione Granger alzò lo sguardo color cioccolato dal libro di Trasfigurazione che stava leggendo, con aria allarmata.

-         Non starai dicendo sul serio, Ron? Questo è il momento principale per poter sperare di diventare Caposcuola, il prossimo anno: dobbiamo impegnarci doppiamente proprio perché non abbiamo più la responsabilità degli studenti più piccoli. –

Harry sentì Ron sbuffare, ma non si voltò, come fingendo di non essere nemmeno con loro. Hermione aveva avuto un G.U.F.O in tutte le materie che aveva portato all’esame, ma non si era ancora fatta un’idea chiara di cosa desiderava fare dopo la scuola. Ron ed Harry avevano entrambi scansato il G.U.F.O in Divinazione, liberandosene definitivamente. Con loro grande sorpresa, furono anche ammessi alla classe del professor Piton. Harry non trovava proprio il modo di rallegrarsene, anche se Hermione si era congratulata stupita con loro.

Il ragazzo si voltò di scatto verso gli amici, che smisero improvvisamente di parlare, come spaventati.

Si alzò in piedi bruscamente ed uscì dallo scompartimento, sentendo vagamente la voce di Hermione che sussurrava:

-         Ma cosa gli è preso?

Si appoggiò al vetro del corridoio, di pessimo umore ancora più di prima. Se un anno prima riusciva a fatica a sopportare i battibecchi di Ron ed Hermione per più di dieci minuti, ora a stento arrivava ad ascoltarli per i primi due secondi. La sua irascibilità era esagerata e fastidiosa anche per sé stesso: d’altra parte, non riusciva a smettere di chiudersi a riccio di fronte a tutte le iniziative stupide che lo circondavano.

-         Una cioccorana, per favore. –

I suoi pensieri furono interrotti. Voltò lo sguardo dalla parte in cui veniva la voce che aveva appena sentito: non gli sembrava che prima ci fosse nessuno nel corridoio.

Accanto al carrello dei dolci, una ragazza stava pagando il cioccolato alla donna in grembiule. Doveva avere la sua età, eppure non riusciva a ricordare di averla mai vista. Aveva lunghi capelli color miele, che superavano appena le spalle abbronzate. Indossava una t-shirt rosa pastello, a maniche corte, ed una gonna di jeans che le sfiorava appena le ginocchia. Ai piedi portava un paio di sandali di sughero, i cui lacci erano legati debolmente alla schiava attorno al polpaccio.

Harry si accorse di aver indugiato troppo sul suo volto quando incrociò gli occhi grandi e verdissimi della ragazza, che lo fissò senza espressione per un attimo, poi distolse lo sguardo. Si appoggiò al muro di uno scompartimento dietro di lei e rimase a fissare il paesaggio che scorreva fuori dal treno, mentre il carrello veniva spinto via. Il ragazzo notò il nasino alla francese e gli zigomi alti, dorati probabilmente da una lunga estate di sole.

-         Ciao, Harry Potter! –

Harry si riscosse e si voltò.

Accanto a sé, gli occhi azzurri e grandi che lo fissavano insistentemente, aveva Luna, già in divisa, senza però nessun particolare imbarazzante, come si accorse sollevato Harry.

-         Ciao, Luna. –

-         Sei pronto per un nuovo anno? –

-         Credo di sì. –

Luna gli lanciò un sorrisone, indicando la parte sinistra della sua veste.

-         Sai, sono stata nominata prefetto! – disse gongolante, ed Harry stranamente non riuscì a trattenere un sorriso. Lo stemma di Corvonero con una “P” al centro troneggiava fieramente cucito sulla veste.

-         Bene. –

-         Credo che quest’anno nessuno si azzarderà a portarmi via le cose. –

Harry ricordò quando, l’ultimo giorno di scuola, Luna aveva appeso quel cartello in cui chiedeva che le fossero restituiti gli oggetti che gli altri studenti le avevano nascosto per dispetto. A quel ricordo, non poté fare a meno di provare una stretta al cuore.

-         Ne sono sicuro. Fai un buon lavoro, allora. –

Luna sorrise di nuovo e lo superò per dirigersi altera dentro un altro scompartimento, di studenti del quinto anno.

Harry posò di nuovo lo sguardo alla sua destra. La ragazza guardava ancora fuori dal vetro, ma dal sorriso che cercava di trattenere era sicuro che avesse ascoltato ogni parola. La cosa lo infastidì, ma prima che potesse dirle qualcosa, Hermione uscì dallo scompartimento e lo raggiunse.

-         Harry, siamo quasi arrivati! Ron si sta cambiando, ora vai tu e poi è il mio turno. –

Il ragazzo indugiò un secondo ed Hermione non si lasciò sfuggire la sua espressione appena caduta dalle nuvole, e scrutò oltre la sua spalla.

-         Chi è quella ragazza? – bisbigliò, con aria sbalordita.

Harry scrollò le spalle.

-         Chi, quella? Ed io che ne so? Sarà una studentessa più giovane. –

Hermione strabuzzò gli occhi, incredula.

-         No, è impossibile! La riconoscerei se fosse della nostra scuola, controllo gli annuari sempre, da quando mi sono iscritta a questa scuola! Non l’ho mai vista! – sibilò. – questa cosa non mi convince per niente… -

Harry sbuffò e la trascinò via, per evitare che cominciasse a fare interrogatori a destra e manca.

Ma il pensiero di quella ragazza che neanche Hermione aveva mai visto gli rimase in mente per tutto il viaggio e quando tornò in corridoio, era sparita.

 

-         Benvenuti ad Hogwarts! –

Silente tuonò con tono tra il dolce e l’austero nella Sala Grande e fece zittire tutti gli studenti. I bambini del primo anno erano appena stati smistati e Grifondoro vantava soggetti particolarmente simpatici e graziosi.

-         Quest’anno, abbiamo diverse novità da mostrarvi, e ben due nuovi arrivi. – cominciò Silente, spostando leggermente la lunga barba bianca. Si levò un lieve brusio prima che ricominciasse a parlare. – ovviamente, come gli studenti dal secondo anno sapranno, parlo del nuovo insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure. Dopo un’accurata selezione, abbiamo trovato un insegnante di poca esperienza, ma con un bagaglio culturale veramente notevole, ed un incredibile quantità di M.A.G.O conseguiti alla scuola di Magia e Stregoneria di Durmstrang. Franz Phoenix, sarà a vostra disposizione. –

Dal tavolo degli insegnanti, si alzò un ragazzo alto e decisamente più giovane di quanto Harry avesse mai immaginato. Aveva gli occhiali quadrati, gli occhi scuri ed i capelli castani lunghi raccolti in una coda. Inarcò lievemente un angolo della bocca, si inchinò e si sedette. Ci fu un mormorio di approvazione da parte delle ragazze.

Dopo l’applauso, Silente continuò.

-         Bene, ringraziamo il professor Phoenix. Il secondo nuovo arrivo che sto per annunciarvi è stata una decisione lunga e faticosa da prendere, ma che una volta accettata a riscosso diversi assensi tra i professori di questa scuola. Ebbene, non si tratta di un nuovo professore: il mio personale preferirei tenermelo più stretto possibile, dopo una certa serie di eventi.

Ci furono delle risatine. Harry, Hermione e Ron non sorrisero nemmeno. Hermione sembrava stesse quasi per scattare in piedi, tesa com’era: aveva ridotto gli occhi a due fessure. Ron invece guardava terrorizzato il suo atteggiamento e non sembrava aver sentito una parola del discorso di Silente.

-         E’ un onore presentarvi un nuovo studente che si unirà agli altri allievi del sesto anno, che è stato accuratamente smistato nel mio ufficio circa dieci minuti fa nella casa di Corvonero. –

Gli studenti della casa in questione drizzarono le orecchie.

Silente fece una pausa: il mormorio si era trasformato in un fastidioso brusio insistente.

-         Non è mai successa una cosa del genere! – bisbigliò Hermione scandalizzata. – mai, in tutta la storia di Hogwarts! Sono sicura di non aver mai letto che uno studente si sia aggiunto a scuola dopo il primo anno! –

Silente tossicchiò e riuscì a ristabilire un minimo di attenzione.

-         Bene, bando ai misteri, date il benvenuto a Sofia Ginevra Clover, proveniente dalla scuola di Magia e Stregoneria di Beauxbatons. –

Da una sedia proprio dietro al tavolo degli insegnanti, si alzò velocemente una ragazza.

-         Ma è quella del treno! – esclamò Hermione, dimenticandosi di bisbigliare.

La ragazza si era cambiata: indossava la divisa con comprendente cravatta nera e blu di Corvonero. Lanciò un sorriso gentile in direzione di Silente, fece un lievissimo inchino in direzione degli studenti che applaudivano allibiti ed andò a sedersi alla sedia che si era Materializzata proprio accanto a Cho Chang.

Solo allora Harry la vide davvero: era seduta accanto ad un ragazzo che giocava a Quidditch con lei, ma non ricordava chi fosse. Era ancora più graziosa degli anni precedenti: i capelli neri splendevano lucenti lungo la sua schiena e fece un sorriso aperto verso la nuova studentessa.

Finito il discorso di routine, gli alunni cominciarono a mangiare.

-         Trovo assolutamente inammissibile che venga ammessa una studentessa da un'altra scuola – borbottò Hermione mentre addentava del pollo. – insomma, perché gettare una tradizione al vento in questo modo? E come la mettiamo con la segretezza? Noi di Hogwarts non sappiamo mica dove si trova Beauxbatons. Perché quella lì può addirittura frequentare? Avrà intenzione di prendere i M.A.G.O qui? Senza contare che… -

-         Hermione… - la interruppe Ron. - … hai finito di buttare parole a caso? Silente avrà avuto i suoi buoni motivi. –

Lanciò uno sguardo di sottecchi in direzione di Harry. Sapeva bene cosa intendesse con “i suoi buoni motivi”. Come se lui non ci avesse pensato.

Durante la cena, il ragazzo notò che Sofia non  aveva una particolare simpatia nei confronti di Cho. Vide i tentativi della cinese di fare amicizia, ma ogni volta che non guardava, Sofia le lanciava un’occhiataccia silenziosa, come infastidita da quelle attenzioni. Era invece immersa in una fitta conversazione con Luna, di fronte a lei: annuiva o scuoteva la testa con aria concentrata, come se fosse incredibilmente interessata a ciò che le diceva.

-         Nonostante quello che dice Hermione, a me non sembra che ci sia niente di male. – lui e Ron stavano risalendo le scale verso il dormitorio. Hermione era rimasta indietro, dicendo che aveva un paio di cose da fare prima di andare a dormire.

-         Cosa?

-         Stavo solo pensando che, anche se è davvero una stranezza questa cosa della nuova studentessa, c’è da dire che è veramente carina. –

Harry sbatté le palpebre, mentre dicevano la nuova parola d’ordine alla Signora Grassa.

-         “Diamantini volanti”. Harry, è inutile che fai quell’espressione sorpresa: durante la cena avevi lo sguardo costantemente fisso sulla tavolata di Corvonero e non credo per il discorso lungo e noioso di Hermione, come invece è stato per me; anche se non ho capito se guardavi la nuova ragazza o Cho. –

Il ragazzo sbuffò.

-         Ron, si può sapere cos’è questa mania improvvisa per le ragazze? Da quando hai vinto la partita l’anno scorso, non fai che parlarne. –

-         Veramente, tra i due, mi sembra che sia tu quello che ha avuto più esperienze in questo campo. –

Si sedettero nelle poltrone davanti alla finestra aperta della Sala Comune, dove altri studenti ripassavano i testi o giocavano a scacchi, mentre quelli del primo anno visitavano i dormitori.

Harry si incupì.

-         Non credo che mi abbia giovato molto questa esperienza. Le donne non mi interessano; ho già abbastanza pensieri per la testa senza mettermi ad agitarmi solo per accontentare i capricci di una di loro. E poi, quello con più esperienza sei tu.

Ron lo fissò con espressione particolarmente ebete.

-         Che io sappia, l’unica cosa che abbia fatto con una ragazza, è stato attaccare la sua foto nel dormitorio; e si trattava della Cacciatrice che ha fatto quel lancio magnifico ai Mondiali di Quidditch.

Si fissarono a vicenda, con espressioni disgustate. Ron si chiedeva chiaramente perché Harry si divertisse a prenderlo in giro, ricordandogli la sua poco fortuna con l’altro sesso; il ragazzo dagli occhi verdi, invece, si chiedeva se davvero l’amico era così stupido da non essersi accorto che sin dal primo anno aveva avuto la risposta sotto al naso.

Sentirono un tonfo accanto a loro: Hermione si era buttata sulla poltrona accanto a Ron, sbuffando.

-         Che c’è, adesso? – chiesero Harry e Ron, all’unisono.

-         Ho parlato con quella Sofia. – borbottò la ragazza senza guardarli, con espressione truce. – ed ho indagato su di lei. L’anno scorso, agli esami di Beauxbatons ha preso un G.U.F.O in tutte le materie che aveva portato: oltre a Trasfigurazione, Incantesimi, Storia della Magia, Aritmanzia, Divinazione, Pozioni, Erbologia, Cura delle Creature Magiche e Difesa contro le Arti Oscure, studia anche Antiche Rune, il che significa che dovrò averla tra i piedi più degli altri. Ha preso “O” in Trasfigurazione e Difesa, ed in tutte le altre materie “E”. –

Ron lanciò un fischio di approvazione, annuendo.

-         Accidenti. Hai trovato qualcuno con cui competere, Hermione. –

La ragazza non rispose, furente.

-         Quel che è peggio è che sembra aver fatto amicizia con Luna in modo incredibile, e, questa te la devo proprio dire, Harry, ha risposto in modo veramente antipatico a Cho proprio davanti a me. –

Ron fece una smorfia, dopo aver esitato qualche attimo.

-         Secondo me, sei solo invidiosa. –

Hermione spalancò gli occhi, inorridita.

-         Che cosa hai detto? Io, invidiosa? Guarda che se volessi potrei fare anche dieci materie in più rispetto a lei! –

Si alzò in piedi, furente.

-         Vado a dormire, visto che siete così superiori da non volermi nemmeno ascoltare. –

E si diresse verso il dormitorio femminile a grandi passi. Ron guardò in direzione di Harry, battendosi l’indice contro una tempia.

- Quella ha qualche rotella fuori posto, te lo dico io. –

 Fuori, il vento scuoteva i rami degli alberi nel buio della notte.

 

  
Leggi le 11 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: _Miwako_