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Autore: Hyrim    11/11/2012    2 recensioni
Epoca d'oro della colonizzazione Americana, inglesi e Spagnoli che non fanno altro che sfidarsi nel tentativo di affermarsi come i più potenti.
Ed è proprio in questo tempo di corsari e Pirati che il giovane Spagna, Antonio Fernández Carriedo, si trova a dimostrare il suo lato più crudele e spietato... almeno così pare voglia mostrarsi.
peccato che un giorno a raggiungerlo è una sua vecchia conoscenza... Una conoscenza che non ha alcuna esperienza in tutto ciò che riguarda il mare.
Con l'intento di riportarlo in Europa, finirà per perdersi insieme a lui in questo mondo completamente alieno alle sue abitudini, divenendo comunque il suo compagno di avventure... e forse anche qualcosa di più.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inghilterra/Arthur Kirkland, Prussia/Gilbert Beilschmidt, Spagna/Antonio Fernandez Carriedo
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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- Mein Gott, terra!! -
Disse la ragazza mentre scendeva dalla scialuppa con un salto non troppo agile, dato l’oscillazione della piccola imbarcazione.
- Terra! Terra! Finalmente qualcosa di immobile sotto i piedi, oh! –
Disse poi, lasciandosi cadere in ginocchio, la sabbia che si attaccava ai suoi umidi stinchi scoperti.
Gli altri pirati la fissavano con aria interrogatoria, Spagna scuoteva il capo.
- Una princesa non dovrebbe mai allontanarsi così da casa. -
Ricevette risate di approvazione e un’occhiataccia dalla prussiana, che si alzò dandosi una pulita ai vestiti. Si guardò intorno, valutando il posto.
La spiaggia era circondata da alte scogliere appuntite. Guardando verso l’interno si poteva scorgere oltre a queste l’inizio di quella che sembrava una giungla tropicale, tipica di quelle isole.
Il cielo era coperto e sembrava minacciare pioggia, il che rendeva l’aria non necessariamente calda, anzi… Un sottile venticello freddo passava ogni tanto a far rabbrividire tutti i presenti.
Gli uomini per come dire “messi meglio”, dato che i casi peggiori erano stati lasciati a custodire la grande nave all’ancora nella baia.
L’odore della salsedine e delle alghe umide riempiva l’aria.
- Questo posto mette i brividi. – Commentò fra se la giovane.
-  Ma come, non volevi la terraferma? –
Le chiese ironicamente Antonio facendo cenno ai suoi uomini di cominciare a risalire la scura scogliera e di avvicinarsi alla vegetazione in cerca prima di tutto d’acqua dolce.
- Avrei preferito qualcosa di meglio… -
Rispose, ma non fece storie nel mettersi a camminare insieme a gli altri uomini che non smettevano di lanciarle occhiatine sospettose.
Cosa diavolo voleva quella da loro!?
Soltanto due giorni prima era stata rinchiusa in prigione ed ora eccola lì, a camminare con loro.
- Vamos a buscar solo agua ahora. – Disse lo Spagnolo alla sua ciurma.
- Dopo penseremo al resto e alla nave. – Aggiunse, mentre un soffio della stessa aria dallo strano profumo lo raggiungeva da chissà dove facendogli nuovamente percepire un giramento di testa.
- Non mi piace questo posto. – Confessò anche lui, guardandosi attorno sospettoso.
Non si sentiva affatto al sicuro.
Probabilmente era soltanto una sensazione comune, ma nessuno fra tutti gli uomini riusciva a stare tranquillo.
La voglia e la frenesia del restare a terra il più a lungo possibile erano già svaniti per ognuno di loro.
Volevano soltanto finire i rifornimenti,  riparare la nave quel minimo che bastava e far rotta verso un porto sicuro, il più lontano possibile da lì.
Lo spagnolo notò con piacere che da ultima la Prussiana era arrivata prima, e nonostante il cammino scivoloso e scosceso sembrava non percepire troppo la fatica.
- Ah, se fossi così in mare come lo sei sulla terraferma… - Commentò sospirando.
- Cosa intendi, scusa!? – Le rispose lei alzando un sopracciglio.
- Qualcosa di diverso da un’imbranata totale, probabilmente. –
- N-Non sono un’imbranata totale!! E’ solo che… non ci sono abituata, ecco.-
Rispose lei sbuffando.
- Certo, certo, come no… Però, bel panorama. –
Esordì lui, probabilmente riferito al fatto che la ragazza gli camminava davanti in salita offrendogli un perfetto punto di osservazione del suo sedere.
Inutile dire che nessun soldato Prussiano si sarebbe mai sognato di dire una cosa simile ad alta voce… se non di pensarla direttamente.
- R-Razza di…! – Ribatté lei rossa in viso, bloccandosi di colpo.
- Vado a chiudere la fila. – Avvertì poi sbuffando.
Fu così che Antonio fu il primo ad arrivare in cima alla scogliera che dalla parte opposta era a picco su una spiaggia più estesa.
Che posto desolato… fu quello il suo primo pensiero.
La spessa coltre di nubi donava al cielo un triste colore grigio e si rifletteva sull’acqua del mare.
Non si potevano distinguere nemmeno i bei colori che il tramonto tropicale donava alla volta sopra le loro teste ogni sera.
Una folata di vento passò a scompigliargli i lunghi capelli castani raccolti facendolo rabbrividire.
Alle sue spalle si apriva l’inizio della folta giungla che doveva apparentemente coprire l’intera isola.
Assottigliò lo sguardo, scorgendo qualcosa di interessante in lontananza: la foce di un fiume.
Ma sembrava lontana, ed ormai il giorno si accingeva a volgere al termine, ragion per cui decise di rimandare all’indomani.
- Andate a raccogliere legna para el fuego. Staremo qui stanotte.
Riprenderemo a camminare domani… con più sole e meno stanchezza…
 A meno che qualcuno qui non abbia anche paura del buio. –
Aggiunse mentre un sorrisetto provocatorio gli si apriva sul viso.
Per tutta risposta dovette schivare un sasso, ma questo non gli impedì di ridere assieme a tutto il resto della ciurma.
- Si può sapere, caro il mio capitano, perché diavolo hai scelto di rimanere a dormire qui sulla roccia invece che giù sulla sabbia!? –
Questa domanda dovette attendere qualche secondo prima di ricevere una risposta… e neanche troppo concreta.
- Non mi piace questo posto.
Conosco il mare,  so quanto esso possa essere infido.
Non intendo far si che tu sia costretta ad impararlo a tue spese. –
La ragazza non capì subito a cosa si riferiva. Ma annuì appena, notando la sua serietà.
In fondo… era come se si fosse appena preoccupato per lei.
Non disse altro, e si avviò con gli altri uomini verso gli alberi.
- Dove vai? – Le chiese subito Antonio.
- A far legna… – Rispose lei, accennando un mezzo sorriso. – …Capitano. –
 
- Ancora nessuna traccia dei fuorilegge, signori? -
Finalmente il capitano biondo si  era deciso ad uscire dalla sua cabina.
Era sera. Ad illuminare il grande veliero Britannico erano soltanto le lanterne e la fioca luce della luna.
- No, capitano.
But we are following  them.
Sono riusciti a manovrare prima di noi. Prima il vento era più forte… Devono essere riusciti a guadagnare un massimo di due giorni di vantaggio, signore. –
L’Inglese portò tranquillamente una mano sull’elsa della decorata spada che portava assicurata sul fianco con fare tranquillo.
- Facciamo anche uno e mezzo, dati i loro danni… -
Sorrise quasi con cattiveria.
- Signori, non vi hanno mai insegnato, da bambini, a non lasciare a metà ciò che si è iniziato?
Well, this time is the same thing.
Dobbiamo solo terminare… ciò che abbiamo iniziato. Ovvero la completa distruzione di quella nave spagnola e… di tutti i vermi disgustosi che la abitano.
Nessuno escluso. –
Era un ordine preciso.
Non ci fu nessuna replica. Nessuna discussione.
Soltanto un sonoro “Yes, Sir!” da parte di tutti i membri dell’equipaggio in ascolto.
Diceva sul serio. Inghilterra era sempre stato un uomo deciso.
Nessuno dubitava delle parole di Arthur Kirkland.
- Hanno davvero seguito questa rotta? –
Chiese poi sottovoce al suo primo ufficiale.
- Yes, Sir. Ci sono sfuggiti grazie al vento. Non credo che abbiano troppo pensato dov’erano diretti. –
L’inglese scosse la testa.
– Spagna… -  Disse poi. – Come al tuo solito sei stato troppo impulsivo. –
Rialzò lo sguardo verso l’ufficiale prima di chiedere conferma ad una domanda già ovvia.
- Siamo già all’esterno dei limiti dell’arcipelago, giusto? –
- Esatto, signore.  Non sono segnate altre isole proseguendo con questa rotta. –
L’inglese portò una mano a sollevarsi per un secondo il grande cappello decorato dalla testa, portò l’altra mano a sistemarsi i capelli biondi raccolti, per poi rimettersi il cappello e rispondere con calma.
- E così Antonio ha scelto la via della distruzione in mare aperto… oh beh, credo che ad Her Majesty la cosa non disturberà più di tanto.
Voglio le vele spiegate al massimo. Sono stufo di dover assistere alla mia dolce regina che soffre. –
Detto questo fece un cenno di saluto al primo ufficiale e si congedò senza dire una parola in più.
 
La notte era calata anche sulle teste degli Spagnoli, così come il sonno.
Non aveva piovuto ed il fuoco reggeva bene.
Ma faceva freddo ed era umido. Maledettamente umido, tanto da percepire la pelle bagnata e gelida.
Anche Antonio era stanco, ma c’era qualcosa che lo teneva sveglio...
Alzò lo sguardo, verso la ragazza sdraiata su un fianco che tentava di dormire.
Guardava dalla parte opposta a quella dove si trovavano tutti, e se ne stava più lontana.
Più lontana da loro, più lontana dal fuoco.
All’inizio il ragazzo non ne fu sicuro, ma gli sembrava come se stesse tremando.
Aveva intenzione di invitarla ad avvicinarsi a loro, almeno un po’.
Aprì la bocca, ma non fece in tempo a far uscire le parole da essa.
- Scordatelo. -
Tonio aggrottò la fronte.
- Perdone, come puoi dirlo se non sai nemmeno cosa avevo intenzione di chiederti!? –
- Non ci vengo vicino a te. Se la proposta era questa, perché so che lo era, sappi che la risposta è no.-
Si rannicchiò lì decisa e rimase immobile.
Un secondo dopo percepì lo spagnolo sdraiarsi accanto a lei.
- Bueno, significa che sarò io a mettermi qui vicino a te… e che al massimo ci congeleremo in due.-
- Idiota. –
Lo spagnolo roteò lo sguardo, ma non si mosse.
- Sai, non pensavo che la gente come voi del nord sentisse freddo. –
- C-Che sciocchezza è mai questa!? E’ ovvio che lo sentiamo! –
- E questo vi porta ad impuntarvi su decisioni stupide? –
Le chiese lui quasi con ingenuità.
- Ma che diamine dici!? – Sbuffò lei.
- Ah, non lo so… Come l’impuntarsi dallo starsene lontani dal fuoco solo per dar fastidio a me…-
- E’ la stessa identica cosa che stai facendo tu. -
Ribatté subito la Prussiana.
- Hai sempre la risposta pronta, eh?
Beh, poi non lamentarti. Io ci ho provato ad essere più gentile, e dato che la cosa ti arreca tanto disturbo me ne torno al mio posto! –
Lo spagnolo si alzò di nuovo, stavolta per tornarsene al suo posto al tepore del fuoco.
- … -
Passò qualche minuto, poi la ragazza si decise a mettere da parte il suo orgoglio per una buona volta: si alzò e si andò ad appoggiare contro il corpo del ragazzo, ancora tutta tremante.
- Qualcuno qui ha cambiato idea…-
- Non farmene pentire. –
Spagna fu costretto a mordersi le labbra pur di soffocare una risatina vittoriosa.
- Cerca di riposare. Domani ti aspetta una lunga giornata, princesa. -
- Chiamami un’altra volta così e non ci arrivi a domani. –
Un’altra risata che fu a forza soffocata dal ragazzo.
- Como quieres… buenas noches. –
La ragazza annuì, poggiando la testa sul petto del ragazzo.
Seguirono diversi secondi di totale silenzio.
Il solo suono presente era lo scoppiettare del fuoco.
- … Spanien? –
- Mh? –
- … Danke. –
Stavolta il ragazzo non rispose.
La cinse con un braccio per tenerle più caldo possibile.
Antonio sorrise… e si addormentò.
  
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