Gloria si svegliò. Era tanto che dormiva ormai. Gloria si svegliò e non c'era più nulla attorno a sè a farla soffrire.

Le persona che amava, svanite nel nulla. Le persone che odiava, volatilizzate senza parole.

Consumò i suoi sbadigli, si vestì, scese in strada e andò in mezzo alla gente che non avrebbe mai incontrato. Si guardò intorno e poi si mise a sedere al centro della piazza, vuota come il cuore.

Vuota come la testa che ora ronzava di dolore.

Vuota come la sua anima, annientata dal nulla che aveva intorno.

Gloria rimase seduta lì. E scese la notte. E salì il giorno.

Gloria si guardò intorno e sorrise, alla fine non era cambiato nulla.

Notte e giorno. La vita piena di un nulla che va e poi torna indietro.

Dal cielo iniziò a piovere sangue. La pelle si consumava sotto le gocce acide ma Gloria non si mosse.

Rimase ferma, impassibile ad aspettare il sopraggiungere di chi amandola la lasciò.

Ma nessuno arrivò per gingere con le sue mani calde il cuore di Gloria. Niente le sorrise in quello spazio senza fine e senza tempo.

E se ora torni in quella strada, in quella città, in quella piazza ci trovi ancora Gloria.

Ricordo dell'amore che fu.