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Autore: Tennant_is_a_puppy    11/11/2012    1 recensioni
EMA 2012. Francoforte. Volevo andare a vedere Carly Rae Jepsen. Non immaginavo nulla di tutto questo. Si faceva chiamare Gotye. Era straordinario.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Oooook, capitolo di importanaza mastodontica. Lo scrivo proprio mentre vengo a sapere che Gotye ha perso agli EMA :(. Che altro? Ah già, su questo voglio davvero sapere cosa ne pensate :))) va bene ho finito, buona lettura. 

Quella sera fui pronta solo dopo ore per essere stupenda.
Dovevo essere l'incarnazione della sensualità. 
Fui presto pronta. Arrivammo allo stadio di buon ora. La folla era pressante. Come avrei fatto a trovare Wouton?
Non ce l'avrei fatta, infatti lui trovò me. Mi trascinò via prima che Francesca e Milena potessero rendersene conto -Eccoti- disse -Mi stai spaventando- gli dissi stringendolo. Notai che molte persone dai lati del red carpet ci osservavano -Domani saremo su tutti i giornali scandalistici- gli dissi -Può darsi. In ogni caso, tu verrai bellissima- disse lui -Vieni fee, fai finta di niente e non lascirmi il braccio- lo seguii  e improvvisamente mi resi conto che io ero su redcarpet....sul redcarpet!!! Che da un lato c'era Alicia Keys e vidi anche Rita Ora. Vidi di striscio Lana Del Rey e perfino i Jonas Brothers, ma se volevamo evitare problemi e doade sull'identità misteriosa della ragazza che accompagnava Gotye agli EMA dovevamo sbrigarci. Schivammo un paio di giornalisti, e finalmente riuscimmo ad entrare in platea. Ci sedemmo vicini e cominciammo a goderci lo show.

Non ricordo bene. Provavo tante emozioni e in tutto questo vedevo qua e là spuntare Carly Rae Jepsen, Taylor Swift..e se non sbagliavo c'era anche la capoccia di Justin Bieber qualche fila più avanti. Tutto poi si stava facendo terribilmente noioso.
O comunque stancante. La testa mi pesava e i cascò sulla spalla di Wouter.
-Fee- sussurrò -Vieni- ci alzammo, e nella confusione nessuno ci sentì o notò. 
Eravamo nel backstage. Soltanto mentre avanzavamo verso il suo camerino mi resi conto di quello che stava per accadere.
"Dio buono" si agitò la voce che mi parlava nella mia testa.

La porta del camerino si aprì.Entrammo. La porta si richiuse alle mie spalle. La chiave girò. I suoi occhi scintillarono -Wouter...- le sue labbra incontrarono le mie, con delicatezza e pian piano con fame. Le sue mani salirono per le mie gambe ed arrivarono a sfilarmi la maglietta. La sentii frusciare in terra.
Strinsi le braccia intorno alla suo collo e continuai a baciarlo. Poi feci scorrere le dita lungo la patta di abbottonatura della camicia, ma ancora non mi sentivo pronta a sfilargliela di dosso. Lasciò la giacca cadere dietro di lui e mi resi conto che invece lui non aspettava altro. Dio santo, lo stavo davvero per fare? 
Le dita mi tremavano mentre, bottone per bottone riuscii a togliergliela di dosso. 
Sentii la gonna allentarsi e cadere. Il cuore rischiò di scoppiare. Anche la canottiera che portavo presto era sulla moquette. 
Le mie dita continuavano a scivolare sulla cinghia della sua cintura., finche non sentii le sue dita calde guidarmi. 
La cinghia cadde con un tonfo e i pantaloni con un fruscio.

Mi spinse lentamente, con potenza, eppure con delicatezza verso il letto.
Avevo sognato tante volte come avrei perso la verginità; in modo romantico, dolce, con chissà quale principe azzuro sceso dal cielo, ed ora tutto sembrava perfetto, proprio come lo avevo sempre immaginato.
Sì, ero pronta. 

Eravamo nudi, sopra le coperte e tremavo.
-E' la prima volta che ti doni a qualcuno, non è così?-
domandò in un sussurro. Non poteva chiedermelo in modo più romantico
-Si- sospirai
-Maak je geen zorgen. Non ti preoccupare- mi lasciò un bacio sulla punta del naso
-Sarò delicato-

Entrò dentro di me.
Fece male solo per un secondo, poi fu bellissimo.
Fu davvero delicato.
Nessuno poteva sentirci, i volumi erano troppo alti, nessuno poteva sentire le nostre grida.
Non riuscivo a pensare nulla "Cristo , ti amo" era l'unica cosa che mi veniva in mente.
Aveva bisogno l'uno dell'altro. Presto tutto divenne più confuso.

Venimmo.

Fu stupendo. Con il fiatone uscì da me e poggiò la fronte sulla mia -je gaf me alles. dank- mormorò, e continuò a baciarmi sul collo.
-Credo di amarti-
sospirai sulla sua bocca. Mi resi conto che lo avevo detto in italiano. Ma lui sembrava aver capito in qualche modo.
Mi baciò -Ti amo- sussurrò di nuovo -Dio se ti amo- ripetè

Gli avevo dato tutto.
-Devi andare- gli dissi -Gli EMA- cercai di dire -Ora vado, ma non senza di te- disse lui.
-Ti aspetto-
  
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