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Autore: SoleStelle    12/11/2012    1 recensioni
Questa storia è la terza e ultima parte della serie "Incubo..favola..realtà."
avrà 15 capitoli totali anche se due (prologo ed epilogo) saranno brevi, come sempre..
I protagonisti sono sempre loro: Sara e Riccardo.
Affronteranno, anche questa volta, tante avventure e tanti problemi ma per sapere cosa succederà dovrete leggere.
Dal testo:
[...] era un piccolo atto di protesta e lui me lo voleva negare già dal viaggio di nozze..
Siamo sicuri che questo matrimonio non fosse stato un errore? [...]

Buona lettura.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Incubo..favola..realtà.'
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Arrivammo in studio in pochi minuti poi mi chiusi nel mio ufficio.
Contattai immediatamente gli impiegati edili e fissai un appuntamento con loro: prima finivo di ristrutturare casa dei miei genitori prima sarei uscita da quell’incubo.
Per tutto il giorno non uscii da quella stanza, né lavorai ad altri progetti.
Volevo assolutamente finire quel progetto e anche fermarmi a pranzare sarebbe stata una perdita di tempo.
Mi eclissai completamente su quei 'fogli', perdendo la cognizione del tempo. Mi accorsi dell’orario solo quando vidi Riccardo entrare nel mio ufficio con un cartone per la pizza in mano.
Fissai l’orologio sul computer e vidi che erano già le 21.00.
Mi massaggiai il collo, improvvisamente dolorante, mentre lo fissai avvicinarsi.
“posso avere anche io le attenzioni di mia moglie?” chiese, ridendo.
“devi” risposi.
Mi appoggiò il cartone davanti e si chinò a baciarmi.
“ciao” disse.
“hai mangiato?” chiesi, ammirandolo.
“si, mi ha fatto compagnia Giulia” disse. Feci una smorfia.. quella segretaria ultimamente gli girava troppo intorno per i miei gusti..
“già, ultimamente ha questa capacità” dissi, acida. Rise.
“siamo gelose?”. Mi prese in giro. Lo guardai male, poi decisi di non dargliela vinta e presi il cartone della pizza, senza rispondergli. Staccai una fetta e l’addentai tornando a guardare il progetto della dépendance ma mi rubò il mouse di mano.
Lo vidi salvare il progetto e spegnere il computer.
“stavo lavorando” dissi.
“appunto: stavi.. ora sei mia” disse spostandomi con tutta la sedia. Mi prese per le braccia e mi fece alzare, si sedette e mi prese in braccio.
“ti perdono solo perché sei tu” dissi.
“io sono io.. mia moglie ha scoperto l’acqua calda” disse, ridendo. Gli diedi uno schiaffo sul braccio.
“scemo”.
“grazie, ti amo anch’io”.
Gli feci la linguaccia, poi lo baciai.
Mi staccai e mi accoccolai meglio su di lui.
“grazie” sussurrai.
“qualcosa mi fa pensare che non ti riferisci alla pizza” disse, dolce. Annuii.
“la pizza non c’entra.. ma grazie anche per quella” dissi.
“non devi ringraziarmi.. non ho fatto nulla” disse.
“mi ami” risposi.. “mi sopporti quando sclero.. mi coccoli.. mi consoli.. mi ascolti.. mi aiuti.. mi sopporti quando ti faccio alzare durante la notte per rifare il letto”.
“ecco questo potresti evitarlo”. Gli tappai la bocca.
“non mi fai pesare quando sbaglio né quando ti chiedo aiuto per un progetto, nonostante tu sia sommerso da mille altri.. grazie per essere venuto a quel concerto e per essere entrato nella mia vita.. non so come avrei fatto senza di te”. Mi diede un bacio.
“non devi ringraziarmi non ho fatto nulla” disse.
“chiunque altro sarebbe scappato, intenzionato a non aver niente a che fare con una casa del genere.. tu sei rimasto e mi hai aiutata” dissi.
“ero intenzionato a rimanerne fuori.. e lo sai.. ma sai anche che dopo aver sentito Theodor dirmi di non fare nulla o sarebbe finita ancora peggio ho capito molti tuoi comportamenti” disse.
“grazie per non aver reagito” dissi. “grazie per avermi difeso solo quando eri sicuro che dopo non avrebbero reagito contro di me”. Mi diede un altro bacio.
“sono sette anni che mi ringrazi per le stesse cose amore.. basta, non ce n’è bisogno. Non scappo se smetti di farlo, sono qui e ti proteggerò sempre.. non ringraziarmi in continuazione. Se mi pesasse farlo non lo farei”. Mi abbracciò più forte e mi lasciai coccolare..
Inutile.. dopo sette anni per lui ero un libro aperto.. con le pagine completamente spalancate..
“mangi con me?” chiesi, indicando la pizza. Prese uno spicchio e me lo passò, poi ne prese uno per se.
Mi fece compagnia fino a quando finii poi mi fece alzare e tornò nel suo ufficio per mettersi la giacca.
Uscii dal mio ufficio, pronta per andare a casa e lo trovai intento a inserire il codice dell’allarme. Lo raggiunsi ed uscii, infilando le mie chiavi nella toppa.
Schiacciò il tasto ok ed uscì veloce, chiudendosi la porta alle spalle. Diede le mandate e sfilò le chiavi, passandomele.
“cinque secondi di tempo sono troppo pochi, dovremmo chiamare il tecnico e far aumentare il tempo fino a dieci secondi, almeno non si rischia di far scattare l’allarme.. comunque in dieci secondi se entra qualcuno non ha il tempo di raggiungere la cassaforte”
“cinque secondi non sono pochi amore, non è mai scattato” disse.
“questo perché solitamente apri e chiudi tu.. se dovessi farlo io vedi come cambi idea” dissi.
“ecco perché se ci sono da fare dei giri solitamente mandi me in ufficio andando tu a fare i sopralluoghi” rispose, prendendomi in giro. “domani chiamerò il tecnico”. Mi abbracciò e andammo verso la macchina.
Non vedevo l’ora di arrivare a casa..
 
 
 
 
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Note dell’Autrice:
Riccardo è sempre più dolce..
Peccato che uomini così nella realtà non esistano: bello, intelligente, dolce e gentile..
innamorato e fedele (?)
   
 
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