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Autore: maxmin1997    12/11/2012    3 recensioni
Zoe Hastings è la ragazza stramba della scuola. Nessun amico, nessun interesse verso qualsiasi altra cosa che non siano libri e musica.
Jared Richmond, il bad-boy irromperà nella sua vita, mettendo in confusione tutto il suo mondo.
"Occhi-Di-Ghiaccio perse l’equilibrio e afferrò il primo appiglio possibile, la spalla di Zoe.
A quel piccolo contatto, la ragazza sentì la sua pelle bruciare e si limitò ad afferrare le braccia del ragazzo per aiutarlo.
Lui la guardò, quasi sorpreso che fosse ancora lì, e le fece un sorriso sarcastico, poi si scostò immediatamente, lasciandole una strana sensazione nel corpo, quasi di freddo."
Genere: Mistero, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Ed eccomi qui con il nono capitolo! ve l'avevo detto che mi sarei fatta perdonare u.u Con questo capitolo l'intesa tra Zoe e Jared aumenterà e si formerà un forte legame, ma non illudetevi, è ardua la strada per le dichiarazioni e.e

“Ho bisogno di una cosa…” iniziò lui con fare evasivo.
“Cosa?”
“Te.”
“Scusami?!”
Zoe sperava di aver capito male, per il bene di Jared.
“Ho bisogno di te, di sentirti mia e tutto il resto.”
Oh mio dio. Era serio!
“Jared, io non farò sesso con te. Puoi scordartelo! Con quale coraggio mi minacci, per poco non mi rompi la schiena,  ti infiltri in casa mia e pretendi di scopare con me?!”
“Ne ho davvero bisogno.”
“No, tu hai bisogno di uno psicologo, uno bravo.”
“Già provato.” Disse lui sorridendo amaramente.
Già provato? Ahia…
“Jared, sul serio. Esci. Non farò sesso con te, puoi scordartelo. Va da quella puttana di Amber e lasciami in pace. Sono sicura che lei sarà più che felice di accontentarti.”
Lui si avvicinò e la ragazza indietreggiò di istinto, ma lui parve non farci caso e la intrappolò al muro, con le braccia vicino alla sua testa.
“Sarà bellissimo anche per te, te lo giuro. Ho solo bisogno di sentirti mia e solo mia. So che tu non vuoi avere niente a che fare con me, ma ti prego, dopò sparirò. Ti chiedo solo un’ora, massimo due.”
Ok, quel tipo era completamente fatto, o ubriaco, o fatto e ubriaco.
“No.”
Lui si esasperò e con uno sbuffo le chiese il perché.
“Perché non è moralmente giusto. È una completa stronzata.”
“Ma tu vuoi. So che mi vuoi anche tu, te lo leggo negli occhi ogni volta che ci avviciniamo un po’.” Disse lui con quel sorrisino seducente stampato in volto, come se avesse già la vittoria a portata di mano.
“Non importa quanto io ti voglia, è no.”
“Lo hai ammesso! Hai ammesso che hai voglia di me.”
“Cosa? No!” disse lei arrossendo, consapevole di essersi tradita. Perché diamine, sì. Lo voleva da morire. Ma non poteva permettersi una delusione grande come quella. Non voleva essere una delle tante. Non voleva proprio avere niente a che vedere con quel ragazzo.
“Cos’è successo a tua madre?”
Le parole le erano uscite di bocca così, non le aveva potute controllare. Probabilmente ora l’avrebbe davvero uccisa.
Lui la guardò, poi, con lo stesso sguardo smarrito di una mezzora fa, si sedette sul letto di Zoe e si prese la testa fra le mani.
La ragazza, consapevole di essere ancora in biancheria intima, prese una maglietta e se la infilò, poi si diresse verso Jared, si sedette a terra e lo costrinse a levare le mani dagli occhi.
Lui la lasciò fare, ormai non sapeva nemmeno dove si trovava, glielo si poteva leggere in faccia.
“Jared.”
“Perché ci tieni tanto a saperlo?”
“Perché tengo a te. E mi fa male vederti in questo stato. Voglio aiutarti…” sussurrò lei.
Lui fece un ghigno amaro.
“Certo, come no. La drogata semi assassina che vuole aiutare il pazzo psicotico assassino. Ma che bella storiella.
Quelle parole la ferirono, ma sapeva che diceva così solo per difendersi, per evitare il discorso.
“Cosa le è successo?” disse stringendo le sue mani, in una stretta che sperava potesse sembrare confortevole.
“L’ho uccisa. Non l’avevi capito?” disse lui guardandola fisso negli occhi.
“Come?”
“Mio padre ha coperto tutto, cercando di non far scoprire niente a nessuno. Mia madre era una donna molto depressa. Prendeva medicine su medicine, e io non ce la facevo a vederla così. Mi faceva male, capisci? Era un dolore atroce guardarla e vedere solo il vuoto – disse stringendole più forte le mani – così cinque anni fa, in una sera di dicembre, mio padre e mio fratello uscirono per andarle a comprare le pillole nuove. Lei mi chiamò e con un soffio mi disse di ucciderla. Che non ce la faceva a vivere in quel modo.”
Zoe si stava sentendo male. Possibile che l’avesse uccisa davvero? La ragazza si aspettava un incidente, o qualcosa del genere. Ma ora…
“Io ovviamente mi rifiutai e la lasciai sola, capisci? Come posso essere stato così stupido da lasciare una donna in quelle condizioni in una cucina?! Mi ero rinchiuso in camera, la musica a volume alto. Non mi accorsi di niente. Quando mio fratello, con le lacrime che gli scendevano a fiotti, spalancò la porta e mi picchiò, io ancora non capivo. Quando poi mi portò di sotto, capii.”
La ragazza aspettava, sapeva che quello sarebbe stato il momento decisivo della storia, nel quale Jared sarebbe caduto in pezzi.
“Mia madre era stesa sul pavimento della cucina, un coltello nel petto e sangue ovunque. Non ricordo di aver mai visto tanto sangue in vita mia.” Mentre lo diceva, calde lacrime gli solcarono il volto, e per la prima volta, Zoe vide quanto era vulnerabile, debole e smarrito.
La ragazza agì di istinto: si sporse e lo abbracciò, lo abbracciò con tutte le forze che aveva. E fu sollevata quando, invece che spingerla via, lui la strinse forte e scoppiò in una vera crisi di pianto.
“Non lasciarmi, Zoe.” Sussurrò lui.
“No, non ti lascio. Sto qua.” Rispose lei, sentendo le sue guance bagnate. Maledizione, stava piangendo anche lei.
Rimasero lì per parecchio tempo. Poi lui la lasciò andare e la guardò per qualche momento.
Zoe, per la seconda volta, non pensò affatto e lo baciò dolcemente. Non fu un bacio come gli altri, pieno di passione e sesso, ma tenero e bagnato dalle lacrime.

  
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