12/11/2012
3 recensioniQuel bianco luminoso, puro, incapace di fare del male.
Il colore della neve, fredda, divertente, umida, assassina.
Non aveva mai pensato alla neve con quel volto, il volto di un assassino, o quello di una belva feroce che, astuta, aspetta la preda e solo all’ultimo attacca, dilaniando la carne e rompendo le ossa.
Eppure la neve è ancora più crudele, ti ricopre completamente, imprigionandoti in un abbraccio senza via d’uscita a pochi passi dalla morte che aspetta beffarda.
E lui la sentiva, vicina al collo, la sentiva nella neve, che era entrata nell’abitacolo posteriore della vettura, la sentiva nel suo cuore, che rallentava impotente, la vedeva perfino nel piccolo corpo che sotto al suo gli rubava lentamente il calore.
Perché quando aveva visto quella valanga cadergli addosso aveva tentato in tutti i modi di salvarlo.
Lui non voleva morire.
La vita era la cosa bella che possedeva, gli piaceva correre, giocare, ridere, respirare, ma tutto questo passava semplicemente in secondo piano davanti a lui.
Lui, il suo fratellino, il piccolo Shirou, che non era mai riuscito a fare niente da solo.
Era per lui che riusciva ancora a contrastare l’enorme montagna di neve che gli premeva sulla schiena.
Era per lui che non aveva ancora ceduto, che continuava a respirare, che continuava a restare sveglio.
Anche se sentiva le palpebre sempre più pesanti, il respiro sempre più lento e i muscoli sempre più tesi.
Poi aveva cominciato a tremare, aveva capito che era al limite, e aveva messo la sua sciarpa bianca attorno al collo di Shirou.
Aveva pregato, perché si svegliasse presto, o perché qualcuno, una persona qualsiasi lo trovasse prima che fosse troppo tardi, e infine aveva dato un ultimo sguardo a tutto quello che lo circondava, incontrando soltanto il bianco.
Il bianco della neve, della sua sciarpa perfino i capelli di Shirou erano bianchi.
A lui il bianco era sempre piaciuto, eppure in quel momento, quando quel poco respiro vitale che ancora lo teneva sveglio gli scivolava silenzioso tra le dita sentì di odiarlo.
E così alla fine si era addormentato veramente, incapace di reggere un altro minuto in più.
Aveva chiuso le palpebre avvolto in quell’abbraccio bianco.
E poi ci fu solo il buio.
This is my last embrace,
And it is white like you and me.
I'll miss you... Shirou.
Angolo dell’autrice.
Ok l’idea mi è venuta a scuola, mentre sfogliando distrattamente la mia antologia di poesia mi sono ritrovata a leggere “La bambina di Hiroshima”
Automaticamente ho pensato ad Atsuya e Shirou, per cui ecco qui quella che dovrebbe essere una ff incentrata su Atsuya nel momento in cui perde la vita.
E la cosa che mi stupisce di più è il mio straordinario coraggio nel pubblicarla *o* la follia a volte non ha limiti!
Detto questo spero che vi sia piaciuta (anche se ne dubito) e che vi piaccia l’immagine.
Per cui io vi saluto e vado a deprimermi nell’angolino di camera mia.
Alla prossima :)