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Autore: Sunny    05/07/2003    0 recensioni
Tre anni dopo gli eventi di BAWM...Harry, Ron, Hermione e Ginny si stanno costruendo un futuro nuovo, ma c'è qualcuno che non vuole proprio lasciarli in pace...
Genere: Azione, Dark, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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                                                                          IT NEVER ENDS

 

 

CAPITOLO 9: UN DISEGNO DIABOLICO

 

 

I’m here with my confession

Got nothing to hide no more                        

I don’t know where to start

But to show you the shape of my heart

                                                                                  Shape of My Heart, Backstreet Boys

 

 

***************

 

 

Hermione rimase immobile al centro della stanza, fissando Corinne con uno sguardo di odio profondo e i pugni stretti. Non la ricordava perfettamente, visto che l’ultima volta che l’aveva visto ci aveva combattuto solo per meno di cinque minuti, ma in qualche modo la riconobbe, anche perché corrispondeva perfettamente alle descrizioni che avevano fornito: avvenente, sensuale, volgare e altera.

 

“Vedo che ti ricordi di me, Hermione.” Disse la donna, con una nota di compiacimento nella voce. “Non sei riuscita a dimenticarmi.”

 

“E’ un po’ difficile dimenticare qualcuno che ti rompe le palle come fai tu.” Replicò sdegnosa Hermione.

 

Corinne inarcò un sopracciglio e accavallò con disinvoltura le gambe. “Sei rimasta lo stesso maschiaccio di quattro anni fa.”

 

Hermione la guardò con aria di sfida. “Ci sei tu dietro tutta questa storia, vero? Cos’è, stai cercando di riportare in vita Voldemort con uno dei tuoi trucchetti?”

 

“Non ho fatto altro che quello che serviva a me.” Fu la risposta della donna. “Tutto questo non ha niente a che fare con Voldemort.”

 

Hermione le rivolse un sorrisetto beffardo. “Le tue prestazioni sotto le coperte non erano… adeguatamente retribuite?”

 

La pazienza di Corinne sembrò vacillare, perché si alzò dall’altare e fece due passi verso la sua prigioniera. “Modera la tua piccola lingua biforcuta, prima che te la faccia tagliare.”

 

“Perché hai organizzato tutto questo?” Hermione non era certo il tipo che si lasciava intimorire da una minaccia.

 

“Buona domanda. E’ la stessa che mi sono posta anch’io quattro anni fa, quando sono stata costretta a nascondermi per mesi nei posti più assurdi per sfuggire alla cattura. Mi sono serviti quei mesi, sai. Mi hanno resa più forte.”

 

E hanno reso la tua mente ancora più malata, pensò Hermione.

 

“E in quel periodo ho riflettuto molto.” Continuò Corinne. “E ho capito che per quanto la vita fosse stata ingiusta e severa con me, una cosa buona me l’aveva data.” E qui la guardò dritta negli occhi. “Mi aveva dato Ron.”

 

Hermione s’irrigidì, ma non disse nulla.

 

“Per tutti c’è qualcosa che la vita riserva in dono, tutto sta a saper capire cos’è per riconoscerla quando arriva. Io l’ho riconosciuta solo dopo.”

 

“Se credi che Ron ti sia mai appartenuto, ti sbagli di grosso.” Ribbattè Hermione con voce tagliente.

 

Corinne fece un paio di passi avanti, sicura di sé. “Questo è ciò che credi tu, piccola monotona ragazzina incolore. Lui è stato mio molto prima di essere tuo.”

 

“Ti illudi.” Rispose Hermione, glaciale. “A te ha dato solo il suo corpo, e niente di più. So cosa c’è stato fra di voi, me ne ha parlato lui stesso. Tu sei stata uno dei tanti errori che ha commesso quando non aveva ancora messo la testa a posto.”

 

“Questo è ciò che vuoi pensare tu.” Anche Corinne era gelida. “Lui con me ha avuto qualcosa che ha sempre saputo di non poter trovare in nessun’altra.”

 

“Sei la peggiore ipocrita che abbia mai visto sulla faccia della terra.” Sibilò Hermione. “Tu l’hai tradito per una causa in cui dici di non aver mai creduto.”

 

“Io non l’ho mai messo in pericolo!” strillò Corinne, poi cercò di controllare la rabbia. “Quando vi catturarono io gli offrii una possibilità di salvarsi e di fuggire con me per amore, ma lui rifiutò. E sai perché? Per colpa tua.”

 

Hermione scosse la testa. “Che falsa. Se tu lo avessi amato sul serio non gli avresti chiesto di abbandonare i suoi migliori amici, né tantomeno di scappare. Lo avresti rispettato, e non avresti cercato di trasformarlo nel bastardo che non è mai stato.”

 

“Il suo cuore sarebbe stato mio se tu non ti fossi immischiata.” Corinne prese a camminarle intorno. “In quei mesi ho cercato di ricostruire nella mia mente ogni dettaglio, ogni cosa…volevo riuscire a capire cosa ci fosse in te di tanto speciale da portarlo via da me. Ai miei occhi tu sei sempre stata e resterai sempre una piccola squallida mocciosa presuntuosa, convinta di essere un dio. Ma la questione era come ti vedeva lui.”

 

Hermione non abbassò lo sguardo quando Corinne tornò a guardarla dritto in faccia.

 

“Sei dannatamente intelligente e furba. Sei combattiva. Non ti arrendi mai. Sfidi il nemico anche se sei spacciata. E mantieni i nervi saldi in ogni circostanza. E lui ti ama per questo.”

 

Ancora silenzio.

 

“Ma soprattutto c’è qualcosa che lui ha sempre nutrito nei tuoi confronti, ma non nei miei.” Continuò Corinne. “Stima.”

 

“Io me la sono guadagnata la sua stima, passo dopo passo, in dieci anni d’amicizia.” Replicò animosamente Hermione. “Ron non è una persona facile da comprendere, ma mi sono sforzata di capirlo. Per anni abbiamo litigato, ci siamo sostenuti l’un l’altra nelle difficoltà, abbiamo pianto e abbiamo riso insieme. Anch’io ho perso la testa per lui col tempo, ma ho aspettato anni per dirglielo. Perché dopo quello che avevamo passato, la prima cosa di cui avevamo bisogno era un vero amico, perfino prima dell’attrazione fisica. L’amore è anche dare, non è solo avere, ed è per questo che tu non capirai mai cosa vuol dire.”

 

“Già, lo so anch’io che figlio di puttana sia l’uomo che amiamo entrambe.” Corinne abbassò lo sguardo sul suo pancione. “Ma a te almeno ha dato un figlio.” Disse lentamente, con una voce carica d’invidia.

 

Isintivamente Hermione si portò una mano sul pancione, come per proteggerlo.

 

Corinne fece qualche passo indietro e si voltò, dandole le spalle. “Ci ho pensato molto in questi anni. Se voglio riprendermi Ron, tu devi sparire dalla circolazione. Ho pensato anche a come, e alla fine sono arrivata a una considerazione.” Disse, voltandosi di nuovo verso di lei. “Se ti facessi uccidere, lui passerebbe metà della sua vita a cercare di vendicarti, e l’altra metà a compiangerti. E l’ultima cosa di cui ho bisogno è fare di te una martire.”

 

Che diavolo avrà in mente, allora?! Hermione sentì il nervoso salirle allo stomaco.

 

Corinne le si avvicinò di nuovo. “No. Tu devi sparire senza che il tuo ricordo si metta fra me e Ron. E quindi c’è un’unica soluzione. Io devo diventare te.”

 

“Ma che diavolo dici? Pensi di poter vivere ingoiando litri di pozione Polisucco?”

 

Il sorriso crudelmente felice di Corinne non prometteva nulla di buono. “Qui abbiamo sistemi molto più efficienti, mia cara. Lo vedi quel calderone laggiù?” le disse, indicandolo. “Ci sta bollendo dentro una pozione rivoluzionaria, si chiama Artimutante. Sono sei mesi che la sto preparando, e tra un’ora sarà finalmente pronta. Manca solo l’ultimo ingrediente, ormai.” E le si mise a un centimetro di distanza. “Il tuo sangue.”

 

Hermione serrò i pugni forte.

 

“Quando l’avrò bevuta fino all’ultimo goccio, io diventerò te.” Concluse soddisfatta la donna.

 

“Non funzionerà mai!” ribbattè furiosamente Hermione. “Ron non potrebbe mai confondermi con un’altra!!”

 

Corinne rise forte, e fu in quel momento che Hermione comprese di avere a che fare con una psicopatica. “La pozione riduce del 98% tutte le differenze. Quanto al moccioso, si dirà che i troppi strapazzi e le troppe paure hanno causato un aborto.”

 

Hermione scosse furiosamente la testa. “Tu sei pazza!! Come puoi dire di amare Ron, se poi hai intenzione di farlo soffrire tanto e uccidere suo figlio?!”

 

“Ci penserò io a ridargli il sorriso, e tutti i figli che vorrà.”

 

“Se pensi che in questo modo ti libererai di me, ti sbagli di grosso.” Sibilò a denti stretti Hermione, fremendo dalla rabbia. “Credi che se sarai esteticamente identica a me, riuscirai ad ingannarlo? Spiacente, ma non è così semplice.”

 

“Ah si, eh?” fece scettica Corinne. “E sentiamo, cosa mi mancherebbe?”

 

“L’anima.” Replicò determinata Hermione. “Quella non potrai rubarmela, né tantomeno fingere di averla. Ognuno di noi ne ha una diversa, e Ron e io conosciamo perfettamente le nostre, non potrai mai prenderlo per il culo fino a questo punto. E quando se ne accorgerà, soffrirà come nemmeno puoi immaginare…dici di essere innamorata di lui, e fai di tutto per fargli del male!! Tu sei la peggiore fra le puttane assassine a questo mondo!!”

 

L’aria sicura di Corinne vacillò. Tornò ad avvicinarsi a Hermione con aria provocatoria. “Ormai la tua sorte è segnata, devi arrenderti! Cosa credi di poter fare ora?”

 

Hermione provò una rabbia immensa; non poteva davvero fare nulla per salvare il suo bambino, e Ron, e se stessa…era tutto così frustrante che non potè trattenersi, e l’odio prese il sopravvento. E senza esitare nemmeno per un secondo, centrò il viso di Corinne col pugno più violento e preciso che avesse mai sferrato, tanto che la donna barcollò di parecchio indietro, con la faccia voltata dall’altra parte per l’intensità del colpo ricevuto. Immediatamente due uomini l’afferrarono saldamente per le braccia, ma lei prese a dimenarsi e a scalciare con tutte le forze.

 

Corinne si toccò il naso e la bocca con una mano, e se la ritrovò insanguinata. Furiosa, avanzò di nuovo verso la sua scalpitante prigioniera e le puntò contro la bacchetta. “Razza di piccolo mostro impudente!! Hai respirato il tuo ultimo fiato!! Animafleo!”

 

Hermione si sentì troncare il respiro da qualcosa, e tutto in una volta il mondo attorno a lei divenne prima grigio, poi misteriosamente bianco…trasparente…la colse un freddo terribile, ed ebbe la sensazione di essere attirata via da un vortice, di lasciare il suo corpo…come se la sua anima stesse volando via…nell’oscurità profonda…

 

Corinne guardò soddisfatta la sua nemica stramazzare a terra priva di sensi e si voltò di nuovo, cercando di constatare il danno al viso. “Preparatela per il sacrificio.” Disse con voce autoritaria ai due uomini, e poi si rivolse contro un incantesimo per rimettersi a posto il naso rotto e la bocca spaccata.

 

 

***************

 

 

Ron si rialzò in piedi con una smorfia di dolore; l’ultimo attacco era stato troppo veloce da schivare, e lo aveva centrato in pieno addome, col risultato che ora aveva una ferita superficiale ma dolorosa al fianco destro. Non che Harry fosse illeso: aveva un braccio sanguinante e l’aria molto arrabbiata.

 

“Dannazione, Harry!!” gli urlò Ron, all’apice della frustrazione. “Perché stai facendo tutto questo?! Rispondimi, perché?!?”

 

“Pensa a combattere!!”

 

“Il punto è che non lo sai nemmeno tu il perché!! Ti stai facendo pilotare da loro come un coglione!!”

 

Harry, prima ancora di riprendere in mano la bacchetta, cercò di colpire il suo avversario con un calcio – che però venne abilmente schivato – e mise a segno un gancio destro che fece cadere a terra Ron, lasciandogli come ricordo un taglio sul sopracciglio; per tutta risposta, Ron afferrò il piede che stava per colpirlo di nuovo e lo tirò con forza, centrando con un pugno piuttosto sonoro il naso di Harry, che prese a sanguinare. Caduto a terra, a Harry scivolò la bacchetta di mano e Ron ne approfittò per costringerlo a terra.

 

“Ti vuoi decidere ad ascoltarmi?!”

 

Ron aveva completamente dimenticato tutte le ore che Harry aveva passato ad allenarsi per imparare la magia senza bacchetta, o forse non avrebbe mai creduto che il suo amico l’avrebbe usata come arma contro di lui; comunque si rese conto subito del perché la maggior parte di quelli che venivano affrontati in quel modo finivano ko: perché quando Harry gli puntò contro il palmo bene aperto della mano e gli fece fare un volo pazzesco contro la parete opposta, si sentì come se lo avesse investito in pieno un treno.

 

Harry ebbe tutto il tempo di recuperare la bacchetta. “Se ti concentrassi di più sul nostro combattimento, mi starei divertendo.” Ruggì, ignorando il rivolo di sangue che gli scorreva dal naso.

 

Ron, ancora stordito, si rimise in piedi. “Tu sei un perfetto idiota.” Sibilò fra i denti, dando alla sua vista il tempo di smettere di fare flip-flop. “Ma davvero non capisci quello che ti sta succedendo?!”

 

“Oh, si che lo capisco.” Replicò lui, con un sorrisetto soddisfatto. “Succede che ti sto facendo un culo tanto.”

 

“Coglione!!” gli urlò Ron, puntandogli contro la bacchetta. “Ma non ci pensi a Ginny e Danny?! Non riesci nemmeno a ricordarti di tuo figlio, per la puttana?!?”

 

Harry gli puntò contro la sua bacchetta in risposta. “L’unica cosa che ricordo bene è la mia missione! Tu devi essere eliminato!! Stralis Inseunda!!”

 

Dalla bacchetta di Harry si materializzò una freccia che si andò a incastrare velocissima nel muro, ferendo di striscio Ron a un braccio.

 

“Se credi di riuscire a vincere a parole, farai meglio ad arrenderti! Ti risparmierai un sacco di sofferenze!” fece Harry con tono durissimo.

 

Ron, tenendosi il braccio, fece un passo avanti. “Harry, noi due siamo stati come fratelli per 15 anni! E’ possibile che in cinque minuti ti abbiano cancellato dalla testa tutti i nostri ricordi? Possibile che non riesci a opporti??”

 

Harry esitò per un momento.

 

 

***************

 

 

Corinne mise giù lo specchio in cui si stava controllando il viso fino a pochi secondi prima, e si voltò verso la vecchia che stava mescolando la pozione nel grosso calderone.

 

“A che punto siamo?”

 

“Manca meno di un quarto d’ora, mia signora.” Rispose quella, con un cenno del capo.

 

Corinne gettò uno sguardo alle guardie. “Come sta procedendo il duello?”

 

Uno degli uomini parlò. “Ancora stabile.”

 

Lei annuì. “Raggiungeteli. Uccidete Potter e portatemi qui il prigioniero. Ma non prima di venti minuti.”

 

“Si, mia signora.” Le guardie fecero un inchino e uscirono.

 

Corinne si voltò verso l’altare dove stava stesa Hermione, priva di sensi. Le tastò il collo: il battito stava rallentando progressivamente, e ormai era lentissimo. Con un sorriso pienamente soddisfatto, la donna riprese a guardarsi allo specchio.

 

 

***************

 

 

Vedendolo esitare, Ron fece un passo avanti, tenendo però sempre la bacchetta pronta. “Ascolta, lo immagino che inferno stai passando, e ci credo che hai un gran casino nella testa, ma resto convinto che puoi farcela.”  Con prudenza fece un altro passo avanti. “Ascoltami, per ora non importa se non riesci a ricordarti di me o di Hermione, ma devi ricordarti di Ginny. Lei sta soffrendo molto, Harry, ha bisogno di te. E Danny ha bisogno di suo padre, non puoi abbandonarlo ora!”

 

Harry vacillò.

 

Ron fece un altro passo avanti. “Andiamo, Harry. Dammi la bacchetta. Torna da noi.”

 

In quel preciso istante il pitone si rizzò sulla schiena ed emise un sibilo lungo e acuto, mostrando i denti aguzzi. Harry si scosse dal torpore in cui era caduto e gli puntò di nuovo la bacchetta contro. “Adesso la facciamo finita con questa storia una volta e per tutte! Insorgeo!!”

 

Una improvvisa stalattite schizzò su dal pavimento e Ron riuscì ad evitarla facendo un salto indietro appena un secondo prima di essere trafitto, ma nel farlo cadde a terra, sentendo un dolore forte alla nuca e facendo appello a tutto il suo coraggio e alla sua forza di volontà per non perdere la bacchetta.

 

Harry gli mollò un calcio fra le costole, e gli puntò di nuovo la bacchetta contro. “Ti chiuderò la bocca per sempre!!” ruggì, con gli occhi rosso fuoco. Alle sue spalle il serpente si drizzò ancora di più, con gli occhi che sembravano due bolle di magma.

 

E fu in quel momento che Ron capì.

 

 

“C’è una cosa che non mi è molto chiara.” Disse Ron, fissando accigliato il rapporto sul caso di Harry, mentre Hermione gli sistemava meglio le coperte del letto dell’infermeria.

 

“Cosa?”

 

“Qui dicono che non sanno bene di che natura è il maleficio che hanno fatto a Harry. Due paragrafi dopo parlano di magia nera e precisano anche quale categoria. Come mai?” le chiese, alzando lo sguardo dai fogli che aveva in mano.

 

Hermione si sedette sul letto accanto a lui e alzò spallucce. “In verità non è molto chiaro. Che sia magia nera è facile intuirlo, perché l’unico incantesimo che può controllare la mente umana è l’Imperius. E sappiamo che Harry sa resistere a quella maledizione.”

 

Lui annuì, appoggiandosi di spalle ai cuscini. “Ok, allora ammettiamo che le cose stiano veramente così. Come facciamo a capire con precisione chi diavolo ha fatto questo incantesimo? Dobbiamo essere precisi, no? Che succede se non capiamo chi è che ha usato questa magia nera?”

 

Lei sospirò e guardò altrove. “Non lo sappiamo con certezza. Per ora come indizio abbiamo solo gli occhi di Harry, che da verdi sono diventati rossi.”

 

Ron inarcò entrambe le sopracciglia. “Quindi dovremmo cercare un omone brutto e cattivo con lo sguardo di fuoco?”

 

“Sembrerebbe proprio di si.”

 

“Ah, niente di più facile. Voglio dire, come fa a passare inosservato un tizio con gli occhi rossi?”

 

 

“E con questo il nostro duello è ufficialmente finito!!” Harry sollevò la bacchetta.

 

Ron decise di giocarsi il tutto per tutto senza starci troppo a pensare. Colpì Harry duro allo stomaco a piedi uniti; lui ovviamente riuscì a parare il calcio, ma l’intensità del colpo lo fece arretrare di qualche passo, quel tanto da dare a Ron la possibilità di rimettersi in piedi. Harry tornò all’attacco con un rapido e incisivo pugno che fece vedere le stelle al suo avversario, ma Ron fu svelto a riprendersi dal colpo e a passare con forza il piede destro dietro alle ginocchia del suo amico, che cadde a terra.

 

Ora o mai più. Forse era l’ultima occasione che gli era rimasta: si girò a tempo di record e puntò la sua bacchetta contro il pitone. “Inflamare!!” urlò con tutte le sue forze.

 

Il serpente sibilò molto acutamente quando la coda cominciò a prendere fuoco, ma in meno di cinque secondi il suo sibilo finì bruciato col resto del suo viscido corpo.

 

Harry, in ginocchio, tenendosi la testa fra le mani, si lasciò sfuggire una smorfia di dolore. Ron gli fu accanto in un attimo. “Harry!!”

 

“Mi sta scoppiando la testa!!!” si lamentò lui. Fortunatamente qualche secondo dopo sembrò calmarsi, e piano piano anche l’affanno che aveva si stabilizzò.

 

Ron aspettò qualche secondo per vedere se aveva ottenuto ciò che voleva. “Harry?” provò.

 

“Ron?” Harry si guardò rapidamente in giro, confuso. I suoi occhi erano di nuovo verdi.

 

Sul viso di Ron comparve un sorriso enorme. “Sei di nuovo tu?”

 

“Ma che è successo? E dove diavolo siamo?” gli chiese spaesato lui.

 

Ron non potè trattenersi e lo abbracciò. “Dio, quant’è bello riaverti fra noi!”

 

Harry ricambiò l’abbraccio, ma poi lo guardò più confuso di prima. “Ok, non ci sto capendo davvero più niente.”

 

“Non ti ricordi niente di quello che è successo?”

 

“No! Ma che cosa è successo?!”

 

“Ti hanno fritto il cervello e t’hanno messo contro di noi.” Harry lo guardò allibito. Lui annuì. “Già. Pensa un po’ cos’è stato per noi combattere contro di te.”

 

“Oddio, è un incubo…io non mi ricordo assolutamente niente!” fece Harry, completamente inorridito. Poi si guardò un attimo e vide in che stato era ridotto. “Vuol dire che questi me li hai fatti tu?” gli chiese, indicandogli le sue ferite.

 

“Tu non sei rimasto esattamente a guardare!” fece Ron, mostrandogli le sue.

 

Harry si passò una mano fra i capelli. “Dio…ma da quant’è che va avanti questa storia?”

 

Ron fece una smorfia. “Tre mesi e mezzo.”

 

Harry spalancò occhi e bocca. “Ginny e Danny!”

 

“Già.” Annuì Ron. “Staranno cento volte meglio quando ti rivedranno.”

 

Harry decise di non perdere altro tempo, e si rimise in piedi. “Voglio andare da loro.”

 

Anche Ron si rimise in piedi. “Aspetta, dobbiamo prima ritrovare Hermione.”

 

“Hermione è qui?” Harry si accigliò.

 

“La tengono prigioniera da qualche parte qua dentro, dobbiamo cercarla.”

 

“Ok, andiamo.”

 

Proprio in quel momento la porta dello stanzone si spalancò, e ne entrarono sei uomini armati di bacchetta. Nel vederli in piedi si soffermarono un secondo.

 

“Ah, bene.” Brontolò Ron. “Solo questi ci mancavano.”

 

Uno dei soldati puntò la bacchetta contro Harry. “Avada Kevadra!”

 

“Remando!!” Harry lanciò un incantesimo che deviò il flusso di luce verde e lo rispedì al mittente, che cadde a terra morto.

 

“Stupeficium!!” Ron centrò in pieno uno dei nemici, che stava per sfoderare la bacchetta.

 

Harry si buttò nella mischia e con un calcio disarmò uno dei suoi aggressori, pietrificandolo un attimo dopo; l’altro riuscì a colpirlo con un pugno in pieno viso, ma, quando gli puntò contro la bacchetta, Harry lo disarmò al volo e un secondo dopo lo mise ko con uno schiantesimo.

 

Ron afferrò il suo nemico per la testa mentre quello stava ancora cercando di estrarre, e gli tirò una ginocchiata atrocemente dura al viso e allo stomaco, lasciandolo completamente inerte a terra. L’ultimo soldato cercò di attaccarlo alle spalle, ma i suoi riflessi di guerriero gli permisero di voltarsi in tempo per afferrare l’aggressore e sbatterlo contro il muro, tenendolo bloccato col braccio contro la sua gola. Era un ragazzo piuttosto magro ed esile, perciò i suoi tentativi di liberarsi furono vanificati facilmente.

 

Ron serrò più forte la sua presa. “Dimmi dov’è la ragazza.” Ruggì, mentre lo affiancava anche Harry.

 

“Non ne so niente!” rispose quello, ma il braccio di Ron lo spinse ancora di più contro il muro.

 

“Dimmelo, o ti faccio un buco fra gli occhi!!” urlò il giovane auror, puntandogli la bacchetta alla fronte.

 

“…la stanza in cima alle scale…” si fece uscire alla fine il ragazzo, tremando.

 

Ron lo schiantò e lo lasciò cadere a terra, e lui e Harry si lanciarono di corsa nel corridoio fuori dalla stanzona. “Dove diavolo sono queste scale?!” sbottò nervosamente, guardandosi intorno.

 

“Laggiù!” Harry gli indicò una rampa di scale in una zona d’ombra alla fine del corridoio, e tutti e due corsero in quella direzione.

 

 

***************

 

 

Corinne, che era impegnata a controllare il battito cardiaco di Hermione, sentendo i passi veloci alzò lo sguardo di scatto. Non le ci volle molto a capire che non appartenevano alle sue guardie, soprattutto quando sentì dei pugni piuttosto violenti battere contro la parete.

 

“A che punto siamo?” disse nevroticamente alla vecchia vicino al calderone.

 

“Manca ancora qualche minuto.” Le rispose quella.

 

Corinne si alzò. “Andiamo avanti col piano, presto.”

 

La vecchia esitò. “Ma mia signora, se aggiungiamo il sangue della ragazza adesso, rischiamo di…”

 

“Non mi interessano i tuoi rischi!!” strillò isterica la donna. “Uccidila ora!! Immediatamente!!!”

 

 

***************

 

 

“Ma come cazzo si apre questa merda di porta?!?”

 

Ron diede un calcio alla porta murata senza maniglie, continuando a dare pugni sulle grosse pietre con rabbia e frustrazione.

 

Harry stava tastando febbrilmente il muro alla disperata ricerca di un qualche passaggio segreto. E ad un certo punto sotto la mano gli capitò una specie di piccolo bassorilievo di forma strana: la forma di un serpente.

 

“Porca puttana, apriti!!!” urlò Ron.

 

Harry ebbe un’idea; tirò indietro Ron per un braccio, chiuse gli occhi e sibilò qualcosa in Serpentese: un momento dopo la porta si spalancò, e furono in condizione di vedere cosa stava succedendonella stanza al suo interno.

 

Una vecchia non molto alta teneva in mano un pugnale, ed era vicinissima a quello che sembrava un altare su cui stava stesa una ragazza, a prima vista svenuta. Era Hermione! La vecchia spalancò gli occhi nel vederli, ma subito si concentrò nuovamente su quello che stava facendo, e rialzò il pugnale per completare la sua opera.

 

Fortunatamente Harry fu più rapido di lei a puntarle la bacchetta contro e a urlare “Petrificus Totalus!!” La vecchia si pietrificò all’istante, e il suo pugnale si fermò a pochi centimetri dal petto di Hermione. Harry corse subito da lei e, prima ancora di chinarsi sulla sua migliore amica, diede un calcio alla statua, che cadde a terra distruggendosi in mille pezzi.

 

Per quanto Ron desiderasse con tutto il suo cuore di raggiungere Hermione, si costrinse a fermarsi: aveva visto la figura nell’ombra. Le puntò la bacchetta contro, facendo due passi avanti. “Avanti, vieni fuori.” Disse, con una voce durissima.

 

Corinne fece come le era stato ordinato e uscì alla luce, ancheggiando e mantenendo un’espressione assolutamente altera e per niente sconfitta. “Ciao, Ron.” Mormorò.

 

Lui vide la bacchetta che lei teneva in mano. “Buttala.” Sibilò a denti stretti.

 

Lei la lasciò cadere a terra, senza smettere di guardarlo. “Sei cresciuto parecchio.”

 

“Avrei dovuto immaginare che dietro tutto questo c’eri tu.” La voce di Ron era gelida.

 

“Dovresti essere lusingato, visto che tutto quello che ho fatto era solo per riavere te.” Replicò calma lei.

 

“Non mi sento lusingato, semmai disgustato.” Fece lui.

 

Corinne, a dispetto della situazione, sorrise. “Non sei contento di rivedermi?”

 

Lui fece una smorfia. “Sicuro, perché non dovrei essere felice di rivedere la donna che mi ha tradito, mi ha preso in giro e ha trasformato il mio migliore amico in un serial killer?”

 

“Tu dai troppa importanza al passato. Io sono il tuo futuro.”

 

“L’unico momento del futuro che condivideremo sarà quando ti trascinerò in catene ad Azkaban, dove devi stare. E’ quello il tuo posto.”

 

Corinne decise di essere sincera fino in fondo. “Sono tornata da te perché ti amo, Ron.”

 

Lui non si scompose. “Abbiamo già affrontato questo discorso in passato.”

 

“E non potremo mai risolvere il problema, finchè tu manterrai questo atteggiamento.” Fece lei, acida.

 

“Corinne, non c’è niente da risolvere.”

 

“Perché ti rifiuti perfino di ascoltarmi?” si lamentò lei, esasperata.

 

Perché?!” ruggì lui. “E me lo chiedi, anche?! Tu hai fatto tutto il possibile per rovinarmi la vita, per distruggere quello che più amo, e ti meravigli se non ti credo quando mi dichiari il tuo amore?!?”

 

“Io volevo solo te, e tu invece hai dato il tuo cuore a un’altra!” strillò lei. “Una ragazzina che non ha niente più di me, ma che tu veneri come una dea!!”

 

Istintivamente Ron guardò con la coda dell’occhio Harry, che stava seduto sull’altare con Hermione stretta protettivamente fra le braccia e la bacchetta ancora serrata in una mano. Rassicurato, Ron tornò a concentrarsi su Corinne.

 

“Lei vale cento volte quello che vali tu.” Sibilò con un tono freddo e tagliente.

 

La donna s’irrigidì e guardò altrove. “Ho passato quattro anni ad elaborare questo piano. Era tutto perfetto. Tu avresti dovuto odiarla, perché per colpa sua il tuo migliore amico aveva perso la ragione. Lei avrebbe dovuto perdere la lucidità e la concentrazione, e tu avresti dovuto smettere di provare stima nei suoi riguardi. E invece qualcosa deve essere andato storto.”

 

“Te lo dico io cos’è andato storto.” Ruggì Ron. “Io amo Hermione, e la conosco bene. Ho sempre saputo che non aveva nessuna colpa per quello che era successo a Harry. E tu l’hai sottovalutata, Hermione è in gamba proprio perché è capace di mantenere il sangue freddo in situazioni come queste.”

 

Corinne annuì. “Mi sono arresa all’idea che il tuo cuore appartiene a lei. E’ per questo che volevo sostituirmi a lei.” disse, con amarezza.

 

Ron si accigliò. “Cosa?!”

 

“Hai capito benissimo.” Rispose lei, con gli occhi tutto in una volta indemoniati. “Avevo anche pronta la pozione per prendere una volta e per tutte le sue sembianze, mi mancava solo il suo sangue, era l’ultimo ingrediente.”

 

Lui scosse la testa, inorridito. “Tu sei pazza, Corinne.”

 

Sul viso della donna comparve un ghigno strano, e gli occhi le balenarono perfidamente. “Ma forse non è ancora troppo tardi per finire ciò che avevo cominciato.”

 

Corinne fece un passo verso l’altare, ma Ron le si parò davanti. “Sta’ lontana da lei.” la sua voce metteva paura.

 

Lei fece un passo indietro, ma la sua espressione folle rimase dov’era. “Vieni via con me, Ron!” disse, quasi euforica. “Scappiamo insieme!”

 

Lui scosse la testa. “Tu sei soltanto una povera psicopatica che ha fatto di me la sua ossessione, non capisci più nemmeno quello che vuoi.”

 

“Io voglio te!!” urlò lei.

 

“Io non sarò mai tuo! E non potrò mai amarti! Non dopo quello che hai fatto a Harry, a mia sorella e a tutti gli altri, per non parlare del fatto che hai quasi ucciso Hermione e mio figlio! L’unico motivo per cui sono qui è per sbatterti ad Azkaban a vita!!”

 

Corinne sembrò prendere coscienza di quanto Ron le aveva detto e s’irrigidì, mantenendo lo sguardo folle. “Bene. Benissimo. Facciamo pure a modo tuo, Ron. Vuol dire che verrai comunque con me. Ma nel regno dei morti.” E così dicendo si sfilò una piccola sfera gelatinosa dalla tasca e gliela tirò addosso.

 

“Ron!!!” urlò Harry.

 

Ron fu svelto a sollevare la bacchetta. “Remando!!”

 

Uno scoppio enorme, un rumore assordante e un lampo di luce travolsero la stanza.

 

 

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Fiùùù…capitolo piuttosto intenso, eh? E non vi arrabbiate se vi dico che è il penultimo! Calma, e sangue freddo: non vi libererete così facilmente di me, gente….^^ Comunque, il prossimo capitolo è senza dubbio il mio preferito in assoluto…ma non vi dico niente, neanche il titolo, sennò vi rovino la sorpresa!

 

I soliti baci e bacioni ai miei recensitori (uno speciale alla dolcissima Mony-chan, e grazie a giuggy, che mi fa pubblicità! Sono onorata! ^^), e stavolta vorrei dare un bacio cosmico a mia sorella, che ieri sera si è offerta volontaria per ricopiare l’ultima parte del capitolo sul pc mentre io finivo di annegare fra i compiti di matematica…a dirla tutta, senza Nenè a quest’ora avreste dovuto aspettare un altro po’ per vedere on-line questo capitolo…grazie, amore! Mi sdebiterò, prima o poi.

 

Infine vorrei chiedervi una cosa: dunque, mi sono arrivate parecchie mail questa settimana con delle specifiche richieste. Una buona parte (diciamo la maggior parte) vorrebbe ancora un altro seguito, cioè vorrebbe che questa storia diventasse una trilogia il cui ultimo episodio sia un’eccitante avventura che coinvolge ancora i nostri eroi…però in versione mamme e papà. Un’altra parte, invece, mi ha esplicitamente chiesto se scriverò mai tutto il pezzo che separa il primo Being a War Mage dai tempi della scuola: cioè l’attacco a Hogwarts, la decisione di Harry, Ron e Hermione di diventare War Mage, come sono cresciuti, sono cambiati e si sono avvicinati, ecc… Ok, sono due richieste interessanti, anche se la seconda è un pochino più difficile perché tratta di un momento molto delicato della vita di questi personaggi. In teoria, penso che si possano realizzare entrambe (non avete idea di quanto possa essere fonte d’ispirazione la sedia del dentista…^^) …ma voi che ne dite? Quale volete vedere per prima? Beh, fatemi sapere, ok?

 

Kiss kiss, alla prossima volta!

 

Sunny

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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