'Se si nasce per morire magari si muore per rinascere'
-Anonimo

Oh dio, che rottura di palle.
Sì preside, certo preside, ha ragione lei preside. Ma quanto è bello oggi preside?
E blablabla.
Cazzo, è il nostro primo giorno e già ci vuole indurre al suicidio? Stia zitto un momento!
Gioco con i miei capelli, fino a quando un nome e un dito puntato verso di me mi fanno tornare alla realtà.
Alzo la mano.
-Sì, signorina…- guarda velocemente il foglio che ha in mano -…Lennox?
-Non ho ben capito chi sarà il mio compagno.- dico, sorridendo fiduciosa.
A noi studenti appena trasferiti stavano assegnando dei compagni con cui avremmo condiviso tutte le lezioni, più i progetti extracurriculari. ‘Per essere buoni integratori’, ci avevano detto.
O almeno io questo avevo capito.
-Lux Turner.- dice il giovane professore, ricambiando il mio sorriso.
Che si spegne di colpo.
COME? Non può essere.
Sono qui da circa venti minuti e so già tutto di quella ragazza.
No, non è  il capo delle cheerleader, né del comitato scolastico, né della squadra di atletica, né di quella di basket. E’ semplicemente la ragazza che tutti amano e venerano qui in questa cazzo di scuola di questo cazzo di paesino sperduto della est coast.
Studentessa modello, pronipote morale di Che Guevara, bella, anzi bellissima, quella ragazza mi è stata descritta da professori, alunni e segretari come la perfezione.
Esattamente il tipo di persona che odio.
E no, non sono quel tipo di ragazza che odia tutto e tutti e che va in giro a fare la trasgressiva. In Inghilterra, dove sono nata e vivevo, sono io la ragazza più popolare della scuola, so cosa significa essere sempre al centro dell’attenzione. Non per mia scelta, sia chiaro, ma solo perché sono stata la fidanzata storica del quarteback della squadra di football della scuola e per…
Oh, non ci voglio pensare.
Scar, scaccialo dalla testa. Ce la puoi fare. Tu sei forte.
Ma io e la mia vocina interiore sappiamo che non è così, e il motivo del mio trasferimento mi ritorna alla mente.
Tutto quel sangue, le urla, il processo.
Il mio funerale.
Immagini contorte e voci lontane mi vorticano nella  mente.
Sempre più veloce, sempre più insistentemente.
Finchè, esausta, perdo i sensi.
 
Mi sveglio dopo pochi istanti.
Nessuno, si è accorto del mio improvviso mancamento, tranne il ragazzo sedutomi di fianco.
-Ehi, stai bene?- chiede allarmato, il visino dolce corrucciato dalla preoccupazione.
-Sì, grazie.-mento-Solo un colpo di sonno.-sorrido.
-Oh, ti capisco.-si siede meglio, ora tranquillo.-Questi non la finiscono più di parlare!
-Che poi stanno ripetendo le stesse cose da mezz’ora.-affermo-Credono che siamo dementi?
Sorride, trattenendo una risata che sarebbe stata fragorosa. Noto l’apparecchio.
-Comunque, io sono Aaron, piacere.-dice tendendomi la mano.
-Scar.-stringo la mano e gli sorrido. Mi sta già simpatico.
Poi mi ricordo di Lux.
-A te chi hanno assegnato?-chiedo.
Fa una smorfia.-Jack Styles.
Jack Styles, come un certo James Malik, è la versione femminile di Lux, nonché suo migliore(scopa) amico.
Sorrido.-Lux Turner.-dico.
-Oh, allora staremo insieme!-esclama felice.
-Ci salveremo a vicenda.-dico, facendolo ridere di nuovo.
 
Sono a casa, finalmente.
Tolgo la giacca, butto la borsa sul divano e mi dirigo a passo lento e trascinato verso il bagno, per una doccia calda-schiarisci idee.
I miei non ci sono, oggi è il loro primo giorno di lavoro. Neanche mio fratello c’è, così posso permettermi certe libertà.
Tipo stare in bagno con la porta aperta. Una piccola, grande conquista.
Apro l’aqua e mi ci butto sotto. Inizio a bagnare i capelli, per poi passarci due volte lo shampoo e una volta il balsamo. Risciacquo tutto molto lentamente, godendomi quella sensazione super rilassante, ed esco.
Una volta fuori mi guardo intorno, spaesata. Manca qualcosa…ma cosa?!
Cazzo, l’accappatoio!
Perché sono così spastica?
Sbuffando, accendo la ventola dell’aria calda e mi asciugo così.
Asciutta, vado davanti allo specchio e mi ci rifletto. Guardo i miei occhi ghiaccio, i miei capelli rosa. E noto la ricrescita abnorme e oscena.
Devo andare dal parrucchiere. Ma odio i parrucchieri, non voglio andare dal parrucchiere! Non andrò dal parrucchiere.
In fondo, quella ricrescita non è così abnorme e oscena.
Torno a guardare il mio viso. Che faccia di cazzo. Tra l’altro piena di lentiggini. Una faccia di cazzo piena di lentiggini.
Che cosa bella.
Ci butto sopra un po’ d’acqua gelida, giusto per fare qualcosa.
Raccolgo i capelli, ancora bagnati, in uno chignon ed esco dal bagno, correndo in camera mia per non gelarmi.
Indosso la biancheria e mi butto a letto.
Guardo il soffitto. E penso. Penso a quello che mi è successo l’anno scorso, a quello che sono diventata in seguito a quel disastro.
E mi chiedo se Aaron mi accetterebbe o scappasse, se scoprisse la vera me.
Scuoto la testa. Basta ora. E’ un nuovo inizio.
Una rinascita.



 

Uè babes! 

GIURO che i prossimi capitoli saranno migliori di questo schifo! Fidatevi di me. ʘ‿ʘ
Mi presento(che brutta cosa): sono Sole.
Stop.
Ecco la mia presentazione.
Profonda come una pozzanghera.
Volevo avvisarvi che alcuni personaggi in questa storia NON hanno i nomi ma le fattezze estetiche dei componenti dei ONE DIRECTION.  Per aiutarvi nell’identificazione, cambierò solo i nomi e non i cognomi dei suddetti.
Un’altra cosa: sarà una storia contorta e congelato(?), dato che è fantasy. Quindi vi consiglio di fare attenzione ai minimi particolari(cosa che non farò nemmeno io).
Vorrei scrivere qualche altra cosa ma sono spastica, quindi evito altre figure di merda.
Alla prossima!
-Sole.
p.s. scusate se ci sono degli errori, ma anche rileggendo mi sfuggono sempre!
p.p.s. su twitter sono @phoenixpowah