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Autore: MissysP    12/11/2012    1 recensioni
Nick Fury ha un piano, o almeno così sembra alla squadra. Invece, al contrario vuole solamente divertirsi alle loro spalle. Così parte l'iniziativa di trovare un hobby tutti insieme, per unire la squadra. E nessuno dei Vendicatori si sarebbe immaginato di trovarsi davanti ad un'impresa titanica, quasi quanto sconfiggere un'altro nemico. Una cosa è sicura: nessuno ne uscirà integro da questa avventura; non se ad esserci in mezzo ci sono attività dedicate per persone normali.
Dal Prologo:
[“Ho notato che ultimamente vi state lasciando... – si fermò per un attimo, osservandoli nuovamente e cercando il termine adatto per descriverli- ...andare. E quindi ho deciso che dovrete trovarvi qualcosa da fare, che vi faccia muovere quelle chiappe. E lo farete insieme, nella speranza di aiutare la squadra.” rimarcò. [...] “Agente Hill entra pure.” disse e dalla porta fece il suo ingresso l’agente Maria Hill con in mano dei fascicoli. Li poggiò sul tavolo e uscì dalla stanza. Tutti i presenti fissarono quei fascicoli con astio e paura, mentre Fury ridacchiava divertito e sadicamente soddisfatto.]
Genere: Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 4

“Ancora mi domando perché continuo a frequentarvi!”
“Non è per tua scelta e, purtroppo, nemmeno per nostra. Stark stai pur certo che nemmeno noi vorremmo passare del tempo con te.”
“Rogers non mentire non ti riesce bene. Lo so che segretamente gioisci per la mia preziosa compagnia.”
“Ti piacerebbe, Stark!”
“Smettetela entrambi! Siete ridicoli!” esclamò Natasha irritata da quello scambio di battute infantili. Gli altri due si ammutolirono ma continuarono a guardarsi intensamente pronti a riprendere la discussione se si fosse presentata l’occasione.
“Comunque, Bruce, che diavolo di posto è mai questo?” domandò Tony, guardandosi attorno sconcertato mentre i compagni erano curiosi. Era inutile non ammetterlo almeno a se stessi: quella ricerca spasmodica e sconcertate di trovare un’attività da praticare insieme stava incominciando piacere a loro.
Bruce fece strada ungo il corridoio stretto circondato da ambo i lati dalla natura selvaggia. Alberi, piante, fiori e addirittura cespugli si paravano davanti a loro, rendendogli impossibile il passaggio. Solamente Bruce sembrava a suo agio in quell’ambiente totalmente assurdo.
Ad un certo punto Clint si sentì afferrato da qualcosa, abbassò lo sguardo. Quel che vide lo sorprese: una pianta stava cercando di mangiarlo. Immediatamente strappò il gambo della pianta per poi proseguire, ma ancora una volta fu bloccato da qualcos’altro. Clint, scocciato, era pronto a strappare l’ennesimo gambo. La sua mano però toccò qualcosa di viscido e appiccicoso. E senza nemmeno comprende come si ritrovò a strisciare contro il pavimento.

“Ohi! Che succede?” urlò l’agente, mentre Natasha si voltò a guardarlo. Vederlo strisciare a terra fu una scena abbastanza insolita.
“Bruce!” chiamò immediatamente la donna. Tutti si voltarono, allarmati e pronti ad uno scontro contro chissà quale nemico. Invece videro l’agente Barton penzolare a testa in giù. La scena di per sé era incredibile, addirittura per dei supereroi come loro, ma non volevano crede a quello che stavano guardando. Poi, automaticamente, si voltarono verso Bruce.
Quello, stampandosi un sorriso sulle labbra, si avvicinò al collega e si abbassò infilando la mano in un cespuglio verde.
“Forza bella, non ha fatto nulla di male. Mollalo!” canticchiò il dottore e gli altri lo guardarono come se fosse impazzito.
“Il guaritore ha per caso perso la testa?” bisbigliò Thor senza rivolgersi a qualcuno in particolare. Gli altri rimasero semplicemente a guardare come la pianta obbedisse alle esortazioni di Banner e lasciò l’agente, usando poca grazia.
“Molto probabilmente il sole del deserto oppure troppe missioni di carità. Il dottore farebbe meglio a ritornare alla vita civilizzata oppure potremmo presentargli un bravo strizza cervelli.” disse Tony, poi si voltò verso Steve. “Ehi Capitan Biondona, scommetto che tu ne conosci uno!” lo istigò il miliardario.
Steve lo fulminò con lo sguardo, stringendo i pugni e denti e cercando di reprimere la sua rabbia. Proprio non riusciva a sopportarlo. Alla fine gli diede le spalle, convenendo che fosse meglio ignorarlo il più a lungo possibile, almeno avrebbe evitato di rovinare la giornata a sé e a tutti gli altri.

“Bene proseguiamo il giro?” domandò il dottore rivolgendosi ai compagni.
“Perché ci stava facendo fare solamente un giro? Dottore, sinceramente, ma dove siamo capitati?” domandò Natasha, aiutando l’agente Barton a rialzarsi. Clint trucidò con lo sguardo la pianta ed ebbe la tentazione di ridurla ad un’insalata di pomodori. Sospirando si allontanò da quella pianta malefica, tralasciando i suoi intenti vendicativi nei confronti di una pianta- che cosa sciocca-.

Banner si sentiva in paradiso ogni volta che andava in una serra. Svuotava la mente e si rilassava e l’Altro se ne stava rinchiuso in un angolino, raggomitolato su se stesso. Eppure gli altri non sembravano averlo capito, poiché fin da quando erano arrivati avevano messo a dura prova il suo controllo. Li osservò uno ad uno, sperando- e supplicando una qualsiasi entità superiore- che nulla andasse storto quel giorno. Nulla. Tony sembrava abbastanza tranquillo, lo vedeva assorto in una discussione al telefono che lo occupava. Quindi, con animo inquieto, ritornò alla cura della sua pianta.

Thor Odinson non sapeva che cosa fare. Non comprendeva perché quei Midgardiani lo avevano messo davanti ad un vaso, vuoto, della terra ai lati e dei semi al fianco del vaso. Si guardò attorno, alla ricerca di un suggerimento che lo aiutasse a decidere come muoversi. Le uniche esperienze di cui poteva vantarsi era quelle avute nell’infanzia con suo fratello Loki. Loro madre si scioccava sempre quando li vedeva ritornare dal giardino del palazzo ricoperti di terra ed ogni volta li scaraventava nella vasca, ancora vestiti, e li strofinava come se fossero dei panni.
Si voltò verso Bruce e lo vide tanto assorto nel suo lavoro che non osò disturbarlo; poi guardò Clint e Natasha: si sorridevano complici spintonandosi a vicenda mentre immergevano le mani nella terra per metterla nel vaso. Thor arrossì per quel loro momento così intimo e si voltò all’istante concedendogli quel momento la loro pivacy. La sua attenzione fu catturata da Tony e da Steve che si lanciavano occhiate di puro astio. Rinunciò a comprendere che cosa avrebbe dovuto fare con quel vaso e quella terra. Quindi si andò a nascondere in un angolino- possibilmente con l’assenza di piante di qualunque tipo- e tirò fuori il suo inseparabile sacchetto con all’interno i suoi panini.


“Oh, andiamo Pepper! E’ stato solamente un incidente!” esclamò il magnate al limite dell’esasperazione. Quando la sua fidanzata si arrabbiava era impossibile ragionarci. La sua ira era implacabile.
“Va bene, va bene. Oggi prometto, allora, di comportarmi da bravo bambino, contenta?” domandò. La risposta della donna arrivò prontamente e perfino Steve, che era abbastanza lontano da Tony, la udì.
“Anthony Edward Stark, smettila di comportati come un poppante e fa l’adulto per una volta. So che per te è difficile comportarti come una persona normale, ma vorrei evitare di doverti venire a trovare all’ospedale solamente perché il povero Bruce non poteva più sopportarti, comprendi?”
L’uomo non sapeva che cosa rispondergli: in effetti aveva ancora qualche livido presente dall’ultima volta che aveva passato una giornata in compagnia di Banner. Sospirando si diede sconfitto, per quella volta.
“Va bene, va bene! Allora pretendo un premio,” asserì convinto e sul viso si stampò un ghigno malizioso in viso. Al che Steve alzò gli occhi al cielo pensando che Pepper fosse la donna più santa del pianeta per riuscire a sopportare quell’uomo insopportabile.
Tony ridacchiò prima di chiudere la telefonata e si voltò verso di lui. Perse il sorrise all’istante, ma lo ignorò. Rogers ne rimase sorpreso, domandandosi come mai il miliardario non incominciasse a dargli noia. Sospettava che di mezzo ci fosse Pepper, ecco il motivo di quella chiamata.
Con un ghigno sadico, che si dipinse sul suo volto, Steve incominciò a meditare la propria vendetta. Oh, sì. Si sarebbe proprio divertito un mondo quel giorno.

Bruce incominciava a credere di essersi sbagliato su quella giornata. Insomma erano passate ben tre ore senza che fosse successo qualcosa di preoccupante che minasse il suo controllo. Si sentiva in pace, tranquillo, forse quasi felice. Ed era strano visto che si ritrovava insieme a persone che non esitavano un momento per battibeccare e stuzzicarsi a vicenda.
Più volte si era domandato come loro riuscissero a collaborare. In fondo ci vedeva una famiglia in tutti loro. Lo accettavano per quello che era, soprattutto Tony visto che aveva dichiarato di adorare l’Altro suo lato, e non lo temevano. Non lo guardavano come un pazzo pronto ad esplodere al minimo pericolo e cosa più importante non lo trattavano come un malato cronico.
Si forse era riuscito a trovare qualcuno che lo rendesse... felice?
Alzò lo sguardo verso i suoi compagni e nulla era cambiato. Era riuscito a trascorrere del tempo in compagnia senza ricorrere ai ripari. Quello che più lo sorprendeva era notare che Tony si teneva a debita distanza da Steve, come se non volesse litigarci. Sospettava che ci fosse lo zampino di Pepper. Quella donna era incredibile, riusciva a ridimensionare le manie egocentriche del magnate.
Tuttavia Steve sembrava approfittarne e continuava a stuzzicare l’uomo e l’altro prontamente si ritirava in qualche angolino per essere lasciato in pace. Trovava quella scenetta totalmente assurda visto che spesso e volentieri era il contrario: Steve cambiava strada ogni qual volta che scorgeva Stark, mentre l’altro lo inseguiva solamente per dargli fastidio.

“Ragazzi io vado a prendere qualcosa da bere, sto morendo di sete.” esordì improvvisamente Steve, spuntando da dietro le spalle di Bruce, che sussultò dalla sorpresa. Tutti si voltarono verso di lui e concordarono per prendere qualcosa da bere.
“Un the, grazie Capitano” disse Bruce.
“Io gradirei assaggiare quel liquido giallino con tanta schiuma, prode compagno” disse Thor, alzando la mano per distinguersi dal suo angolino e mentre continuava a mangiare. Era incredibile quanti panini avesse portato con sé e soprattutto quanto mangiasse quell’uomo.
“Per noi due caffè, nero.” disse Occhio di Falco senza nemmeno voltarsi verso il Capitano.
Tony stranamente restò in silenzio, ancora occupato a salvare la povera pianta che tentava di travasare. Sembrava più un’operazione di chirurgia a cuore aperto.
“E lei Stark?” chiese Rogers con un tono di voce stranamente gentile e mielosa.
Tony alzò lo sguardo, svogliato, su di lui. Rimase in silenzio per un lungo minuto, aggrottando le sopracciglia progressivamente come se stesse assistendo ad un miracolo.
“Polpette!” esclamò, soddisfatto della sua scelta.
“Polpette?” ripeté il soldato.
“Polpette!” 
“Ho detto qualcosa da bere, non... Che cosa è?” domandò totalmente impreparato a quella richiesta. Il miliardario sembrava offeso e scosse amaramente la testa.
“E’ un piatto tipico dell’Italia.”
Non poco restio, alla fine il Capitano uscì dalla serra e con le mani intasca sparì fra le strade di Los Angeles.

“Tony dovresti lasciarlo stare quel povero giovanotto” lo rimproverò bonariamente il dottore, mentre ritornava al suo lavoro.
“Mi sono limitato ad esprimere la mia preferenza e non sono stato nemmeno sgarbato, le faccio notare.” osservò il miliardario piccato.
“Sì, ma avrebbe potuto chiedere qualcos’altro invece di polpette. Non ci sono ristoranti che fanno polpette.” disse il dottore.
“Ma questo la Bella addormentata non lo sa.” rispose con un sogghigno soddisfatto. Bruce lo guardò con uno sguardo di rimprovero. Il suo comportamento non andava mai bene, in nessuno caso. Sospirò rassegnato e ritornò nel suo ruolo da bravo bambino.

Passarono ben più di 3 ore prima che il capitano ritornasse indietro, con le bevande ed il piatto di polpette. Il volto di Steve era rosso sia per la rabbia che per la corsa. Non avrebbe mai pensato che trovare un ristorante o bar che facesse un piatto di polpette soprattutto a Los Angeles fosse impossibile. E Tony questo lo sapeva, per questo che gli aveva chiesto quel piatto specifico. Distribuì le bevande ai colleghi e quando passò il piatto a Tony, Steve non poté che sorridere. Finalmente si sarebbe preso una parte di vendetta per tutte le battutacce che ha dovuto sopportare.
Tony lo guardò con sospetto, ma mangiò una polpetta intera in un sol boccone.
Lo masticò con calma gustandone il sapore... La polpetta rischiò di andargli di traverso ed immediatamente lui la sputò cercando di raschiare via dalla sua lingua il saporaccio amaro e... terroso?
Tony si voltò verso il biondo al suo fianco e quando lo vide scoppiare in una grossa risata, la sua vista divenne rossa. Le sue mani scattarono automaticamente verso il suo collo e cercò di strozzarlo il più in fretta possibile, per non dargli il tempo di reagire. (S)fortunatamente Steve ebbe i riflessi pronti e quindi riuscì a sottrarsi alla sua presa e scappò via, ridendo come un matto.
“Rogers! Io ti ammazzo! Che cosa mi hai fatto ingurgitare?” domandò Tony, non rinunciando ai suoi intenti omicidi.
“Non te lo dico!” riuscì a biascicare fra le risate il soldato mentre continuava a correre. Bruce li fissò, con i nervi a pezzi. Lo sapeva, sapeva dannatamente bene che non avrebbe goduto di una giornata in santa pace e privo di stress. Cercando di mantenere la calma prese il cellulare di Iron Man e chiamò Pepper, l’unica in grado di farlo calmare e ragionare. A quella donna avrebbe eretto un monumento per ringraziarla dell’immenso aiuto che forniva loro nel ‘governare’ Stark. Terminata la chiamata notò che né Thor, intento a divorare un altro panino, né Clint e Natasha, intenti ad tubare senza ritegno sul tavolo, sembravano minimamente turbati da quella scena. Per una volta maledì Fury, augurandogli una morte lenta e dolorosa. Molto dolorosa.


Angolo autrice
Bene dopo un bel pò ritorno a postare un altro capitolo di questa storia. ^^
Mi mancava proprio, ma a mia discolpa posso dire che fra la scuora e il computer rotto, la cui unica funzione è quella di navigare in internet e basta, sono abbastanza soddisfatta di non essermi arresa. xD Spero che anche questo capitolo sia di vostro gradimento. Lasciatemi qualche commentino ^^
A presto, bacioni
MissysP
  
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