Serie TV > Merlin
Segui la storia  |       
Autore: Allyii    12/11/2012    14 recensioni
Il piccino, dopo qualche attimo di esitazione, afferrò la mano dell’uomo, lasciandosi trascinare al centro della stanza quadrata, dove la luna spuntava dalla finestrella e illuminava pallidamente una porzione di pavimento.
Arthur lo posizionò proprio li, e lo fissò per alcuni istanti.
Poi spalancò gli occhi e la sua mascella si destreggiò nella caduta libera, mentre il piccolo di accucciava su se stesso, impaurito.
Capelli neri.
Occhi blu.
Pelle diafana.
Ossatura sottile e minuta.
E le orecchie.
Furono proprio quelle a confermare i sospetti di Arthur.
Quel bambino era Merlin.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Terza stagione
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Trama: Un Incantesimo trasforma Merlin in un bambino di sei anni e Arthur dovrà trovare il modo di farlo tornare adulto, mentre si prende cura di lui

Ringrazio sentitamente le 36 persone che seguono questa storia, le 5 che la preferiscono e i 3 che la ricordano. Inoltre dedico il capitolo a chi ha recensito: Silvy08, Inu_97, SanjiReachan, chibisaru81, Kiara Wolf, Kaori13, estrelaguida, Morganalastrega, Bakakitsune, valentinamiky e LunaticaLove.

--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

DI CAPRICCI, BAGNETTI CALDI E DORMITE SERENE

 

Image and video hosting by TinyPic “Dove andiamo adesso? Mi porti al mercato? O nella piazza?” stava chiedendo il piccolo rompiscatole, saltellando qua e la per il corridoio, dopo aver finito di spiare con Arthur attraverso la porta della Sala delle Cerimonie.

“No, Merlin, non ti porterò in giro.” sentenziò Arthur “Siamo appena tornati da una battaglia! Possibile che tu non avverta un minimo di stanchezza?”

“No! Non sono stanco… ti prego, portami in piazza!” lo supplicò il piccolo, mentre i due vagavano per il castello.

“Non pensarci nemmeno! Ora ci recheremo nei miei appartamenti dove io cercherò di riposarmi. E tu con me.” impose ancora il principe di Camelot, con la ferma decisione di non sottostare ad alcun capriccio futuro.

“Dai, per favore! Io voglio da sempre vedere Camelot! Fammela vedere!” chiese ancora Merlin, con tono cantilenante.

“E la vedrai!” replicò Arthur, esasperato da tutte quelle richieste “La vedrai domani. Oggi voglio riposarmi. Hai sentito anche tu che stasera ci sarà una cena importante per festeggiare il mio ritorno a Camelot senza aver riportato ferite. Devo essere in forma.”

“Ma io la voglio vedere adesso!” si impuntò il piccolo.

“No! Merlin, sei una piaga. Ti ho già ribadito che oggi non andremo a passeggio. Se ti comporterai adeguatamente, ti mostrerò Camelot nei giorni futuri. Ora taci.” concluse il principe, in un tono che non ammetteva repliche.

Il bambino si zittì, ma due lacrimoni si insinuarono nelle sue iridi, e Arthur roteò –per l’ennesima volta in poche ore- gli occhi. Merlin da piccolo era un frignone. Si lamentava per tutto. Oh beh, non era per nulla diverso dal Merlin adulto, solo che la sua vocetta di bambino gli dava fastidio. E pure vederlo piangere.

“Dai, Merlin, ti prego. La piazza la vedremo domani, ok?” gli disse, esasperato “Adesso voglio farmi un bagno e dormire per un paio di clessidre.”

“Ma che ora è adesso?” chiede il maghetto.

Arthur guardò oltre una delle finestre del castello. “È da poco passata la Dodicesima Ora.” rispose, leggendo la meridiana del campanile di fronte “Perché me lo chiedi?”

“E a che ora hai la cena importante?” insistette Merlin, ignorando il principe.

“Tardi. Tu non potrai venire, ti avverto.” Rispose Arthur.

“Oh, tanto non ci voglio venire. Non voglio stare con Uther. Mi fa paura.”

“E allora perché mi hai domandato l’ora della cena?”

“Perché, se facciamo presto, possiamo vedere Camelot oggi!” rispose Merlin, entusiasta.

“Ancora insisti!!? Merlin, ti ho già detto che…”

“Dai, andiamo!” lo tirò per la manica Merlin, senza ascoltarlo “Andiamo presto, così vediamo Camelot!”

E fu così che il povero Arthur si ritrovò a correre per i corridori del suo castello, pur di far star zitto il suo mini-valletto. Una volta che furono arrivati nelle sue stanze, fece chiamare un servo e gli ordinò di preparare la tinozza con l’acqua calda.

“Porta la tinozza più grande che riesci a trovare e non scaldare troppo l’acqua” ordinò, mentre quello si inchinava con riverenza, guardandosi i piedi, e spariva a prendere quanto richiesto.

“Perché quell’uomo ha fatto l’inchino? Perché non ti guardava in faccia? Perché la deve prendere lui per te la tinozza?” domandò a raffica Merlin, dopo aver assistito alla scena, seguendo l’erede al trono dietro il paravento.

“Perché io sono il principe” rispose, con tono ovvio, Arthur, mentre si accingeva a spogliarsi.

“E quindi?” chiese ancora Merlin, in un tono che non piacque affatto Arthur.

“E quindi, si da il caso che il principe non si prepari da solo la tinozza. E i servitori, che sono inferiori a lui, devono tenere lo sguardo basso e obbedire.”

O almeno i normali servitori, pensò Arthur, Merlin però non aveva mai fatto tutto ciò. E, a essere sinceri, non gli aveva mai dato fastidio.

Da dietro il paravento si sentì l’ossequioso sguattero tornare e armeggiare con l’acqua, per cui il principe fece per togliere i vestiti anche a Merlin, ma quello si ritirò, con un’espressione offesa in volto.

“Ooooh che cosa brutta cosa hai detto!” lo ammonì “Non lo sai che tutti sono uguali?! La mamma mi dice che dobbiamo rispettare tutti, dai contadini ai Re, tutti uguali!”

Arthur rimase un attimo interdetto da quelle parole, e si fermò con le mani a mezz’aria. Merlin, sostanzialmente, gli aveva appena ripetuto la stessa cosa del loro primo incontro, quando, ormai quattro anni prima, Arthur si era divertito a torturare un po’ il suo ex servitore, facendogli fare da bersaglio mobile.

“Si... tua  mamma ha ragione…” disse allora, cercando di trovare le parole giuste “Ma, vedi Merlin, ci sono cose che possono fare solo i Re e i Principi, come proteggere il regno dalle persone malvagie, e ci sono altre cose, come le pulizie o altre faccende manuali, che possono farle solo i servitori… mi capisci?”

“No.” Rispose Merlin con candore, allontanando le mani di Arthur dalle sue vesta e spogliandosi da solo, come a voler dimostrare che nessuno doveva fare le cose al suo posto “A casa mia tutti proteggono il villaggio dai cattivi, non solo uno, e tutti fanno le pulizie, non solo uno.”

“A Eldor funziona così, mentre a Camelot ci sono altre usanze. È inutile che brontoli, perché non sarai di certo tu a cambiarle.” Sbottò il principe, spazientito.

Eppure, Merlin sarà davvero colui che cambierà le sue abitudini. Sarà davvero l’unica persona che lo tratterà alla pari sin dal primo momento, infischiandosene della loro sostanziale differenza di Rango.

A quelle parole, Merlin si zittì e mise su il muso. Con quel principe non si poteva parlare. Era come un mulo. O meglio, come un asino.

“Forza, entra nella tinozza.” Gli ordinò Arthur, e Merlin obbedì, silenzioso.

Certo che era proprio grande, pensò Merlin. Quella che aveva a casa era molto più piccola. Ed era di pietra, non di ottone come quella.
Inoltre non possedeva tutti i panni di seta e stoffa che erano appesi al muro. Lui, di solito, per lavarsi, usava una pezza ruvida che lo lasciava tutto rosso, e, spesso e volentieri, non aveva il sapone con cui sciacquarsi, e l’acqua era a malapena tiepida.
Quella in cui era immerso in quel momento, al contrario, era piacevolmente calda e saponosa, con tante bollicine.

Dopo aver congedato il valletto, anche Arthur entrò nella vasca, e Merlin distolse lo sguardo.
Aveva deciso di non parlargli più, siccome era così dispettoso.

“Merlin?” chiamò il principe, ma il maghetto non rispose.
“Non dirmi che ti sei offeso!” esclamò  l’asino, cercando di attirare l’attenzione di Merlin che, per tutta risposta, lo ignorò.

“Ah, è così?” disse allora Arthur, punzecchiandolo per le orecchie. “Allora ti faccio una proposta. Puoi scegliere se tenermi il broncio per tutta la serata, oppure di collaborare, e io ti porterò delle cose buone da mangiare dalla cena.”

Le parole del principe fecero il loro effetto, perché Merlin si voltò a guardarlo, ma era dubbioso.

“Non voglio da mangiare. Posso chiederti un’altra cosa?” domandò.

“Dimmi” acconsentì Arthur.

“Posso dormire insieme a te questa notte? Tanto c’è spazio nel letto. Ho paura a dormire da un’altra parte.”

“Io, veramente, ho avvisato Gaius di preparare il letto per te nei suoi appartamenti.” Rispose Arthur, ma quella fu la cosa sbagliata da dire.

Merlin annullò la poca distanza che li separava, nuotando nell’acqua calda, e gli si aggrappò al braccio, guadandolo supplichevole. “Per favore, non voglio dormire con Gaius. Voglio stare con te, ti prego.”

Arthur ci pensò su un attimo, poi disse “Va bene, a patto che ora ti fai lavare e che dopo andrai a dormire subito.”

Merlin, a quelle parole, si rilassò. “Va bene!” acconsentì. “Farò come dici tu.”

“Bravo.” Lo lodò Arthur, scompigliandogli i capelli fradici. “Ora girati, che li lavo la schiena e i capelli, va bene?”

“Oh, si, grazie! Anche la mamma mi lava sempre i capelli e la schiena!” esclamò il piccolo Emrys, voltandosi.

Arthur prese il panno più morbido e lo inumidì, poi ci versò sopra un filo di olio di oliva, e prese a sfregare dolcemente le braccia e la schiena del piccolo, che sembrava quasi fare le fusa a quel tocco.

“Come mi piace.” Mormorò, quasi assopito “così è diverso da come è di solito. È più morbido e più profumato…” fece ricadere indietro la testa, con gli occhi chiusi, quando le mani del principe cominciarono, sempre con la solita delicatezza, a frizionargli le ciocche scure con la cenere.

Tutto ciò era molto rilassante e Merlin non si sarebbe mosso mai da li, al calduccio, pulito e massaggiato, accoccolato al suo nuovo amico.

Purtroppo, però, quel beato oblio, finì.

“Resta ancora un po’ in ammollo, se vuoi, mentre mi lavo anche io.” Disse Arthur, a operazioni terminate.

E fu allora che Merlin ebbe l’idea.

“Posso lavarti io come hai fatto tu con me?” gli chiese e, senza attendere la risposta, prese un altro panno pulito e lo sommerse di olio d’oliva, nuotando dietro il principe e cominciando a sfregarli la schiena con energia.

Arthur lo lasciò fare. Ci era abituato, dopotutto. Il Merlin adulto aveva ripetuto quell’operazione fino a pochi giorni prima.

“Posso lavarti anche i capelli?” gli chiese, dopo pochi minuti.

“Piano, però.” Acconsentì Arthur. “Devi fare come ho fatto io prima.”

Merlin obbedì, e si sentì appagato quando vide il principe rilassarsi sotto le sue manine, mentre cercava di riprodurre fedelmente i movimenti che aveva ricevuto poco prima. Voleva rendere il principe orgoglioso del suo lavoro.

“Perfetto, Merlin, grazie.” Disse Arthur, dopo che il valletto lo ebbe lavato per bene. “Ora usciamo, altrimenti ci verranno le rughe.”

“Le rughe?” ripetè Merlin, stupito, stropicciandosi gli occhi. “Perché ci vengono le rughe?"

“Ci vengono se stiamo troppo tempo nell’acqua.” Spiegò Arthur “Non lo sapevi?”

“No.” Rispose Merlin “Ma io non ci sto mai  tanto nell’acqua. È sempre tanto fredda quella del pozzo.”

Arthur rimase un attimo basito da quelle parole, ma poi comprese che non tutti erano cresciuti nel lusso come lui. Non tutti potevano permettersi l’acqua calda.

I due allora uscirono dalla vasca e si asciugarono in fretta, mentre Arthur mandava una delle  guardie appostate al di fuori della sua stanza ad avvisare Gaius che Merlin avrebbe dormito li.
La sentinella tornò poco dopo, con una minuscola camicia da notte. “La manda Gaius.” Riferì, per poi tornare al proprio lavoro.

Così Arthur preparò il bambino per la notte, che sbadigliava vistosamente. Lo vestì e gli rimboccò le coperte.

“Hai fame?” gli chiese “Vuoi mangiare qualcosa prima di dormire?”

Merlin, con gli occhi semichiusi, negò con la testa, proprio mentre le capane rintoccavano l’inizio della Seconda Ora della Viglia.

“Braccio…” mormorò Merlin, ormai semiaddormentato, allungando le manine e afferrando il braccio di Arthur in una potente morsa.

Il povero principe dovette restare in quella scomoda posizione per mezza clessidra buona, fin quando la presa del piccolo si allentò ed egli potè liberare l’arto.

Camminando con passo felpati per non farsi sentire, Arthur si diresse pian pianino verso la porta, soffiando sulla candela per poter conciliare il sonno del suo piccolo protetto.

 

Note della storia:

-          Mi scuso per il ritardo dell’aggiornamento, ma i professori stanno tramando contro di me per non farmi aggiornare, specie le prof di Chimica Organica, Biochimica e Microbiologia D:

-          Ho cercato di dare un linguaggio più aulico ad Arthur, e uno più infantile a Merlin. Spero di essere riuscita nel mio intento, ma non sono abituata a usare un linguaggio medievale. - Il fatto che Merlin chieda, nel dormiveglia, il braccio di Arthur l'ho presa dalla mia cuginetta di sei anni, che, per l'appunto, non si addormenta se non stringe il braccio a qualcuno

-          Per capire come stimavano il tempo nel Medioevo visitate questa pagina à http://www.casperia.com/orologio.htm

-          Per l’olio di oliva e la cenere usati per il bagno mi sono documentata, e i ricchi usavano questi ingredienti per la propria igiene.

-          Ho modificato il titolo del capitolo precedente in “CAMELOT, GAIUS E I CAVALIERI”.

-          Ringrazio Kiara Wolf per avermi fatto notare, molto cordialmente, un paio di mie sviste riguardanti lo scorso capitolo. (L’aver usato l’esclamazione “Oh, Maria!” nonostante nel Telefilm non sia menzionata la fede cristiana e l’aver messo il Cacao, che, però, a quel tempo non era ancora stato scoperto, e che poi ho sostituito col miele.)

-          Il prossimo aggiornamento, se Dio vuole, è previsto per il 25 Novembre.

-          Spero che la lettura sia stata gradevole. Un bacione <3

 

 

Dona l’8% del tuo tempo alla causa pro recensioni!

Farai felici un mucchio di scrittori!!

 

   
 
Leggi le 14 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Merlin / Vai alla pagina dell'autore: Allyii