Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |      
Autore: xalwayshim    12/11/2012    6 recensioni
Prima OS. Siate clementi(?) è solo una OS, che vi cosa leggere?! xx
----
Una normalissima ragazza italiana che passa una normalissima giornata... ma...?
NEVER STOP BELIEVING
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Bad Day

Driiin.
Il suono frastornante della sveglia annuncia l’inizio dell’ennesima, pesante giornata.
Con un colpo secco della mano blocco quel suono torturante.
Mi alzo lentamente dal letto e mi dirigo verso il bagno.
Sciacquo la faccia con dell’acqua ghiacciata, spazzolo i denti e poi mi rilasso sotto il getto bollente della doccia.
Quando ho finito mi avvolgo stretta in un asciugamano e ritorno nella mia camera.
Jeans. Canotta. Maglia. Felpa. Gonna. Camicia.
Ripasso tutto l’armadio, ma alla fine mi decido per la solita cosa. Jeans e felpa, ovviamente accompagnati dalle mie converse usurate.
Infilo tutto velocemente e do un’occhiata alla sveglia.
7:30
Cazzo.
Accenno il mio solito velo di trucco e mi dirigo velocemente al piano di sotto.
Raggiungo la cucina per fare colazione ma mi rendo conto che è troppo tardi, quindi mi affretto a raggiungere l’ingresso senza mangiare nulla.
Infilo la giacca, recupero la borsa ed esco velocemente di casa.
Ovviamente piove. Alzo il cappuccio della felpa e infilo le mani nelle tasche delle giacca.
Esco dal vialetto di casa e mi affretto a raggiungere la fermata dell’autobus.
Le converse mi si inzuppano immediatamente, ma io corro comunque verso la fermata. Controllo l’orario sul mio orologio da polso. 7:45
Sono in netto ritardo. Raggiungo la fermata, ma del mio autobus non c’è traccia.
Perfetto.
Mi siedo su di una panchina coperta e rilasso la testa all’indietro.
In quel preciso istante una macchina passa accanto a me correndo, le due ruote destre sfiorano una pozzanghera, e mi schizzano addosso dell’acqua lurida.
Mi alzo immediatamente e prendo a camminare verso scuola con la pioggia che continua ad inzupparmi.
7:55
Ormai sto correndo verso scuola e le mie condizioni sono sempre più pietose.
I capelli sono completamente bagnati, borsa è diventata un macigno e gli abiti inzuppati pesano notevolmente .
Correndo, il manico della mia borsa si intreccia al manico della tracolla di un postino.
Tiro il mio manico verso di me e il postino fa lo stesso con il suo. Quando i due manici di staccano la mia borsa gira su se stessa, ribaltandosi e facendo finire tutti i libri per terra.
Mi affretto a raccoglierli, ma questi sono già inzuppati. Li pongo nuovamente nella borsa e riprendo a correre.
Altra acqua, altro peso.
Correndo vado a sbattere contro un ragazzo che corre nella direzione opposta alla mia. Cado per terra e mi inzuppo ancora di più. Accetto la mano che il ragazzo mi offre e mi rialzo. Gli ripeto varie volte che non importa, ma lui continua a scusarsi.
Riprendo a correre per le strade dissestate e allagate dall’eccessiva acqua. La pioggia mi batte contro il viso e il vento la congela.
Mi fermo un secondo per riprendere fiato e controllo l’orario sul mio polso.
Un’orribile sensazione mi invade lo stomaco.
Merda.
L’orologio non c’è più. Ecco perché quello lì mi ha offerto la mano.
Chiedo l’orario ad un passante e mi sento sprofondare. 8:05
Corro per gli ultimi cento metri e finalmente raggiungo la scuola.
Mi scuso varie volte con l’uomo in portineria, ma lui insiste con dover far rispettare le regole.
Dovrò aspettare le nove per entrare in classe, visto che ho ritardato di ‘’ben dieci minuti’’, come ha detto lui.
Mi siedo nell’atrio della scuola e rilasso il capo all’indietro.
Fottuta pioggia.
All’insaputa del custode sgattaiolo in bagno.
Chiudo la porta alle mie spalle e sfilo il cappotto e la felpa. Cerco di togliere la maggior parte dell’acqua e poi provo ad asciugarli con l’aspiratore.
I risultati non sono dei migliori.
La campanella della seconda ora mi distrae dai vestiti. Li indosso immediatamente e corro in classe.
Mi scusa varie volte con l’insegnante, ma non riesco a scamparmi la solita ramanzina di quaranta minuti.
Due ore più tardi, la situazione non migliora. Infatti, la gentilissima professoressa Bianchi decide di interrogarmi in storia.
Cinque meno. Meglio di niente.
L’ora successiva la professoressa di matematica ci comunica il voto dell’ultimo compito in classe.
A questo punto non capisco se su quel foglio c’è scritto il numero dei miei occhi o il mio voto.
Nonostante tutto, la giornata scolastica passa velocemente e presto arriva l’ultima ora.
Nella calca di alunni che lasciano la scuola almeno quattro persone mi pestano il piede destro e i miei capelli vengono strattonati all’incirca sette volte.
Scendo le due rampe di scale e mi avvio fuori dall’edificio.
La pioggia riprende a scrosciare sul suolo dopo quattro ore di tregua, come a darmi il bentornata.
Decisamente un cattiva giornata.
Faccio per attraversare la strada, ma vengo bloccata dalla scena dinnanzi a me.
Lui è lì. Aspetta, lui è li?! E’ lui quello? No, è impossibile.
Appoggiato al muro difronte al cancello della mia scuola. Un piede alzato contro il muro. Il cappuccio della felpa alzato sulla testa. Gli occhiali da sole, nonostante piova. I ricci leggermente bagnati.
Lo sguardo assorto sullo schermo del suo telefonino.
-Ha-Harry?- chiedo a mezza voce. Ci dividono cinque metri, ma lui mi sente perfettamente. Alza lo sguardo.
Noncurante delle macchine che passano corro verso di lui attraversando a metà la strada. L’altra metà la percorre lui.
Mi getto fra le sue braccia e lui mi solleva da terra. Le nostre labbra si cercano e si trovano immediatamente.
Le mie mani corrono ai suoi capelli. Le sue ai miei fianchi e alla mia schiena.
I clacson delle auto disturbano quel momento perfetto, ora ci siamo solo io e lui.
Ignoro le urla degli automobilisti e lui fa lo stesso, d'altronde non capisce una parola.
Si stacca leggermente per riprendere fiato e mi guarda intensamente negli occhi. I suoi si intravedono nonostante i Ray-Ban.
Mi posa nuovamente a terra e ci spostiamo dalla strada. Ci avviciniamo al muretto che costeggia la scuola e io mi ci siedo sopra.
Poi, riprendiamo il contatto. Ci stacchiamo solo dopo alcuni lunghi, brevi minuti.
Gli abbasso leggermente i Ray-Ban. Ho bisogno dei suoi occhi.
Siamo ancora abbracciati.
-Che.. Che ci fai qui?- la mia voce trema. Il mio inglese è ancora peggio di com’è di solito.
-Sono passato.- accenna, portandomi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
-Me ne sono accorta!- esclamo.
Lui sorride magnificamente come sa fare solo lui. Solo e solo lui in questo mondo.
-Sapevi che eravamo in Italia per qualche giorno, no?- Mi chiede. Io annuisco. –Bhè, è Halloween. Zayn, Liam e Louis avevano in programma di andare in non so quale locale. Niall ha il raffreddore. E io ho pensato di occupare al meglio il mio tempo.-
Sorrido e intreccio le dita della mia mano destra alle sue.
-E poi volevo farmi perdonare.- accenna avvicinandosi alle mie labbra. Io perdo lucidità.
-P-per cosa?- tentenno confusa.
-Il tre ottobre… Non ero con te al nostro anniversario, e si sa che il primo è il più importante.- sussurra.
Il ricordo del giorno in cui l’ho incontrato, a Milano, il ricordo di quello che ho dovuto fare per arrivare così lontano, per vederli, per vedere i miei idoli. Chi l’avrebbe mai detto che poi sarebbe finita così.
-Devi finirla con questa storia.- gli do un buffetto sul petto. Mmh. Ha fatto palestra ultimamente.
-Mi è dispiaciuto non esserci.- sospira. –Un anno è un anno.-
-Ma tu sei una superstar.- dico scherzando. –So di non poterti avere tutto per me.- ora mi faccio seria.
-Ma io sono tuo. Solo tuo.- si avvicina ancora e mi bacia dolcemente le labbra. Le sue sono proprio come le ricordavo. Morbide. Molto, ma molto morbide… e perfette… e irresistibili.
Quelle labbra creano dipendenza.
-Oh, ma grazie.- sussurro quando ci stacchiamo.
-Prego... A proposito, ti amo.-
Poggia ancora le sue labbra sulle mie e riprende a baciarmi.
-Pensa un po’, anche io.-
Forse non è una così brutta giornata.
 
 
 
----------------------
Dsjakfheawfhewh
Che dire?
Ecco la OS di cui vi parlavo…
Più che OS io la chiamerei guizzo di… di non lo so, ma credetemi è un guizzo. ù.ù
Ho avuto quest’idea alle tre di notte di qualche giorno fa’ e ho iniziato subito a scriverla, poi con la scuola ed il resto l’ho un po’ persa di vista. Solo oggi sono riuscita a ridefinirla.
A ma piace.
GOSH. Ho appena detto che mi piace qualcosa che ho scritto io. I maya hanno ragione e il mondo sta per finire lol.
La protagonista  è una ragazza normalissima e sta con Harry. efjredkjhqe
Mi piace l’idea, ok? Ok. Lol
L’ho scritta pensando ‘’never stop believing’’ e forse non c’entra un cazzo, ma mi piacerebbe che voi la vedeste come la vedo io…
Spero che anche voi condividiate il mio entusiasmo.
Ditemi che ne pensate c:  Mi farebbe taaanto piacere saperlo.
Grazie a chi lo farà e a chi semplicemente leggerà questo… guizzo(?)
Love u All #ProudOfMe
 
P.S. volevo dire che il nome della FF l’ho scelto casualmente. Mi sembra di aver letto una OS con un titolo simile, se non uguale. Comunque il contenuto è diverso. Scusate c: xx
   
 
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: xalwayshim