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Autore: Jade Lee    13/11/2012    2 recensioni
Passione per il teatro e per i Nightwish. Ecco da dove nasce questa storia molto, molto particolare. Il viaggio della protagonista si snoda in un aldilà tra il mitologico e il dantesco, tra creature immaginarie e anime in pena. Il tutto accompagnato, ovviamente, dalle canzoni dei Nightwish che, come in ogni musical che si rispetti, è il filo conduttore e la struttura portante della storia. E chissà che tra i personaggi non spunti fuori qualche viso... Conosciuto...
Genere: Introspettivo, Song-fic, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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NOTE: Secondo capitolo, due punti di vista, due canzoni. Nessuna modifica di testo qui e nessuna nuova apparizione. Più che altro si tratta di un transito verso il prossimo capitolo che sarà probabilmente il più complesso da scrivere e ( passatemi il termine ) incasinato... <-< ma la smetto di spoilerarmi da sola, nonostante la voglia sia così tanta *^* Buona lettura!!

Capitolo II - Not Even Crossroads To Choose From

 
Dolore.
 
Eppure il precettore, durante le sue lunghe e noiose dissertazioni di filosofia , non diceva sempre che la morte era la cessazione di ogni sofferenza?

Per un lungo istante Satya temette di non essere morta affatto.

Era ridicolo il pensiero, contrario ad ogni buon senso. Nessuno aveva paura della salvezza. Ma la sua vita non avrebbe più avuto lo stesso significato se qualcuno avesse avuto la pessima idea di estrarla viva dalle acque del fiume, questo l’aveva capito nel momento in cui i suoi occhi avevano incontrato lo sguardo alterato di Christian. L’avrebbe tormentata per tutta la vita.
 
Decise dunque, con non indifferente coraggio, di forzare le palpebre serrate ad aprire gli occhi per scoprire di persona che cosa l’attendeva. Nessuna luce la colpì, nessuna candela o lanterna a olio illuminava una stanza. Era stesa, prona, su un duro suolo di pietra nera, in un luogo che le era totalmente sconosciuto. Si mise a sedere, posando lo sguardo su tutto ciò che la circondava.
 

A dead world
A dark path

 
Tutto era cupo e, da un lato, famigliare. Ricordava i sobborghi di Londra, che di certo non poteva essere definita come una città luminosa e solare; ma l’unica sicurezza in suo possesso era che un luogo simile non potesse proprio esistere sulla Terra. L’oscurità troneggiava incontrastata come assoluta sovrana ovunque, eppure la vista si faceva strada nella cortina impenetrabile come se non esistesse davvero. Davanti ai suoi piedi, era segnato un sentiero. Un sentiero spettrale tracciato con un qualcosa che ricordava terribilmente del sangue.
 

All the bloodred
Carpets before me
Behold this fair creation
Of God!

 
Che fare, se non seguire quel macabro percorso? Facendo forza sui muscoli indolenziti Satya si sollevò da terra con un fruscio di vesti. Erano piuttosto malconce dopo l’improvvisato bagno di mezzanotte nel Tamigi e parevano più pesanti del solito, come se anche il liquido che l’aveva inghiottita, per un qualche senso di solidarietà, avesse deciso di seguirla nel suo trapasso.

Si guardò attorno nervosa, con le mani che tremavano nuovamente, senza incontrare altro che rocce e spuntoni nel suo cammino verso ignota destinazione. Il viottolo di sangue prese a inerpicarsi attraverso un’impervia quanto improbabile salita. I piedi scalzi le dolevano ma il terreno accidentato non la feriva. Non aveva più la possibilità di farlo, poiché il suo corpo livido era rimasto indietro, in balia delle correnti.

Ci fu un istante, improvviso, in cui Satya realizzò il dolore che la sua morte, unico gesto di ribellione in vent’anni di vita, avrebbe provocato ai suoi genitori. Contavano così tanto su di lei, sul suo matrimonio e sugli averi di Lord Baker per tirare avanti.
Era l’unica figlia di Mr. e Mrs. Rilke, dopo la prematura scomparsa del piccolo Rama, stroncato ad otto anni da una malformazione cardiaca; l’unica che potesse concretamente fare qualcosa per loro.
 
Si accorse, con orrore, di aver abbandonato la vita terrena da impenitente ed egoista suicida.
 
Veloci come le precedenti illuminazioni, ne arrivò un’ultima.

Aveva capito dove portava  quel camminamento tra le rocce acuminate.
 

You fool, you wanderer
You challenged the gods
And lost

 
Ben presto giunse alle sue orecchie un frenetico vociare, cullato dal suono prodotto dai flutti d’acqua.
Un altro fiume, stavolta ben diverso dal Tamigi.
 

***

Londra, 12 Novembre, ore 00.04

 
Christian si aggrappò convulsamente al bordo in rilievo del muretto in mattoni. I suoi occhi non si staccavano un solo istante dalle piccole increspature di superficie. Dopo aver inghiottito una giovane vita, Londra era tornata silenziosa come se nulla fosse successo. Come se nessuna tragedia l’avesse sfiorata.
 

I'm the breath on your hair
The endless nightmare, devil's lair

 
La scelta malata che la sua mente continuava a suggerirgli subdolamente lo tentava, ma lui non era impulsivo e stolto come la piccola Satya. Ponderava con meccanicità ogni scelta, desideroso di serrare tra le sue dita il collo della futura moglie, anziché l’insulso muretto.
 

Only so many times
I can say I long for you

 
Doveva ammetterlo, serviva uno stramaledettissimo coraggio per intraprendere una via drastica come il suicidio. Ma che vantaggio ne avrebbe tratto la fuggitiva? Il suo corpo giaceva senza sepoltura sul fondo del Tamigi e, da quanto gli era rimasto dai suoi studi, le anime senza esequie non potevano accedere all’aldilà. Era davvero così? Satya stava vagando, in pena, fuori dagli Inferi, senza poter trovare pace?
 

The lily among the thorns
The prey among the wolves

 
Le labbra si distesero in un ghigno. Sì, sicuramente era andata così. Senza un giudizio e un luogo in cui recarsi per l’eterno riposo, Satya aveva firmato la sua immortale condanna. Christian, tronfio del suo pensiero follemente logico, senza ombra di residuo timore, scavalcò a sua volta la barriera a protezione dell’argine. Chissà se qualcuno avrebbe pensato ad una loro fuga d’amore. Il pensiero lo divertì.
 

Puppet girl, your strings are mine

 
Esitò ancora qualche istante, pericolosamente in bilico tra la Terra e il Nulla. Dondolò indeciso sui talloni fissando gli occhi all’acqua. Un irresistibile richiamo verso l’Eterno. Verso Satya che l’aveva preceduto in quel viaggio senza ritorno.

Satya.

In fondo, era semplicemente ad un salto da lui. Pochissimo vantaggio, nessuna possibilità di salvezza.

Lo valutò come uno sforzo misero e i suoi muscoli guizzarono.

Pochi secondi e le acque si riaprirono per accogliere una nuova vita.
 

This one is for you, for you
Only for you
Just give in to it never think again
I feel for you




NOTE CONCLUSIVE PER TEDIARVI ANCHE DOPO LA LETTURA: Mi sento di aggiungere una precisazione stilistica. Quando la storia si svolge a Londra è segnalato il giorno e l'ora degli avvenimenti. Nell'aldilà invece il tempo non è specificato. Questo all'inizio mi aveva creato un grosso problema esistenziale: come si conta il tempo negli Inferi? *Filosofeggia impavida*. Mentre Dante se la risolve ogni tanto con pianeti e costellazioni, io ho optato per una più neutrale scelta di abbandonare la questione con un "è un luogo senza spazio né tempo". Anche perché le mie uniche nozioni di pianeti e costellazioni derivano rispettivamente da Sailor Moon e Saint Seiya, dunque capite che la cosa mi poteva scadere nel grottesco x'D

Probabilmente interessa solo a me, però intanto ve l'ho detto XD

Al prossimo capitolo :*

_Jade Lee_


P.S.: Se a qualcuno fosse sfuggito chi si nasconde dietro Christian, beh... Eccovelo servito!! XD

http://25.media.tumblr.com/tumblr_m9qytpBMFz1rfxacpo1_1280.jpg
   
 
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