Crossover
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Autore: Jade MacGrath    31/05/2007    2 recensioni
[Crossover Battlestar Galactica/Stargate SG-1/Stargate Atlantis] [incompleta]Quando il capitano Kara Thrace si è diretta verso l'occhio di quella tempesta spaziale, aveva finalmente compreso che Leoben e l'oracolo avevano ragione: il suo destino l'attendeva dall'altra parte. Ma non aveva idea che includesse un anello di metallo chiamato Stargate, la città di Atlantis, e una guerra per la salvezza di due galassie...
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Telefilm
Note: Cross-over, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Lampi di immagini continuavano a passare davanti ai suoi occhi.

L’Heavy Raider cylon … Lee che le urlava di tornare indietro. Ma non poteva. Doveva andare avanti. Doveva capire. Non aveva più paura di quello che avrebbe potuto comportare quella sua ricerca, non più. Leoben si era preso cura di quell’aspetto. Leoben, al tempo stesso per lei guida e aguzzino, che con le sue verità e le sue bugie l’aveva condotta fin lì.

Poi il Raider era scomparso, ma lei aveva continuato ad andare avanti. Nel cuore della tempesta.

“Va tutto bene, Lee. Non ho più paura. Lasciami andare. Mi stanno aspettando…”

Ricordava di averlo detto, ma non sapeva più chi aveva visto, chi la stesse aspettando dall’altra parte. Non sapeva nemmeno se erano persone reali o solo uno scherzo della sua immaginazione. La testa le faceva male, l’aveva battuta piuttosto forte quando aveva perso il controllo del Viper. Poteva essere un trauma cranico. Ma sentiva la voce di Leoben nella sua testa, che le ripeteva di avere fede, che sarebbe finito tutto molto presto. Che il suo destino la stava aspettando.

Ricordava di aver perso il controllo, di aver fatto scivolare una mano sulla leva di espulsione dall’abitacolo, ma non ricordava di averlo fatto. Ricordava, però, il Viper che aveva iniziato a esploderle intorno, e Lee che, disperato, urlava il suo nome.

Apollo non capiva come tutto potesse andare bene, perché lei non avesse paura, o dove volesse andare. L’unica cosa che sapeva certa era che Kara Thrace, Starbuck, la sua amica, la sua amante, la migliore pilota del Galactica, stesse consapevolmente e volontariamente volando dritta nelle braccia di Ade. E che lui non aveva nessun potere per impedirglielo. Poteva solo guardare il suo Viper esplodere nella tempesta, portandola con lui nell’oltretomba.

Le urla di Lee le risuonavano ancora nelle orecchie. Vedeva e rivedeva davanti a lei la caccia e l’esplosione del suo aereo. Non era in stato di incoscienza, ma non era nemmeno vigile. Sentiva però dolore alla testa, e alle altre parti del corpo che erano state urtate violentemente o erano entrate in contatto con le scintille dell’apparecchiatura e i primi stadi dell’esplosione. Sentiva dolore, quindi era viva. Il suo Viper le era esploso intorno e non si era eiettata, quindi era morta. Niente aveva senso per lei, niente…

Quello che riusciva a vedere era tutto sfocato. Vedeva delle presenze intorno a lei, piccole, esili sagome grigie, e anche se sentiva che avrebbe dovuto sentirsi spaventata da quelli che erano chiaramente alieni, non provava paura. Uno di loro la guardò negli occhi, mormorando parole che Kara non comprese. Stranamente però sentì risuonare qualche secondo più tardi la stessa voce dell’alieno nella sua testa, nella sua lingua.

Kara si rilassò, e perse di nuovo conoscenza.

Thor, Comandante Supremo della flotta Asgard le aveva appena detto: “Non temere. Ti riporteremo a casa.”

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Nota esplicativa per chi di Battlestar Galactica non sa niente...

In pratica un giorno di quasi tre anni fa una razza di cyborg creata dagli umani delle Dodici Colonie e scomparsa dopo una guerra sanguinosa contro gli ex padroni fa ritorno a casa dopo 40 anni. E in una giornata rade al suolo a suon di bombe nucleari tutti e dodici i pianeti, grazie anche al dottor Gaius Baltar, che sedotto da una di queste macchine (in seguito nota come Caprica Six, quando finirà catturata dagli umani), rivela i codici dei sistemi di difesa. Da allora in poi gli umani superstiti fuggono alla volta della mitica Tredicesima Colonia, che sarebbe la Terra, ma esiste? Non esiste? Mah. La presidente delle colonie Laura Roslin (un tempo sottosegretario all'istruzione) ne è convinta, l'ammiraglio Adama no, ma i superstiti devono pur credere in qualcosa. La mappa che Roslin segue è contenuta nei Rotoli Sacri scritti da un oracolo che avrebbe descritto a millenni di distanza il viaggio della Tredicesima tribù dal pianeta d'origine dei Coloniali (Kobol) alla Terra . La donna non è che sia il massimo dell'attendibilità, visto che si è identificata col leader morente (è malata di cancro) della profezia e si fa di chamalla (un'erba allucinogena che usano gli oracoli che pare sia anche una cura) in continuazione, ma è e rimane la Lady d'acciaio della Flotta. Dopo casini vari, il ritrovamento di Kobol e la scoperta della direzione da seguire, Baltar, che è sopravvissuto e che nessuno sa responsabile dell'attacco nucleare, guadagna così tanto favore tra la folla che viene eletto presidente al posto di Laura Roslin, che aveva anche tentato di truccare l'elezione ma che era stata fermata da Adama. Baltar decide di colonizzare un pianeta abitabile e remoto scoperto per caso, e tutto va bene per un anno fino a quando i Cylon li beccano e occupano il pianeta tipo dominazione nazista in Francia, ovvero con un governo collaborazionista e una resistenza sotterranea. Le navi alla fine ritornano, la popolazione è salvata e Roslin ritorna in carica come presidente. Baltar, salvato dai cylon, finisce processato appena ritorna dalla sua gente ma alla fine è assolto.

Kara, la mia protagonista, è un pilota da combattimento con un casino di problemi a livello personale e non, che si porta dietro il fardello di aver ucciso per negligenza il fidanzato Zak, un pilota di cui lei era l'istruttrice che aveva promosso anche se non era il caso. Zak è il fratello di Lee, e figlio della sua figura di riferimento, l'ammiraglio Adama. Lee e Kara hanno la relazione amore/odio/amicizia più complessa mai vista, e quando dopo una notte insieme sembra che si stiano per chiarire, la mattina seguente Lee scopre che Kara ha sposato il suo ragazzo del momento, Sam Anders, e per ripicca o quel che è lui si accasa con la sua ragazza, Dualla. Durante l'occupazione Kara è prigioniera di un solo cylon, Leoben, totalmente ossessionato da lei che non le fa del male fisicamente ma le incasina la testa più di quello che già era prima, oltre a ripeterle da mane a sera che ha un destino già scritto da compiere. Una volta liberata ha praticamente in fronte un cartello che dice 'sono affetta da disordine da stress post traumatico' ma nessuno le dà una mano. Dopo un duro scontro con Adama si rimette apparentemente in sesto, ma alla fine ha un crollo nervoso e inizia a soffrire di allucinazioni, tra cui Leoben e la madre che la pestava da bambina. Una volta riuscita a chiudere quella parte rimasta in sospeso della sua vita, vola dentro la tempesta e in pratica si suicida di fronte a Lee... salvo poi riapparire giorni più tardi sana e salva sempre a Leee annunciando di sapere dov'e la Terra. Così almeno finisce la serie regolare, io parto dalla sua 'morte' (Maelstrom, è l'episodio) e da lì vado di AU e Crossover.

  
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