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Autore: Aniel_    13/11/2012    2 recensioni
Raccolta di Flashfic su eventi e situazioni parallele degli anni 2009 e 2014.
Genere: Angst, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni
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Titolo: Don't ever change
Fandom: Supernatural
Pairing: Dean/Castiel
Prompt: lullaby
Raiting: G
Genre: introspettivo, fluff
Warning: flashfic, future!verse, slash
Note: dai che forse ora ci siamo. Forse c'è il fluff! La flashfic del 2013 è collegata a quella del prompt sweeten. Non so se ricorrerò spesso a questo espediente, però sono in modalità Castiel con il gesso al piede, non chiedetemi il perché. Volevo ringraziare chiunque ha inserito la storia nelle preferite, seguite e ricordate, i recensori carinissimi e i lettori silenziosi. Fate di me una persona estremamente felice, sappiatelo.
Disclaimer: i personaggi non mi appartengono. Mi piacerebbe possedere Dean e Cas - in tutti i sensi possibili- ma purtroppo non sono di mia proprietà. #sadness

#Lullaby

2009
 

Dean è stranamente di buon umore. Il mondo sta andando incontro alla sua fine, i presagi apocalittici si fanno via via sempre più evidenti, Lucifero non si arrende e continua a cercare il suo legittimo tramite, eppure, nonostante tutto, Dean è di buon umore.
Castiel sa che questo atteggiamento deriva dalla riappacificazione con Sam: sono in macchina e stanno per raggiungerlo.
Dean fischietta allegro e ogni tanto lancia occhiate divertite all'angelo che si limita solo a ricambiare lo sguardo. Quando il cacciatore canta, Castiel si sente a disagio.
«Lì Cas, proprio lì» gli dice «in mezzo a tutta quella roba deve esserci una cassetta dei Metallica. Ti faccio ascoltare un po' di buona musica, ti va?»
Castiel annuisce, perplesso, e inizia a trafficare tra le decine e decine di cassette vecchie, alcune con il nastro consunto, altre persino spezzate in due. La sua attenzione si sofferma su una cassetta relegata in un angolino, impolverata, che mostra una piccola etichetta consumata. Castiel la tira fuori e legge distrattamente la parola Beatles, sbiadita. Se c'è una cosa che Castiel sa sul cacciatore è che quelle cassette, quei tesori, vengono puntualmente distrutte a causa del loro esagerato e plurimo utilizzo.
Per questo trova strano che quell'oggetto che si rigira tra le mani sia consunto, danneggiato e...abbandonato.
Dean ha smesso di fischiettare e cantare, e lo guarda torvo e imbarazzato. Gli porta via la cassetta tra le mani e la lancia distrattamente nei sedili posteriori. «No, questa no» si limita a dire.
Castiel è confuso ma la domanda "perché?" gli muore sulle labbra.
Proseguono il viaggio in silenzio e Dean non sembra più così felice.
 

2013

 
Tutto quello che Castiel ha avuto come compagnia nelle ultime settimane si può sintetizzare in un libro di medicina al quale mancavano diverse pagine, le prime edizioni di Supernatural e un walkman difettoso, regalo di Chuck.
Ci aveva messo ventiquattro ore per capirne il funzionamento.
Castiel ha sentito che l'ultima missione non è andata affatto come si sperava e che scarseggiano le medicine. Sono le quattro del mattino e scivola fuori dalla sua cabina, con il piede ancora fuori gioco, il walkman e una cassetta sotto il braccio, e cerca nell'oscurità la cabina di Dean.
Non si stupisce quando lo trova sveglio a fissare il soffitto. In realtà, lui non dovrebbe nemmeno essere lì: è ancora arrabbiato e l'ultima volta che ha visto il leader è stato due settimane prima.
È impegnato, Dean. Non ha tempo, dicono tutti.
Ma Castiel sa che lo sta solo evitando, anche se non ne comprende il motivo.
«Sapevo che ti avrei trovato sveglio» esordisce, chiudendosi la porta alle spalle.
Dean ruota il capo e lo osserva come se fosse la prima volta, si limita ad annuire e torna a guardare sopra di sé.
«Stai bene?» domanda l'ex angelo e allora Dean ride e annuisce di nuovo, portandosi un braccio sul viso.
«Sto benissimo. Mai stato meglio.» mente, così spudoratamente che Castiel ha voglia di scuoterlo e prenderlo a pugni, perché è arrabbiato e perché Dean se lo merita, ma si trattiene.
«L'avresti mai detto, Cas?» continua l'altro «perdere tre persone perché non si riesce a trovare da nessuna parte un fottuto antibiotico? Dio...sono morte delle persone perché io non sono riuscito a trovare un antibiotico.»
«Dean...non è colpa tua. Domani andrà meglio, vedrai» prova a tranquillizzarlo, ma il cacciatore scuote il capo.
«Come fai a dirlo? È colpa mia Cas!» sbotta «tutto questo» aggiunge, aprendo le braccia, come a voler abbracciare tutto il campo «è solo colpa mia.»
Castiel non sa esattamente quando lo ha raggiunto, né quando lo ha stretto tra le braccia impedendogli di tremare, né quando ha forzato la presa mentre l'altro cercava di liberarsene, ma poi Dean si rilassa e il suo respiro si regolarizza; ha il viso premuto contro il suo petto e le mani ancorate alle sue spalle.
Castiel affonda una mano nei capelli troppo lunghi dell'altro e li accarezza con dolcezza. «And anytime you feel the pain, hey Jude refrain, don't carry the world upon your shoulders.» gli sussurra all'orecchio, perché non è sicuro del suono che la propria voce potrebbe assumere se provasse a cantare.
Dean tace e si abbandona totalmente alle sue cure. «Come lo sapevi?» si limita a domandare.
«Diciamo che la noia mi ha spinto a leggere i primi libri di Chuck» spiega, e sa che questo basta.
«Mi piacerebbe ascoltarla» ammette, e qualche minuto dopo sono distesi sul letto e Dean indossa cuffie troppo ingombranti e alquanto ridicole, ma non se ne lamenta.
Castiel fa per alzarsi ma Dean lo trattiene per un braccio. «Resta» gli chiede, e Castiel non può fare a meno di stendersi nuovamente accanto a lui e circondargli la vita con un braccio.
E poi si addormentano, con le note di una vecchia ninnananna in sottofondo; nonostante tutto, prima di chiudere gli occhi, Castiel nota che Dean non sembra più così infelice.

   
 
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