Corri a perdifiato.
Corri lungo un muro senza sapere quando finirà.
Corri per fuggire.
Hai il fiato corto e i capelli negli occhi.
Ti fanno male le gambe, ma sai che se ti fermi morirai.
La creatura ti ha quasi raggiunta.
Senti i suoi passi dietro di te.
Corre anche lei, ma corre per uccidere.
Per uccidere te.
Corri, corri, corri!
Arrivi al limitare del bosco, corri!
Entri in casa e ti nascondi sotto il tavolo.
Ti ha sentita?
Non osi neanche respirare. Il tremore è così forte da costringerti a chiudere gli occhi. Senti il gelo nelle ossa, nelle gengive, sotto le unghie!
Resti immobile.
Sopra di te, qualcuno sta scendendo le scale.
È troppo tardi, sai che è finita.
La creatura cammina verso di te lentamente, con passo strascicato.
Finalmente hai il coraggio di guardarla.
La Morte tende la mano verso di te, invitandoti a seguirla.
Sai che se non lo fai, freddo, tenebre e solitudine ti avvolgeranno per sempre.
Hai paura, ma scegli lo stesso di alzarti in piedi.
Il dolore all’improvviso è sparito.
Allunghi il braccio, e una sensazione di serenità ti pervade. Sparisce la paura. Tra poco sarà tutto finito.
Sorridi, mentre lei ti abbraccia, portandoti sempre più su...
In un ospedale di Londra, Jennifer Colin è ricoverata in coma per un violento trauma alla testa, causato da una caduta in motorino.
Il suo ragazzo, David, è da due giorni seduto su una poltrona accanto a lei, in attesa. I medici gli hanno appena detto che le prossime ventiquattr’ore saranno decisive.
Lui, teneramente, si chiede cosa stia sognando la sua ragazza...
Ad un tratto, lei spalanca gli occhi, e il suo corpo è scosso da violenti spasimi. I dottori accorrono per cercare di fermare le convulsioni: Jennifer in quel momento sta lottando per rimanere in vita.
David vorrebbe starle vicino, ma un’infermiera lo porta via quasi di peso, chiudendo forte la porta.
Lui si siede e aspetta.
Qualche minuto dopo, il medico esce lentamente dalla sala dove è ricoverata Jennifer. Si avvicina e sussurra qualche parola all’orecchio del ragazzo, mentre lui si accascia a terra, le mani nei capelli, piangendo disperato.