Siamo due lati della stessa medaglia.
Siamo l’uno il riflesso dell’altra.
Siamo uguali, in tutto e per tutto, eppure così diversi e lontani.
Non scorderò mai il momento in cui l’ho visto, in cui lui mi ha guardata.
Quell’istante in cui ho visto chiaramente i suoi occhi azzurri.
Occhi azzurri uguali ai miei.
 
«Rin! Rin!»  
 
La sua voce mi spacca ancora i timpani. Chiamava il mio nome, ma perché?
Come faceva a sapere chi ero, se io non lo avevo mai visto in tutta la mia vita?
Anzi, non avevo mai neanche immaginato che lui potesse esistere.
 
«Rin! Rin mi vedi? Sono io! Mi senti? Rin!»
 
Una cosa è certa.
Stava piangendo.
Piangeva disperatamente. E, con le lacrime agli occhi, chiamava il mio nome.
 
«Rin! Rin ti prego, di’ qualcosa! Rin! Ri-hiin!»
 
La sua voce era spezzata dai singhiozzi.
Sentirlo così, distrutto dalla disperazione, e senza sapere cosa fare.
Chi era quel ragazzo?
Cosa voleva da me?
Mi chiedeva di parlargli, voleva che io gli dicessi che lo vedevo, che ero consapevole della sua presenza.
Come avrei potuto fare una cosa del genere?
 
«Rin!»
 
Sì.
Rin sono io.
È questo il mio nome.
Forse, avrei dovuto dirglielo? Rispondergli con un Sì, ti vedo?
Probabilmente.
Ma a cosa sarebbe servito?
Io non ho memoria di quel ragazzo.
Non ho memoria di un giovane dagli occhi azzurri e i capelli biondi.
Non lo conosco.
Non mi dovrebbe importare nulla se ha i capelli come i miei, gli occhi come i miei …
Non mi interessa se è alto come me, dall’aspetto infantile come me, carino come me …
 
Però quelle erano lacrime.
Erano lacrime versate per Rin, quel ragazzo piangeva proprio per me!
Cosa gli ho fatto di così grave per farlo piangere a dirotto?
O forse piangeva per un altro motivo?
Forse non gli ho fatto niente.
Forse, era così sconvolto … per preoccupazione?
Preoccupato … per me?
No, non avrebbe senso.
Io sto alla grande. Alla grandissima.
Beh, starei meglio se Gumi non avesse mandato in tilt il mio computer, o se SeeU non sbandierasse la sua popolarità a tutti, o magari se Kaito si decidesse a mettersi ufficialmente con Miku senza farla soffrire oltre, povera anima …
Ma queste cose non danno un senso alle lacrime di quel ragazzo.
Adesso vorrei rivederlo.
Vorrei chiederlo a lui, il motivo di quelle lacrime così sincere e disperate.
Ma soprattutto, vorrei domandargli il suo nome.
Se avessi avuto il coraggio di parlare, in quel momento, quando mi stava inconsolabilmente cercando, se avessi avuto la forza di parlargli, adesso non mi starei dannando così tanto su questo punto.
Saprei chi è.
Saprei cosa voleva.
Saprei perché stava inondando il suo viso.
Cosa mi lega a quel giovane?
Solo l’aspetto?
No.
Neanche questo darebbe un senso a quei fiumi che sgorgavano dai suoi occhi.
 
Chi. Cosa. Perché.
Tre domande senza risposta, tre soluzioni nascoste da smascherare, tre enigmi da risolvere.
 
 
«Rin!»
Stavolta non è la voce del biondo a chiamarmi.
«Cosa c’è, Luka?»
Già, cosa c’è per interrompere i miei pensieri?
Non che si interrompano veramente:
l’immagine fissa del biondo è ancora qui nella mia testa, non vuole andarsene.
«Ho aggiustato il tuo computer!»
 
**********************************************************************************
Angolo della fuori di testa che ha scritto ‘sta roba
 
Ehilà, how are you?
Mi presento, sono KyawaiiChu, e sono nuova del settore Vocaloid, nonché del settore one-shots.  
Spero che vi sembri decente, dato che è una specie di anteprima della fiction che sto progettando di scrivere sui Kagamine Twins^^
Beh, spero sia piaciuta, mi raccomando recensite <3