QUESTIONE
DI SCELTE
Capitolo
1 - Un nuovo inizio
"Mi
ha lasciata.
Sentivo
che fra me e lui non sarebbe durata a lungo, ma come tutte le cose, l'ho
vissuta senza pensarci troppo. Perchè non ha senso
vivere qualcosa con il pensiero fisso che prima o poi finirà.
Solo
che quando stamattina mi ha parlato in quel modo, al funerale, per un attimo ho
desiderato che fosse solo un brutto sogno. Ci ho messo tantissimo tempo a
realizzare che stava davvero accadendo a me, che i suoi occhi verdi stavano
guardando proprio nei miei mentre pronunciava quelle parole. Non ho pianto, non
mi sono disperata, perchè sapevo che lui non si
sarebbe aspettato questo da me. Però avevo una voglia intensa di stringerlo,
abbracciarlo, non lasciarlo finchè non si fosse reso
conto di quanto stava sbagliando. Nessuno può vivere ignorando quello che
prova. O almeno non per sempre.
Ho
fissato la sua sagoma mentre si allontanava lentamente verso il bordo del lago.
Non ho potuto fare a meno di pensare a quanto fosse bello anche in quel momento
così disgraziato. Non si è voltato a guardarsi indietro, nemmeno una volta. Ed
è stato meglio così, perchè nonostante i miei sforzi
di non piangere, una lacrima mi stava rigando il viso, e non avrei sopportato
l'idea che lui se ne sarebbe accorto. Ma sono sicura che anche lui stava
piangendo in quel momento, mentre mi dava le spalle.
Ti
aspetterò Harry, proprio come ti ho aspettato per tutto questo tempo. E se
avrai ancora bisogno di me, io sono qui."
Ginny arrotolò la pergamena, e la
ripose distrattamente in un cassetto della sua scrivania. Era sera tardi. Lei
era di nuovo a casa, alla Tana. Non aveva ancora disfatto i bagagli, e il suo
baule era lì, chiuso, in mezzo alla stanza. Nella camera a fianco, sicuramente,
Ron e Harry stavano dormendo già da un po'. L'idea che lui fosse così
vicino fisicamente, e contemporaneamente così lontano, le faceva uno strano
effetto. Si accasciò sul letto ancora vestita, pensando; di lì a pochi giorni
ci sarebbe stato il matrimonio di Bill e Fleur. Anche
se quella francesina le faceva ancora storcere il naso, era felicissima per suo
fratello, che dopo quella notte terribile avrebbe avuto qualcosa con cui
trovare di nuovo la felicità. Piano piano i pensieri
che le vorticavano in testa si fecero sempre più annebbiati, fino a farla
cadere in un sonno profondo.
Nella
camera a fianco, Harry si stava infilando sotto le coperte, mentre un pensoso
Ron appallottolava un paio di calzini e li gettava alla rinfusa in un cassetto
dell'armadio. Si guardarono per un istante. Ron gli chiese :
-
Come stai? -
-
Bene -
Ron
chiuse il cassetto, e si infilò nel letto a fianco a quello dell'amico :
-
Sicuro? -
-
Sì Ron, davvero -
Harry
lo guardò. Sembrava che avesse qualcosa da chiedergli, ma che non ne avesse il
coraggio :
-
Ron devi dirmi qualcosa? -
L'altro
si fissò per un attimo i piedi, poi si schiarì la voce :
-
Sì, ecco, Harry - borbottò - mi chiedevo, insomma, cosa è successo con Ginny...-
-
Vedi, Ron...- iniziò, ma quello lo interruppe - Harry se non ti va di parlarne,
insomma, lo capisco...-
-
No, Ron, tranquillo. Io e Ginny ci siamo lasciati -
L'amico
non parve stupito - Sì, infatti io...beh, lo avevo immaginato -
Harry
sospirò profondamente, poi continuò :
-
Il fatto è che ora è tutto diverso. Io ho una missione da compiere, e anche se
lei è una delle cose più belle che mi siano mai capitate, non avrei potuto fare
altrimenti. E' troppo importante, e io non posso permettere che Voldemort faccia del male a qualcun altro ancora una volta
per causa mia -
-
Pensi che lei abbia capito tutto questo? -
-
Sì, certo, lo ha capito. Ma è chiaro che non è d'accordo. Ha semplicemente
rispettato la mia decisione -
Ron
lo guardò intensamente. Poi constatò con sincerità :
-
Non so se io avrei fatto lo stesso -
Harry
non seppe cosa ribattere. Calò per un attimo il silenzio, poi si diedero la
buonanotte e si coricarono.
Il
mattino seguente Harry si svegliò all'alba. Gettò un'occhiata al suo fianco
dove Ron dormiva profondamente, aggrovigliato con le lenzuola. Dopo aver invano
cercato di riprendere sonno, si alzò deciso a scendere in cucina per bere un
bicchiere d'acqua. Dirigendosi verso le scale, fu costretto a passare davanti
alla camera di Ginny e, suo malgrado, notò dalla
porta aperta che la ragazza dormiva, completamente vestita e con ancora le
scarpe addosso, sopra le coperte, senza aver disfatto il letto. Dopo una breve
esitazione, entrò con cautela nella stanza. Premurosamente le si sedette a
fianco e le sfilò le scarpe una alla volta, piano, come fanno le bambine quando
svestono le bambole. Poi raccolse un lenzuolo dalla pila di panni che la
signora Weasley aveva posato sulla scrivania, e la
coprì, con attenzione, per non svegliarla. Rimase per un po' a contemplare il suo
viso, i suoi capelli, le sue labbra leggermente increspate, le sue mani, il
lenzuolo bianco che, adagiato sul suo corpo, prendeva con dolcezza la forma dei
suoi fianchi. Mai come in quel momento desiderò di stringerla, avvolgerla,
ricoprirla interamente con tutto se stesso, possederla, renderla sua, e solo
sua. Si chiese se davvero aveva fatto la scelta giusta, lasciandola. Le sfiorò
appena la guancia con la sua mano, grande quasi come il viso di lei. Poi a
malincuore si costrinse ad andarsene, e uscì dalla stanza socchiudendo la
porta.
Scese
le scale lentamente, con la sensazione di diventare un po' più pesante ad ogni
gradino.
Arrivato
in cucina, mentre prendeva un bicchiere pulito dalla credenza, sentì un
insistente ticchettio contro il vetro della finestra. Un vispo gufetto color nocciola teneva un biglietto legato alla
zampa. Aprì cautamente la finestra (gli infissi cigolavano parecchio), e prese
a slegare il foglietto di pergamena. La calligrafia ordinata di Hermione diceva così:
" Harry, Ron, Ginny...come state?
Volevo farvi sapere
che sarò lì alla Tana dopodomani.
Ringraziate ancora
la signora Weasley da parte mia per
l'ospitalità. Ci
vediamo presto.
P.S: Vi sarei grata se deste un po' da mangiare al
gufo prima di rimandarmi la risposta
Baci a tutti quanti
Hermione "
Harry
rilesse il biglietto un paio di volte. Guardò l'alba fuori dalla finestra. Il
piccolo gufo di Hermione gli svolazzava in cerchio
attorno alla testa. Sorrise, con un pizzico di spensieratezza in più, mentre
sentiva dei passi assonnati lungo le scale.
- continua -