L’esplosione fu violentissima.
Un momento era a letto che dormiva, e l’attimo dopo si trovò scaraventato contro la parete.
Un dolore lancinante al fianco lo svegliò definitivamente.
Si rimise in piedi a fatica, prese arco e frecce e corse fuori dalla sua stanza.
Una seconda esplosione gli fece perdere di nuovo l’equilibrio.
Con una mano serrata sul fianco dolorante corse giù per le scale dove incontrò Steve < Ma che diavolo succede? > chiese con un filo di voce.
< Ai mafiosi non piace essere presi in giro evidentemente! Sei ferito Clint? >
< Nah, è solo un graffio >
< Andiamo dobbiamo uscire di qui >
< Fulham > esclamò Barton < Dobbiamo portarlo fuori >
< Ok, tu fai uscire tutti, io penso a Fulham >
< No, ci penso io a lui >
Steve corse ad aiutare i colleghi mentre il suo compagno scese di fretta le scale.
Arthur Fulham doveva essere tenuto nei sotterranei sotto stretta sorveglianza.
Si chiese se i loro uomini lo avessero tenuto al sicuro.
C’era fumo tutt’attorno a lui, evidentemente dovevano essere scoppiati incendi in seguito alle esplosioni.
Le scale sembravano infinite.
Continuò a scendere di corsa con la sensazione che la ferita al fianco avesse cominciato a pulsare.
… se fosse tornato vivo Natasha lo avrebbe ucciso … odiava vederlo ferito e con gli ormoni che prendevano il sopravvento avrebbe sicuramente dato di matto.
Finalmente arrivò al piano più basso.
Il fumo non permetteva di vedere nulla.
Trovò la porta aperta e i suoi uomini a terra morti. Stava per imprecare quando sentì delle voci provenire dall’interno. Erano appena arrivati.
Si mise dove il fumo era più intenso per evitare di essere visto e attese che uscissero.
Il primo ad uscire fu un ragazzotto che non smetteva di tossire.
Ci volle un attimo a farlo fuori con il suo arco. La freccia lo passò da parte a parte.
Il secondo uomo si mise sul “chi va là”, ma non riuscendo a vederlo continuava a imprecare in quella sua strana lingua.
Dietro di lui Fulham tossiva guardandosi attorno preoccupato.
Clint incoccò la seconda freccia, ma la sua visuale era pessima.
Centrò il bersaglio alla spalla.
Questi cominciò a sparare verso di lui senza in realtà capire che si era già spostato.
Il secondo colpo lo uccise finalmente e uscito dall’oscurità puntò il suo arco verso Fulham.
 
< Agente Barton, avrei riconosciuto le tue frecce tra mille > l’uomo ghignò malefico.
< Zitto Arthur, ti devo portare fuori > gli legò i polsi e iniziò a trascinarselo su per le scale.
Non riusciva più a correre a causa della ferita e il prigioniero rendeva tutto più difficile facendosi tirare.
Arrivati in cima alle scale ci fu una terza grande esplosione che li sbalzò entrambi a terra.
Fulham fu veloce. Si divincolò, colpì il fianco ferito di Clint e corse via.
Per sua sfortuna finì dritto tra le braccia del capitano che con un colpo lo mise K.O. e lo fece portare fuori.
Trovò Clint accasciato sul pavimento mezzo svenuto, lo caricò in spalla e lo portò fuori.
 
Dentro l’ambulanza Clint si svegliò per il dolore.
Dei medici stavano estraendogli una enorme scheggia di vetro dal fianco.
Un paramedico cercava di tenerlo fermo mentre il dottore maneggiava con poca delicatezza sulla sua pelle.
Vide tutto offuscarsi e di nuovo perse i sensi.

ciao a tutti ecco l'ultimo capitolo al quale sono arrivata, scusate il ritardo, ma sono strasuperiperincasinatissima!!!!
spero vi piaccia e cercherò di postare presto, ma boh..... si fa quel che si può, giusto?!?!
un abbraccio gente!!! ^^