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Autore: LunaLovegoods    14/11/2012    2 recensioni
Piccola one-shot che si riferisce a una long-fic che ho appena finito.
Remus ha una cotta per Sirius che non può più ignorare e James decide per lui che deve dichiararsi.
"Perdere quei sorrisi, quegli sguardi che mi fanno sentire accettato per ciò che sono e non un mostro, credo che sarebbe peggio di qualsiasi altra cosa."
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altro personaggio, James Potter, Regulus Black, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Sirius
Note: Missing Moments, OOC, Raccolta | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Malandrini/I guerra magica
- Questa storia fa parte della serie 'Of magic and love.'
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How long, before I know what it feels like?
 

Il sole riflette sui suoi capelli neri e illumina il suo volto, rendendo l’immagine più suggestiva di quanto non sia già.
Poi, come se le due cose fossero collegate, mi chiedo da quanto tempo sto mordicchiando la matita che, tecnicamente, avrei dovuto usare per sottolineare i passaggi più importanti di una pozione.
Eppure, l’unica cosa che effettivamente sto studiando sono i movimenti che compie Sirius, a più di qualche metro da me.
Chissà se sente il mio sguardo addosso, concentrato com’è nel fare la corte a Ester.
Non avrei mai pensato che il mostro dentro me potesse portarmi a nutrire un odio talmente acceso per lei, ma, ora come ora, non vedo la cosa nemmeno come impossibile, visto ciò che sta accadendo.
Inizio a prendere in considerazione il consiglio che Peter mi aveva dato tempo fa.
Dichiararmi. Certo, ovvio che lo farò, ma a che pro?
So già che tipo di sentimenti nutre e nei confronti di chi. E quella persona non sono io. 

«Dovresti smettere di crogiolarti nella tua rassegnazione. Fa’ ciò che farebbe un Grifondoro. Combatti. Combatti e vinci.»
Un discorso simile poteva avermelo fatto solo James.
Quel ragazzo è in grado di dare una carica incredibile… Peccato che la mia timidezza e le mie paure mi blocchino più di qualche volta.
Dovrei sinceramente tornare a studiare, o smettere di fissarlo, perlomeno, prima che si accorga del mio sguardo insistente puntato addosso, ma sono troppo preso.
Finalmente, quando riesco a distogliere lo sguardo da lui e torno a guardare le pagine illuminate dal sole caldo, un’ombra non sconosciuta copre le parole.
Alzo lo sguardo, leggermente sorpreso di trovarmi James davanti.
Aggrotto le sopracciglia, notando il suo sorriso divertito ed entusiasta allo stesso tempo.
Non mi è mai piaciuto quando mi guarda con quel sorriso, perché so che nella sua testa frullano idee strane o fin troppo… malandrine.
«James? Non eri con…?» mi guardo attorno attentamente, prima di pronunciare quel nome.
Per il resto della scuola, quella relazione resta clandestina, dopotutto.
James ghigna e accenna uno sguardo verso Sirius, ancora intento a parlare con Ester che sembra quasi sorridere… no, sicuramente sta solo fingendo.
«E tu non dovresti essere al posto di Ester?» ribatte.
Touché.
«Oh, andiamo Ramoso. Lo sai benissimo che non accadrà mai!» dico, quasi infastidito, mentre torno a concentrarmi sulla pozione.
Concentrarmi, certo, come se fosse possibile.
All’improvviso, mi prende per un braccio, facendomi alzare e trascinandomi via dal cortile.
Cerco di contrastare la sua forza, temendo che possa portarmi davanti a Sirius e costringermi con la forza a dichiararmi.
L’avrei sicuramente già fatto da solo, se dalla sua risposta non dipendesse tutta la nostra amicizia, che per me è la cosa più importante in assoluto.
L’entusiasmo di James mi fa solo innervosire, ma non riesco nemmeno a liberarmi dalla sua presa, finché non si ferma a meno di un metro da Sirius e mi spinge dietro l’albero a nascondermi, coprendomi con il suo Mantello.
«Cosa diavolo stai facendo, James?!» chiedo, riprendendo fiato e guardandolo sconvolto, ma lui mi posa una mano sulla bocca e mi intima di stare zitto.
«Se stasera non ti dichiari, domani lo farò io per te» sussurra, in modo da farsi sentire solo da me.
«Sai» la voce di Sirius, dall’altra parte dell’albero, cattura la nostra attenzione. «Credo di essere libero stasera, ci vediamo?» azzarda, probabilmente ammiccando in direzione della ragazza.
«Serata di caccia, mi spiace» la voce di Ester sembra già lontana, ma lo sguardo di James è più che eloquente.
Stasera. 

«Sai che non lo farò mai!»mi allontano da James infastidito dalla sua insistenza.
«Dov’è il tuo coraggio Grifondoro?»
«A combattere contro il mio piccolo problema peloso!»
Sbuffa e mi raggiunge, entrando in Sala Grande esattamente quando me.
Sirius si volta proprio in quel momento e ci sorride con fare entusiasta, mentre ci avviciniamo in silenzio.
James si siede vicino a Peter, davanti a me e a Sirius, mentre gli rivolgo la peggiore delle occhiate che sia in grado di tirar fuori dal mio repertori, con le guance insolitamente rosse.

«Hai caldo, Lunastorta?»azzarda, la voce di Sirius, mentre mi lancia un’occhiata distratta, e improvvisamente mi ritrovo altri quattro occhi addosso.
Non finirò mai di elogiare le grandi qualità da osservatore di Sirius, nemmeno adesso che mi ritrovo a balbettare sorpreso da quella domanda repentina.
Mi schiarisco la voce e, in difficoltà, lancio un’occhiata a James che già se la ride. «Ehm… Sì, un po’» confesso, sollevando in aria lo sguardo. «Quelle candele sono più vicine del solito o è una mia impressione?» aggiungo, sperando di essere minimamente credibile.
So di aver fallito quando un sorriso divertito e allo stesso tempo complice si dipinge sul volto di James e Sirius.
«Che dici, Ramoso, sarà la febbre?» azzarda, quasi divertito, quest’ultimo.
«Febbre? Oh, sì, ma sarà la febbre d’am-»
«Remus! Perché mi prendi a calci?!» Peter interrompe James, anche se avrei voluto a prendere calci lui, piuttosto che quel povero innocente che stava solo mangiando.
Sirius e soprattutto James mi guardano in attesa di spiegazioni.
«Scusa, mi è scivolato un piede…» mormoro, prima di alzarmi e allontanarmi dal tavolo.
La sola idea di dichiararmi a Sirius mi ha fatto passare l’appetito.
In realtà, ci sono tante cose collegate. Ad esempio, il ricordo di lui che ci prova con Ester, o anche solo averlo accanto a cena…
Merlino, pensarlo come un semplice amico diventa difficile, quando vorrei poterlo trattare in modo molto più che semplicemente amichevole.
Cosa dico? È addirittura impossibile!
Ma è altrettanto impossibile pensare di porre fine a tutto questo silenzio, perché il timore di perdere la sua amicizia fa più male di qualsiasi altra cosa.
«Preferisci davvero restare nel silenzio e non sapere mai la sua risposta, piuttosto che rischiare?» Non credevo che la mia coscienza avrebbe mai avuto la stessa voce di quella Serpe di Regulus Black. Mi fermo, nel corridoio deserto, a pochi metri da lui.
«Certo, credevo che voi Grifondioti foste più coraggiosi, ma siete solo dei montati» dice, avvicinandosi e, pur non vedendolo, posso giurare che sta sorridendo nel modo più sbruffone possibile.
Mi volto, perché sono costretto a farlo. Come ignorare la voce della propria coscienza?
«Cosa ne sai tu?» azzardo, sospettoso.
«Ti interessa? Non mi pare» replica, avvicinandosi lentamente. «Invece che chiederti cosa e come so ciò che so, perché non corri da lui e ci dimostri di essere l’ennesima prova vivente che il Cappello non sbaglia mai?» aggiunge, incrociando le braccia al petto.
«Credi che lo farò solo perché me l’hai detto tu, o solo perché sei il ragazzo del mio migliore amico?» azzardo, inarcando un sopracciglio.
Entrambi trascuriamo palesemente il fatto che, prima di essere il ragazzo di James, è il fratello proprio di Sirius, forse perché, almeno io, sono troppo preso da questa strana conversazione.
Com’è che adesso tutta la scuola sa della mia cotta? Sto sognando e questo è un incubo? Qualcuno mi dica di sì.
Lui sogghigna, scuotendo la testa divertito. «Lupin, non ti è mai riuscito bene fare lo sbruffone» dice, come se la cosa fosse collegata con l’intero discorso. «Potter, però, è sempre stato un ragazzo di parola, ecco perché ti consiglio di dichiararti stasera» aggiunge, voltandomi le spalle subito dopo e tornando in Sala Grande. 

Ridicolo. Ecco, l’unica parola che mi viene in mente per definire ciò che mi è accaduto stasera.
Credono tutti di potermi costringere, forzare o dare consigli, ma nessuno sa quanto sia importante la sua amicizia per me.
Perdere quei sorrisi, quegli sguardi che mi fanno sentire accettato per ciò che sono e non un mostro, credo che sarebbe peggio di qualsiasi altra cosa.
Probabilmente, sarebbe l’equivalente del fatto che tutta la scuola venga a sapere del mio segreto.
E non c’è niente di assolutamente peggiore.
Dopotutto, posso lasciare che tutto passi, perché prima o poi tutto finisce, no? E così, finirà anche il mio amore per lui. Devo essere solo paziente, aspettare e non avere fretta.
Mi rigiro di nuovo sul letto, agitato.
La luna quasi piena non mi lascia dormire.
Ah, sì, ci mancava solo quello.
Sospiro, posandomi un cuscino sul volto come a volermi forzare a dormire, poi lo butto a terra e ascolto il rumore dissolversi in un attimo.
«Remus?»
Sto sognando? Mi ha appena chiamato? È sveglio?
«Sirius?» rispondo, dubbioso.
«Non hai sonno, vero?» la sua non è una domanda.
Cerco di focalizzare bene il suo volto nella penombra e vedo che il suo sguardo, o perlomeno il suo volto, è rivolto verso la finestra dalla quale penetra la luce chiara e pallida della luna.
«Già» mormoro, abbassando lo sguardo.
In un attimo, un lieve rumore di passi mi fa alzare lo sguardo di nuovo, e me lo ritrovo davanti che accenna un sorriso e con una mano toglie le coperte da sopra al mio letto.
«Vieni con me» dice, avviandosi già verso la Sala Comune.
Lo seguo incuriosito, non sapendo dove voglia realmente andare a parare o cosa diavolo abbia in mente.
Si siede per terra, davanti al caminetto ancora accesso e inizia a far ravvivare le fiamme quasi spente, mentre mi invita a sedermi accanto a lui.
Posa la schiena sul divano dietro di noi e mi guarda rilassato.
«E’ colpa della luna?» chiede, dopo un paio di minuti passati in silenzio.
Vorrei mentire, vorrei dire di sì, ma sappiamo entrambi che quel discorso non attacca più. Scuoto la testa.
«Vuoi parlarne?» prosegue, perché sa che a lui direi tutto, prima o poi.
«Ester non mi piace» mormoro, ripiegando sul primo discorso che mi capita.
Sogghigna. «Ah, no?» azzarda, con fare ironico.
In certi momenti, nonostante tutte le idee divergenti che possano avere, non si può davvero negare che lui e Regulus siano fratelli.
«Non ci credo che sia solo lei a non farti dormire!» aggiunge, aprendosi in una risata divertita.
Gli rivolgo uno sguardo serio e lo fulmino con lo sguardo, sfruttando l’ultimo briciolo di razionalità che la sua risata mi ha risparmiato.
«Non mi piace che tu la frequenti così spesso. Ti ha quasi ucciso!» Spero che la sua attrazione - Merlino, spero che sia solo per quello e che i sentimenti non c’entrino un’acca! - non gliel’abbia fatto passare di mente.
Sirius sogghigna. «Anche mia cugina mi ha quasi ucciso, ma non mi pare che tu ne abbia fatto un dramma!» replica, guardandomi negli.
Sto per baciarlo, davvero, ma non so con quale forza riesco a non mettere fine a quella discussione così assurda.
«Non cambiare discorso, Sirius!» lo rimprovero, forse alzando troppo la voce.
«Oh, scusa, Remus!» dice, con fare decisamente sarcastico.
Restiamo un po’ in silenzio, giusto il tempo di prepararci i nostri discorsi e di prevedere le reazione l’uno dell’altro.
«Credi mi sia dimenticato di quel pomeriggio?» azzarda, dopo un po’, con lo sguardo basso.
Spero sinceramente che l’abbia toccato il giusto, quel tentato omicidio!
«Cosa diavolo ti attrae a quella… A quel mostro?!»
Da che pulpito, mh?
Mi guarda come per sottintendere proprio quello, ma ciò che trova è uno sguardo consapevole e che condivide quel pensiero per niente sbagliato.
«Lo vuoi sapere un segreto?» chiede, subito dopo, abbassando di nuovo lo sguardo.
Il mio silenzio lo incoraggia a proseguire.
«Sono geloso» mormora, sogghignando beffardo a se stesso.
«Geloso?» gli faccio eco.
«Sì, geloso» alza prima la testa, poi lo sguardo, e guarda solo davanti a se, le fiamme che brillano e gli accendono lo sguardo. «Geloso di Regulus, almeno quanto tu lo sei di Ester e me» aggiunge, colpendo dritto nel segno.
E dopo quelle parole, capisco che replicare è inutile; fingere con lui, che ha capito tutto fin da subito, sarebbe solo patetico. Lascio che cali il silenzio e che il crepitare del fuoco davanti a noi affievolisca, mentre noi ci immergiamo nei nostri pensieri.
 
Dopotutto, non mi sarò dichiarato, ma è come se fosse accaduto.  


Angolo dell'autrice.
Salve a tutti! -w-
Premetto che la storia NON è BETATA! Quindi, se trovate particolari errori, vi gradirei di farmelo presente. J
Tutti coloro che hanno seguito l’altra mia fanfic (
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1217630&i=1) sanno ciò di cui sto parlando, ma se non avete voglia di leggervi i nove capitoli di questa long-fic, vi basti sapere che Ester è innamorata del nostro Regulus - che, attenzione, qua si impiccia un po’ troppo degli affari di Remus - e Sirius, invece, pare che nutra della semplice attrazione per lei. Ad ogni modo, vi consiglio di leggerla, perché ciò che scriverò sul fandom di Harry Potter si rifarà quasi sempre a questa fanfic.
Detto questo, passiamo a parlare della one-shot in questione, com’è giusto che sia. u.u
Mi sembrava giusto inserire dei preamboli, prima di riprendere con le long-fic, giusto per definire la storia di Sirius e di Remus - i flash-back sarebbero troppi çwç - e farvi capire come siamo arrivati a un determinato punto.
Sì, Remus è stato innamorato di Sirius per quasi tutti e nove i capitoli.
E non so cosa sia venuto fuori da questa one-shot che spero rientri nei limiti della decenza. ^-^
Ad ogni modo, non sono abituata ad usare il POV di Remus, quindi… ASDFHJK. Niente, perdonatemi se ci ho messo troppo OOC. çwç
Spero di poter leggere presto le vostre recensioni!
Baci,
Luna <3 

  
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