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Autore: LadyPalma    14/11/2012    1 recensioni
Potranno Caterina e Maria trovare la felicità dopo inganni, tradimenti e fughe? Forse, ma questo è ciò che può accadere dopo. All'inizio c'è solo una lettera e un altro piano dei Bolena!
Genere: Azione, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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9.


“L’esecuzione di Anna Bolena è fissata tra tre settimane” annunciò Cromwell con un sorriso entrando nella sua stanza, senza neppure essere annunciato.

La presunta lieta notizia rimase sospesa nell’aria. Caterina lo fissò per qualche momento, poi si ritrovò ad abbassare lo sguardo, facendosi quasi istintivamente il segno della croce. Pensando alla donna che le aveva rubato tutto, corona, titolo e marito, le sembrava di avvertire ogni volta una pugnalata al petto, ma il pensiero della sua imminente morte sorprendentemente non le alleviava di molto il dolore.

“Non siete felice?” chiese l’uomo, stupito da quell’inaspettata reazione.

“Non posso essere felice della morte di qualcuno” rispose lei semplicemente, riprendendo a cucire come se fosse niente successo.

Lady Elizabeth Darrell al suo fianco spalancò gli occhi e lanciò una rapida occhiata al padrone di casa, che sembrava più stupito di lei. Poggiò il cucito sul tavolo, dato che lei ,al contrario della sua signora, sembrava essere sufficientemente colpita da non riuscire a portarlo a termine, e ad un cenno dell’uomo lasciò silenziosamente la stanza.

“Mi sembra giusto, ma non stiamo parlando di qualcuno” fece notare Thomas mentre la dama di compagnia chiudeva la porta alle sue spalle.

 “Pensavo fosse quello che volevate…” tentò nuovamente lui sempre più confuso, non ricevendo risposta.

Caterina alzò gli occhi per un attimo rilasciando un sospiro, e poi tornò al suo lavoro, ignorando entrambi i commenti.

“Non  è quello che voglio adesso” disse poi continuando a tenere lo sguardo fisso sulle mani che sembravano muoversi più veloci.

Thomas notò che tremavano.

“E allora cos’è che volete?” domandò incuriosito non riuscendo a mascherare una punta di aspra ironia nella voce. Un’ironia del tutto giustificata d’altronde: non aveva fatto forse tutto questo per lei, per aiutarla e per dimostrarle che combatteva dalla sua parte?

Di fronte a quella domanda così diretta, la Regina fu costretta adesso ad alzare definitivamente lo sguardo, lasciò anche il cucito e scosse la testa lentamente, come per scacciare gli stessi pensieri  che ogni volta erano causa della sua sofferenza: il titolo, la corona e soprattutto suo marito, le tre cose che la potevano rendere felice, le tre cose che la potevano semplicemente distruggere. Era inutile gioire della morte di Anna Bolena, perché questo non le avrebbe ridato indietro il suo legittimo posto accanto ad Enrico; non le avrebbe ridato Enrico. Sarebbe stata libera, è vero, libera e al sicuro, ma a cosa le sarebbe servita quella riacquistata libertà?

“Non lo so” mormorò sinceramente chiudendo gli occhi e tirando la testa indietro sullo schienale della sedia a dondolo, dondolandosi al ricordo di quella su cui era seduta quando aveva ricevuto la lettera maledetta di Anna Bolena.


**


Maria aveva già percorso almeno parecchie volte l’intero perimetro del giardino quel pomeriggio, e sul calare della sera, aveva cominciato a piovigginare anche se lei, immersa nella lettura di un libro di poesie, sembrava non esserne accorta neppure.

“Devo dedurre che il libro è forse più interessante di me?” chiese Charles apparendo improvvisamente alle sue spalle.

“Stavate facendo tiro con l’arco e ho pensato  fosse stato meglio non disturbarvi” replicò lei fingendosi offesa, senza alzare lo sguardo dalle pagine.

“Adesso ho finito però…” disse lui seguendo i passi di lei e camminandole affianco.

“Mi dispiace per voi, ma io non ho finito invece!” rispose prontamente la Principessa, cercando di trattenere una risata.

Il duca la osservò con un sorriso divertito poi si avvicinò ulteriormente per tentare di strapparle un bacio, ma proprio mentre lei si girava distratta dal suo movimento, con un rapido gesto le tolse il libro di mano e iniziò a correre lontano da lei.

“Charles!! Fermatevi subito!” urlò lei stupita “Sto dicendo sul serio, riportatemelo subito!” continuò mentre si lanciava all’inseguimento del suo uomo, che nel frattempo sembrava aver rallentato il passo.

Dopo averlo rincorso per un po’, riuscì a fermarlo, afferrandogli un braccio. L’uno di fronte all’altra adesso, si guardarono negli occhi per qualche istante e poi lentamente scoppiarono entrambi a ridere, mentre la pioggia cominciava ad aumentare e cadeva dolcemente su di loro, tra di loro. Un bacio passionale, spontaneo e terribilmente bagnato suggellava la fine di quella breve e sciocca litigata che aveva avuto sin dall’inizio più i contorni di uno scherzo.

“Credo dovremmo rientrare amore” mormorò Charles alzando gli occhi al cielo che nella sua nuova oscurità, non prometteva nulla di buono, e sfilandosi il mantello per posarlo sulle spalle della sua donna.

Maria sorrise a quell’ennesimo gesto di premura che riceveva da parte sua e adesso, come i lampi squarciavano il cielo, sembrava improvvisamente vedere anche lei sotto una luce diversa quanto quell’uomo aveva portato alla sua vita, anzi quanto avesse riportato lei alla vita. Ma il lampo non aveva colpito solo la ragazza.

“Sposatemi Maria” sussurrò Charles fissandola negli occhi e prendendole le mani.

La principessa sgranò gli occhi a quella proposta del tutto inattesa e fu per qualche istante incapace di rispondere, anche perché una risposta non la conosceva ancora... Chi si sarebbe mai preparato una risposta per una domanda che non si aspettava? Eppure una domanda che si era posta più volte c’era: sarò felice? E la risposta l’aveva trovata in quel preciso istante. Forse non sarebbe mai stata riaccolta da suo padre, molto probabilmente non sarebbe mai stata riconosciuta Principessa, quasi sicuramente non sarebbe mai diventata Regina, ma lei, Maria Tudor, anche se ufficialmente priva di alcun titolo, poteva essere felice.

“Si…” disse in un sussurro al termine dei suoi pensieri, mentre sentiva le mani di lui tremare dall’agitazione tra le sue.

Un nuovo bacio li fece incontrare di nuovo, il bacio che suggellava stavolta una promessa, di cui erano unici testimoni la pioggia e il libro di poesie, che giaceva al suolo dimenticato.


** (5  giorni dopo)


Nel breve periodo che intercorreva tra il suo arrivo a Palazzo e l’udienza con il Re, Charles non aveva fatto altro che domandarsi il motivo di quell’improvvisa convocazione. A dire il vero, non era così strano che Enrico reclamasse la sua presenza a Corte, e sarebbe parsa una cosa normalissima anche a lui se in quel momento non sapeva di nascondere un segreto, che occupava e monopolizzava tutti i suoi pensieri. Il Re poteva aver scoperto qualcosa? E se si, fino a che punto? E poi, cosa gli sarebbe successo? E a Maria? Scosse la testa rendendosi conto dell’assurdità di quegli interrogativi, ma nonostante tutto era nervoso. E sfortunatamente per lui, l’agitazione quel giorno non era destinata ad esaurirsi .

“Oh, Charles, benvenuto!” esclamò Enrico, ma quel saluto non suonava molto accogliente; gli lanciò una rapida occhiata, continuare a camminare avanti e dietro per la stanza.

Appariva decisamente pensieroso e non era facile intuire cosa gli passasse per la mente. Dopo averlo fissato in silenzio per qualche istante, il duca di Suffolk spostò lo sguardo sull’altro uomo presente nella stanza: Thomas Cromwell; si stupì di trovarlo a Corte, probabilmente doveva essere stato convocato anche lui, e ancor di più si scoprì di vedere un’espressione di paura sul suo volto che normalmente non tradiva alcuna emozione. Davvero, come poteva anche solo pensare di essere tranquillo, quando un uomo freddo come il Lord cancelliere non ci riusciva?

“Vi ho convocato qui, perché ho preso un’importante decisione!” esclamò d’un tratto Enrico arrestando il passo e spostando lo sguardo dall’uno all’altro “Voglio riprendermi mia moglie!” spiegò poi con un sorriso luminoso sul volto.

“Vostra… moglie?” ripetè Charles confuso, cercando di capire il senso di quella novità.

“Ma vostra moglie si trova nella Torre di Londra e l’avete fatta imprigionare voi!” esclamò Thomas, riflettendo ad alta voce; non riusciva, non voleva immaginare come tutte le accuse che era riuscito a muovere contro Anna adesso si stessero rivelando infondate.

Enrico gli riservò un’occhiata glaciale che lo incenerì in un attimo, poi si avvicinò repentinamente al suo consigliere e lo sbattè contro il muro, tenendolo per il collo.

“Anna Bolena non è mia moglie, è una strega, una prostituta, nulla di più” sibilò sprezzante, lasciandolo poi andare di colpo.

“E allora a chi vi riferite?” domandò Charles un po’ esitante, in parte per il timore di ricevere un egual trattamento.

“Semplice…” sussurrò il Re, rassicurando il suo amico su quel punto con un altro sorriso “Intendo mia moglie Caterina… e mia figlia Maria naturalmente, verrà riconosciuto loro di nuovo il titolo di Regina e Principessa e le rivoglio qui a Corte con me”

Entrambi gli uomini sgranarono gli occhi a quelle parole e poi si scambiarono il lungo sguardo di una muta domanda a cui nessuno dei due sapeva rispondere. E adesso? 


   
 
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