Ciao a tutti! Come prima cosa vorrei ringraziare tutti per i
commenti che ho apprezzato tantissimo, grazie mille! Come seconda cosa mi scuso
per il ritardo ma ho avuto delle difficoltà con la scuola che mi hanno impedito
la prosecuzione di questa storia, ma ora eccoci arrivati all’ultimo capitolo.
Ma non pensiate che mancheranno sorprese e colpi di scena. Ma basta parlare che
è meglio, vi lascio alla lettura, agurandomi che sia di vostro gradimento.
Ancora grazie a tutti!
Jillian Greenleaf
10. Ritorno burrascoso
-ce
ne hai messo di tempo!- chiese alle sue spalle Kei come se niente fosse, un po’
scocciato dall’ennesimo ritardo dell’amico, ma non poté trattenersi dal farsi
scappare un lieve accenno ad un sorriso. Da parte sua, Takao temette di
crollare a terra, un po’ perché le gambe non gli reggevano più a causa di
quella corsa, un po’ perché si era preoccupato tantissimo e Kei lo accoglieva
con quel suo tipico modo di fare.
Era
proprio lui, era vivo, ed era la cosa importante!
I
due amici si sedettero sul prato, poggiando la schiena contro l’albero.
Dopo
qualche attimo di silenzio fu Takao il primo ad iniziare la conversazione,
senza però voltarsi verso l’amico: non ci riusciva a guardarlo, non dopo aver
intravisto i molti tagli che si era causato nello scontro.
-Kei…
Vorkof ha detto che ci saremmo andati noi di mezzo, se tu non avessi
collaborato. Che intendeva dire?- il russo rimase per qualche istante con gli
occhi chiusi senza rispondere, poi si decise:
-che
se non sarebbe riuscito a uccidermi vi avrebbe utilizzati per arrivare a me!-
-è
per questo che ti comportavi così, Kei?-
-l’hai
capito!- sbottò il russo, ora visibilmente più tranquillo che quella brutta
avventura fosse finita.
-mi
dispiace di essermela presa con te…- fece per dire Takao, visibilmente
imbarazzato
-tranquillo,
mi hai facilitato le cose! Piuttosto…. Ne hai combinata una delle tue a casa
mia?- l’interruppe il bel russo facendo sprofondare l’amico nell’imbarazzo più
totale:
-ma…
ma che vai pensando… come… come potrei… io… no…ma… -farfugliò imbarazzatissimo.
Notando però che il russo non rispondeva, decise di controllare e si sporse in
avanti, scoprendo così che Kei stava dormendo.
E
come dargli torto?
Da
una cena a casa Kinomija s’era
ritrovato prigioniero di Vorkof, a un passo dalla morte, e aveva dovuto
battersi contro tutti quegli uomini, procurandosi diverse ferite. Stanchissimo
s’era finalmente lasciato andare al sonno.
Takao
sorrise e sollevò piano l’amico, portandolo a casa sua.
Quando
il mattino seguente Kei si risvegliò, trovò le ferite medicate per bene il che
non era sicuramente opera di Yuri, e i
suoi amici radunati a tavola. Sorrise e si sedette come se niente fosse. Ma la
cosa che fece insospettire più di tutto Rei fu lo strano comportamento dei due,
in particolare di Takao. Infatti i due conversavano tranquillamente e il
giapponese non sembrava badare al fatto che il russo non lo considerasse più di
molto.
L’armonia
sembrava essere tornata finalmente nella squadra!
Quel
pomeriggio Kei si preparava a tornare a casa e Takao ad andare nel parco dove
avrebbe potuto sfidare tutti col suo Dragoon.
-Takao!
Ho parlato con Hilary, è tutta tua!- disse il russo prima d’incamminarsi e
sparire dalla vista entro breve come suo solito.
Hilary.
Un
altro piccolo problema da risolvere. Come avrebbe fatto a spiegarle che si era
innamorato di un’altra e che quest’altra fosse, tra l’altro, la ragazza di Kei
e madre di Krist di cui il russo era il padre?
Uscì
in direzione del parco, senza nemmeno accorgersi che aveva preso una strada
molto più lunga, accorgendosene solo quando sollevando lo sguardo riconobbe
davanti a se villa Hiwatari.
Quanti
ricordi, anche se riguardanti solo una giornata. Avrebbe voluto trascorrere più
tempo con la bellissima Kes, ma ora era tutto tornato alla normalità…
Lanciò
un ultimo pensiero a quella ragazza angelica, fissando un’ultima volta le
tende, e continuò il suo cammino. La sola cosa che poteva fare era dimenticare
quella meravigliosa creatura.
Ad
aiutarlo in questa difficile impresa arrivarono ben presto una banda di
ragazzini, pronti a sfidare il grande campione che già cominciava a vantarsi
della sua fama.
Dopotutto
era sempre il solito Takao!
Finalmente
poteva tornare a casa e salutare le sua famiglia, senza dover poi scappare
all’inseguimento di Vorkof. Quella brutta faccenda era finita e anche se non
l’avrebbe mai ammesso apertamente, doveva ringraziare Takao che era riuscito a
rassicurare Kes e il piccolo Krist e che senza saperlo aveva rischiato molto.
Kei
Hiwatari aveva appena rinunciato alla ricerca di Yuri Ivanov e degli altri
della squadra russa, che parevano scomparsi, e si era diretto verso casa,
inconsapevole di quello che lo attendeva, di quello che aveva combinato Takao
durante quel periodo di scambio.
Infatti,
subito dopo aver aperto la porta d’ingresso, si ritrovò Kes davanti che gli
saltò al collo, e non è esagerato affermare che il modo in cui era vestita fece
arrossire il russo che l’aveva vista pochissime volte con la minigonna e la
maglietta così attillata.
-K…Kes…cosa…-
fece per dire capendo che qualsiasi cosa strana o fuori luogo che sarebbe
successa era opera di Takao. La ragazza lo guardò per un po’ in modo curioso,
poi, riconoscendo che si trovava davanti al vero Kei, si lasciò sfuggire una
leggera espressione d’imbarazzo:
-K…Kei…
che ci fai qui?- chiese sorpresa
-sorellina…
che è successo?-
-vedi,
fratellone, è che un tizio aveva preso il tuo posto…- Kes si guardò allora
attorno alla disperata ricerca di un salvatore che potesse, ad esempio, essere
Raily che le fece intendere di non coinvolgerlo con un cenno della mano. Kei
abbracciò la sorella:
-mi
dispiace di avervi fatto stare in pensiero, ora è tutto risolto!- concluse il
russo e allora anche Krist corse verso il fratello, abbracciandolo.
-fratellone,
devi darmi la rivincita a bey come promesso!- si fece subito avanti Krist e Kei
annuì, pensando a cosa avrebbe fatto passare a Takao…
Ma
le sorprese non erano ancora finite!
-Kei,
dove ti eri cacciato, ti ho cercato a lungo questa mattina!- disse una voce dal
cancello di villa Hiwatari e voltandosi il campione russo vide una figura
familiare vestita da pantera rosa. Nel riconoscerla gli venne un colpo: si
trattava di Yuri Ivanov. Vedendolo, ripensando a cosa Takao aveva combinato
nell’arco di nemmeno una giornata, iniziò a pensare seriamente a cosa gli
avrebbe fatto passare.
Per
questo motivo la storia si conclude qui!
FIN