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Autore: Angel666    15/11/2012    4 recensioni
Durante una gelida notte invernale una bambina viene ritrovata nei pressi dell'orfanotrofio Wammy's House. Chi è? Quali terribili segreti sembra nascondere, e perché vuole scappare ad ogni costo dal suo passato? In questa storia, dove niente è come sembra e tutto è indissolubilmente legato, i nostri protagonisti indagano per scoprire la verità in un percorso che li condurrà fino al caso Kira. Please R&R!
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mello, Near, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Violenza
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“Ti dico che è rimasta tutta la notte seduta sul letto a stringere quel pulcioso orsacchiotto di peluche! Non si  è neanche tolta le scarpe e il cappotto.” Era almeno le terza volta che Mello sentiva quella storia. Arrivata l’ora di pranzo i bambini dell’istituto erano tutti quanti riuniti a mensa. Linda teneva banco da più di quindici minuti e non aveva ancora toccato il suo piatto di minestra, che sicuramente era diventata fredda. L’unico che non si curava di lei, come da programma, era un bambino albino, intento a giocare con dei pupazzetti al tavolo a fianco.
Mello lo fissava con disgusto, mentre ascoltava passivamente il racconto della ragazza. “Non è che non ci abbia provato a parlarle! Figurati, era come se non esistessi. Non mi ha degnato di uno sguardo ed è stata ferma in quella posizione, fino a che Roger questa mattina non è venuto in camera a prenderla. Non ha fatto chiudere occhio neanche a me, con quella sua presenza inquietante. Io di persone strane ne ho viste tante…ma lei le batte tutte!” concluse teatralmente.
“Ne dubito.” Sussurrò Mello a denti stretti, continuando a fissare l’albino.
“Ehi ragazzi guardate chi è tornato a trovarci?” la voce gioviale di Matt, il suo migliore amico, lo riscosse di colpo.
“Non è possibile!” un brusio si sparse per la mensa. Sulla soglia della grande sala c’era Roger, che teneva per mano la bambina, con aria sconsolata. Mello si alzò e gli andò incontro senza esitare “Cosa è successo?”
“Seguimi.”
 
Si ritrovarono in una situazione analoga a quella della sera precedente. Roger dietro la scrivania, Mello in piedi e la bambina seduta in silenzio su una sedia.
“A quanto pare nessuno ha denunciato la scomparsa di una bambina nelle ultime 24 ore. Inoltre la piccola continua a non aprire bocca; ci abbiamo provato in tutti i modi: sono intervenuti persino gli psicologi dei servizi sociali, ma non c’è stato verso. Essendo io il direttore di un orfanotrofio, e non potendo certo lasciarla al commissariato in quanto minorenne,  mi è stato detto che la scelta più saggia sarebbe stata quella di tenerla qui in attesa di nuovi sviluppi. Magari in mezzo ai bambini riuscirà ad aprirsi un po’.” Concluse dubbioso.
“Ma non è possibile che non abbiate scoperto nulla sul suo conto!” sbottò Mello.
Roger lo fissò per un lungo momento in silenzio. Al ragazzo il direttore apparve improvvisamente più vecchio di dieci anni. “In realtà c’è una cosa che abbiamo scoperto, anche se questo non ci aiuta, al momento.”
“Che cosa?”
“Quando abbiamo aperto il cappotto della bambina, dopo una forte resistenza da parte sua aggiungerei, per farla visitare dal medico del commissariato, abbiamo trovato i suoi vestiti interamente ricoperti di sangue.”
Mello sentì il respiro mozzarsi in gola “Sangue?” sussurrò.
“Si, sangue secco. La bambina addosso non riporta neppure un graffio. E’ visibilmente sotto shock, ma a parte questo è in perfetta salute fisica. La cosa assurda è che non sono stati rinvenuti cadaveri nelle ultime 48 ore sia qui a Winchester che nei distretti circostanti; non è stato denunciato nessun omicidio o tentato omicidio e gli ospedali non hanno ricoverati pazienti nelle ultime 24 ore che riportino ferite così gravi da essere ricollegati al caso. Abbiamo prelevato un campione di sangue dal maglioncino della bambina e siamo in attesa delle risposte dal laboratorio. Questa faccenda non mi piace per niente…sarei quasi tentato di contattare L, se non fosse troppo impegnato con il suo ultimo caso negli Stati Uniti. Tutto quello che sappiamo di lei è che è stata ritrovata ieri sera intorno alle 20:00 nei pressi dell’orfanotrofio, in stato confusionale. Non sappiamo quanti anni ha, anche se possiamo stimare tra i 5 ei 7 anni, non sappiamo come si chiama e di che nazionalità sia…magari non capisce neppure la nostra lingua, ed è per questo che non comunica con noi. Non ha niente addosso che possa farci intuire qualcosa sul suo passato. Solo una cosa è sicura: questa bambina si trova in pericolo ed è per questo che ho chiesto al commissario di mantenere la faccenda il più riservata possibile. Dobbiamo tenerla chiusa qui, finché non abbiamo qualche notizia in più sul suo conto. A quanto pare si fida solo te, quindi ti chiedo il favore ti tenerla d’occhio. Inoltre conto sulla tua discrezione: non devi far parole di queste informazioni con nessun altro bambino dell’istituto, intesi?” Aveva parlato come se in quella stanza ci fosse solo Mello.  Per tutto il tempo la piccola era rimasta seduta immobile con lo sguardo fisso davanti a sé.
Mello annuì serio. Quella storia era più interessante di quanto si sarebbe aspettato. Se lui fosse riuscito a scoprire qualcosa in più sul conto di quella bambina, probabilmente avrebbe potuto indagare sul suo passato e sul trauma che aveva subito. Lui era l’unica persona di cui si fidava e questo sicuramente giocava a suo favore; però doveva stare molto attento a giocare le sue carte. Se avesse risolto il caso, di certo avrebbe attirato su di sé l’ammirazione di L, superando una volta per tutte il suo maledetto rivale. “Puoi contare su di me, Roger.”
 
Quella notte pioveva a dirotto e i tuoni facevano vibrare i vetri dell’orfanotrofio, creando un sinistro sottofondo ai sogni dei ragazzi. Mello aveva un sonno più agitato del solito: la storia raccontatagli da Roger si rifletteva nel suo subconscio assumendo contorni ancora più distorti e raccapriccianti.
L’ennesimo tuono lo trascinò fuori da quell’incubo. Si alzò a sedere di scatto sul letto, aspettando che il respiro si regolarizzasse, con la gola secca e gli occhi sbarrati nel buio. Matt dormiva sereno nel letto accanto, per nulla disturbato dal tempo infernale.
Il cigolare della porta lo riportò alla realtà: chi poteva essere a quell’ora di notte che si intrufolava nella loro stanza?
Una testolina scura e due grandi occhi azzurri fecero capolino dietro la porta. La bambina si guardò intorno con aria spaventata, fino a che i suoi occhi non si posarono su Mello. Subito si avvicinò al suo letto, stringendo quel cencioso orsetto di pezza con gli occhi fissi sui suoi piedini nudi.
“Come diavolo ha fatto a trovarmi?” Pensò il biondo. Notò che indossava una camicia da notte bianca di almeno due taglie più grandi, la cui scollatura le lasciava scoperta una spalla. Era sempre meglio dei suoi vecchi vestiti sporchi di sangue.
“Che cosa ci fai tu qui? Se ti beccano che vaghi per i corridoi di notte finisci nei guai! Non è carino finire in punizione il tuo primo giorno. E poi si puoi si può sapere come hai fatto a trovarmi?” sussurrò per paura di svegliare Matt.
Non si aspettava davvero una risposta, per questo quasi cadde dal letto quanto la senti nominare “Roger.”
“Co-come hai detto?” chiese con gli occhi fuori dalle orbite.
“Me lo ha detto Roger.” Ripeté.  Aveva la voce normalissima di una bambina, forse solo lievemente arrochita per il recente disuso, ma per il resto non denotava alcun accento straniero o alterazione particolare.
Un tuono squarciò l’aria e lei strinse ancora più forte il suo orso. “Posso dormire con te? Ho paura dei temporali.” Chiese tremando.
In teoria era vitatissimo che una bambina dormisse nel letto di un altro bambino dell’istituto; in pratica lei gli aveva appena rivolto la parola, e questo era un gigantesco passo avanti per Mello.
“Ad una sola condizione: che tu domani mi racconti davanti a Roger che cosa ti è successo.” Disse.
Lei sembrò pensarci un po’ su, ma poi finalmente alzò gli occhi da terra e li puntò nei suoi “Va bene.” Mello sapeva che aveva detto la verità, lo aveva letto in quello sguardo innocente; così fece spazio nel letto e tirò le coperte “Salta su, e vedi di non muoverti troppo.” La ammonì.
La piccola non se lo fece ripetere due volte: si arrampicò sul letto e si accoccolò contro il petto del ragazzino.
Mello non lo avrebbe ammesso neanche sotto tortura, ma avere un piccolo corpicino caldo accanto al suo gli procurò una sensazione di calma profonda, che lo fece dormire beatamente fino al mattino seguente.

   
 
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