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Autore: Motyl    15/11/2012    2 recensioni
Parla di una ragazza particolarmente portata per le lingue che viene selezionata insieme alle sue 3 amiche e ad altri ragazzi per fare un viaggio in Francia, sogna da sempre questo viaggio e spera di poter fare nuove amicizie che la aiutino a coltivare la sua passione. Durante il suo soggiorno conosce persone nuove, impara a conescere ancora meglio persone di cui pensava di sapere tutto, ma soprattutto conoscerà un ragazzo siciliano, molto carino, che le farà battere il cuore.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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« Sveglia ragazze... Dobbiamo scendere, siamo arrivati finalmente! » sussurrò una voce che identificai come quella della professoressa.
« Sì, siamo sveglie... » le rispondemmo con voce ancora assonnata di chi aveva interrotto un sogno.
Ci affrettammo a prendere gli zaini, bere un po' d'acqua per svegliarci e scendemmo dal pullman.
« Ah, ragazze scusate per prima... non stavo tanto bene. Soffro di mal d'auto a volte. » si scusò Vanessa prima di scendere.  
« Sì, ce ne eravamo accorte!! Tranquilla » Le risposi io facendole l'occhiolino.  Lei mi sorrise e ci raggiunse giù.
« Bene ragazzi, adesso che siamo finalmente arrivati a Parigi... » disse la professoressa quasi più emozionata di noi
« ... bisogna che restiate sempre tutti uniti, non disperdetevi, avrete del tempo per girare per conto vostro, ma vi diremo noi quando sarà il momento. inoltre qui avrete la possibilità di esercitare la lingua, parlando con dei parigini, vi assicuro che non è facile capirli, ma siccome voi siete i migliori confido che ce la farete !! Bene, adesso camminiamo sù! » concluse la professoressa.
Ci incamminammo, il pullman si era fermato in una piazza vicino ad un grande viale che identificai come gli "Champs Elysees". Mi brillarono gli occhi, non credevo che li avrei mai visti, eppure adesso ero proprio sotto gli alberi, di quel grande viale, che ci riparavano dal sole,  spuntato da poco. Certo, facevano più effetto di sera perché ancora, a quell'ora della mattina, tutte le piccole casupole di legno che ospitavano negozi improvvisati per i turisti non avevano aperto.
Il tempo sembrò volare e, nell'arco di cinque minuti, arrivammo alla fine di quel grande viale. Di fronte a noi si stagliava una grande ruota panoramica, la vista doveva essere davvero magnifica da là sopra.
Ci spostammo un pò dai grandi viali, imboccammo delle piccole stradine dei quartieri più antichi e affascinanti, ad ogni angolo venivamo investiti dall'odore del pane appena sfornato "mmmmmm ho l'acquolina in bocca, mamma mia che buon odore." Mi passò per la testa di sganciarmi furtivamente per andare a comprare un pò di quel buonissimo pane, ma la professoressa si sarebbe infuriata, quindi meglio non fare cose di cui mi sarei potuta pentire.
Continuammo a camminare, e passammo davanti ad un piccolo albergo, sull'insegna c'era scritto "Auberge Nicolas Flamel" .
Stranamente quel nome non mi suonava nuovo, ma dove potevo averlo già sentito!?
« Ei, Jess. A te non sembra di aver già sentito quel nome? » le chiesi indicando l'insegna dell'albergo.
Lesse il nome e poi mi disse:
« Sì. Sì effettivamente non mi suona nuovo. Però, cavolo, non ho idea di dove l'ho sentito. » mi rispose
« Sì è lo stesso per me. Chissà! » dissi scrollando le spalle.
Nicolas Flamel... Nicolas Flamel... Ero quasi sicura di averlo sentito in un film, ma quale film ?
Oh ma certooooooooooooooooo! chiamai Jessica
« Sai chi è Nicolas Flamel ? » le chiesi con un sorrisetto soddisfatto sulle labbra.
« No. Dai dimmi chi è ! » mi implorò lei curiosa.
« E' l'alchimista di cui abbiamo sentito parlare nel primo Harry Potter! Si diceva che avesse inventato la pietra filosofale, da lì il nome del film, e che insieme a sua moglie avesse ottenuto l'immortalità. » le spiegai brevemente esaltata per la mia formidabile memoria.
« Wow! » fece lei « Non ci sarei mai arrivata! Brava Ari! » commento scherzosa.
« Grazieeeee! » le risposi io, mentre lei tornava al suo posto accanto a Vanessa.
Ad un certo punto uscimmo da quel labirinto di stradine, davanti a noi si aprì un parco fantastico, pieno di vialetti e al centro si stagliava possente la cosa più bella che io avessi mai visto. La Tour Eiffel , era enorme e, soprattutto era un capolavoro. All'improvviso il gruppo si fermò, tutti eravamo con il naso all'insù ad ammirare quella meraviglia, io però distolsi un attimo lo sguardo, più distanti da noi c'era anche il gruppo di Luca e dei suoi amici. Mamma miaaaaa !!! Chissà se saremo saliti contemporaneamente.
La professoressa farfugliava qualcosa riguardo al fatto di non disperderci ma come avremmo potuto farlo una volta saliti?? Va bè decisi di non provare più ad ascoltare, ormai fissavo il suo gruppo nella speranza di trovarlo.
« Pssssssst ! Ei Alice nel paese delle meraviglie! » fece Jessica.
« M? Che c'è?? » le risposi io distratta.
« La professoressa guarda te ! » mi avvertì lei.
« Oh grazie per avermelo detto. Ti devo un favore! » le dissi.
Non avendo sentito nemmeno una parola di ciò che la professoressa aveva detto, mi limitai a seguire gli altri su per le scale che ci avrebbero condotti fino in cima a gruppi. Ok non ero proprio una grande appassionata di altezze diciamo, ma pensavo di potermela cavare semplicemente NON GUARDANDO GIU'.
Salimmo nell'ascensore come secondo gruppo e in un baleno arrivammo in cima, la temperatura non era come quella di prima, anzi faceva un freddo incredibile, ventate di arie gelida e tagliente mi colpivano in viso e c'era un pò di nebbia. Camminando con la testa bassa per evitare che il vento freddo mi colpisse il viso, andai sconvenientemente a sbattere contro Marco.
 « Ah sei tu, menomale, ti cercavo. » disse lui sorprendendomi.
« Cercavi proprio me?? » gli chiesi perplessa.
« Sì, cercavo te. Volevo chiederti solo dov'era Melissa... ? » mi chiese.
Tirai un sospiro di sollievo, a Melissa lui piaceva e tanto anche, ma sarebbe morta d'infarto se se lo fosse trovato davanti all'improvviso.
« Ehm sì, dovrebbe essere appena uscita dall'ascensore con Vanessa, perché io ero solo con Jessica nel gruppo dell'ascensore, puoi provare a vedere se le trovi lì » gli risposi.
« Grazie mille! » mi rispose allontanandosi.
Inviai subito un messaggio a Melissa avvisandola che Marco la stava cercando, sperando che il messaggio arrivasse prima di lui.
Mentre passeggiavo con Jessica incontrammo  Jennifer, la cugina di Luca, lei era così dolce che venne subito a salutarci con un abbraccio.
 « Dov'è che avete perso la metà del vostro gruppetto?? » ci chiese scherzosa.
« Vanessa e Melissa sono salite dopo di noi e onestamente con questa confusione ci siamo perse di vista, ci ritroveremo dopo. » disse Jessica.
« Capisco, voi invece che fate ?? » chiese.
« Passeggiamo, stavamo giusto andando a vedere il paesaggio. » disse Jessica.
« Ah ok allora io vado... » disse Jennifer. La salutammo e lei ritornò al suo gruppo.
Io mi illuminai subito, COME ? IL PAESAGGIO ??? No io non ho intenzione di guardare giù.
« No! Come il paesaggio?? Non c'è bisogno ... Guarda  Jessica si vede Parigi anche da qui...  » dissi cercando di convincerla a non farmi guardare giù dalla ringhiera.
« Cosa ?? Ma dai non dirmi che hai paura!! » disse lei dandomi una piccola pacca sulla spalla .
Abbassai lo sguardo, non avrei voluto arrivare a questo punto, mi vergogno di questa paura stupida .
« Sì, ho paura delle altezze. » confessai, arrossendo nonostante il freddo.
« Non lo sapevo tranquilla, se non vuoi non ci andiamo. » mi disse lei diventando seria.
« Grazie » le risposi io sollevata.
Vidimo Jennifer ritornare da noi...
« Eiii Arianna mi ero dimenticata di dirti che Luca ti stava cercando! » disse lei tranquilla.
Mentre io mi rodevo già dentro per la preoccupazione di quello che avrebbe voluto dirmi… Va bé ormai non potevo far finta di non saperne niente, dovevo soltanto affrontarlo e sperare che non mi dovesse dire niente di serio.
« Ah sì? » le chiesi « E sai anche cosa mi deve dire?? » aggiunsi con un tono di voce il più tranquillo possibile
« Oh no, sinceramente non so cosa deve chiederti » fece lei.
CHIEDERMI? Perché usa il verbo chiedere, così non va affatto bene, lui non deve chiedermi proprio niente!!!  Ok, manteniamo la calma sicuramente non sarà niente di importante, o almeno lo spero.
Decisi di cercarlo, infondo non poteva essere tanto lontano, dovevamo per forza essere tutti lì in cima …  Non potevo smettere di pensare al fatto di quanto eravamo in alto, ma non era proprio il momento di farsi prendere dal panico.
Mi staccai da Jessica  « Vado a cercare Luca che mi doveva parlare ok?  Tu vai da Melissa e Vanessa a vedere che cos’è successo con Marco » le dissi sottovoce.
« D’accordo » fece lei annuendo.
Mi misi sulle punte per vedere se riuscivo a riconoscerlo ma niente, oggi non riuscivo mai a trovarlo quando serviva, ma… Ah eccolo!
Con il cuore a mille decisi di incamminarmi verso di lui, forse sarebbe stata la mattina che avrebbe cambiato la mia vita, che l’avrebbe resa migliore, oppure la mattina che l’avrebbe distrutta…
« Eilà. » gli dissi toccandogli delicatamente la spalla.
Oddio quanto era vicino alla ringhiera, credevo di essere sul punto di sentirmi male per l’altezza ma non era proprio il caso, così decisi di provare a stringere i denti e sperare che avremmo finito in fretta.
« Ei » mi rispose sorridendo « Jennifer ti ha detto che ti cercavo.. » continuò
« Sì, che cosa mi dovevi dire?? » gli chiesi cercando di non far trasparire il fatto che stessi per scappare via per la paura .
« Oh… Non era niente di importante.. » disse lui .
Come sarebbe “nulla di importante”!! Io stavo affrontando la mia paura più grande per parlare i qualcosa di non importante ?? Lo ammetto ci ero rimasta molto male ma non potevo dire niente.
« Ah ok. Allora io vado dalle mia amiche se non devi dirmi  niente » lo avvisai.
 « No! Aspetta » fece lui deciso, mi girai con sguardo interrogativo, « Rimani ancora , da qui c’è una vista fantastica… » aggiunse salvandosi per un pelo.
Ebbi un momento di panico totale. Nooooo! Nooo ! La vista no, perché proprio la vista, insomma non è che ci fossero tante altre cose da fare in cima alla Tour Eiffel però proprio la vista no.
« Va bene… » dissi cercando di sembrare assolutamente rilassata.
« Grazie » bisbigliò lui. Mi avvicinai alla ringhiera, « Non è bellissimo? » mi chiese con tono sognate.
«  Sì, lo è. Davvero fantastico. » gli risposi. Le vertigini sembravano essere passate però continuavo a tenermi salda alla ringhiera, con una mano, per sicurezza..
Si mosse, io non lo guardai perché sapevo benissimo cosa stava per fare… Mi prese la mano, io arrossii e portai lo sguardo su di lui, mi sorrise e, io in dubbio su cosa dovessi fare ricambiai il sorriso senza dire niente.
Le nostre dita erano intrecciate e sembravano non volersi lasciare più, nemmeno io volevo lasciarlo, le sensazioni erano quasi pari a quelle di un bacio.
La sua mano era calda e molto più grande della mia, che al contrario era piccolina e fredda. Mi sentivo sempre bene quando ero con lui, aveva il potere di calmarmi il che non era dote da tutti, perché, si sa, quando sono in ansia o preoccupata nessuno riesce mai a farmi calmare, lui invece sembrava riuscirci facilmente.
Sentimmo le professoresse chiamare i gruppi per scendere, a malincuore ci dividemmo e ci salutammo con un bacio sulla guancia.
Mi affrettai a tornare dalle ragazze nella speranza che saremmo scese insieme, dovevo assolutamente raccontargli tutto ma volevo anche sapere cosa fosse successo tra Marco e Melissa .
Entrai e come un razzo mi infilai nell’ascensore vedendo che loro erano già dentro,  «Buongiorno » dissi radiosa. « E quindi?? » dissi guardando Melissa «Raccontami tutto» le intimai uscendo dall’ascensore .
« Oh non puoi capire… E’ stata la giornata più bella di tutta la mia vita. Dopo che tu mi hai avvisata che Marco mi stava cercando, mi sono stranita ed ero anche un po’ preoccupata. Poi lui è arrivato e siamo andati fuori a parlare… »
« Lasciandomi sola…  » scherzò Vanessa. Io mi girai leggermente e le rivolsi  un sorriso.
« Mentre parlavamo, lui mi ha chiesto se poteva dirmi una cosa, io ovviamente gli ho detto di sì e lui mi ha chiesto cosa provassi per lui. Poi ho deciso di vuotare il sacco tanto poteva andare in due modi soltanto, o andava bene o andava male, ma visto che era stato lui a cercarmi mi sono sentita incoraggiata. Allora gli ho detto che lui un po’ mi piaceva… allora lui mi ha detto che sicuramente io ero una grande amica per lui, ma voleva che diventassimo qualcosa di più, allora io l’ho guardato negli occhi e lui mi ha preso per mano, poi si è avvicinato… »
« Scene hot  !! » commentò Jessica che già sapeva tutto.
Risi, ma poi ritornai ad ascoltare il suo racconto che si era fatto davvero interessante.
«…e quel punto mi ha baciata, non è stato un bacio particolarmente lungo, ma le emozioni che ho provato erano indescrivibili e, credo che non le proverò mai più, se non con lui ovviamente. » concluse lei.
 
La guardai sbalordita e l’abbracciai, ero molto felice per lei, finalmente aveva trovato un ragazzo più che giusto per lei, questo lo sapevamo tutte.
Fin dal primo giorno tra loro c’era stata intesa e, adesso finalmente si erano trovati. Quello che le è accaduto è magnifico e spero che potrà durare anche dopo questo viaggio, perchè in questo momento non riesco a immaginarla con nessun’altro che non sia lui.
Ci avviammo per andare a pranzo in un locale molto carino. Mangiammo molto bene e dopo pranzo ci sbizzarrimmo tra i negozi più belli che trovavamo. Del tempo all’insegna dello shopping a Parigi era tutto quello che una ragazza potesse desiderare e noi ce lo avevamo, in quei momenti mi sentii davvero fortunata e infinitamente felice.
Le ore in giro per negozi trascorsero in un batter d’occhio tra risate e i nasi attaccati alle vetrine .
Alla fine la giornata che aveva una piccola possibilità di finire non proprio bene era andata per il verso giusto e ci siamo potute regalare i momenti migliori della nostra vita.
Finito il tempo a nostra disposizione ci ritrovammo di fronte a quel fantastico monumento davvero speciale che aveva fatto trovare due persone e chissà quante altre nel passato. Gli diedi un ultimo sguardo prima di salire sul pullman che ci aveva raggiunti per riportarci al college.
Salii e mi sistemai in un posto tra Melissa Vanessa e Jessica nell’ultima fila del pullman, chiacchierammo un po’ e ripensammo ai bei momenti passati  quel giorno, dopo un po’ crollammo dalla stanchezza e ci addormentammo. Quando arrivammo in camera mi gettai sul letto distrutta, ripensando a tutti quei momenti che avevamo trascorso mano nella mano che mi avevano fatto sentire importante per qualcuno e, ero molto felice di essere speciale per lui.
Quando scendemmo per cena la professoressa ci disse che quella sera non sarebbe passata per la buonanotte, allora ci salutammo all’uscita della mensa e noi ritornammo subito in camera desiderose di fare una bella dormita dopo quella giornata emozionante.

Spazio Autrice: Lo so non ho mai fatto lo "spazio autrice" ed è stupido farlo ora, ma siccome non sapevo bene cosa scrivere ho lasciato perdere. Adesso, se può servire questo mio appello disperato, vi prego di lasciare una Recensione, ditemi se vi è piaciuto, se non vi piace la storia, se c'è qualcosa che potrei migliorare, accetto anche recensioni critiche perchè penso siano formative !! Gazie mille se lascerete una recensione:)

  
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