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Autore: Giova85    02/06/2007    6 recensioni
Harry è al settimo anno e vuole usare una pozione d'amore per conquistare la ragazza che gli piace. Ce la farà? One-shot
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una Pozione Problematica

Spero che vi piaccia, io mi sono divertito molto a scriverla…fatemi sapere che ne pensate!

 

Una Pozione Problematica

 

Era una mattina come molte altre al Castello di Hogwarts, dove un mago come nessun altro stava rinchiuso nelle prime ore del mattino nella biblioteca, circondato da libri di Pozioni.

 

Lì fu dove il suo migliore amico, Ron Weasley, lo trovò un paio di ore dopo.

 

“Harry, vieni giù a far colazione o preferisci stare qui come gli ultimi tre giorni?” il ragazzo dai capelli rossi chiese.

 

“Vai tu, credo di aver trovato qualcosa qui”

 

“Come vuoi” l’altro disse, alzando gli occhi al cielo.

 

Venti minuti dopo, era di nuovo lì con un gran cesto.

 

Visto che non vuoi venire giù, ho portato la colazione qui” Ron disse orgoglioso. “E’ veramente comodo avere un paio di Elfi domestici delle cucine come amici” aggiunse poi, masticando una salsiccia.

 

Harry sorrise ampiamente. Se Hermione ti sentisse, saresti nei guai. E lo saremo entrambi se Madama Pince ci trova qui col cibo. Andiamo nella Stanza delle Necessità”

 

E così fecero.

 

“A proposito di Hermione, sei ancora sicuro di voler fare questo senza di lei, Harry?”

 

Si, Ron. Quante volte me lo vuoi chiedere?” il ragazzo disse, alzando gli occhi al cielo.

 

“Harry, le Pozioni d’Amore sono fortemente illegali. C’è un motivo per cui non te lo permetterebbe, e lo sai. Rischi di essere espulso, o peggio mandato ad Azkaban, se ti beccano

 

Harry si fermò improvvisamente.

 

“Ron, ne abbiamo già parlato, ok? E’ la mia unica speranza per mettermi con Caroline. Per quale altro motivo dovrebbe sennò essere interessata in un mago come me? Può avere chi vuole, è stupenda, è anche divertente starci insieme” Harry disse con aria sognante.

 

Caroline Ratcher era una studentessa del settimo anno a Corvonero, era stata trasferita da Beauxbatons. Inglese di origini, era però nata in Francia, visto che i suoi parenti si erano trasferiti lì per lavoro. Ora erano tornati in Inghilterra, portandola con loro.

 

Come aveva detto Harry, lei era davvero bella, con lunghi capelli biondi che le cadevano morbidamente sulle spalle, un bel viso, occhi azzurri, e un corpo da favola, con gambe lunghe, una figura sottile, e ben dotata, se capite cosa intendo. La tipica ragazza di cui chiunque si innamorerebbe.

 

E siccome era in Corvonero, era sicuramente intelligente, ma non una studiosa come Hermione era all’inizio. E un po’ anche ora…

 

Ron sospirò.

 

“Ascolta, io non sono molto bravo a Pozioni, lo sai, perciò se vuoi farlo, dovresti chiedere aiuto a Ginny. Lei è brava, può essere utile”

 

“No! Ginny è la migliore amica di Hermione, la prima cosa che farebbe sarebbe dirle di ciò che voglio fare, e non possiamo rischiare una cosa simile. Dammi un po’ di tempo per decidere quale fare, poi penseremo a chi chiedere aiuto”.

 

Così, mentre mangiava le cose che Ron gli aveva portato, Harry nascose i libri nella Stanza delle Necessità per andare a leggerli più tardi, e poi si diressero a Trasfigurazione.

 

Arrivarono giusto in tempo, e Hermione li guardò male.

 

“Dove siete stati? Avete quasi mancato l’inizio della lezione! Abbiamo i M.A.G.O. tra pochi mesi, per Merlino!”

 

Aveva ragione. Essendo anche loro del settimo anno, e essendo ai primi di Febbraio, ben presto avrebbero dovuto concentrarsi sugli esami.

 

Si sedettero in silenzio vicino a lei, e non risposero alla sua domanda visto che la Professoressa McGranitt era arrivata.

 

Per tutto il giorno, comunque, lei rimase arrabbiata con loro e gli parlò appena. Dopo l’ultima lezione, Harry sparì nella Stanza delle Necessità per leggere ancora.

 

A tarda notte, uscì con aria trionfante. Aveva trovato la pozione che gli serviva.

 

Comunque, dovevano sbrigarsi. In pochi giorni sarebbe stato S. Valentino, e il libro diceva che solo quel giorno la pozione aveva effetto.

 

Si rifugiò nella sua stanza da Caposcuola, giusto per essere fermato da Hermione. Dopotutto anche lei era Caposcuola, e quindi aveva accesso alla loro piccola sala comune, e lo stava aspettando.

 

“Hermione!” lui disse, non aspettandosi di trovarla ancora sveglia.

 

“Ciao, Harry. Dove sei stato?” lei chiese con aria distratta, senza alzare gli occhi dal suo libro.

 

“Io…sono andato a fare una passeggiata”

 

Lei sospirò, e chiuse il libro, guardandolo.

 

“Harry, non sono stupida. Ho visto come guardi Caroline, e so cosa stai pensando di fare. Sei maggiorenne ora, Harry. Non ti dirò cosa devi o non devi fare, sei maturo abbastanza da saperlo da solo. Ma, non ti aiuterò, questo è certo, e ti dico che non credo sia un’idea saggia” disse senza più nemmeno guardarlo, andando nella sua stanza, la sua voce delusa e  triste.

 

Era chiaro che era delusa dal suo comportamento.

 

Harry rimase lì, sedendosi di fronte al caminetto acceso.

 

Cosa le importa, se uso le Pozioni d’Amore? Perché dovrebbe essere delusa che lo faccio? Non è un problema suo dopotutto” pensò arrabbiato, anche se in fondo sapeva che lei aveva ragione.

Ma questo non gli fece cambiare idea sul suo piano.

 

Dal giorno dopo, siccome Ginny aveva rifiutato di aiutarli, e nessun altro era bravo abbastanza, lui e Ron da soli si chiusero nella Stanza delle Necessità di notte, dopo cena, per preparare la “Pozione dell’Amore Improvviso”

 

Prima si intrufolarono nell’ufficio di Piton per prendere alcuni ingredienti, come capelli di Veela e corde di cuore di Sirena, poi li aggiunsero al calderone bollente.

 

Ogni notte dovevano rimescolarla in senso orario per un’ora, poi nel senso opposto per un’altra mezz’ora. Ma la notte prima di S. Valentino, Harry non poté andarci visto che aveva una punizione con Piton.

 

Quel giorno, in classe, Malfoy continuava a mandargli finti biglietti di S. Valentino per prenderlo in giro, dato che aveva scoperto la sua cotta per Caroline.

 

Harry aveva risposto facendogli un incantesimo, ma come al solito lui era stato beccato da Piton, mentre Malfoy no.

 

Così, aveva chiesto a Ron di andare a rimescolare la pozione al suo posto, e il suo amico aveva accettato, quindi Harry era tranquillo che tutto sarebbe andato bene.

 

Solo che quella notte Ron aveva forse mangiato troppo, e si sentiva molto assonnato. Dopo aver girato in senso orario per un’ora la pozione, sia addormentò, e quando si svegliò era troppo assonnato per ricordarsi di girarla nell’altro senso, e andò a letto.

 

La mattina dopo, Harry andò ad inserire l’ultimo ingrediente, polvere di corno di Unicorno, che era riuscito a prendere dall’armadietto di Piton la notte precedente mentre era in punizione.

 

Subito capì che qualcosa non andava perché la pozione divenne verde e non blu come scritto sul libro, ma prima che potesse fare qualcosa la pozione esplose ricoprendolo. Siccome non puzzava, la rimosse con due colpi di bacchetta e si avviò vero la Sala Grande per dirne di tutti i colori a Ron. La pozione era distrutta, e per un anno non avrebbe potuto rifarla. E siccome era il loro ultimo ad Hogwarts, non sarebbe servito rifarla, perché chissà dove sarebbe stata Caroline. Doveva ora usarne un’altra, meno potente.

 

Comunque, non raggiunse mai Ron, perché nel corridoio incontrò Caroline, che gli camminò incontro.

 

Il suo cuore si fermò, e trattenne il fiato, ma l’espressione della ragazza sia addolcì.

 

“Ciao, Harry. Stavo pensando, magari potremmo andare ad Hogsmeade insieme oggi, che ne dici?” lei disse, toccandogli il braccio.

 

Lui sorrise stupidamente.

 

Forse la pozione aveva funzionato, dopotutto.

 

Poi annuì. “Si, mi piacerebbe molto”

 

Molto bene. Andiamo allora?” lei disse, prendendolo per mano.

 

“Beh, si, dammi solo il tempo di trovare Ron e Hermione e di dirglielo, così sanno dove sono…”

 

“Oh, dai. Non sono mica i tuoi genitori, anche se Granger ha un comportamento abbastanza materno nei tuoi confronti, non credi?” lei disse ridacchiando e mettendosi sotto braccio a lui.

 

Harry scrollò le spalle. “Beh, immagino che tu abbia ragione. E poi, anche loro saranno al villaggio, magari li incontriamo lì”

 

E così camminarono verso Hogsmeade, non accorgendosi delle occhiate poco carine delle altre ragazze a Caroline.

 

Una volta lì, guardarono le vetrine per un po’, poi lei lo condusse verso la Stamberga Strillante.

 

“Qui saremo lontani dalla folle” lei disse una volta che furono fuori dalla parte abitata del villaggio. Poi lo condusse verso alcune rocce, sciolse la neve con la bacchetta e facendo apparire una coperta, si sedette indicandogli il posto a fianco a lei.

 

Harry si sedette subito, felice di essere lì con lei, e le mise un braccio intorno alle spalle. Lei sospirò contenta, e appoggiò la testa sulla sua spalla.

 

Rimasero seduti così per un po’, finché lei lo sorprese baciandolo.

 

Lui rispose al bacio ardentemente, e toccò le sue labbra con la lingua. Lei aprì la bocca e gli permise di entrare, e diede un gemito delicato quando le loro lingue si toccarono per la prima volta.

 

Continuarono a pomiciare per un pò, e dopo entrambi rimasero senza fiato.

 

“Ti va qualcosa di caldo da bere?” lui chiese, e lei annuì, così la portò da Madama Puddifoot.

 

Lì si divisero una cioccolata calda e dei pasticcini. Quando venne l’ora di tornare al castello, notarono Ron e Hermione che stavano camminando in quella direzione.

 

Ehi, Ron! Hermione!” Harry li chiamò, usando la mano libera, l’altra teneva quella di Caroline, per farsi vedere.

 

“Ehi, Harry! Ci chiedevamo dove fossi finito, ma vedo che hai compagnia” Ron disse facendogli l’occhiolino, e così i quattro camminarono fino al castello insieme. Hermione cercò di essere gentile con Caroline, anche se sapere come Harry la aveva conquistata la fece arrabbiare. Ma non era l’unica ragione per cui era triste e arrabbiata.

 

“Vi dispiace se accompagno Caroline alla sua sala comune?” Harry chiese una volta che furono arrivati.

 

“Non c’è problema, vai, ti aspettiamo nella nostra” Hermione disse, sorridendo educatamente.

 

E così si divisero, e una volta davanti alla sala comune di Corvonero, Caroline si fermò.

 

“Grazie per la splendida giornata, Harry” disse, e poi si avvicinò a lui lentamente, e lo baciò dolcemente.

 

Quando si  separarono, Harry, con ancora una espressione sognante in faccia, si infilò in uno dei corridoi speciali per i Caposcuola, per accorciare la strada fino alla Torre di Grifondoro

 

Una volta lì diede la parola d’ordine al ritratto, “Boccini e Biblioteca”, ed entrò nella piccola stanza.

 

Sedendosi sul divanetto e prendendo una Burrobirra, sospirò.

 

“Vedo che il tuo piano ha funzionato” Hermione disse, sorridendo e cercando di nascondere i suoi veri sentimenti sulla faccenda.

 

“Hermione, so che non approvi, quindi non fare finta che tutto vada bene” Harry disse, “Comunque si, ha funzionato”

 

Ron sorseggiò la sua Burrobirra.

 

“Allora, cosa avete fatto voi invece?” Harry chiese.

 

“Oh, io mi sono visto con Luna, e abbiamo passato la mattina insieme, ma a pranzo ci siamo visti con Ginny, Dean, Hermione e Terry ai Tre Manici di Scopa”

 

Dopo un po’ di chiacchiere, andarono a cena, dove Harry cominciò a notare qualcosa di strano. Tutte le ragazze lo guardavano, anche quelle di Serpeverde.

 

Comunque, non ci pensò troppo, e si sedette i mezzo ai suoi amici, riempiendosi il piatto. Mangiarono tranquillamente, poi Harry andò a fare i suoi turni di guardia dei corridoi, mentre loro tornavano alla Torre di Grifondoro.

 

Fino a mezzanotte tutto fu quieto nel castello, ma poi Harry notò una figura che si muoveva.

 

Prendendo la sua bacchetta, accelerò e smise di trattenere il fiato quando vide che era solo una ragazza del quinto anno.

 

“Tania, che ci fai fuori dal letto a quest’ora?” chiese all’altra Grifondoro. “Torna alla Torre e per stavolta non ti leverò punti”

 

La ragazza lo guardò con aria sognante, poi gli gettò le braccia al collo e prima che lui potesse spingerla via lo baciò in bocca, e poi scappò via.

 

Ma che cavolo è successo?” si chiese Harry continuando i giri nei corridoi.

 

Una volta tornato nella loro sala comune, trovò Hermione ancora a studiare.

 

“Hermione, non puoi fare tardi tutte le notti a studiare” le disse dolcemente

 

Lei si stropicciò gli occhi stancamente, e la sua decisione di dirle dell’incontro fortuito nei corridoi sparì, vedendo che era già molto stanca.

 

“Magari domani” pensò.

 

“Grazie, Harry, sei molto gentile a prenderti cura di me” lei disse. “Hai ragione, penso che me ne andrò a letto” e poi lo baciò su una guancia.

 

 “Buonanotte” gli disse camminando su per le scale verso la sua stanza.

 

Lui rimase lì, toccando il punto in cui lo aveva baciato. Dopo qualche momento si riprese e andò a dormire anche lui.

 

Il giorno dopo, cominciò a crearsi una gran confusione.

 

Dovunque andasse, le ragazze lo seguivano. Dovette usare tutti i corridoi speciali per arrivare in tempo a Pozioni, e si sedette vicino ad Hermione senza fiato.

 

Che hai fatto?” lei gli chiese, vedendolo tutto affannato.

 

“Non chiedermelo” lui disse un po’ bruscamente. Era arrabbiato con Ron, sicuramente era colpa sua se la pozione aveva questi strani effetti. Comunque, un po’ perché Piton entrò nella stanza, e un po’ perché non voleva ammettere con Hermione che la pozione era andata male, lasciò cadere l’argomento.

 

Comunque, Hermione scoprì molto presto cosa stava succedendo quando Pansy Parkinson fece esplodere il suo calderone, visto che era troppo distratta a guardare Harry.

 

Hermione alzò gli occhi al cielo e sospirò.

 

Che c’è?” Harry disse.

 

“La pozione è venuta male, vero?” lei gli sussurrò mentre Piton era girato.

 

“Dopo” lui le disse, e ricominciò a lavorare sulla sua pozione. Non voleva aggiungere una perdita di punti ad una giornata iniziata già male.

 

Mentre andavano ad Incantesimi, Hermione ebbe una prova della sua intuizione.

 

Alcune ragazze del quarto anno, di Tassorosso, li seguivano ridacchiando, come le ragazze facevano con Krum nel loro quarto anno.

 

Hermione cominciò a ridere lei stessa, avendo capito cosa la pozione aveva fatto.

 

Perché ridi?” Harry le chiese, arrabbiato. “Non è divertente. Se questo cretino che ho per migliore amico non avesse rovinato la pozione, non sarebbe successo” Harry disse, guardando male Ron che arrossì.

 

“E comunque, che hai fatto, Ron?” Harry gli chiese arrabbiato.

 

“Ehm…credo di essermi addormentato mentre la mescolavo, e mi devo essere scordato qualcosa”

 

Harry scosse la testa e se ne andò dentro l’aula, dove le ragazze non potevano raggiungerlo. Quelle non del suo anno, ma le altre si

 

Ma il peggio venne quel pomeriggio.

 

Essendo Capitano della squadra di Quidditch, dopo una lunga sessione di allenamento, in cui più volte dovette riprendere Ginny a stare attenta, rimase ad allenarsi da solo su alcune nuove mosse. Poi si recò negli spogliatoi per una lunga doccia calda e rilassante.

 

Entrò nella stanza delle docce, e mentre si rilassava sotto il getto d’acqua calda, cominciò a sentire qualcuno che gli massaggiava la schiena delicatamente. All’inizio, non rendendosi conto, si rilassò al tocco, ma poi gli venne in mente che nessuno sarebbe dovuto essere lì, tanto meno a massaggiargli la schiena in quel modo.

 

Si girò e si trovò faccia a faccia con una ragazza, che nemmeno conosceva, che gli fece l’occhiolino e lo tirò vicino a se.

 

Dopo un momento di shock la spinse via e se ne andò di corsa, prendendo in fretta le sue cose e raggiungendo il castello.

 

Lì, si chiuse nella tranquillità dei dormitori dei Caposcuola, aspettando Hermione. Aveva bisogno del suo aiuto.

 

Si gettò sul divanetto, e chiuse gli occhi, ancora stentando a credere a ciò che era accaduto negli spogliatoi.

 

Essendo molto stanco, si addormentò sul divanetto e fu svegliato da un tocco gentile. Siccome stava avendo un incubo in cui veniva legato e spogliato da qualche ragazza impazzita, spinse via chiunque fosse che lo stava toccando, e aprì gli occhi prendendo la bacchetta.

 

Ehi!” Hermione disse, rialzandosi dal pavimento dove lui l’aveva spinta, e massaggiandosi dove aveva sbattuto. “Bel modo di ricevere gli amici, Potter” gli disse, sedendosi vicino a lui e guardandolo male.

 

Lui mise via la bacchetta. “Scusa, Hermione” disse, e le raccontò l’accaduto.

 

“Non riesco a credere il coraggio di quella lì!” Hermione disse arrabbiata, la sua rabbia alimentata anche dalla gelosia. Vedete, da due anni lei aveva cominciato ad avere sentimenti più che amichevoli per Harry, anche se ovviamente lo ha sempre negato e cercato di nascondere.

 

Era sicura che Harry non la avrebbe mai voluta. Dopotutto, lui era stato con Cho Chang, e ora la sua cotta per Caroline glielo confermò. Questo, comunque, non voleva dire che ora non volesse strangolare la ragazza che aveva osato tanto.

 

Il semplice pensiero di lui sotto la doccia la fece arrossire, ma Harry era troppo preso dal pensare a come risolvere il suo problema per accorgersene.

 

All’improvviso lei parlò.

 

“C’è bisogno di un antidoto” disse, e lo prese per mano portandolo in biblioteca. Le ragazze che incontrarono la guardarono male, ma a lei non importava. Una volta dentro il posto che conosceva meglio in tutto il castello, Hermione cominciò a cercare tra gli scaffali, alla caccia del libro giusto.

 

Harry la guardò muoversi tra i libri con abilità naturale, e appoggiò la testa sulle mani, godendosi lo spettacolo con un sorriso dolce sulle labbra.

 

Quando ebbe finito, tornò al tavolo dove lui la aspettava.

 

Che c’è?” disse, un po’ in imbarazzo, notando che lui la fissava.

 

“Niente. Stavo solo notando quanto sei bella” lui disse improvvisamente.

 

“Ok, da dove viene fuori questo?” pensò tra se e se. “Beh, lei è bella” aggiunse, notando come arrossiva, e come ciò le donava un’aria ancora più innocente e angelica.

 

“Non devi dirlo solo perché sei mio amico, Harry” lei disse, cominciando a leggere, o almeno facendo finta.

 

Le sue parole rimasero nella sua mente, così come ci era rimasto un commento nel quinto anno.

 

Ma io non credo che tu sia brutta”

 

“Non abbastanza bella per te, però” pensò, trattenendo le lacrime che minacciavano di cadere. Concentrati, Hermione. Concentrati. Devi aiutarlo a trovare un antidoto, non pensare ai tuoi sentimenti segreti per lui” si rimproverò prima di cominciare a leggere davvero.

 

Anche Harry lo fece, ma ogni tanto la guardava di nascosto, e dopo un po’ smise di scrivere appunti, rimanendo a guardare come il fuoco nel caminetto le dava una luminosità speciale, e come lei girasse una ciocca su un dito mentre leggeva, o come si mordesse il labbro mentre si concentrava, o succhiasse sulla punta della sua penna mentre pensava a cosa scrivere.

 

Il tempo passò, e i loro bisogni fisici presero il sopravvento. Entrambi sia addormentarono sui libri aperti, Harry tenendo una mano sulla guancia di Hermione visto che si era addormentato mentre spostava una ciocca da davanti al suo viso.

 

La mattina dopo lui si svegliò per primo, e gentilmente la svegliò.

 

“Hermione, dobbiamo andare via prima che Madama Pince ci scopra” le sussurrò in un orecchio.

 

Siccome era domenica, andarono a cambiarsi, e poi a fare colazione. Lì, Harry vide Caroline, e andò verso di lei. Dopotutto, era la sua ragazza.

 

La baciò leggermente, e ad Hermione si spezzò il cuore a vedere ciò, poi lui tornò al tavolo di Grifondoro.

 

“Hermione, ti dispiacerebbe se continuiamo la ricerca oggi pomeriggio? Pensavo di andare ad Hogsmeade con Caroline…”

 

“Non preoccuparti, Harry. Vai e divertiti, ci penseremo dopo” lei disse, sorridendogli. Voleva che lui fosse felice, e se Caroline lo rendeva così, a lei sarebbe andato bene.

 

Comunque, non avendo altri programmi per la giornata, si rimise subito al lavoro per trovare un antidoto. Rimase tutto il giorno chiusa nella biblioteca, e finalmente lo trovò.

Prese appunti furiosamente, poi andò via per andare a salutare Harry e dargli la buona notizia. Comunque, quando arrivò nella loro sala comune, lo trovò steso sul divano, i vestiti tutti strappati.

 

“Harry! Che è successo?”

 

“Un disastro completo. Io e Caroline siamo stati aggrediti da quelle pazze, e siamo dovuti scappare via al castello a ora di pranzo. Lei ha un occhio nero e qualche graffio, io sono intero a parte i vestiti, me li tiravano per tenermi lì con loro” le disse mostrando i vestiti strappati.

 

Lei glieli riparò, poi si sedette. “Harry, lo risolveremo. Sono stata tutto il giorno in biblioteca, e ho trovato l’antidoto giusto”

 

“Grande! Sono ottime notizie!” Harry disse, felice. “Ma mi spiace che hai rinunciato a una giornata al villaggio per cercare l’antidoto per me” aggiunse, rabbuiandosi un po’.

 

“Oh, non ci sarei andata comunque. Ron doveva vedersi con Luna, e a me non andava di stare tutto il giorno con Lavanda e Calì, per niente” gli disse sorridendo. Poi la sua espressione si fece seria. “Harry, per preparare l’antidoto ci vorrà un mese”

 

“Un mese?” lui si lamentò. “Non so se riuscirò a resistere un mese. Sembra che diventino ogni giorno più disperate e aggressive…”

 

“Io e Ron ti scorteremo dovunque tu vada, e lui ti controllerà durante gli allenamenti di Quidditch e dopo negli spogliatoi. Può funzionare, è solo un mese” lei lo incoraggiò.

 

“Ok. Beh, meglio darsi da fare su questo antidoto allora” lui disse. Per tutta la notte ci lavorarono, e ogni tanto le loro mani si sfioravano, facendoli sobbalzare e arrossire.

 

Siccome Hermione era molto più brava a fare pozioni, spesso Harry la guardava semplicemente, chiedendosi come mai non avesse notato prima quanto era diventata carina.

 

Certo, non era ben dotata in certi punti come altre ragazze, e magari appena un po’ meno esile, ma il suo viso era angelico, specialmente con la luce delicata proveniente dal camino. E, i suoi capelli ora erano molto più lisci e morbidi di quanto fossero anni fa.

 

Inconsciamente, si ritrovò ad allungarsi verso essi, e si fermò giusto a pochi centimetri dalla sua testa.

 

Quando finirono con la Pozione, si augurarono buonanotte, poi Hermione si mosse verso la sua stanza, ma Harry la tirò di nuovo indietro verso di se e le diede un bacio giusto vicino alla bocca.

“Buonanotte Hermione” disse dolcemente, “e grazie per l’aiuto che mi stai dando ad uscire da questo problema. Come sempre, del resto” aggiunse guardandola dritto negli occhi.

 

Per un po’, nella sua stanza, lei si sentì un po’ stordita, e non riuscì ad addormentarsi, toccando il punto dove lui l’aveva baciata. Nella stanza accanto, Harry era steso sul suo letto, pensando alla sua amica in un modo in cui non avrebbe dovuto. Specialmente visto che aveva la ragazza, dopotutto.

 

I giorni passarono, e la preparazione dell’antidoto continuò. Il piano di Hermione di scortarlo ovunque sembrava funzionare bene. Due settimane passarono senza che le ragazze che lo seguivano riuscissero ad importunarlo, spaventate dalla collera di Hermione, che era ormai una leggenda ad Hogwarts.

 

Nello stesso periodo, Harry cominciò a sentire sempre meno attrazione verso Caroline, mentre sognava ad occhi aperti di Hermione, più di quanto volesse. Era la sua migliore amica, e non voleva rischiare la loro profonda amicizia per una possibile relazione amorosa.

 

Ron, che stranamente notò qualcosa di diverso in lui, gli consigliò di provare, ma Harry rifiutò testardamente.

 

“Non c’è certezza che lei dica di si. E anche se lo dicesse, se poi va male e perdiamo anche la nostra amicizia? Non posso rischiare” si ripeteva in continuazione, cercando di tenere a bada il suo istinto che lo avrebbe portato a seguire il consiglio di Ron, soprattutto quando erano da soli, ad esempio per controllare la pozione.

 

Comunque, alcuni piccolo gesti accadevano, per esempio la prendeva per mano quando camminavano nei corridoi, o le metteva un braccio intorno alle spalle mentre studiavano insieme per i M.A.G.O., oppure metterle a posto una ciocca di capelli dietro l’orecchio.

 

Ad un occhio esperto questi gesti avrebbero rivelato il suo lento ma continuo innamorarsi di lei, e presto lui stesso non lo avrebbe più negato. Al momento però doveva fronteggiare le altre ragazze.

 

Nonostante le scorte, nei turni di guardia era ancora solo, a volte.

 

Una di queste notti, non si accorse di qualcuno che si mosse dietro di lui da un corridoio scuro, puntandogli la bacchetta contro.

 

Si trovò improvvisamente attaccato al muro, senza potersi muovere.

 

L’aggressore si mostrò.

 

“Ginny” lui disse. “Dai, lasciami andare”

 

“Non così in fretta, Harry. Ti voglio, e ti avrò proprio qui. Stavolta Hermione non c’è a lasciò farti da scorta” la sorellina di Ron disse, e prendendo una volta ancora la sua bacchetta, la puntò contro di lui.

 

Poi gli sorrise in modo seducente, e gli accarezzò la faccia, poi lo baciò. Lui non rispose al bacio, e così lei si fermò.

 

“Non mi rendi le cose facili, eh, Harry?” lei disse, seccata. Poi mosse la bacchetta di nuovo, e una luce blu si sviluppò intorno ad Harry. Lei lo baciò di nuovo.

 

Stavolta, anche se il suo cervello gli urlava di non baciarla, Harry non riuscì a resistere, e lei sorrise contro le sue labbra. Era come se l’incantesimo gli impedisse di resisterle.

 

Per fortuna di Harry, Ron aveva una punizione per aver consegnato tardi un compito, e passava di lì proprio in quel momento per tornare alla Torre di Grifondoro.

 

Vide la scena, e schifato dalla sua stessa sorella, la Schiantò, poi liberò Harry dall’incantesimo che lo bloccava al muro. Con la sua stessa bacchetta, Harry annullò l’altro incantesimo che la ragazza aveva fatto su di lui.

 

“Mi spiace, Harry. Non avrei mai pensato cadesse tanto in basso” Ron disse, sollevando il corpo della sorella con la bacchetta.

 

“Non è veramente lei. E’ la pozione. Spero le prossime due settimane passino in fretta e tranquille, poi sarà tutto finito” lui sospirò. “Ron, non diciamolo a Hermione, ok? Lei non la perdonerebbe così facilmente…”

 

Se per te va bene, per me è ok” disse Ron.

 

Così dissero ad Hermione che Harry era stato attaccato ma non da chi. Hermione decise di aumentare le scorte per le ultime due settimane prima che l’antidoto fosse pronto.

 

E questo funzionò, perché non successero più incidenti come quello. Fino alla notte prima che l’antidoto fosse pronto.

 

Hermione lo stava accompagnando nei suoi turni di guardia, quando luci di incantesimi partirono dall’oscurità, colpendoli in pieno e Schiantandoli.

 

“Portatelo dove abbiamo stabilito” una voce comandò.

 

E lei?” un’altra chiese.

 

“Divertiamoci un po’, e umiliamola” la prima rispose malvagiamente.

 

Ancora senza sensi, Hermione fu spogliata lasciata lì, attaccata al muro, con una scritta rossa a fianco, “Questo è quello che fanno le Mezzosangue”, così che il primo a passare la trovasse.

 

Nei sotterranei, Harry si svegliò ancora stordito, e si trovò legato.

 

Cosa avete fatto ad Hermione?” chiese a Pansy Parkinson, che stava di fronte a lui osservandolo soddisfatta.

 

“Beh, abbiamo fatto in modo che raggiungesse il suo giusto livello sociale, come Mezzosangue. Il primo a passare nel corridoio si divertirà con lei…”

 

La furia di Harry fu tale che i legami che lo tenevano fermo si spezzarono, i suoi capelli si muovevano in modo sinistro, e da lui venivano come ondate di magia. Le ragazze di Serpeverde si ritrovarono tutte a terra, incapaci di muoversi.

 

“Pagherai per questo, Parkinson” Harry sibilò minacciosamente, e proprio prima di uscire dalla stanza rivolse su di loro la mano aperta, e concentrandosi utilizzò su di loro un incantesimo che aveva trovato per caso cercando l’antidoto per il suo problema. Ora non sarebbero più state in grado di attrarre un ragazzo, non che prima fossero particolarmente ricercate…

 

Poi andò a prendere Hermione, la rivestì e cancellò la scritta. La portò in braccio nella sua stanza, la mise a letto e poi la fece rinvenire.

 

Spiegò poi l’accaduto, e vedendo la sua rabbia le disse che aveva già provveduto a punire le responsabili.

 

“Domani finalmente quest’incubo finirà. Mi spiace averti coinvolto” le disse, guardando a terra.

 

Lei prese il suo viso e lo costrinse a guardarla. “Harry, non mi hai coinvolto tu. Ho scelto io di aiutarti, e ti sono stata accanto in avventure ben più pericolose. Non ti lascerò solo, mai” gli disse, poi gli augurò buonanotte baciandolo sulla guancia.

 

Lui allora andò nella sua stanza.

 

Incapace di dormire, rilesse le pagine del libro di pozioni su quella che aveva fatto con Ron. Voleva scoprire se il suo era il primo caso del genere di pozione andata male, se c’era qualche spiegazione che gli era sfuggita…e notò un dettaglio, nella teoria base delle Pozioni d’Amore, a cui non aveva mai fatto caso.

 

“Le pozioni d’Amore non funzionano se il soggetto è già innamorato/a di chi fa la pozione”

 

Harry si chiese se per caso era quello il motivo per cui Hermione non si comportava come le altre ragazze, o se avesse solo più autocontrollo di loro.

 

Con questi pensieri, comunque, si addormentò sapendo che il giorno dopo il suo rapporto con Caroline sarebbe finito, e non sentendosi per nulla triste per questo.

 

Come previsto, una volta bevuto l’antidoto, le ragazze di Hogwarts tornarono normali, a parte alcune ragazze che lo guardavano sognanti, ma lo avevano sempre fatto, ma la maggior parte pensava agli affari suoi.

 

Caroline, come previsto, lo lasciò, e lui semplicemente alzò le spalle quando Ron gli chiese come si sentisse.

 

“Non credo fossi davvero innamorato di lei. Era solo una piccola cotta credo. Comincio a pensare di aver avuto la ragazza per me davanti ai miei occhi a lungo, senza mai rendermene conto”

 

“Harry, ti voglio molto bene, ma davvero, non sei il mio tipo” Ron gli disse.

 

“Ron, intendevo Hermione!”  Harry rispose, ridendo di ciò che Ron aveva pensato.

 

Alcuni mesi passarono, ed Harry si trovò sempre più innamorato di Hermione, ma senza mai trovare il coraggio di chiederle di uscire con lui.

 

Passavano intere nottate insieme in biblioteca, anche più di prima, ma non ci provò mai, fino al momento degli esami. Tutti e tre andarono alla grande, Ron giusto un pochino peggio, e ora li attendeva una settimana di relax.

 

La sera dell’ultimo esame, Silente si alzò in piedi durante la cena. “Vorrei farvi sapere, voi del settimo anno, che tra una settimana, la sera dei Diplomi, ci sarà un ballo”

 

Harry sorrise ampiamente. Sapeva chi voleva invitare, quella sarebbe stata la sua chance.

 

La mattina dopo bussò delicatamente alla sua porta.

 

“Vieni, Harry” la sua voce soffocata gli disse.

 

E così lui fece, entrando nella stanza e sorridendole, con un bouquet di rose rosse in mano, porgendoglielo.

 

“Hermione, vuoi venire al Ballo con me?”

 

Lei lo guardò sorpresa, chiedendosi se avesse sentito bene, ma poi vedendolo lì e capendo che era serio, accettò annuendo, troppo scioccata per parlare. Lui ridacchiò alla sua reazione, e se ne tornò in camera sua sorridendo largamente.

 

Forse, giusto forse, era davvero innamorata di lui.

 

Finalmente il giorno del Ballo arrivò, e Harry si vestì nella sua nuova ed elegante tunica verde scuro, e con una camicia bianca. Poi bussò alla porta di della stanza di Hermione, dove lei era stata tutto il pomeriggio per prepararsi.

 

Lei aprì e per poco lui non sveniva.

 

Era vestita con un vestito rosa che aveva spalline sottili, lasciava quasi nuda la schiena, e davanti aveva una scollatura generosa. Per il resto, le si addiceva perfettamente, e i suoi capelli erano lisci e raccolti in modo elegante sopra la testa, lasciando il collo scoperto.

 

Dopo qualche momento lui si scosse dallo stordimento in cui era.

 

“Sei davvero splendida!” le disse, baciandole la mano cavallerescamente.

 

“Grazie, Harry” lei disse arrossendo un pochino. “Anche tu sei bellissimo”

 

Così, si mossero verso la Sala Grande sotto braccio, e una volta lì si sedettero con Ron e Luna, e altri amici, aspettando i risultati degli esami.

 

Alla fine, Hermione e Harry presero il massimo dei voti, beh, a parte Harry in Pozioni dove comunque se la cavò bene, sorprendendo sia se stesso che Piton. Ron ottenne voti buoni anche se non eccezionali, ma era soddisfatto lo stesso.

 

Poco dopo, la musica cominciò a suonare, e Harry prese Hermione per mano.

 

“Signorina, posso avere l’onore di questo ballo?” le chiese

 

“Questo, e tutti i successivi, mio signore” lei rispose, seguendolo. L’abilità di Harry nel ballo era molto migliorata dal quarto anno al Ballo del Ceppo, e non le pestò mai i piedi, riuscendo invece a farla girare senza sforzo.

 

“Sei bravo, signor Potter” lei disse appoggiando la testa alla sua spalla.

 

“Solo con te sono così bravo, signorina Granger” lui rispose baciandola sulla fronte. Questo le fece alzare lo sguardo per incontrare il suo, e si persero ognuno negli occhi dell’altro.

 

Entrambi lentamente si avvicinarono all’altro.

 

Nessuno sapeva chi veramente avesse cominciato, ma presto le loro labbra si incontrarono, prima con un contatto leggero, poi più a fondo.

 

Persi l’uno nell’altro, nessuno dei due si accorse che la musica era finita, e continuarono a muoversi sul posto, rendendo il bacio ancora più appassionato quando lui la portò più vicino che poteva a se.

 

Ben presto gli applausi scrosciarono, e questo li riportò alla realtà, ricordandogli che non erano soli.

 

Arrossendo furiosamente, uscirono dalla stanza, diretti ad un posto più privato e meno affollato, dove ripresero la loro precedente attività.

 

Harry Potter aveva realizzato il suo sogno. Aveva trovato il suo vero amore, e le Pozioni d’Amore erano state, dopotutto, d’aiuto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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