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Autore: _diana87    15/11/2012    10 recensioni
1969. L'uomo sogna di andare sulla Luna. Uno scienziato fallito non ha ancora perso le speranze, ma nessuno sembra disposto a metterlo alla prova. Una giornalista in cerca di scoop decide di dargli fiducia.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alexis Castle, Kate Beckett, Nuovo personaggio, Quasi tutti, Richard Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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man on the moon

 

 

 

 

capitolo 1: un astronauta caduto

 

 
                                                                         

 

 

 

"C'è un nuovo pianeta nel sistema solare..."

{...}

"Guardo dentro le stelle,

guardo dentro la luna."

 



 

 

 

L'uomo alzò per l'ultima volta lo sguardo verso il cielo dalla finestra della camera di sua figlia. Sospirò abbassando la testa. Quel puntino bianco luccicava prepotentemente al centro del cielo. 

La luna. Si credeva l'astro più importante del manto celeste solo perchè era irraggiungibile, e come a voler sfidare l'uomo, lui si immaginava che la luna si stesse prendendo beffe degli umani, ridendo dall'altra parte.

La stessa immagine lo fece ridere.

"Papà... cosa ci fai qui?" la testolina arancione fece capolino da sotto le coperte.

Si strofinò gli occhi e guardò suo padre.

L'uomo allora si avvicinò alla sua piccola, che ormai bambina non era più, per sedersi al bordo del letto, mentre lei si metteva seduta, tenendo coperte le gambe.

Appoggiò le braccia e la testa sulle ginocchia.

"E tu che ci fai sveglia? Non dovresti perdere ore di sonno. Domani inizi l'università, signorina!"

La ragazza sbuffò, portandosi i lunghi capelli arancioni dietro le spalle. Poi appoggiò i gomiti sulle ginocchia, cercando di imitare la posizione di suo padre.

"Sono preoccupata per te!"

L'uomo sorrise amaramente, poi le accarezzò la testa dandole un ultimo bacio.

"Riposati, Al. Altrimenti domani sarai stanca."

Alexis si imbronciò per qualche secondo, poi diede retta a suo padre e si mise sotto le coperte, spegnendo la lucetta sul suo comodino.

Faceva un gran freddo quella notte. L'inverno era alle porte, e lasciava entrare la sua brezza fresca la mattina e poi la sera.

Era l'inverno del 1969.

 

Dopo aver lasciato sua figlia tra le braccia di Morfeo, l'uomo si diresse nel suo studio. Ci aveva messo piede sempre contrariato, da ormai qualche anno, e non era più l'uomo di una volta.

Qualche anno fa avrebbe amato quel posto che lui chiamava la sua seconda casa, la NASA.

Qualche anno dopo, le cose non erano andate esattamente come pensava.

Entrava tutti i giorni sul posto di lavoro, con la mente posizionata su quei grossi macchinari per metterli in moto, fare esperimenti, controllare le temperature, osservare i pianeti... la Luna!... ma con il cuore... il cuore era da tutt'altra parte.

Il cuore si era bloccato a due anni fa. Le grida di aiuto di quei tre astronauti, bloccati nelle loro cabine, risuonavano nella sua mente.

Le immagini di quegli uomini così fieri e orgogliosi di essere americani, erano incise nel suo cuore.

Deglutì osservando una foto che ritraeva lui insieme agli astronauti selezionati per il programma: il comandante Virgil Grissom, il pilota maggiore Edward White II, e il pilota Roger Chaffee.

Tutto era perfetto. La missione era stata programmata già nel dicembre 1966.

Lui, Richard Castle, era lo scienziato a capo della missione denominata Saturn 204, e poi chiamata Apollo 1 per il memoriale. Era l'uomo d'orgoglio della NASA, il più caparbio, il più intelligente e il più esperto. Per questo il suo capo, Robert, gli aveva dato l'ingaggio.

'Sarai gli occhi, le orecchie e la bocca degli Americani', gli aveva detto quel giorno di due anni fa, 'grazie a te tutti sapranno l'impresa del Saturn 204, e l'America balzerà un passo avanti alla Russia.'

I suoi calcoli non erano mai stati così precisi, ma qualcosa andò storto quel giorno del 27 gennaio 1967...

 

Rick ritornò alla realtà, scosse la testa e smise di giocherellare con il piccolo modellino del razzo che aveva costruito in una precedente esercitazione.

L'indomani avrebbe varcato la soglia della NASA, sempre a testa alta, e ci avrebbe messo il cuore per lavorare. Questa volta doveva farlo.

Erano passati due anni da quel dannato giorno, e lui doveva farsene una ragione e andare avanti. Sua figlia credeva in lui. Credeva in qualcosa di grande e sapeva che suo padre era l'unico che lo avrebbe realizzato.

Un giorno, l'uomo riuscirà ad andare sulla Luna.

 

 

 

 

 

Angoletto dell'autrice:

Salve! Come vedete ho tolto il 'poco sana di mente' XD

Questa è una AU, tanto per cambiare, che mi è venuta in mente ascoltando un paio di canzoni dei R.E.M.!

Per il poster ringrazio Beside_real, sempre disponibile con le sue grafiche.

Spero con questo piccolo capitolo di avervi entusiasmato, o almeno incuriosito!!

Volete sapere cos'è successo di tanto grave quel giorno del '67 per aver ridotto il nostro Castle versione scienziato della NASA ad uno straccio?

Non vale cercare su wikipedia!! :p

Alla prossima!

D.

   
 
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