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Autore: _diana87    18/11/2012    6 recensioni
1969. L'uomo sogna di andare sulla Luna. Uno scienziato fallito non ha ancora perso le speranze, ma nessuno sembra disposto a metterlo alla prova. Una giornalista in cerca di scoop decide di dargli fiducia.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alexis Castle, Kate Beckett, Nuovo personaggio, Quasi tutti, Richard Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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man on the moon

 

 

 

 

capitolo 2: un lancio nel vuoto

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L'autobus non si decideva a passare, così Rick decise di prendere un taxi. Controllò l'orologio: erano quasi le nove, ed era in un ritardo pazzesco.

In ufficio oggi avrebbero parlato del prossimo programma spaziale, e il governo premeva affinché andasse tutto bene.

Ma, 'i russi erano sempre avanti agli americani', sentiva ripetere Rick ogni volta che saliva su un mezzo pubblico. Il taxista di colore gli stava raccontando di come lo avevano scartato nell'esercito perchè non era americano, e si lamentava del cervello ristretto degli Stati Uniti.

"Credimi, figliolo, se il presidente fosse un uomo di colore, allora sì che ci sarebbero diritti uguali per tutti!"

Rick, dal sedile posteriore, sorrideva preoccupato all'uomo di mezza età, che con una mano discuteva animatamente, e l'altra la teneva sul volante.

"Grazie, siamo arrivati!" lo congedò uscendo dal taxi e lasciandogli un verdone da venti che sbalordì l'uomo. "Tenga pure il resto."

 

In quei due anni, ogni volta che Richard metteva piedi alla sede della Nasa, sentiva sempre gli occhi posati su di lui. Come se da una parte lo stessero ancora incolpando per l'incidente all'Apollo 1, e con l'altra gli mostrassero sguardi di compassione.

Una volta, un suo collega gli aveva messo la mano sulla spalla e gli aveva detto che non era colpa sua. Che gli incidenti possono accadere.

Rick aveva perso le staffe e prendendolo per il colletto gli aveva risposto che non si trattava di incidente, quando a perdere la vita erano delle persone che svolgevano il loro lavoro, che avevano lasciato una famiglia sola ad accollarsi le responsabilità.

Robert aveva fermato i due, sussurrando a Richard che non voleva perdere il suo miglior scienziato, quindi scene di quel genere doveva risparmiarsele. Da quel giorno, Castle andò a trovare la famiglia dei tre piloti morti, facendo le condoglianze e aiutandoli economicamente.

Ultimamente però non ci andò più. Non che non gliene importasse molto, al contrario. Quando vide che le tre vedove si erano consolate rifacendosi una vita, Rick non ne vide più il bisogno, e si chiese come sia possibile voltare pagina così in fretta quando una tragedia ti colpisce dritto al cuore.

Forse era il caso che anche lui voltasse pagina? Non era così semplice.

"Richard! Richard, finalmente sei arrivato! Scommetto che sei rimasto imbottigliato nel traffico, eh?" il buon vecchio amico James gli dava pacche sulle spalle, senza dare a Rick il tempo di rispondere. "Oppure immagino che ti hanno bloccato quei repubblicani al comando di Nixon, eh?" disse storcendo il naso.

Castle rise. Sapeva che al suo amico James quel Nixon non gli era mai piaciuto. Peggio ancora i repubblicani. Infatti, quando sedevano all'ora di pranzo per mangiare, lui si distaccava sempre dai discorsi politici. James aveva più o meno la stessa età di Rick; ama i libri, viaggiare, era stato sposato una volta. Poi aveva deciso di non ricadere nello stesso errore e da dieci anni era scapolo.

"Niente di tutto ciò, James, tranquillo! Ho fatto solo un po' tardi che ho accompagnato mia figlia all'università... oggi è il suo primo giorno!"

"Ah la piccola Alexis è cresciuta! L'ultima volta che l'ho vista è stato..." si interruppe ripensando che fu proprio due anni fa quando la vide. Due anni fa quando accadde l'incidente al razzo spaziale.

"Già." sospirò Richard mettendosi le mani in tasca.

L'imbarazzo iniziale sparì appena il loro capo Robert si diresse verso di loro. Lo scienziato si sfrigolò le mani e schiarì la voce con un colpo di tosse. Robert aveva una decina di anni più di Rick. Capelli brizzolati, un fazzoletto nella tasca dell'impeccabile completo grigio striato, corredato da una cravatta ogni giorno diversa, tanto che Richard aveva avuto la tentazione di chiedergli quanti soldi avesse per avere tutto quel guardaroba colorato. Sicuramente un bel po' di soldi da parte, si rispondeva tra sé, considerando i gioielli che portava ai polsini, i sigari cubani nel suo ufficio, e quelle donne giovani che incontrava di tanto in tanto insieme a lui. Insomma, era il classico americano ricco che arrivato alla soglia dei 50 anni ancora non pensava a metter su famiglia.

"Richard, siamo un po' in ritardo oggi!"

"Robert, ho un annuncio da fare. Anzi, convoca una conferenza stampa. Voglio che tutto il mondo lo sappia."

Robert e James si guardarono in faccia sbalorditi, poi tornarono a osservare Rick.

Non stava affatto scherzando. Era più serio e deciso.

 

Kate Beckett camminava di fretta tra i corridori della CBS, tenendo lo sguardo fisso su quei fogli che aveva in mano, una matita tenuta a mo' di fermaglio sull'orecchio destro, e un tailleur blu scuro con camicia bianca sotto, che faceva perdere la testa a chiunque.

Era in un maledettissimo ritardo, colpa della sveglia che non aveva suonato e l'aveva costretta a buttarsi giù dal letto in fretta e in furia.

Le persone che accidentalmente si trovavano davanti la ragazza, dovettero schivarla altrimenti l'avrebbero urtata.

Qualcuno le lanciava qualche parolaccia, qualcun'altro le gridava di stare attenta a dove guardava, ma lei non li ascoltava e finalmente raggiunse la sala riunioni.

Tutti erano posizionati al proprio posto. Alzò la testa per guardare Victoria Gates, co-editor del programma "See it Now": la donna di colore, aggraziata nel suo vestito stretto rosso la guardava da capo a piedi incrociando le braccia. Senza dire una parola, le fece segno di sedersi.

"Ringraziamo la signorina Beckett che finalmente ha trovato la forza di alzarsi dal letto stamattina per raggiungerci..."

In sala si alzarono risatine soffocate da parte di tutti i presenti, tranne che da Kevin Ryan, amico e collega della prima citata. Kate manteneva lo sguardo abbassato sentendosi imbarazzata, e alzò a malapena la testa per incrociare gli occhi di Kevin.

"Vi ho convocati qui perché la NASA ha invitato la stampa ad una conferenza stampa straordinaria. Purtroppo non ci è stato possibile raggiungere la sede dell'aeronautica spaziale, quindi abbiamo dovuto ricorrere alla CNN per avere in esclusiva questo servizio in diretta. Intanto, Beckett puoi chiamare l'emittente e passarmelo, così posso parlare col direttore?"

La Gates accese il televisore e alzò il volume. Kate in risposta le fece un cenno di assenso col capo, e andò dritta al ricevitore. Come se non avesse fatto già abbastanza figuracce in dieci minuti che era entrata in sala! Compose il numero della CNN, e mentre attendeva che qualcuno rispondesse dall'altro capo del telefono, si lasciò catturare dallo sguardo magnetico e dalla voce profonda dell'uomo alla televisione.

"...sì, lo so che l'esperimento dell'Apollo 1 ci ha insegnato che non bisogna scherzare col fuoco, ma io sono positivo. Devo esserlo. Sono uno scienziato e devo credere che la scienza stia facendo dei passi da gigante. In questo periodo di grande esposizione, l'America sta vivendo nella Guerra Fredda contro i nostri rivali di sempre, i russi. E abbiamo perso la battaglia. Ma vinceremo noi la guerra. Per questo, apro ufficialmente l'inizio della nostra prossima missione denominata Apollo 11: l'uomo sulla Luna."

Dai giornalisti si udì un boato, qualche fischio, che però sembrò non scuotere minimamente l'uomo in tv.

Rick stava azzardando con le sue affermazioni. Oppure era davvero convinto di ciò che voleva fare? Fiducioso guardava prima il pubblico di giornalisti, poi i suoi colleghi alla NASA, e infine la telecamera davanti a sé.

Qualcuno gridò 'sei un pazzo!', qualcun altro 'ti stai lanciando nel vuoto!'

Gates abbassò il volume, poggiò le mani sul tavolo, restando in piedi ad osservare i suoi dipendenti. Perfino Kate si sorprese a smettere di fare ciò a cui era stata ordinata per guardare il suo superiore. Quella donna stava facendo progressi. In un'epoca in cui era difficile per il genere femminile farsi una carriera, figurarsi per una donna di colore, Victoria Gates era una fiera leonessa da imitare, che metteva paura a chiunque appena faceva sentire il suono della sua voce.

"Quest'uomo che avete appena sentito è Richard Castle, lo scienziato che ha condotto la missione fallimentare dell'Apollo 1, facendo uccidere tre uomini del suo equipaggio. Da allora, la NASA  l'ha sempre tenuto in disparte causa la sua folle idea di portare l'uomo sulla superficie lunale. Ma ora, ha indetto questa conferenza stampa per dimostrare che può riuscire nel suo intento. Ora, la domanda che vi pongo è: sta bleffando di nuovo per riavere la sua fama, oppure c'è qualcosa di vero? Chi si vuole occupare di questo caso?"

Nessuno in sala sembrava fiatare. Intimoriti dalla Gates, non osavano neanche preoccuparsi di una simile notizia. La donna ticchettava con una scarpa, scrutando uno ad uno i suoi dipendenti. Infine, sbuffò.

"Siete l'orgoglio di questo network, complimenti..." si rivolse a Kate, ancora in attesa al telefono "Beckett, ha risposto qualcuno ala CNN? Beckett?"

Solo quando la Gates urlò il suo nome per la seconda o terza volta, allora la ragazza si riprese sussultando.

"Ehm... sì, signora. C'è il presidente della rete per lei..."

"Ci voleva tanto per farmelo passare?"

Catturata dalla prospettiva di quella notizia, Kate vedeva in Richard Castle la sua fonte per far carriera all'interno del mondo del giornalismo. Lei era una matricola. Aveva speso i suoi ultimi cinque anni in reti e radio locali, e solo grazie al suo amico Kevin Ryan, era riuscita ad entrare alla CBS. Ma la strada era molto lunga.

Forse se fosse riuscita ad ottenere un'intervista a Castle, avrebbe fatto bingo...

"Perfetto. Ci vediamo domani."

Lo sbattere forte del ricevitore fece sobbalzare Kate.

"Signora Gates, vorrei occuparmi io di questa notizia." disse timidamente.

La donna la guardò per qualche secondo. Kate era seria. Serissima. E dai suoi occhi si intravedeva quella scintilla che avevano tutti i giovani a caccia di sogni. Victoria, infatti, sapeva che Kate aveva del potenziale, solo che a causa dei suoi problemi familiari - una madre morta e un padre che non si faceva mai vedere a casa - sembrava sempre avere la testa tra le nuvole.

Tutti in quella sala guardarono le due donne quasi prese in un duello.

"La notizia è tutta tua, Beckett. Voi, tornate al lavoro sulle vostre scrivanie!"

Quando si ritrovò sola nella stanza, la ragazza sorrise raggiante e guardò per l'ultima volta il televisore che mostrava ancora il volto di Richard Castle.

 

 

 

 

 

Angoletto dell'autrice (poco) sana di mente:

Sono tornata ad essere 'la poco sana di mente' visto che a qualcuna mancavo :p

Con questo capitolo ho introdotto anche il personaggio di Beckett.

Non c'è molto di diverso dal solito personaggio di 'Castle', ma anche questo vedrò di ampliarlo nel corso della storia :)

Ho introdotto due personaggi, uno è James, l'amico e collega di Rick (nome ispirato allo scrittore Patterson XD), l'altro è Robert, capo di Castle alla NASA.

Kevin Ryan è un collega di Kate, così come la Gates è co-editor della rete.

Ci saranno anche Javi e Lanie... ma non vi svelo i loro ruoli! Anche se potrete intuirli :p

Detto questo, ci si legge nel prossimo capitolo *_*

Vedrò di aggiornare più spesso, tanto l'ispirazione per ora è tornata, e non ho molto da fare XD

Alla prossima!

D.

   
 
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