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Autore: Sage_    02/06/2007    5 recensioni
Prima dei campionati nazionali, Sendoh e Rukawa si incontrano per un'ultima sfida.
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Akira Sendoh, Kaede Rukawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Tutti i personaggi appartengono al maestro Takehiko Inoue.
Il titolo è un omaggio alla splendida canzone "Blue", tratta dalla colonna sonora di Cowboy Bebop, di cui inserirò alcune strofe, alla fine dei capitoli.
Ringrazio tutte le persone che hanno letto e commentato, grazie per il vostro sostegno, cercherò di aggiornare con regolarità.
Infine un saluto ad Alessandra…(eh si, mi riferisco proprio a te…che mi hai scritto ai tempi di “Maybe the next summer”).



Blue

di Sage

Parte 2: “Blue”
POV: Rukawa
 
 
-    Mi dispiace, Rukawa. Ma tu non sei ancora all’altezza di un giocatore come Sendoh.
 
Quel vecchiaccio, con le sue parole, mi ha dato abbastanza fastidio.
In un certo senso perché ha dato voce ad un mio orribile sospetto.
Da quando quel pensiero si è insinuato in me non ho più avuto tregua.
Si era nascosto in un angolo della mia testa e ha cominciato a logorarmi.
Avevo iniziato a pensarci mentre giocavamo, ma ero troppo concentrato per permettere ad una simile debolezza di toccarmi.
Ma mentre ero a casa, probabilmente dormivo, il pensiero sgradito s’ingigantiva sempre di più.
Avevo in testa un’immagine.
Sendoh, il mio nemico, che si asciuga il sudore dalla faccia con un asciugamano di spugna azzurra, un sorriso un po’ triste negli occhi.
Non ho mai conosciuto nessuno che sapesse ridere così.
Gli occhi.
I suoi occhi sono più scuri dei miei, di un colore indefinibile, forse avrebbero potuto avere sfumature simili se non fossero così ricolmi di emozioni.
Come se tutti i colori si mescolassero sotto le sue palpebre.
Solo una volta, mentre eravamo l’uno davanti all’altro, gli occhi negli occhi, sotto le pupille scure mi ha sorpreso un guizzo di blu.
Come qualcosa che sfiora la superficie dell’acqua e quella s’increspa per un attimo, assumendo mille sfumature di colore, prima di ritornare sul fondo.
Non mi piace che qualcuno mi sorprenda o che, peggio ancora, mi superi.
Devo essere io il migliore.
L’America, quello che ho sempre sognato, non è una fuga dalle mie paure.
Io non sto fuggendo da Sendoh.
Io non sono come Yazawa, allenatore.
Semplicemente ho bisogno di sentire quell’ aria che mi sfiora la pelle.
Voglio essere lì.
Voglio essere forte.
Così tanto che Sendoh non si possa più paragonare a me.
Ora vado lì e provo a tutti che lui non ha niente a che fare con me.
Se fossi un ragazzo come gli altri forse quelle parole mi avrebbero ferito, mi sarei alzato in piedi, avrei insultato il vecchiaccio e avrei preteso spiegazioni.
Ma io non chiedo mai niente.
Semplicemente, non m’interessa.
Non m’importa.
Quindi adesso tutto quello che posso fare è quello che mi riesce meglio:
Vincere.
Lo sorprendo mentre sta tornando a scuola, sulle labbra un sorriso da bambino che ha rubato la marmellata.
Un sorriso furbo, ma di una furbizia spontanea, forse ingenua.
Se lo mordessi il suo sapore dolce m’invaderebbe l’anima.
Guardalo.
Quella non è la faccia di uno sconfitto.
Lui non si è mai arreso.
Forse sta ancora giocando quella maledettissima partita, bloccato nell’istante in cui poteva volgere la gara a suo favore.
No.
Io non l’ ho sconfitto.
Lo farò ora.
Accoglie la mia sfida con un sorriso raggiante, tutto per me.
I suoi occhi brillano.
Perché sei così trasparente?
Perché lasci che io ti legga dentro?
Questo tuo comportamento è odioso come il mio.
Forse anche di più, molto di più.
M’infastidisce.
M’indispone tutto quello che fai.
Eppure lui continua a sorridere, a guardarmi con gioia pura.
Una gioia bambina che sa di sole e mare.
Di giochi che non ho mai conosciuto.
Di tesori nascosti e mai più dissotterrati.
Mi guarda mentre mi preparo e continua a farlo nonostante io riesca a fare un canestro indisturbato.
La cosa è più odiosa che mai.
Voglio che mi stia attaccato, che metta tutto se stesso in questo scontro.
Voglio che mi odi e che dia il massimo per battermi.
Invece il suo viso è come una maschera di meraviglia assoluta.
Non si vergogna di essere così?
È fin troppo rilassato mentre io sono un fascio di nervi.
Crede di riuscire a farmela, ma io gli sono già addosso.
I miei movimenti sono frenetici, quasi violenti, mentre i suoi sono aggraziati e perfetti.
Ora lo fermo.
Ma prima che riesca a rendermene conto mi ritrovo per terra, con lui sopra e non mi ricordo nemmeno come ci siamo finiti.
Sento il suo cuore battere contro il mio, la sua mano tra i miei capelli.
Credo di aver battuto la schiena mentre cadevo, ma non mi fa male.
C’è piuttosto una fitta dolorosa che mi stringe la gola.
O è il petto?
Fa male, ma non so perché.
Non sono stato colpito in quel punto.
Alcune ciocche di quei capelli insensati mi sfiorano il viso e mi stupisco perché non sono aculei acuminati come credevo, ma tutto sommato sono piuttosto setosi.
La mia mano è rimasta aggrappata alla sua spalla e sta stringendo il cotone sottile della maglia nera.
La pelle al di sotto è soffice e calda, profumata di mare.
È come se fosse stato così tanto tempo a contatto con l’acqua salata che ormai fa parte del suo corpo.
Mi ricorda un marinaio arrivato da chissà dove, che si trova qui per caso.
Però questi occhi così dolci non sanno dire bugie.
Mi sembra che il braccio che ho attorno alla vita si sia serrato lievemente.
È così caldo, qui.
Nonostante il cuore mi batta forte vorrei restare appoggiato a questo corpo che non conosco, ma non capisco bene il perché.
Mi fa paura, ma al tempo stesso non è una sensazione spiacevole.
Non è spiacevole?!
Infatti è soffocante, orribile e raccapricciante!
È assolutamente terrorizzante!
Che cosa stai facendo, Kaede Rukawa?
Alzati subito e continua la sfida.
Ora lo batterai una volta per tutte e poi te n’andrai in America in cerca di nuovi avversari.
Si, devo batterlo.
Deve essere per questo che, tra noi, qualcosa è rimasto incompiuto.
Sendoh deve sentire il mio irrigidimento, perché lascia la presa e si solleva leggermente.
Mi guarda dritto negli occhi.
Blu.
Avevo ragione, sono proprio blu.
Mi fa un sorrisino di scusa che accolgo, mio malgrado, con un’occhiataccia torva.
Male, Kaede, devi essere glaciale.
Magari potevi fingere di esserti addormentato.
Sono molto seccato invece, per non dire infuriato, mentre lui si rialza e io faccio altrettanto, ignorando il suo tentativo di aiutarmi.
Respira, Kaede, conta fino a dieci.
-    Ah ah ah! Scusa tanto, Rukawa! Sono proprio un imbranato!
Uno…due…DIECI!
No no no! Così non va!
Rilassati, Kaede.
Self control.
-    Spero che non ti sia fatto male, davvero! Non vorrei aver compromesso la tua forma fisica! Sai, dico per il campionato…
-    La mia forma fisica non ha niente che non vada, cretino!
Aaahhhh!!!
Stupido stupido stupido!
Che ti è saltato in mente di rispondere cosi?!
Glaciale, Kaede, glaciale.
Ad ogni modo Sendoh sembra sbigottito, almeno prima che scoppi a ridere.
-    Ah ah ah ah! Quanto parli, Rukawa! Penso che tu abbia sbattuto la testa!
C’era la tua mano sotto, demente!
Neanche guardavi dove mettevi le mani?
No, non rispondo così: ormai ho riacquistato il controllo delle mie funzioni mentali.
Credo che un “Mm” vada benissimo.
-    Mm…
-    Ah ah ah! Per fortuna mi sbagliavo: è tutto a posto!
Chi lo autorizza ad interessarsi della mia salute?
Noi non abbiamo nessun rapporto di familiarità.
Ad ogni modo non ho alcuna voglia di continuare così.
Afferro la palla che era rotolata poco lontano e mi metto in posizione d’attacco.
-    Ricominciamo. - taglio corto.
-    Ok…ma tu sei davvero sicuro di stare bene? Hai una faccia…
-    ………….. - self control!
-    Va bene, va bene!
I minuti trascorrono fin troppo velocemente e con i minuti cresce anche la mia furia.
Come sospettavo Sendoh riesce a starmi dietro senza neanche troppa difficoltà e tutti i miei canestri vengono restituiti.
Sono concentratissimo, ormai.
Non posso permettermi errori.
Ma ad un tratto lui si blocca, si asciuga il sudore e dice sorridendo soddisfatto:
-    Si è fatto tardi, non credi? Non si vede nemmeno più il canestro.
-    ………
-    Non credi che possa bastare così?
-    Scordatelo. Sei in vantaggio.
-    Eh?
La sua esclamazione sorpresa aumenta la mia rabbia.
Lui non stava tenendo a mente il punteggio.
Lui non ha mai dato importanza alla nostra sfida.
Forse per lui io sono solo un ragazzino presuntuoso con il quale non vale la pena di battersi!
Mi pagherai caro quest’affronto, Akira Sendoh!
-    ……………..
-    Scusami, Rukawa: ho perso il conto…
-    Se per te questa è una perdita di tempo dillo chiaramente.
-    No, no, assolutamente! È che mi stavo divertendo così tanto che non ci ho più fatto caso…
Divertendo!
Il signorino si stava divertendo!
Questa non gliela perdonerò mai!
-    Questo non è un gioco, Sendoh. Vedi di prenderla seriamente.
Mi sembra che s’incupisca.
Certo non deve essere raro che qualcuno abbia rivolto queste parole ad un farfallone come lui!
-    Il fatto che io mi diverta non significa che per me non sia importante, non credi? Dovresti giocare perché ami farlo, non solo per vincere.
Perfetto! Ci mancava solo che si mettesse a farmi la morale!
Questo è troppo, ha davvero superato ogni limite! Ora mi dice anche cosa devo fare della mia vita! Basta prima che la situazione degeneri. Che cosa ne sa lui di quali sono i miei sogni? Crede forse che io non stia dando tutto me stesso per realizzarli?
Non rispondo a questa sua ultima atrocità.
Afferro la palla e la ripongo nella sacca.
Benissimo, Akira Sendoh, addio.
Mi hai davvero stancato.
La prossima volta che c’incontreremo sul campo ti farò mangiare la polvere.
La prossima volta…se ci sarà.
Gli volto le spalle, eppure li sento benissimo.
Quegli occhi sono fissi sulla mia nuca, ed ora hanno assunto un’espressione di vivo dispiacere.
-    Rukawa…aspetta…non te ne andare.
-    …….
-    Non abbiamo ancora finito la nostra sfida.
-    ……..  
Oh sì che è finita, definitivamente.
-    Mi dispiace per quello che ti ho detto.
-    ………
Poi avviene una cosa che non avrei mai immaginato.
Mi si avvicina e osa mettermi una mano sulla spalla.
-    Scusami.
Questo non riesco proprio a sopportarlo.
Gli allontano quella mano con un gesto stizzito e mi volto ad affrontarlo furibondo.
Sento le mie gote andare in fiamme e questo mi fa infuriare di più.
Non sopporto questa mancanza di autocontrollo davanti al mio peggior nemico.
Anche lui ha il viso arrossato, sulle labbra un tenero sorriso di scusa e gli occhi sono così languidi che potrei sciogliermi.
Pericolo!
Il mio corpo accoglie quella visione con un brivido tra il terrorizzato e….l’eccitato?!
Oh, no!
Temo che sia Sendoh a farmi quest’effetto…
 
 
 
 
Never seen a bluer sky
Yeah I can feel it reaching out
And moving closer
There’s something ‘bout blue


  
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