CAPITOLO 12
-Ecco qua, il fermaglio è a posto.
Nelly lasciò Ingrid a rimirare i propri capelli
appena acconciati allo specchio.
-Tu sei una maga.
-Sì lo so- si vantò lei con fdalsa modestia, per
poi affacciarsi in corridoio -Bea, vieni che tocca a te.
-Sì, eccomi.
Una ragazza dai tratti mediterranei e i boccoli
castani entrò nella stanza con un astuccio in mano. Ne tirò fuori un pennello e
una scatoletta scura, poi cominciò a mettere un po' di fard sul viso
dell'amica.
-Sai che sei un po' pallida? Sicura di stare
bene?
Ingrid rise: Bea si preoccupava sempre di tutto
e di tutti.
-Sto benissimo, sono solo un po'
stanca.
-Mm, però cerca di non prendere freddo sennò ti
ammali- rispose lei cominciando a metterle la matita.
-E' piena estate!
-Ma la sera tira vento.
-Ok, ok, mi porterò una giacca, contenta?- si
arrese prima di farsi mettere un filo di lucidalabbra.
-Dove ti porta Juan stasera?- chiese Nelly
sfogliando una rivista.
-Non lo so, non mi ha detto niente. A quanto
pare vuole farmi una sorpresa.
-Che carino!- esclamò Bea rimettendo tutto
nell'astuccio.
La bionda si alzò e si avvicinò all'amica
castana avendo notato la punta di malinconia in viso.
-Piccolina, adesso non mi fare la triste. Vedrai
che prima o poi ci riuscirai pure tu a farlo svegliare- disse pizzicandole le
guance.
Beatrice era la bambina della compagnia,
l'avevano coccolata sempre tutti ed era una delle più brave cantanti insieme a
Ingrid. Purtroppo era stata anche lei colpita dalla maledizione che affliggeva
la loro cerchia di amiche: innamorarsi di un calciatore.
-Mi sa più poi che prima...-ribatté sconsolata,
ma venne interrotta da una irruzione nella stanza.
Un bambino entrò saltellante e si fece prendere
in braccio da Nelly.
-Cucciolo!- la madre gli schioccò un bacio sulla
guancia.
-Sai che ho battuto Vera! Ho parato tutti i
tiri!
-Ma che bravo!
-Sì, tutto suo padre- sbottò scherzosamente una
ragazza varcando la soglia.
Vera, altra amica, italiana, ballerina e
maledetta anche lei.
-Poco ma sicuro- rispose la bionda senza il
minimo segno di turbamento per l'argomento saltato fuori.
Certo, loro lo sapevano che soffriva ancora e
tanto per Benji, ma sapevano anche le sue regole: niente pianti o arrabbiature
davanti a suo figlio Daniel.
-Oh, tu mi avevi chiesto questi orecchini,
vero?- riprese Vera tendendo una mano a Ingrid.
-Sì! Grazie- disse lei prendendoli e
mettendoseli.
-Di niente.
Il campanello suonò.
-Vado io! Io, io!- Daniel saltò giù
dall'abbraccio della mamma e corse alla porta.
-Eccolo è arrivato- Ingrid controllò velocemente
la borsa, per poi rivolgersi alle amiche -grazie ancora ragazze!
-Figurati- Bea l'abbracciò -ci vediamo al
matrimonio di Avril.
-Ok. Ciao, Vera.
-Ciao, buona serata- anche lei
l'abbracciò.
Nelly l'accompagnò alla porta.
Il bambino aveva già aperto e discuteva
allegramente con Juan reggendo una lurida palla da calcio in mano.
-Ok, smetti di dare fastidio, piccolo- disse la
bionda tirandolo indietro.
-Nessun fastidio- la tranquillizzò il ragazzo
-anzi, andiamo piuttosto d'accordo, vero?- si ricolse a Daniel che
annuì.
-Tutta colpa del calcio. Ok, ciao
Ingrid.
-Ciao, Nelly, grazie ancora. Ciao, cucciolo!- si
inginocchiò e lo baciò sulla guancia.
-Ciao ciao, Ingrid. Ciao ciao Juan!
Lui si limitò a sorredergli, per poi invitare la
sua ragazza a salire in macchina.
-In bocca al lupo- sussurrò
gli Nelly.
-Crepi- rispose lui sempre a voce bassa prima di
raggiungere Ingrid.
Avevano appena finto di mangiare in una
carinissimo locale sul mare e ora stavano passeggiando sulla spiaggia, poco
lontani da un balneare dove stavano suonando per una festa.
Il rumore delle onde era estremamente rilassante
e ricordava la loro amata Argentina.
-Che cos'hai dietro la schiena?
Juan, beccato, le mostrò una bellissima rosa
bianca.
-Grazie- disse prendendola, per poi baciarlo
sulla guancia.
Passeggiarono per un po'
abbracciati.
-Non vedo l'ora di tornare a casa.
-Sì, anch'io. A quest'ora Ramon e Alan saranno
già in paese.
-A dormire.
Ridendo, lei si sedette e lui si sdariò con la
testa sulle sue ginocchia.
-E così la tua amica si sposa.
-Sì. Si sapeva che quei due avrebbero finito per
sposarsi, sono sempre stati inseparabili. Però sono anche tanto
giovani...
-E allora?
-Non lo so... con l'ambiente che frequentano si
direbbe che sono destinati a durare poco...
-Ma se stanno insieme da tanto e sono sicuri,
non capisco qual è il problema.
La ragazza scosse la testa.
-Sì, hai ragione. E' solo che, vendendo tutta la
gente che si molla e si riprende al giorno d'oggi, non si è più sicuri di
niente.
-Questo è vero: i matrimoni non sono più come
quelli di una volta. Se pensiamo che i nostri genitori si sono sposati a
quattordici o quindicianni e ancora stanno insieme...
-E' una cosa bella.
Juan spostò lo sguardo su Ingrid, che guardava
il mare.
-Aver capito subito qual era la persona perfetta
per te, continuare a volersi bene per così tanto tempo... deve essere davvero
bellissimo.
Il ragazzo si tirò su.
-Senti, Ingrid...
-Dimmi.
-Io ti amo.
La ragazza si voltò verso di lui.
-Anch'io ti amo, Juan.
-Lo so, e... credo che ormai non mi basti più
stare con te...
-Come? Aspetta, non ti seguo più... che... che
vuoi dire con questo?
La ragazza cominciava a spaventarsi pensando
alla peggiore delle ipotesi.
-Guarda nella rosa.
Completamente ignara di cosa volesse fare, prese
il fiore e guardò tra i petali.
Spalancò gli occhi.
-Oh mio... Juan- fra le dita teneva un semplice
anello d'argento con una rosa incisa -che cosa significa?
Il ragazzo prese il gioiello, prese la mano di
lei e glielo infilò.
-Significa: Ingrid, mi vuoi
sposare?
Per un attimo le mancò il respiro. Continuava a
guardare prima l'anello poi il ragazzo.
-I...io non so cosa dire...
-Potresti dire di sì.
Ancora cercava di riprendere fiato, facendo
rodere il ragazzo per l'attesa. Poi, inaspettatamente:
-Sì... certo che sì!- disse abbracciandolo
forte.
La allontanò per poterla baciare sulla
fronte.
-Che fai, piangi?
Infatti gli occhi della ragazza erano
lucidi.
Lei sorrise, stampandogli un bacio sulle
labbra.
Una melodia familiare li fece voltare verso il
balneare dove si festeggiava.
-E' la nostra canzone.
Sì, esattamente la stessa canzone che avevano
ballato alla festa del paese dopo il campionato.
Juan si alzò e tese la mano a Ingrid, che la
prese e si sollevò.
E la ballarono, come l'avevano ballata anni
prima.
Come se nulla fosse cambiato.
continua...