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Autore: V@le    02/06/2007    1 recensioni
E se Ramon Victorino fosse un campione di calcio argentino e migliore amico di Juan Diaz? E se avesse una sorella per cui Juan ha una particolare attenzione? Leggete e scoprite... N.d.A. Il titolo è tratto da un verso della canzone "Hermanita" degli Aventura ULTIMO CAPITOLO
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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ayer...


CAPITOLO 12
 
 
 
-Ecco qua, il fermaglio è a posto.
Nelly lasciò Ingrid a rimirare i propri capelli appena acconciati allo specchio.
-Tu sei una maga.
-Sì lo so- si vantò lei con fdalsa modestia, per poi affacciarsi in corridoio -Bea, vieni che tocca a te.
-Sì, eccomi.
Una ragazza dai tratti mediterranei e i boccoli castani entrò nella stanza con un astuccio in mano. Ne tirò fuori un pennello e una scatoletta scura, poi cominciò a mettere un po' di fard sul viso dell'amica.
-Sai che sei un po' pallida? Sicura di stare bene?
Ingrid rise: Bea si preoccupava sempre di tutto e di tutti.
-Sto benissimo, sono solo un po' stanca.
-Mm, però cerca di non prendere freddo sennò ti ammali- rispose lei cominciando a metterle la matita.
-E' piena estate!
-Ma la sera tira vento.
-Ok, ok, mi porterò una giacca, contenta?- si arrese prima di farsi mettere un filo di lucidalabbra.
-Dove ti porta Juan stasera?- chiese Nelly sfogliando una rivista.
-Non lo so, non mi ha detto niente. A quanto pare vuole farmi una sorpresa.
-Che carino!- esclamò Bea rimettendo tutto nell'astuccio.
La bionda si alzò e si avvicinò all'amica castana avendo notato la punta di malinconia in viso.
-Piccolina, adesso non mi fare la triste. Vedrai che prima o poi ci riuscirai pure tu a farlo svegliare- disse pizzicandole le guance.
Beatrice era la bambina della compagnia, l'avevano coccolata sempre tutti ed era una delle più brave cantanti insieme a Ingrid. Purtroppo era stata anche lei colpita dalla maledizione che affliggeva la loro cerchia di amiche: innamorarsi di un calciatore.
-Mi sa più poi che prima...-ribatté sconsolata, ma venne interrotta da una irruzione nella stanza.
Un bambino entrò saltellante e si fece prendere in braccio da Nelly.
-Cucciolo!- la madre gli schioccò un bacio sulla guancia.
-Sai che ho battuto Vera! Ho parato tutti i tiri!
-Ma che bravo!
-Sì, tutto suo padre- sbottò scherzosamente una ragazza varcando la soglia.
Vera, altra amica, italiana, ballerina e maledetta anche lei.
-Poco ma sicuro- rispose la bionda senza il minimo segno di turbamento per l'argomento saltato fuori.
Certo, loro lo sapevano che soffriva ancora e tanto per Benji, ma sapevano anche le sue regole: niente pianti o arrabbiature davanti a suo figlio Daniel.
-Oh, tu mi avevi chiesto questi orecchini, vero?- riprese Vera tendendo una mano a Ingrid.
-Sì! Grazie- disse lei prendendoli e mettendoseli.
-Di niente.
Il campanello suonò.
-Vado io! Io, io!- Daniel saltò giù dall'abbraccio della mamma e corse alla porta.
-Eccolo è arrivato- Ingrid controllò velocemente la borsa, per poi rivolgersi alle amiche -grazie ancora ragazze!
-Figurati- Bea l'abbracciò -ci vediamo al matrimonio di Avril.
-Ok. Ciao, Vera.
-Ciao, buona serata- anche lei l'abbracciò.
Nelly l'accompagnò alla porta.
Il bambino aveva già aperto e discuteva allegramente con Juan reggendo una lurida palla da calcio in mano.
-Ok, smetti di dare fastidio, piccolo- disse la bionda tirandolo indietro.
-Nessun fastidio- la tranquillizzò il ragazzo -anzi, andiamo piuttosto d'accordo, vero?- si ricolse a Daniel che annuì.
-Tutta colpa del calcio. Ok, ciao Ingrid.
-Ciao, Nelly, grazie ancora. Ciao, cucciolo!- si inginocchiò e lo baciò sulla guancia.
-Ciao ciao, Ingrid. Ciao ciao Juan!
Lui si limitò a sorredergli, per poi invitare la sua ragazza a salire in macchina.
-In bocca al lupo- sussurrò gli Nelly.
-Crepi- rispose lui sempre a voce bassa prima di raggiungere Ingrid.
 
Avevano appena finto di mangiare in una carinissimo locale sul mare e ora stavano passeggiando sulla spiaggia, poco lontani da un balneare dove stavano suonando per una festa.
Il rumore delle onde era estremamente rilassante e ricordava la loro amata Argentina.
-Che cos'hai dietro la schiena?
Juan, beccato, le mostrò una bellissima rosa bianca.
-Grazie- disse prendendola, per poi baciarlo sulla guancia.
Passeggiarono per un po' abbracciati.
-Non vedo l'ora di tornare a casa.
-Sì, anch'io. A quest'ora Ramon e Alan saranno già in paese.
-A dormire.
Ridendo, lei si sedette e lui si sdariò con la testa sulle sue ginocchia.
-E così la tua amica si sposa.
-Sì. Si sapeva che quei due avrebbero finito per sposarsi, sono sempre stati inseparabili. Però sono anche tanto giovani...
-E allora?
-Non lo so... con l'ambiente che frequentano si direbbe che sono destinati a durare poco...
-Ma se stanno insieme da tanto e sono sicuri, non capisco qual è il problema.
La ragazza scosse la testa.
-Sì, hai ragione. E' solo che, vendendo tutta la gente che si molla e si riprende al giorno d'oggi, non si è più sicuri di niente.
-Questo è vero: i matrimoni non sono più come quelli di una volta. Se pensiamo che i nostri genitori si sono sposati a quattordici o quindicianni e ancora stanno insieme...
-E' una cosa bella.
Juan spostò lo sguardo su Ingrid, che guardava il mare.
-Aver capito subito qual era la persona perfetta per te, continuare a volersi bene per così tanto tempo... deve essere davvero bellissimo.
Il ragazzo si tirò su.
-Senti, Ingrid...
-Dimmi.
-Io ti amo.
La ragazza si voltò verso di lui.
-Anch'io ti amo, Juan.
-Lo so, e... credo che ormai non mi basti più stare con te...
-Come? Aspetta, non ti seguo più... che... che vuoi dire con questo?
La ragazza cominciava a spaventarsi pensando alla peggiore delle ipotesi.
-Guarda nella rosa.
Completamente ignara di cosa volesse fare, prese il fiore e guardò tra i petali.
Spalancò gli occhi.
-Oh mio... Juan- fra le dita teneva un semplice anello d'argento con una rosa incisa -che cosa significa?
Il ragazzo prese il gioiello, prese la mano di lei e glielo infilò.
-Significa: Ingrid, mi vuoi sposare?
Per un attimo le mancò il respiro. Continuava a guardare prima l'anello poi il ragazzo.
-I...io non so cosa dire...
-Potresti dire di sì.
Ancora cercava di riprendere fiato, facendo rodere il ragazzo per l'attesa. Poi, inaspettatamente:
-Sì... certo che sì!- disse abbracciandolo forte.
La allontanò per poterla baciare sulla fronte.
-Che fai, piangi?
Infatti gli occhi della ragazza erano lucidi.
Lei sorrise, stampandogli un bacio sulle labbra.
Una melodia familiare li fece voltare verso il balneare dove si festeggiava.
-E' la nostra canzone.
Sì, esattamente la stessa canzone che avevano ballato alla festa del paese dopo il campionato.
Juan si alzò e tese la mano a Ingrid, che la prese e si sollevò.
E la ballarono, come l'avevano ballata anni prima.
Come se nulla fosse cambiato.
 
 
 
continua...
 
  
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