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Autore: _itsnickymine    15/11/2012    8 recensioni
“ha diciotto anni, Nicholas” disse Joseph guardandolo attentamente cercando di capire cosa passasse per la mente del fratello.
“e allora?” chiese il riccio interrogativo
“e allora hai già tuo figlio da crescere, non puoi perdere tempo dietro una ragazzina immatura che frequenta ancora il liceo”
“non la conosci” si difese il ragazzo
“Nick hai venticinque anni, un lavoro che ti richiede tempo e soprattutto un figlio di sei anni e mezzo da crescere solo! È vero meriti anche tu una donna al tuo fianco che ti sappia amare, che ti sappia amare veramente, ma questa donna di certo non sarà una ragazzina di diciotto anni!” disse il fratello
“..forse hai ragione”
“ho ragione, nessun forse” disse Joseph soddisfatto finendo di bere la sua birra.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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                                                                                'Do you believe in destiny?'



Capitolo 16.

 

Nicholas continuava a sbottonarle la camicia.

Sam cominciò a respirare a fatica.

Ma quando cazzo arrivava ‘sto ascensore?

‘Stai calma, sam’ continuava a ripetersi.

Lui non è quello stronzo di merda che voleva violentarti. Lui è Nicholas. Nicholas. Nicholas.

Ti vuole bene ed è un uomo, è normale che chiede una cosa del genere. È normale.

Nicholas cominciò a slacciarle la cintura che aveva e a sbottonargli i bottoni del jeans che aveva.

Un vuotò cominciò a riempirle lo stomaco. No, no, no, no. Non poteva reagire così. Erano passati tre anni. Tre anni. Credeva di aver dimenticato tutto.

La psicologa aveva detto che con il tempo tutto passava, perché non passava?

Era una stupida, era stata una stupida, Nicholas non sapeva un cazzo e quindi era normale che ci provasse.

Non le era mai successo con nessun’altro.

Con Tyler ogni volta che si avvicinava, lo allontanava.

Dio, perché doveva essere così difficile?

Cominciò a respirare a fatica. Le sembrava di rivivere la stessa scena, in continuazione, senza fermarsi mai.

“n..no..no nick, f..fermo”

Nicholas alzò lo sguardo, guardandola negli occhi.

“io..io non posso” ammise la mora

“c..cosa?” chiese il riccio

Finalmente il campanellino dell’ascensore suonò, erano arrivati sul piano di Nick.

“vieni, entriamo” la intimò nick

“no..nick, io…mi dispiace… forse..io..non posso”

“c..che stai dicendo, sam?” le chiese il riccio

“d..devo..devo andare, m..mi dispiace” disse la mora uscendo dall’ascensore e correndo per le scale.

Era una stupida, una stupida, una stupida.

Nicholas era un uomo e aveva il diritto di voler fare sesso con una ragazza. Chi era lei per dirgli di no?

Non avrebbe voluto vederla più, ecco.

Ed in un secondo tutto quello che si erano detti, era sparito. Era sparito tutto.

Corse velocemente, non prese nemmeno un taxi per arrivare a casa.

Erano le 14:12 e prima di entrare in casa si asciugò le lacrime, cercando di sembrare guardabile. Entrò in casa.

Suo padre seduto a tavola con Jennifer, Matthew e Krystal.

In quel momento si ricordò che doveva pranzare con loro.

“oh cazzo.. papà..scusa.. ho..ho. avuto un contrattempo..mi..mi dispiace” ammise la mora

“non so..cosa.. ti sta succedendo ultimamente, Sam. Ma spero vivamente che tornerai quella di prima.”

“n..non mi sta succedendo proprio niente, ho..ho solo scordato di dover pranzare qui”

“siamo la tua famiglia, ogni famiglia mangia sempre assieme, Matthew e Krystal pranzano sempre con noi di domenica, non dico ogni giorno ma almeno la domenica, potresti fare uno sforzo” le disse il padre.

Proprio non ci vide più, come poteva paragonarla a quei due essere senza un minimo di cervello?

“ma che vuoi tu da me, eh? Ti presenti un giorno con la tua nuova bella e perfetta famiglia e pretendi che io stia tutto il tempo con voi? Per quanto possano essere belle persone, non..non sono la mia famiglia, okay? Non lo sono. La mia famiglia sei solamente tu e James. Questo è quello che mi rimane della mia famiglia. Solamente questo.” Si sfogò la mora

“so che non sono la tua vera famiglia, ma almeno potremmo costruire una nuova famiglia con loro, cercare di essere felici” disse il padre

“sostituendo la mamma” disse fredda Sam

“sai che non la sto sostituendo” si giustificò il padre

“Sam” cominciò Jennifer

“no, non dire nulla Jennifer. Mi dispiace per quello che ti sto dicendo ma tu non sei la mia famiglia, ne tu ne i tuoi figli. Mi dispiace, ma noi non potremmo mai essere una famiglia, le famiglie non si scelgono, fortunatamente.”

“smettila, sam” la ammonì il padre

“smettila tu di comportarti come se non fosse successo nulla. Smettila di far finta di esserti dimenticato di lei, smettila.” Urlò la mora

“io non mi sono dimenticato di lei. Su, vieni non parliamo di questo adesso. Siediti e mangiamo” disse l’uomo

“n..no” disse Sam scostando la testa

“cosa?” chiese Krystal

“non mi va di mangiare, io…io devo andare. Ciao” disse la mora voltandosi e andando via

“sam” la chiamò il padre ma lei non tornò indietro.

Uscì di casa.

Dove sarebbe potuta andare?

Nicholas? No, non poteva scappare e tornare.

Dio, perché doveva essere tutto così difficile?

Il suo passato, la storia con Nick, suo padre e la sua nuova famiglia.

Sbuffò.

Forse, c’era una persona che poteva aiutarla.

Sorrise, mordendosi un labbro. E chiamando un taxi

“Van Brunt Street, Brooklyn per favore”

“certo” disse l’uomo sorridendole

Si sedette meglio sul sediolino.

E trovò due chiamate perse da Nicholas.

Perché doveva essere cos stronza? Nicholas non meritava tutto quello, doveva sapere la verità ma lei non voleva che lo sapesse, non voleva.

Aveva una fottuta paura che Nick dopo averlo saputo, se ne fosse andato.

Lo chiamò.

“hei” Nicholas rispose dopo nemmeno uno squillo.

“c..ciao” balbettò la mora

“perché sei scappata? Guarda che con me puoi..puoi parlare, lo sai.. Se ho..ho fatto qualcosa di sbagliato, puoi dirmelo c..cercherò di non farlo più” le disse il riccio

“sono io che sono sbagliata, non tu” ammise Sam

“non dire stupidaggini, perché sei scappata?” chiese il riccio

“n..non lo so”

Nicholas sospirò.

“dove sei..adesso?” chiese

“Brooklyn” disse Sam

“che fai a Brooklyn?”

“d..devo parlare con una..una persona”

“devo essere geloso?” le chiese il riccio facendola ridere.

“beh se sei geloso anche dei miei parenti.. sto andando a trovare mio cugino, devo parlargli”

“d’accordo.. dopo passi da me?” chiese Nicholas

Sam rimase zitta. Se fosse andata di nuovo da lui sarebbe successo quello che era accaduto prima.

“sta tranquilla, vo..voglio solamente vederti”

Nicholas la precedette.

Sam tirò un sospiro di sollievo.

“certo, un paio d’ore massimo e sono da te. Grazie Nick, sei davvero la mia salvezza” disse la mora

“ ..e tu la mia” disse il riccio attaccando.

“siamo arrivati signorina” le disse il tassista.

Sam gli sorrise e dopo averlo pagato uscì, dirigendosi verso il portone di uno dei tanti palazzi.

Come sempre era aperto, ma quand’è che quel ragazzo sarebbe diventato più responsabile?

Sospirò sorridendo entrando e salendo tutte le scale, per poi arrivare all’ultimo piano dove, come sempre, la porta era aperta.

Entrò nell’appartamento.

Era esattamente come l’aveva lasciato l’ultima volta che l’aveva visto, tutto in disordine.

Piatti e bicchieri sul lavandino, cartoni di bizza e birre per terra, nemmeno una cosa a posto.

Quel ragazzo era impossibile.

“c’è qualcuno? James?” urlò ma nessuno le rispose.

Forse era fuori al terrazzo, pensò la mora.

Infatti il suo amatissimo cugino di due anni più grande di lei era proprio sul terrazzo che scriveva qualcosa al computer e aveva le cuffiette nell’orecchio.

“ma ciao Jammy” disse la mora togliendogli una cuffietta.

Il ragazzo si alzò subito da dove era seduto abbracciandola e quasi prendendola in braccio.

“Sammy, cavolo, è da un bel po’ che non mi vieni a trovare”

“lo so, la scuola sai..” disse la mora ancora abbracciata a lui.

“come stai?” chiese poi il ragazzo lasciandola libera e incitandola a sedersi sul divano che c’era in terrazzo.

“beh…bene..più o meno bene, tu? Come stai?” chiese Sam

“benone dai, devo solo dare altri 10 esami e poi sono laureato, cosa vuoi che siano dieci esami?” chiese sarcastico il ragazzo facendola ridere.

James era il figlio della sorella della madre.

Fin da bambini avevano avuto un rapporto davvero molto legato, erano come fratelli e sorella, si volevano un gran bene e James era quasi un eroe per Sam, nel vero senso della parola, l’aveva salvata molte volte.

Aveva vent’anni e frequentava la NYU.

“vieni, andiamo dentro ti offro qualcosa da bere” disse il ragazzo tirandola per un braccio ed entrando dentro.

Sam annuì, seguendolo

“sempre molto ordinata questa casa, sai?” disse la mora

James rise.

“non è colpa mia, è Rob che non sistema mai” si difese il ragazzo

“si, certo” disse la mora spostando tutta la roba che c’era sull’isola di marmo e sedendosi sopra.

“allora, mamma mi ha detto che tuo padre… si vuole risposare” disse il ragazzo aprendo il frigo cercando due Red Bull

“già… non puoi nemmeno immaginare come sono, lei è..è disgustosa, per non parlare dei figli” ammise la mora                                                                                       

“dai, io l’ho vista, è una bella donna” ammise il ragazzo

“si , è carina, ma non è adatta per mio padre”

“nessuno sarà adatta per tuo padre se continui così. Lui… sta cercando di essere felice come stai cercando di farlo tu, solo in modo diverso” disse James sorridendole mettendo le due Red Bull in due grandi bicchieri di vetro.

Samantha sospirò bevendo dal bicchiere che James le aveva dato.

“allora… come mai qui? Ti conosco benissimo e so che odi Brooklyn e non verresti mai qui solamente per una visita al tuo cugino preferito” disse James facendola scoppiare a ridere.

“sei il mio unico cugino” ammise la mora

“dettagli” disse James sedendosi sulla parte della cucina dove non c’era nulla. “allora.. dimmi tutto” continuò poi

Sam prese un lungo respiro prima di parlare.

“ecco…vedi.. c’è…c’è un..un ragazzo, si, un ragazzo che …che mi..”

James la interruppe.

“ti piace?” chiese il ragazzo

“si” ammise la mora

“mm beh mi fa piacere, spero sia migliore di quel Tyler perché altrimenti gli spacco la faccia, lo sai?” chiese James divertito.

Sam sorrise.

“ti ricordi quello che è successo tre anni fa?” chiese la mora tutto d’un fiato e James cambiò subito espressione.

“s..si… perché ne parli?” chiese il ragazzo guardandola

“ecco… io… è da quasi un anno che non.. non vado più dalla psicologa e beh c..credevo di aver…di aver dimenticato tutto. Di stare bene, di ‘essere guarita’..invece no..” disse la ragazza

“perché non ci stai andando più? cazzo Sam, se ti avevano consigliato una psicologa è perché forse c’era un motivo valido e ti avrebbe aiutata” sbraitò il ragazzo

“lo so, erano passati due anni e c..credevo… beh che fossi guarita” ammise sconfortata la mora

“e come mai ultimamente non lo credi più?” chiese James

“beeh..te l’ho detto no.. mi..mi piace questo ragazzo”

“e lui ci ha provato?” chiese il ragazzo

“beh..non proprio, più o meno” ammise la mora

“quindi?” chiese il ragazzo

“quindi ho bisogno di te. Lui non lo sa ed ogni volta..c..che mi sfiora o mi tocca… io non…non ce la faccio e scappo.” Confessò la ragazza guardandosi le scarpe.

“perché non glielo dici?” chiese il ragazzo

“sei pazzo? Io sono ancora vergine, lui è..grande.. chissà con quante di loro lo ha fatto e poi…poi ho..ho paura…se poi mi lascia?” chiese

“se ci tiene veramente a te non se ne andrà… quanti anni ha?” chiese

“cosa c’entra l’ètà?” chiese la mora

“c’entra, c’entra” si giustificò il ragazzo “ allora?” la intimò

“venticinque” disse la ragazza

“che?”

“venticinque anni” ripeté la mora

“sei anni di differenza? Ma sei pazza Sam?” chiese James

“guarda ci sono ragazze che stanno assieme a quarantenni ed io non posso stare con uno di soli sei anni più grande? La ‘differenza’ di età, se così possiamo chiamarla, non è per niente un problema.” Disse la mora

“non ne sarei così sicura.. Avete due stili di vita completamente diversi, lui avrà già finito l’università tu ancora devi finire il liceo e-”

Sam lo interruppe

“mancano pochi mesi, poi lo finirò”

James sospirò.

“che fa..? Lavora?” chiese James sospirando ancora

“si, è un pediatra, ha un ufficio in ospedale e..”

“e?” la intimò James

Sam si morse un labbro prima di parlare.

“e ha un figlio”

James stava per strozzarsi con la Red Bull che aveva bevuto.

“che cosa? Ma stai male sul serio Sam?”

Samantha roteò gli occhi

“si ha un figlio, e sono bellissimi.. lui è.. è meraviglioso, fidati di me” lo supplicò la mora

“mi fido, mi fido… sono gli altri che non hanno la mia fiducia e lo sai benissimo” ammise James

“io…credo.. di fidarmi di lui”

“e allora perché hai paura?” chiese James

“non lo so James, perché deve essere tutto sempre così complicato?” chiese Samantha più a se stessa che al cugino.

“è la vita, sam.. e comunque sai il mio consiglio, se ti fidi di lui dovresti dirglielo, ne ha il diritto e poi ha venticinque anni non credo sia un bambino” disse il ragazzo

“n..non lo so..è che ...”

“smettila di pensare al dopo o cosa potrebbe pensare lui, devi essere sincera con lui, se ti fidi davvero di lui dovresti dirglielo e vedrai che troverete una soluzione e lui non ci proverà più” disse James

“non posso chiedergli questo” disse la ragazza

“perché non puoi? Sam è la tua vita” ammise il ragazzo

“io.. io vorrei tanto far l’amore con lui”

“cosa? ma sei la stessa Sam che conosco? Che diceva di voler aspettare al matrimonio?” chiese James ridendo

“ lo facevo perché avevo paura e con Tyler beh bastava allontanarlo e lui se ne stava buono.. con nick però… beh io non ce la faccio ad allontanarlo..sul serio, james.. io..io non credo di essere innamorata di lui, non ancora almeno.. solo che ho una voglia disperata di sentirlo vicino, ogni volta che lo vedo non vedo l’ora che mi baci o che mi abbracci.. non mi è mai capitato, mi sento un’impossessata ma è la verità”  ammise

“ma guarda che è normale per una ragazza della tua età, anzi ci sono ragazze che lo fanno la prima volta a quindici anni, eh… avevano ragione le tue amiche quando ti dicevano che non avevi ancora trovato la persona adatta. Tu dicevi di voler aspettare con Tyler, ma quando ti piace qualcuno veramente tu senti il bisogno di..di avvicinarti, in tutti i sensi possibili” le disse James

“vorrei tanto..tanto.. farlo ma ogni volta che chiudo gli occhi e ci provo…quelle immagini mi riappaiono davanti”

“f..forse dovresti ritornare dalla psicologa, prova a parlarne e vedrai che lei ti troverà una soluzione” le consigliò il ragazzo

“non lo so” ammise la ragazza

“fallo, sam! Vai dalla psicologa e parlane con lui” ridisse James

“ci penserò” ammise la mora

“ah e voglio assolutamente conoscerlo eh? Devi avere prima il mio permesso” disse il ragazzo facendola ridere.

“certo che te lo presento, jammy”

“..e vienimi a trovare più spesso” disse il ragazzo abbracciandola.

 

 

 

 

 

 

 

 

“Joseph” disse il ragazzo una volta aperta la porta di casa

“nicholas” disse Joe entrando in casa

“come mai qui?” chiese il riccio chiudendo la porta di casa

“eh..niente, sono venuto a controllare che tutto fosse okay” ammise il ragazzo guardandosi intorno.

Nicholas lo guardò stranito.

“hey, sono pur sempre più grande di te” ammise Joseph

“è inutile che giri intorno, lei non c’è” lo anticipò il riccio

“mmm…peccato, sai?” disse Joseph “nate mi ha detto che era carina”continuò poi.

“lo è infatti, è bellissima” ammise il riccio

Joseph sospirò.

“io sul serio non ci credo che stai perdendo tempo dietro una liceale”

“non sto perdendo tempo” disse il riccio

“ah no?” chiese il ragazzo

“no, joe, lei a me piace ed è solo questo che conta, solamente questo” disse il ragazzo

“non hai diciotto anni Nicholas” disse Joseph

“non voglio averli infatti, ho venticinque anni, lei diciotto, sono solamente sei anni di differenza, ed è come se ne fossero due, lei è davvero molto matura”

Joseph rise.

“la smetti?” lo intimò Nicholas

“non la finirò fin quando non sarai guarito da questa sbandata” ammise il fratello “ora devo andare, la mia fidanzata, adulta che ha un lavoro e che soprattutto ha finito il liceo, mi aspetta” continuò sorridendo e andando via.

Nicholas sbuffò sedendosi sul divano e mettendo i piedi sul tavolino.

A lui non importava quanti anni avesse Sam o se avesse finito o meno il liceo.

A lui importava solamente di lei.

Samantha. La ragazza che negli ultimi tempi non faceva altro che farlo impazzire con i suoi modi così dolci e semplici ma allo stesso tempo provocatrici.

Sentì il campanello suonare e corse ad aprire.

“finalmente” disse il riccio vedendola

Sam lo abbracciò stringendosi a lui e facendosi invadere dal suo meraviglioso profumo, che adorava tanto.

“scusami, ho fatto.. fatto tardi” ammise la mora

“non preoccuparti, vieni entra” la intimò Nicholas.

“allora? Mi spieghi perché prima sei..sei praticamente scappata?” chiese il riccio una volta che la mora si fosse seduta sul divano proprio di fronte a lui.

Sam abbassò lo sguardo, mordendosi il labbro.

“sc…scusami…ma”

“non voglio le tue scuse sam, tu non devi scusarti di nulla. Devi fare solamente ciò che senti ed io… vorrei solamente sapere perché sei scappata, non te ne sto facendo una colpa” disse il riccio

“non sono ancora pronta” disse la mora guardandosi le scarpe e torturandosi un labbro.

“cosa?” chiese il riccio non avendo capito cosa intendesse dire

“io..non…non sono ancora pronta per parlartene, non è facile” ammise la ragazza

Nicholas rimase fermo, senza muoversi.

“si, lo so, mi dispiace, ma io..io…” provò a giustificarsi la mora, ma Nicholas la interruppe.

“no, non preoccuparti… f..forse sono..sono stato io un po’ troppo veloce con te, le cose vanno fatte con calma” disse il riccio più a se stesso che alla ragazza.

“no, nick, non è assolutamente così, tu non hai fatto nulla di sbagliato, sono io ad essere… strana per non dire sbagliata”

“smettila sam, okay?” disse il riccio alla ragazza e questa annuì.

“su, usciamo, andiamo a farci un bel giro per new york, ti va?” chiese il riccio

La mora annuì, mordendosi ancora una volta il labbro.

“e smettila di morderti il labbro perché non puoi capire l’effetto che mi fa” disse il riccio sorridendole.

Sam rise

“d’accordo” disse la mora facendolo di nuovo, senza nemmeno pensarci.

Nicholas la guardò.

“scusa, scusa” disse ridendo la mora.

Passarono il pomeriggio in giro per New York, tra foto, risate, chiacchiere e baci.

Samantha quando era con lui si sentiva completa, felice, serena.

E non avrebbe mai voluto andarsene o allontanarsi da lui per nemmeno dieci secondi.

Erano più o meno le dieci e mezza di sera ed erano appena entrati in un locale pieno di gente per mangiare.

Samantha stava ridendo perché Nicholas non conosceva quel tipo di locale poiché era per i giovani di new york.

“sei vecchio, nick. Accettalo” disse ridendo ancora, facendo la fila per un tavolo.

“divertente, piccola sam, davvero divertente” disse il riccio ridendo

Sam stava ancora ridendo quando sentì una voce dietro di lei.

Si sedettero finalmente in un tavolo e dopo aver ordinato, Sam andò in bagno sotto le occhiatacce che le inviava Nick mentre si dirigeva verso la toilette.

Entrò in bagno e notò che era in comune, che schifo pensò.

Il bagno doveva essere diviso, quello per i maschi e quelle per le femmine. Perché lì era unito?

Le faceva troppo schifo così si sciacquò le mani e mentre le asciugava sentì una voce da dietro le mura, dove c’erano tutte le cabine.

Una voce che conosceva troppo bene e che non credeva di ricordarla ancora dopo tutto il tempo che era passato.

Ma il passato era così, tornava all’improvviso e faceva i conti con il presente.

“no ma dico, l’hai vista, è una bomba, me la scoperei lì”

Quella voce, erano anni che non la sentiva, anzi era da quello spiacevole avvenimento che non l’aveva più sentita.

In 5 secondi tutta la sicurezza che aveva acquistato in quegli anni, tutta la forza, tutto quello che aveva fatto per riuscire a dimenticare l’accaduto era andato a farsi fottere.

Si appoggiò al muro  di fianco il lavandino e non riuscì più a muoversi.

E se si fosse a vicinato a lei e l’avesse riconosciuta?

Doveva andarsene da lì, doveva andarsene.

Perché Nick non veniva a cercarla?

Cominciò a tremare, cercando di ricordare quello che le diceva la psicologa.

Il problema era che non ricordava praticamente nulla. Non andava da circa un anno ed aveva dimenticato quasi tutto.

Sentì quella voce ancora parlare ma ormai la sua vista si era quasi annebbiata.

Un ragazzo entrò nel bagno e sam lo riconobbe subito e con tutta la forza che aveva si avvicinò a lui.

“p…portami via Nick, p..per favore” disse la mora stringendosi a lui, stringendo il suo viso nell’incavo della sua spalla.

“che succede, sam? Che è successo?” chiese Nicholas preoccupato accarezzandole la schiena.

“v..voglio a..andare via, ho..ho paura, ho paura, ho paura” continuava a ripetere Sam

“…d..di c..cosa hai paura? Parlami sam!” disse il riccio spazientito.

Che le succedeva?
Samantha cominciò a piangere, aveva il viso tutto bagnato.

“voglio andare via… voglio andare via” disse con un filo di voce

“ora andiamo via, io vado a pagare, tu rimani qui”

“no” disse fredda la mora “ho..ho paura, non lasciarmi sola”

“n..non ti lascio sola, sam! Devo solo pagare” disse il riccio

“n..non mi..mi sento più le ..le gambe.. mi g..gira la testa” disse la ragazza

“che cazzo ti succede sam?” chiese il ragazzo spazientito.

“mm…mi d..dispiace” disse la mora per poi perdere i sensi.

Nicholas la prese subito in braccio, uscendo dal bagno.

 

 

 

 

“voglio la verità.. okay non sei pronta per parlarmene, ma merito di saperlo non credi? Mi hai fatto morire prima.. che cosa ti sta succedendo Sam? Io..ho paura”

La ragazza si sedette meglio sul letto per poi mordersi un labbro.

“m..mi dispiace tu meriti.. tutte le spiegazioni di questo mondo, ma non è facile… non lo è”

“parlamene o scrivimelo, non so, ma ho bisogno di saperlo, per favore” disse il ragazzo inginocchiandosi davanti il letto e prendendole le mani.

Samantha respirò profondamente prima di ricordare tutto.

“Tre anni fa più o meno, avevo quindici anni ed ero andata ad una festa, mio padre non voleva ma io ci sono…ci sono andata lo stesso, lo so, non è per niente da me ma ero stanca di essere definita come la figlia dolce e buona, che non da preoccupazioni, che non fa domande, che non fa nulla e vive praticamente sola… Io.. cercavo solo qualcuno che mi aiutasse, ch emi chiedesse come stavo, cos’avevo, se la mamma mi mancava. Così andai a quella festa con alcune mie amiche e…..incontrai mio cugino James, lui…. Lui è sempre stato molto geloso di me, mi..mi vuole un gran bene ed io ne voglio a lui.. così beh…quando mi vide litigammo perché quel posto non era adatto a me, ma io me ne infischiai di lui e continuai a stare lì, in mezzo a quegli stupidi ragazzi senza cervello che facevano canne a non finire… Erano più o meno l’una ed io non mi stavo per niente divertendo, quel posto non era adatto a me e quasi non riuscivo a respirare lì dentro… così…così uscii fuori, nel retro della discoteca, non c’era nessuno ed mio mi appoggiai al muro prendendo un po’ d’aria.Venne un ragazzo, io..io no lo conoscevo di persona ma sapevo chi era, poiché una volta aveva provato a baciare una mia amica e lei si era incazzata. Lui..era..ubriaco, non lo so, ma lui cominciò a t..toccarmi e…”

“e? cosa è successo dopo? Dimmi che non è successo quello che sto pensando, dimmelo sam”

“no, non..non del tutto….” sussurrò la mora

“cos’è successo dopo?” chiese Nicholas stringendole le mani

“prima che…a ccadersse del tutto… beh…venne mio cugino che lo picchiò e da allora non…non l’ho visto più”

“ e ieri cos’è successo? L’hai rivisto?” chiese il ragazzo

Samantha sospirò.

“ho..ho sentito la sua voce…era…era nel bagno. Io non mi sono mai preparata psicologicamente a questo, credevo di non vederlo mai più, di stare bene invece non è così, nick. Non lo è”

“stamattina sei scappata perché sono andato troppo oltre, vero?” chiese il riccio

Sam non rispose e guardò il pavimento.

“voglio la verità, rispondi” sibilò il riccio

Sam annuì mordendosi il labbro.

“hei, ascoltami” disse il riccio prendendo il suo viso fra le mani “i..io non sono lui, okay? Non sono lui, non..non ti farei mai del male, mai e devi dirmelo la prossima volta okay? Io sono…sono un uomo e non sempre capisco quando è il caso di fermarmi, devi dirmelo okay? Promettimelo”

“no..io..forse..non siamo adatti per s..stare assieme” disse la mora balbettando

“cosa? Ma sei pazza? Perché non dovremmo essere adatti? Tu..tu sei la persona più meravigliosa, sensibile, simpatica, bellissima che io abbia mai incontrato e noi due, dobbiamo stare assieme”

“non…non… ti.. da fastidio che.. io sono..”

“sei?..” chiese Nicholas.

Non la stava capendo.

“cerca di capire, nick. Un ragazzo mi ha cercato di violentare quando avevo quindici anni, se solo mi sfiori la pancia io ho paura, non hai visto cos’è successo stamattina? Sono scappata senza degnarti di una parola perché tu mi stavi sbottonando la cintura”

“hai avuto tutte le ragioni di questo mondo, sam. Non è una cosa facile da affrontare, fortunatamente a te non è successo, ma ci eri quasi ed è normale che tu abbia paura, è normale” disse il riccio

“io sono..vergine” sbottò la ragazza

Nicholas sorrise malizioso

“e allora?” chiese curioso

“e allora le tue bellissime colleghe non lo sono e sono pronte a tutto per averti, io non sono niente di che e tu ti stancherai di me facilmente” disse la mora

“sai una cosa? Sei paranoica” disse il riccio ricevendo un’occhiataccia dalla mora

“n..non potrei mai stancarmi di te, mai… finalmente ti ho..trovata e non ti lascerò andare così facilmente”

Sam si morse il labbro e Nicholas la attirò velocemente a se, baciandola.

Forse era vero, lui non si sarebbe stancato di lei e avrebbero avuto una vita felice.

Forse.

 

 

 

 

Salve bellissime, volevo ringraziarvi prima di tutto per le meravigliose recensioni che mi lasciate, grazie davvero, passerei ore a leggerle, siete davvero, davvero, davvero bellissime<3 non sapetre che piacere leggere e rileggere i vostri meravigliosi commenti.

Scusate per l'immenso ritardo ma in quest'ultimo periodo non sto molto bene, soprattutto psicologicamente e quindi non riuscivo a scrivere più nulla.. Spero davvero che mi passi in fretta perchè stare così è davvero uno strazio.

Scusate per questo capitolo che è davvero penoso e schifoso ma non sono riuscita a fare di meglio.

Grazie di tutto, al prossimo capitolo<3

twitter: @_itsnickymine 

 

 

 

SPOILER

“tu stai delirando, nick” disse joseph guardandolo negli occhi.

“lei è perfetta e sarebbe tutto perfetto se non fosse per quella merda di carattere che mi ritrovo, okay? La differenza di età è davvero il mio ultimo problema” disse il riccio spazientito.

Non ne poteva più di Joseph e delle sue continue frecciatine.

“ragazzi, mi dite che succede?” chiese la madre immischiandosi, notando che i due stavano litigando.

succede che Nick esce con una minorenne” disse joe alla madre

“non è una minorenne, ha diciotto anni” si difese Nicholas

“frequenta ancora il liceo” ribatté Joseph 

  
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