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Autore: RebelleDawn    15/11/2012    2 recensioni
Bam!
E mi ritrovai a terra con una fitta allo stomaco. Il respiro cominciava a mancarmi e il mondo divenne stranamente buio.
Dopo quello che per me poteva essere un mese o una settimana, i miei occhi cominciarono ad aprirsi e la luce invase il mio campo visivo. Ero disteso su un rigido lettino bianco e tutto ciò che mi circondava era una tendina verde simile a quelle che si trovano negli ospedali. Non avevo più i miei abiti addosso, ma il mio unico indumento era un camice bianco.
Ero nell’infermeria della mia dannata scuola. Ma come ci ero arrivato lì?" -
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"I was born to be brave" (Lady Gaga, Born This Way)
Brave è l'aggettivo esatto per Christopher, ragazzo omosessuale vittima di bullismo nella sua scuola a New York, che grazie al suo coraggio riesce a ribellarsi all'omofobia prorompente nella scuola e battersi per i suoi diritti.
Spero vi piaccia, vi auguro buona lettura
Genere: Drammatico, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Unhate

No matter gay, straight, or bi, Lesbian, transgendered life
I'm on the right track baby
I was born to survive
No matter black, white or beige, Chola or orient made
I’m on the right track baby
I was born to be brave

Lady Gaga (Born This Way)

 
Bam!
E mi ritrovai a terra con una fitta allo stomaco. Il respiro cominciava a mancarmi e il mondo divenne stranamente buio.

Dopo quello che per me poteva essere un mese o una settimana, i miei occhi cominciarono ad aprirsi e la luce invase il mio campo visivo. Ero disteso su un rigido lettino bianco e tutto ciò che mi circondava era una tendina verde simile a quelle che si trovano negli ospedali. Non avevo più i miei abiti addosso, ma il mio unico indumento era un camice bianco.
Ero nell’infermeria della mia dannata scuola. Ma come ci ero arrivato lì?
Non feci in tempo a pensarci che la tendina si aprì e sbucò mia madre seguita a ruota dall’infermiere e la professoressa Crockford, la docente di Biologia.
Mia madre aveva uno sguardo tra lo sconfortato e l’impaurito, e il viso incorniciato dai capelli lisci biondi era sudato e tremante.
<< Chris, Chris! Oh mio Dio! Che cosa è successo? Cosa ti hanno fatto? >> strillò mia madre, perforandomi i timpani, appena vide in quali condizioni mi trovavo.
<< Si calmi, signora! Ora le porto una sedia >> disse l’infermiere scolastico, cercando di calmare la donna.
Nel frattempo che ella si sedeva, la professoressa mi scrutava poggiata sulla tendina, e dopo qualche minuto, parlò con voce distaccata:
<< Chi ti ha fatto questo? >>.
<< Non mi ricordo professoressa >> mormorai, rendendomi conto che la gola mi bruciava.
<< Sicuro? >> continuò con voce da interrogatorio.
<< Sì, ne sono sicuro >> sbottai infastidito. Mi alzai dal letto e con fatica mi diressi verso uno specchio dell’infermeria e mi osservai, curioso di vedere come fossi ridotto.
La prima cosa che si notava nel mio viso era l’occhio destro gonfio, di un viola-nero intenso. Alzai leggermente il camice e vidi sul mio ventre una chiazza nera sanguinolenta. Quasi svenni a quella vista.
<< Chris, ti senti bene? >> chiese preoccupata mia madre.
<< Dove mi avete trovato? >>.
<< Nel corridoio che va verso il bagno del primo piano >> rispose alla mia domanda la professoressa Crockford.
Il corridoio che va verso il bagno del primo piano. Perché ciò stava suggerendo qualcosa alla mia mente? L’unica cosa che mi ricordavo di quel luogo era il fatto che dalla finestra potessi vedere Central Park e in più era dove si tenevano le lezioni di Biologia. Fu allora che tutto mi venne in mente.
 
Ero appena uscito dalla classe di Biologia e mi stavo avviando verso il bagno per rinfrescarmi un po’. Mi imbattei subito in Niki Stolen, una ragazza dell’Upper East Side che avevo conosciuto ad una festa della bella vita di Manhattan e con cui avevo avuto sin dal primo momento una  grande intesa.
<< Ehi Christopher >> mi salutò lei.
<< Non chiamarmi con quel nome, Nicolette >> esclamai sorridendo.
<< Questo è un colpo basso! >> esclamò.
 Mentre si avvicinava con i libri in mano, senti una leggera spinta sulla schiena. Mi voltai e vidi Liam  Hawkins dirigersi verso la classe di Spagnolo. Girandomi sentivo ancora il suo profumo inondarmi le narici. Sapeva di gelsomino e agrumi.
<< L’ha fatto apposta? >> mi domandò sorridendo maliziosamente Niki.
La fulminai con gli occhi. Ero cotto di Liam sin dalle elementari da quando lo avevo conosciuto ad un pranzo tra amici di famiglia. Niki era l’unica a saperlo, l’unica a cui ero riuscito a raccontare la verità. Certe volte mi chiedevo perché proprio lei. Forse per quello sguardo da ragazza innocente oppure la grande campagna anti-discriminazione fondata e presieduta dalla famiglia. O per tutti e due.
Ancora non sapevo qual era la risposta, ma il tempo me l’avrebbe fatta capire da solo.
<< Sst! Stai zitta! Non sa nemmeno che io esisto! >> mormorai.
<< Forse perché non hai il coraggio nemmeno di parlargli! Ora muoviti, c’è Storia >>.
Cominciai a ridere e dandole una leggera spinta, e insieme ci dirigemmo verso la classe.
Salendo le scale della George Washington High School, il nuovo liceo privato sulla 5th Avenue,
vidi di nuovo Liam, poggiato sul corrimano e circondato da altri cinque ragazzi dell’ultimo anno.
Stavano confabulando eccitati da chissà quale novità, e stranamente, al mio passaggio, poggiarono lo sguardo su di me, e seguirono dei risolini.
<< Finocchio >> pronunciò un ragazzo, facendo in modo che lo sentissi.
Sentendo quel termine mi irrigidì e Niki mi toccò la spalla. Ero paralizzato, e dentro di me lottavano la vergogna e la furia, come per decidere quale delle due dovesse avere la supremazia.

<< Lasciali perdere, Chris >> sussurrò Niki.
<< Niki, quelli sono i ragazzi più popolari della scuola! E tra loro c’è pure Liam! Se avesse notato i miei sguardi e l’avesse raccontato ai suoi amici? Se la scuola lo venisse a sapere la mia vita è finita! Dovrei andarmene! Sai come vanno a finire queste cose! >> esclamai con una noto di disperazione. Una lacrime mi rigò il viso. Stavo tremando.
<< Basta, non pensarci! Staranno sfogando le loro problematiche interiori nel modo più stupido. Conosco Liam, non farebbe mai così. Ora stai tranquillo! >> disse Niki cercando di consolarmi.
Annuì e aprì la porta della classe di Storia.
Ci accomodammo ai nostri posti e il professor Dwaine cominciò un lungo monologo sulla Guerra di Secessione.
Mentre la mia mente vagava altrove, sentì il mio cellulare vibrare dentro la tasca dei miei jeans.
Lo tirai fuori, lo poggiai dentro l’astuccio e lessi l’SMS che avevo ricevuto:
Fatti trovare davanti alla classe di Biologia prima dell’ora di pranzo. Ho una sorpresa per te.
Il numero era sconosciuto e non capivo chi me lo avesse mandato. Aspettai che la campanella suonasse e feci vedere il messaggio a Niki.
<< Chris, non farlo. Non mi fido. Potrebbe essere uno scherzo stupido >>, ma non fece in tempo a finire la frase che ero già corso verso il corridoio di Biologia. Volevo sapere di chi si trattasse. Magari era solo uno scherzo stupido come aveva detto Niki, oppure … Liam. Sapevo che era una fantasia infantile, ma in quel momento la mia mente era in subbuglio.
Il corridoio era completamente vuoto a causa dell’adunata degli studenti nella mensa, e non vidi nessuno davanti alla classe. Mi diressi verso il suo interno ma niente.
Sbuffai. Qualche deficiente si era divertito così. Allora uscì dall’aula e voltai le spalle alle porte dei bagni. Fu allora che sentì il primo colpo.
<< Niente froci nella nostra scuola! >> gridò a squarciagola una voce maschile.
Caddi a terra e mi voltai, con la testa dolorante. Non feci in tempo a dire e vedere niente che ricevetti un pugno nell’occhio destro. Un calcio mi fece rialzare e un colpo molto violento sullo stomaco mi stese. Ma prima di vedere il buio feci in tempo a sentire un profumo.
Gelsomino e agrumi.

<< Liam Hawkins e i suoi amici. Dovevano essere circa sei ragazzi. Mi hanno guardato in modo strano quando stavo andando a lezione di Storia, e prima di svenire ho riconosciuto il profumo di Hawkins. Mi hanno attirato nel corridoio con un messaggio anonimo >>. Le mie parole mi stupirono.
La professoressa Crockford si mise una mano davanti alla bocca e mia madre scoppiò in lacrime.
<< Quello che dici è molto grave! Liam Hawkins è uno degli studenti migliori della scuola e con un’accusa del genere puoi farlo espellere e distruggere tutte le possibilità di ricevere una borsa di studio! >> esclamò la professoressa.
<< Deve credermi, non le direi mai una bugia >>.

La donna fece un lungo respiro e infine chiese:
<< Perché l’avrebbero fatto? >>.
Quella domanda mi aveva lasciato spiazzato.
<< Perché … >> stavo tremando. Dovevo dire la verità, altrimenti i colpevoli non sarebbero stati puniti. << … sono diverso.>>.
<< Diverso in che senso? >>.

Da lì partirono varie discussioni, pianti, rivelazioni, urla, infamie che inclusero l’espulsione di Liam e dei suoi amici dalla scuola, il mio coming out divenuto pubblico e una sorta di “fama” attorno alla mia persona.
Per molto tempo al mio passaggio aumentarono le risatine e le voci su di me, ma col tempo le acque si calmarono e la gente finì di avere pregiudizi poiché il preside impose tolleranza zero contro le discriminazioni di ogni genere.
Probabilmente se non avessi parlato non sarei dovuto uscire allo scoperto, ma col mio silenzio molta gente alla mia scuola avrebbe ancora subito queste ingiustizie, visto che dopo un’inchiesta scolastica tenuta dai docenti venne a galla che nel liceo il mio non era l’unico caso di bullismo discriminatorio.
Per questo consiglio a tutti i ragazzi e le ragazze che subiscono discriminazioni di ogni genere di non vergognarsi della loro diversità, ma anzi, di fare essa il loro punto di forza. Perché essere “diversi” ti rende speciale ed in fondo, tutti siamo uguali e diversi allo stesso tempo. È questo il bello dell’umanità. Non fatevi abbattere dalla parole crudeli che possono dirvi. Siate fieri di voi stessi, e non cercate di essere chi non siete. Questo alla lunga fa male a voi e logora i rapporti con le persone a voi vicine. Amatevi e amate tutto che il mondo ha di bello da offrirci. Una semplice differenza non deve essere uno strumento di vergogna. Fate tesoro di ciò che vi dico, e seguite il mio esempio, se necessario.
  
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