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Autore: sushiprecotto_chan    15/11/2012    0 recensioni
[masc!Sakura/Lee] All’inizio per Sakura la cotta di Lee ed il modo in cui la manifestava senza alcun ritegno o giudizio era stato quasi un affronto, una specie di schiaffo ripetuto.
Lee che sbandierava ai quattro venti l’attrazione che provava per lui, che non solo non era un genio ma non riusciva ad essere forte la metà dei suoi compagni.
Lui, con quel nome così femminile da star male, con quei ridicoli capelli rosa.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Rock Lee, Sakura Haruno
Note: What if? | Avvertimenti: Gender Bender | Contesto: Più contesti
- Questa storia fa parte della serie 'About Lee's Pairings'
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Avrei potuto chiamare masc!Sakura "Seiji", o qualcosa del genere… ma non l’ho fatto per un buon motivo ;) Credo che potrà sembrare un po’ OOC ma l’ho resa un po’ più rude, visto che in questa fiction è un maschio.
Questa storia è stata scritta per Rota-san, che me l’aveva chiesta in un vecchiiiiissimo meme su live journal. Mi spiace averci messo così tanto!
Buona lettura e mi raccomando, spargete sempre amore su Rock Lee. **
Il titolo orrido che ho dato alla fic è riassumibile così.
 
 



 
 
 
 

Screw gravity!

 
 
Non sapeva neppure quando fosse cominciata, e soprattutto sinceramente non riusciva ad immaginarsi il momento in cui quel pazzo di Lee si era messo in testa di prendersi una pesante cotta per lui da un momento all’altro. Né riusciva ad immaginare perché mai avesse deciso così, su due piedi, di fargli la dichiarazione davanti a tutti – ed a Sasu-chan –, anche se non si conoscevano nemmeno (Lee l’aveva giusto intravisto una manciata di secondi prima) ed anche se erano due maschi.
Ma che erano queste barriere per il genio-del-duro-lavoro Rock Lee, per la bellissima (si fa per dire)-bestia-verde-della-foglia-dopo-il-mio-maestro Rock Lee, per il oh-Sakurasan-il-loto-fiorisce-due-volte-godiamo-della-nostra-giovinezza-ecco-questi-fiori-sono-per-te Rock Lee? Una bazzecola.
“Sakura-san, usciamo insieme!”
“Ma sparisci, deficiente!”
Sì, la sua insistenza aveva provocato risposte molto dirette e concise da parte del giovane Sakura.
 
Poi Haruno aveva imparato a conoscerlo meglio e soprattutto a rispettarlo, perché se c’era qualcosa che Rock Lee si meritava era il rispetto.
Sakura lo stimava sinceramente. Per il suo carattere, per il suo impegno, per la sua forza fisica e morale e per la sua gentilezza.
Trovava rilassante il modo in cui Lee gli dava attenzione nonostante il suo carattere, i suoi rifiuti ed il fatto che lui non fosse un granché come ninja e come ragazzo, quando si erano incontrati la prima volta.
All’inizio per Sakura la cotta che Lee aveva per lui ed il modo in cui la manifestava senza alcun ritegno o giudizio era stato quasi un affronto, una specie di schiaffo ripetuto.
Lee che sbandierava ai quattro venti l’attrazione che provava per lui, che non solo non era un genio ma non riusciva ad essere forte la metà dei suoi compagni.
Lui, con quel nome così femminile da star male (fiore di ciliegio; lui, un maschio), con quei capelli rosa ridicoli. Odiava la sua femminilità.
Sakura non si riteneva “non attraente”, tuttavia non si sentiva neanche il tipo da poter piacere davvero alle ragazze… non a Sasu-chan, comunque.
Per un lungo periodo aveva avuto problemi di sicurezza e di riconoscimento. Non riusciva a riconoscersi veramente come persona, come ninja e soprattutto come ragazzo.
Le dichiarazioni esasperanti di Lee avevano solo alimentato quella frustrazione che Sakura stesso si auto procurava.
Voleva essere più forte, voleva proteggere i suoi compagni, desiderava ardentemente fare qualcosa di utile.
Poi effettivamente era diventato più forte (grazie anche a Rock Lee) ed aveva finito col rispettare il suo amico dal buffo taglio a scodella e le orrende sopracciglia. Aveva cominciato ad apprezzare il modo in cui lui lo chiamava col suo nome femminile in modo ogni volta così estremamente rispettoso e le sue attenzioni. Aveva imparato a rispettare il sentimento che Rock Lee provava per lui.
 
“Lee-san! Come stai?”
Il ragazzo arrossì, guardando l’altro negli occhi. “Sakura-san! Molto meglio, grazie.”
Non doveva neppure più usare le stampelle o riposarsi. Aveva ricevuto diverse ferite dal combattimento con Kimimaro, è vero, ma stavano guarendo.
“Lo vedo!”
Rock Lee si concesse un entusiasta sorriso a trentadue denti con tanto di nice guy pose.
“Sakura-san… Grazie per i fiori che mi hai portato. Mi sono stati di grande aiuto.”
Non avevano mai menzionato la questione, quindi non sapeva se aveva detto o meno la cosa giusta, ma desiderava farlo da un po’ di tempo.
“Figurati!” rispose Sakura, aggiungendo sbrigativamente “Ma non farti l’idea sbagliata, eh!”
“No, certo. Sakura-san, tu per me sei sempre il fiore più bello di tutti!”
“N-Non dovresti dire questo ad un maschio!!!”
“Eh…? Mi spiace.” Fece Lee, mentre il suo sorriso svaniva in un modo che Sakura definì dentro di sé piuttosto buffo.
“Figurati, lo sai che in realtà ti dovrei ringraziare.”
 
Quindi, dopo un paio d’anni, il mi-ammazzo-di-allenamenti-pur-di-non-rinunciare-alla-mia-determinazione Rock Lee aveva finito per diventare il suo ragazzo, e Sakura aveva scoperto tutti i benefici che si potevano trarre dalla cosa.
Tra questi, il beneficio di una relazione costruita sul rispetto e sulla stima che si provava per una persona; oltre che all’amore, che certo non mancava.
 
Il bello di Lee è che aveva una vera e propria qualità innata, abbastanza tremenda se la si osservava con cura: sapeva sconvolgere e distruggere il definito. Le barriere.
Con la sua testardaggine ci sbatteva contro, ci sbatteva contro finché la sua naturale gentilezza d’animo, il suo buon cuore e ciò in cui credeva fermamente non le sbriciolavano senza lasciar loro alcuno scampo.
Si voleva andar contro la legge della gravità? Era possibile, se partecipava anche Rock Lee. Sakura aveva un’estrema fiducia in questo.
L’aiuto di Lee aveva distrutto le sue paranoie, i suoi traumi, i suoi problemi di riconoscimento, persino il problema del suo nome.
Sakura era abbastanza sicuro di potersene infischiare, della gravità, a questo punto.
   
 
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